Visualizzazione post con etichetta legumi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta legumi. Mostra tutti i post

sabato 13 febbraio 2010

Ser cappelletto

Prendo spunto da Boccaccio: novella di ser Ciappelletto. Ingegnoso essere umano che gabba gli sciocchi borghesi... manda i santi all'inferno e costringe Dio a santificare un peccatore. Un trionfo del rovesciamento e dell'antifrasi. Come i miei cappelletti vegani.


Quando ero piccola stavo fra i piedi a mia madre ogni volta che faceva i cappelletti. Anche mentre faceva il ripieno (pesto): mortadella, prosciutto crudo e carne macinata mista fatta cuocere insieme a un po' di concentrato di pomodoro e verdure che poi toglieva... io giravo con il cucchiaino e ne fregavo q.b. e giudicavo. Aggiungeva poi parmigiano reggiano, noce moscata, chiodo di garofano e cannella. Non si tratta della ricetta tradizionale di Reggio Emilia: non mi ha mai saputo spiegare come mai le i li fa così diversi dalle sue sorelle.


Non mangiare cappelletti è un sacrificio intollerabile per un reggiano. Ce li abbiamo nel sangue.
Li ho fatti spesso da vegetariana (la versione "di magro" che mi madre mi diceva essere tipica dei tempi di miseria nera... senza carne!). Da vegana ho dovuto telare.

Però... che fatica! La settimana scorsa ho aperto un incauto acquisto: porchetta di seitan, muscolo di grano. Una vera presa per i fondelli. Seitan (che a me non piace tanto, NDR) ripieno di peperoncino.
Ieri ne ho decretato la fine: l'ho tritata insieme a quattro wurstel di tofu (buoni davvero), ho aggiunto noce moscata e lievito alimentare in scaglie e l'ho fatta riposare una notte.


La sfoglia invece l'ho fatta usando mezzo chilo della fantastica semola di grano duro del Senatore Cappelli addizionata di cento grammi di farina di lupini. Per il resto solita procedura.

Sentito ringraziamento a Laila e Fosca per avermi aiutato a stendere e piegare!

mercoledì 6 gennaio 2010

Rivelazione...

Nonostante i buoni consigli di una ammiccante gallina di pollaio, nel mio frigo le carote abbondano e incanutiscono. Torta di carote e nocciole (non posso pubblicare la foto... è una delle mie torte senza zucchero, senza uova, senza grassi... senza torta!). Crema di carote e crostini (nemmeno fotografata, ma fatta fuori senza esitazioni). Carote crude. Carote pelate e mangiate a colazione (deglutite con l'ausilio del tè verde al limone). Oggi, mentre su FB (che fino a un mese fa evitavo come la peste... e ora è lui che vorrebbe tanto ch'io lo evitassi) chiacchieravo con un nuovo amico, conosciuto per errore (omonimo e cugino di un amico, ha accettato senza scomporsi di concedermi la sua "amicizia"), ho ricevuto un paio di telefonate di amiche e cugine che ci tenevano tanto a farmi gli auguri... e - EPIFANIA - a me sono venute in mente le mie quattro carotine piagate e raminghe. Ho abbandonato il mio novello amico e mi sono fiondata a far loro il funerale.
Recuperare verdura morente è ormai la mia missione. Segreto? Basta nascondere, mescolare, camuffare, mentire e speziare. Credo sappia un po' di truffa alimentare. Datemi della strega, via. O della Befana. Tanto non sarete mica i primi...

TAGLIOLINI ALLE CAROTE
INGREDIENTI:
# 50 gr. tagliolini di grano duro lessati in acqua insipida per cinque minuti
# 40 gr. tempeh alla piastra tagliato a dadini
# quattro cm di alga wakame (sbriciolata nelle carote prima di cuocerle)
# quattro carote pelate (mezze buttate!), tagliate a rondelle e cotte con: una tazzina di acqua calda, un cucchiaino di tamari, pepe nero, un cucchiaino di succo di limone, spezie (nanami togarashi) e coriandolo
# tekka
# olio extravergine d'oliva q.b.
PREPARAZIONE: quando le carote saranno cotte e l'acqua evaporata, aggiungere un paio di cucchiaini di olio, la pasta scolata e mescolare sul fuoco per un minuto. Impiattare e aggiungere la tekka (la polvere nera nella foto).

sabato 22 agosto 2009

Smania di solitudine

"Mangio un poco di cena seduto alla chiara finestra.
Nella stanza è già buio e si guarda nel cielo.
A uscir fuori, le vie tranquille conducono
dopo un poco, in aperta campagna. (...)
"
(da Mania di solitudine, in Lavorare stanca 1936-1943, Einaudi 1998, pag. 27)

Piatto unico. Ingredienti per uno.
Lo dico senza timore di passare per asociale: la solitudine per me è una mania. Come quella (quasi del tutto passata) per le patatine fritte. Come quella per le sciarpe di qualsiasi tessuto, forma e colore. Come quella per i temporali estivi (avercene). Come quella per le conversazioni stimolanti. Come quella (temporanea) per 21 guns.

Quindi cena per uno. Che sarei poi io. Magari al buio (che tanto in estate il buio pesto mica esiste!). Se volessi, troverei davvero vie tranquille che conducono dopo un poco in aperta campagna. Ma il rifugio è dentro di me, non mi servono vie di fuga.

HUMMUS DI AZUKI

INGREDIENTI PER LA CREMA DI AZUKI:
(l'idea di base è che a parte la ricetta tradizionale con i ceci, potete fare hummus con qualsiasi legume cotto, magari variando un poco la nota acidula... il tipo di spezie e erbe usate e ne ricaverete comunque una crema spalmabile che è tanto più buona quanto più la lascerete riposare in frigo prima di spazzolarla via dal piatto)
- una tazza fagioli azuki (messi in ammollo quattro ore)
- una tazza e mezza di acqua
- qualche centimetro di alga kombu
(cuocere a fuoco basso fino a quando i fagioli saranno morbidi... diciamo 40 min. senza pentola a pressione; questo passaggio non è necessario se li avete in scatola: indubbiamente comodi...)
- la punta di uno spicchio di aglio tritata finemente
- un cucchiaio di succo di limone (o di aceto di umeboshi o di aceto balsamico di Modena)
- un cucchiaio di tahin (io proverei anche con la crema di altri semi oleaginosi tipo mandorle)
- poco sale
(frullare gli ingredienti insieme, aggiungendo acqua di cottura dei fagioli se necessario per ottenere una cream morbida, ma consistente).
LE CAROTE:
lavare e tagliare le carote a bastoncino.
INGREDIENTI PER IL PANE:
- 300 grammi di farina manitoba
- 100 grammi di farina integrale di farro
- acqua tiepida q.b.
- un cucchiano di malto di mais (o zucchero o altra sostanza dolce)
- un cucchiano di sale
- un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
- lievito di birra (un terzo di cubetto o, se come me lo usate secco, un terzo di bustina)
(impastare gli ingredienti, tutti tranne il sale, in modo energico per una decina di minuti; far lievitare per mezz'ora al caldo... ora come ora ovunque! Impastare di nuovo aggiungendo il sale. Rimettere a lievitare per almeno quattro ore. Dividere l'impasto - io ho usato due stampi da plumcake usa e getta non molto grandi, ma va bene anche uno solo se grande - in modo che possa stare nello stampo occupandome meno di metà. Far lievitare una terza volta per un paio di ore. Infornare a forno freddo, con pentolino di acqua per garantire umidità in cottura, impostando una temperatura di 220° C per i primi 10 minuti, abbassando poi a 180° C per i successivi 20 minuti.)

sabato 27 settembre 2008

L'inconfondibile gusto di... espiazione!

Atonement (titolo del romanzo di McEwan che fa da scenografia al piatto) in inglese significa espiazione. Mangiando senza (quasi) sale io riparo una colpa scontando la pena. Ho deciso di dare una lettura spirituale ai miei valori pressori, che vi comunico* per dovere di informazione e perché mi ha sempre fatto sorridere l'altrui desiderio di condividere esiti di esami del sangue o simili (la compassione mi mette di buon umore, che volete farci!):
140-110 e 100 battiti cardiaci a riposo.
I numeri non mi sono mai piaciuti. Sono pochi, si combinano fra loro e rispondono a una serie di regole espresse in formule e con simboli oscuri. Una setta! Piccoli e grandi che siano ci condizionano sempre: quanti anni hai? Che tram devi prendere? A che ora hai l'appuntamento? Quale contatore deve attivare?! Oh, ma la colpa è nostra, perchè noi li abbiamo caricati di significati. Ecco!
Ho ripreso Atonement, perché si adatta a questo periodo (lo avevo comprato anni fa, ma gli è franato addosso quasi subito un consistente velo di oblio... rischia di nuovo, non riesco a proseguire nella lettura, penso che mi trastullerò con Le Soprano, consigliatomi da Luca&Sabrina di Sapori diVini, da Sabrina, credo). E, sì, mangiare con poco o senza sale fa perdere liquidi in poco tempo (hai ragione Matteo, mi sono accorta subito dell'effetto sulla bilancia!).
Nel frattempo però mangio ancora e non sempre senza sale...

INSALATA DI BIANCHI DI SPAGNA
INGREDIENTI:
... fagioli bianchi di Spagna
(ammollati e cotti nel solito modo, con kombu per renderli morbidi e saporiti anche senza sale, visto che contiene sodio)
... farro cotto
... un grosso pomodoro da insalata maturo (a pezzetti)
... cipolla tropea fresca (a fette)
... una piccola zucchina (a julienne)
... acidulato di riso
... spezie ad libitum
... olio extravergine d'oliva
... sale grosso affumicato (POCO!)
Mescolare la verdura (esclusi i fagioli) e aggiungere l'aceto di riso e le spezie. Lasciar marinare alcune ore in frigorifero. Aggiungere il farro, i fagioli, l'olio e il sale grosso. Atonement!
(*valori medi)

sabato 12 luglio 2008

L'ossessione... quando tutto il resto fila liscio e il farlocco sale in cattedra.

Proteine (oggi).
I vegetariani e i pari loro rischiano quotidianamente di assumere una quantità insufficiente di proteine. O se vanno bene come quantità sono povere dal punto di vista nutrizionale.
Mi sento ripetere questa solfa una volta di troppo ogni giorno.
In linea di massima non ho nulla contro la ripetizione: coadiuva l'apprendimento di una nozione, fissa un movimento mentre impari un passo di danza, insomma repetita iuvant! Non provo fastidio verso chi la pensa diversamente da me: ho l'ingenua convinzione che le differenze arricchiscono, guarda un po'!
Però, uffa, in cattedra c'è quotidiano sovraffollamento, mentre io esigo di rimanere al mio banco e imparare (eventualmente sbagliare, reato depenalizzato nella sempre magnanima Italia).


Prendo in prestito E lasciatemi divertire da Palazzeschi (L'incendiario, 1910)... immaginate che all'Io poetico venga sovrapposto il libero arbitrio proteico (costrutto che ancora non si è laureato tropo letterario) e rimanga invece immutato lo scetticismo del pubblico:

Tri, tri tri
Fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu, ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.

Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire

poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?

Licenze, licenze,
licenze poetiche,
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
Tarataratarata,

Paraparaparapa,
Laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la... spazzatura
delle altre poesie,


Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!


Se d’un qualunque nesso
son prive,

perché le scrive
quel fesso?

Bilobilobiobilobilo

blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù,
U.

Non è vero che non voglion dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.

Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
liii!
Qoooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,

non è la vostra una posa,
di voler con cosi poco
tenere alimentato
un sì gran foco?

Huisc... Huiusc...
Huisciu... sciu sciu,

Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku.

Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate
in giapponese,

Abi, alì, alarì.
Riririri!
Ri.

Lasciate pure che si sbizzarrisca,
anzi, è bene che non lo finisca,

il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.

Labala
falala
falala

eppoi lala...
e lala, lalalalala lalala.

Certo è un azzardo un po’ forte
scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì,
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Ahahahahahahah!

Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano più nulla
dai poeti:

e lasciatemi divertire!

Ecco, mi sento molto meglio! In effetti, un testo poetico può avere utilizzi pratici diversi da quelli tradizionali... È possibile curarsi con la poesia! Lo ha dimostrato "l'Università del Progetto", qualche anno fa: alcuni testi poetici possono avere effetti terapeutici. A questo scopo sono state messe in vendita delle "confezioni" (scatole, come quelle dei medicinali!)... il nome del prodotto è il titolo della poesia, vengono poi indicati la composizione (quante strofe e che tipo di versi), le indicazioni terapeutiche, dosi e modalità di impiego, controindicazioni e avvertenze. Fra i titoli ricordo Il bove (carducciano rimedio emetico, ripetuta ossessione scolastica...) e La quiete dopo la tempesta (ansiolitico, da declamare ad alta voce prima dei pasti principali!).

Ecco perché io ogni tanto ho bisogno di Palazzeschi! Poi, per tacitare eventuali dubbi sul corretto apporto proteico...


INSALATA TIEPIDA DI ORZO CON FUNGHI E LENTICCHIE

INGREDIENTI:
mezzo bicchiere di orzo piacentino
due funghi shiitake
una manciata di porcini
un piccolo scalogno
dado vegetale in polvere (o simile, comunque senza grassi aggiunti)
qualche centimetro di alga kombu (NB: la mia tiroide è a posto!)
due bicchieri di acqua
la punta di un cucchiano di miso d'orzo (opzionale)
prezzemolo
olio extravergine d'oliva
PREPARAZIONE: mettere in ammollo i funghi in mezzo bicchiere di acqua con la kombu (almeno mezz'ora). Lavare accuratamente l'orzo, affettare lo scalogno e il prezzemolo. Far rosolare alcuni istanti lo scalogno in olio caldo, aggiungere i funghi e la kombu tagliati a listarelle (la kombu può essere lasciata intera e tolta a fine cottura), aggiungere il dado e mescolare, aggiungere l'acqa di ammollo dei funghi e lasciar cuocere a fuoco basso per cinque minuti. Aggiungere l'orzo e il bicchiere e mezzo di acqua rimasto. Cuocere a fuoco basso fino a cottura ultimata (circa trenta minuti). Aggiungere il prezzemolo e il miso stemperato in un cucchiaio di acqua. Spegnere e mantecare aggiungendo poco olio (se avete avuto il braccino corto all'inizio). Lasciar intiepidire...

martedì 1 luglio 2008

Bhaji di cipolle

I Bhaji sono frittelle di cipolla e, come i Pakora, prevedono pochi ingredienti (prevalentemente vegetali) e qualche spezia. Non ho mai nascosto la mia passione per i cibi fritti: con un collega passavamo intere pause-pranzo ad elencare delizie panate e non (fritte), mentre lui mangiava una banana ed io bevevo un thermos di tè.

Qualche settimana fa, ripulendo il reparto farine e legumi della dispensa, mi sono accorta che il sacchetto di farina di ceci che ho comprato lo scorso anno è in scadenza. Mi è presa l'ansia da utilizzo, ho rotto le scatole ai più dotti di voi e ho piatito consigli a dritta e a mancina...
Con la farina di ceci posso fare:
1- farinata(!)
2- pane (mescolandola ad altra farina che contenga glutine) e torte e biscotti
3- impanatura di cotoletta al posto dell'uovo (fantastica!)
4- frittelle indiane (il suggerimento era stato per i Pakora)

Ho trovato tante ricette ed ho elaborato la mia come segue...

Bhaji di cipolle
Ingredienti
... cinque cucchiai di farina di ceci
... otto cucchiai di farina bianca autolievitante
... semi di finocchio (mezzo cucchiaino)
... cumino macinato (poco a casa mia non fa strage di cuori)
... un cucchiaio di curcuma
... due cipolle bianche
... coriandolo o prezzemolo fresco (cinque cucchiai)
... acqua tiepida q.b.
... olio di arachidi
... sale (sulle frittelle, non nell'impasto)

Mescolare in una terrina la farina di ceci e le spezie secche, quindi aggiungere il coriandolo e la cipolla affettata: gli anelli di cipolla devono essere separati e ricoperti di farina. Versare anche la farina autolievitante e mescolare nuovamente. Aggiungere l'acqua a filo, rimestando fino ad ottenere un composto omogeneo che preleverete a cucchiaiate per poi friggere le bhaji. Lasciar riposare mezz'ora. Scaldare l'olio in una capiente padella (meglio wok) e versare il composto a cucchiaiate e girateli dopo uno o due minuti. Le ricette dicevano tutte di friggerli fino a farli diventare marrone dorato... Scolare su carta per fritti (o su sacchetti del pane, se ne trovate ancora di adatti o su carta paglia, se riuscite a convincere l'inserviente del banco gastronomia del super di fiducia a vendervene/smollarvene qualche metro).

Suggerimento: se sapete come si fa (io lo ignoro, per ora) servite con un chutney o con un raita di cetrioli (io mangio sempre ravanelli o daikon con i cibi fritti).

Dedica: dedico le frittelle al lungo isolamento carsico di Mikamarlez, l'Indiana Jeans del fritto subliminale... e della polpettazione eufemistica della zucchina.

sabato 14 giugno 2008

Futomaki al farro (l'arte del riciclo, del falso e dell'arrampicarsi sugli specchi...)

Giovedì sera, per la prima volta in vita mia, ho mangiato cibo giapponese "vero". Così mi sono ricordata di un esperimento (ne ho altri, documentati, ma accantonati... tipo il tofu autoprodotto... coming soon!) di qualche tempo fa, che non avevo mai voglia di postare...
Da tempo possiedo un sacchetto di farina di ceci. L'ho comprata per fare la farinata o magari le panelle... forse anche la cecina... Due mesi fa ci ho provato per la prima volta, sperando di ottenere un qualcosa di commestibile anche solo lontanamente simile a una qualsiasi delle tradizionali ricette che usano questo ingrediente...mi sarei accontentata di riuscire a mettere inseme delle frittelle di ceci. Ho seguito le istruzioni contenute nella ricetta di una nota cavoletta di Bruxelles... ma non ho uno stampo adatto! Me ne sono resa conto la sera del venerdì raccontando alla mia amica Marina i miei programmi per la mattina successiva: le mie vengono buone, mi ha improvvisamente detto, perché ho la teglia giusta. E che teglia ci vorrà mai?! Eh, una seria di rame, mica una delle tue di teflon leggere come la carta da forno... Mi sono lasciata spaventare... e ho cotto la mia non-farinata in padella... come fossero crêpes sottilissime e a quel punto ho stravolto i miei piani per il pranzo di quel sabato... Futomaki di farro!
Il fatto è che avevo del farro spezzato cotto in frigorifero e alcuni nuovi acquisti giapponesizzanti in attesa di essere testati.


Ingredienti per otto futomaki farlocchi
... due fogli di alga nori
... una tazza di farro spezzato precotto (ma io lo rifarei anche con altri cereali!!)
... crêpes di farina di ceci (chi può userà frittata!) ridotta a tagliatelle
... una carota a bastoncini
... pochi germogli di soia
... uno spicchio di Tropea
... mirin (una sorta di vino dolce fermentato, a base di riso mochigome al vapore)
... salsa di soia
... acidulato di riso
... rosmarino fresco
Procedimento: marinare i bastoncini di carote, i germogli e lo spicchio di cipolla con acidulato di riso, un poco di soia e il rosmarino tritato fine. Nel frattempo mettere un po' di mirin nel farro e mescolare. Mettere un foglio di nori su di un tagliere (sul quale ho messo un foglio di cellophane per poi poter arrotolare l'alga più agevolmente), inumidirsi le dita e stendere uniformemente il farro, pressando bene (non è compatto come il riso!), disporre al centro, per tutta la lunghezza da destra a sinistra, un fila o due di bastoncini di carota, fettine di cipolla e tagliatelle di farinata. Chiudere il tutto arrotolando su se stesso con l'aiuto del cellophane, stringendo il più possibile. Non sono proprio riuscita a dargli una forma cilindrica!! Ripetere con il secondo foglio di nori. Tagliare a metà ciascun rotolo e ciascuna metà a metà. I germogli di soia sono finiti nel piatto con le poche carote rimaste (le ho mangiate mentre impiattavo!) come decorazione commestibile. Su ciascun futomaki ho poi versato poche gocce di salsa di soia (e per colpa sua il farro si è un po' slegato).

Perché mi arrampico?
  1. non avevo il wasabi
  2. non sarò mai in grado di finire la farina di ceci prima che scada (anche se mi hanno suggerito di usarla al posto dell'uovo per impanare le cotolette... avete altre idee?!)
  3. mancavano anche gli insalatini di daikon o zenzero o cetriolo...
  4. per questo mi autodenuncio come baro, da qui l'appellativo fake (falso... farlocco!!)
Però...










... che buoni!! Viva i farlocchi.

lunedì 2 giugno 2008

Riso nero, fave dell'orto di Nicola e miso

A me bastano due giorni di pioggia per ripiombare nell'autunno. Non è che mi dispiaccia in senso assoluto... mi irrita in senso lato: divento cisposa e arruffata, mi si incarniscono le idee e licenzio ogni voluttuosa idea di cordialità. L'umidità mi rende asociale.
Cerco di rimediare... annaspo...
... quasi quasi mi faccio uno sciampo! (Ma lo hai fatto ieri sera...!)
... quasi quasi mi guardo un filmetto sciocchino... (Nooooo!)
... quasi quasi leggo L'eleganza del riccio... (Quando sono di umore così liquido?! Sì e poi magari vado a dire in giro che è un romanzo sopravvalutato... aspetterò... per il buon nome del mio senso critico)
... quasi quasi sfagiolo tutta la borsa di fave che mi ha portato Nicola (Gulp! Una borsa enorme... anche da sbucciare fava per fava... va bene che sono quelle dell'orto... ma la buccia è amara...

"Amargura, descansada e triste
-Parece lonjura ou medo?
É quase certo, Que nada existe;
Nada está perto,
Nem eu estou triste"

... l'associazione mentale Madredeus e buccia delle fave mi ha quasi convinta che non sia il caso di annerirsi le dita con il lungo lavoro di riduzione frazione edibile...)
E invece mi butto nella consolazione di dieci dita nere e di una zuppa scura pure lei. Total black.


Ingredienti
... una grossa borsa di fave con baccello (aprire baccelli, recuperare fave, pelare fave, congelare fave... tutte tranne mezzo bicchiere che userete per la zuppa)
... un quarto di bicchiere di riso nero messo in ammollo
... un pomodoro secco
... mezza cipolla bianca tagliata a cubetti
... due centimetri di alga kombu (ammollata con il riso e poi cotta insieme al tutto)
... acqua
... un cucchiaino e mezzo di miso d'orzo (sale o dado)
... un cucchiaino di olio extravergine d'oliva
Procedimento: ringraziare Nicola per le fave e assicurarlo del fatto che no, non sono affetta da favismo e che mi piacciono molto e che le avrei subito pelate e congelate. Cuocere il riso nero in una pentola a parte (è un riso integrale, molto buono e dalla piacevole consistenza soda; io l'ho cotto trenta minuti con un bicchiere di acqua, poi l'ho aggiunto alla minestra per terminare la cottura). Mettete a rosolare la cipolla con le fave, a fuoco medio, per cinque minuti, aggiungendo poi il pomodoro a pezzetti, la kombu e un bicchiere di acqua, continuando la cottura a fuoco basso fino a cottura del riso. Se si calcola bene la quantità di acqua necessaria il riso dovrebbe cuocere assorbendola quasi del tutto. Aggiungere il riso alla minestra di fave e continuare la cottura per altri cinque minuti. A fuoco spento aggiungere il miso diluito in poco brodo di cottura della zuppa e lasciar insaporire pochi minuti.
Buonissima!












(NB: sono ancora un po' malmostosa...)

martedì 13 maggio 2008

Lenticchie stufate con broccoli e amaranto (se c'azzecchi è uno schianto...)

Il titolo del post fa schifo. Diciamo che è una dichiarazione di solidarietà a Lo, che per colpa di un mio consiglio ha dovuto minestrare le polpette. Conosco la strada per Canossa (prendine visione, oh amato lettore forestiero, si tratta pur sempre di un simpatico aneddoto sul buon utilizzo dei resti della combustione lignea che la storia ci insegna) e mi ci incammino a capo chino, lasciandovi tracce del mio amaranto di domenica scorsa...



Ingredienti
...per cuocere l'amaranto:
1/2 bicchiere di amaranto lavato due volte
1 bicchiere di acqua
poco sale
foglie di salvia e aglio tritati e rosolati in olio extravergine di oliva per la guarnizione dell'amaranto impiattato
(Cuocere per trenta minuti, non mescolare mai, lasciar riposare dieci minuti a pentola coperta per permettere ai chicchi di gonfiarsi)
...per i broccoli:
le cime di un piccolo broccolo cotte a vapore
(appunto, a vapore, come al solito!)
...per le lenticchie:
quattro cucchiai di lenticchie (ammollate con due centimetri di alga kombu)
mezza carota piccola
uno spicchio di aglio
un'idea di sedano
pochissimo dado in polvere (il mio è teteszco)
(cuocere le lenticchie per trenta minuti. tritare nel mixer una parte di lenticchie e le verdure insieme alle quali sono state stufate - aglio nooo!)

Impiattare e cospargere il tutto con condimento ayurvedico (il solito) o con peperoncino e semi di girasole sbriciolati. Scomporre il piatto e mangiare!

mercoledì 30 aprile 2008

Farro spezzato con fave, pomodoro Pachino e olive taggiasche


Ciò che contribuisce al buon esito di tutte le attese, mi piace e mi compiaccio di trovare, ogni tanto, accostamenti casualmente soddisfacenti.
Ieri ho comprato troppa roba, parte della quale necessita di essere stipata nel congelatore per non finire direttamente in compostiera. Il congelatore è il piccolissimo freezer posto sopra al frigo. Sempre pieno. Ho dovuto scongelare le fave che avevo imboscato appena una settimana fa...




Ingredienti:
1/2 bicchiere di farro spezzato
un bicchiere di fave fresche (o surgelate...)
cinque pomodorini di Pachino
tre o quattro olive taggiasche
1/2 cipolla bianca tagliata come per il soffritto
acqua q.b.
sale e pepe q.b.
olio extravergine d'oliva q.b.
aceto balsamico di Modena
due foglie di alloro secco
poco prezzemolo tritato





Procedimento: pelare e tritare la cipolla e metterla a soffriggere con pochissimo olio, aggiungere le fave, salare leggermente, pepare, aggiungere un mestolino d'acqua e portare a cottura a fuoco lieve (a me ci sono voluti circa dodici minuti). Cuocere il farro in acqua salata bollente per sette minuti (ho aggiunto le foglie di alloro per aromatizzare). Scolare attentamente. Ungere leggermente uno stampino/tazzina/della forma voluta e riempire bene col farro e far intiepidire. Tagliare i pomodorini in quarti e condire con olive, olio e aceto balsamico.
Capovolgere la tazzina con il farro sul piatto, aggiungere poco prezzemolo, impiattare anche pomodorini e fave.
Dopo la seduta dal fotografo ho mescolato ottenendo una insalata tiepida della quale ho ancora in mente il sapore... per la ricetta delle fave devo ringraziare la suocera pugliese di mia cugina... alla quale ho telefonato attaccando bottone come la peggiore delle comari!

domenica 20 aprile 2008

Insalata di Cannellini

In due dei blog (qui e qui) che leggo più spesso ho trovato di recente ricette con fagioli. Fa ancora un po' troppo poco caldo per me e, in linea di massima, le verdure crude non mi fanno ancora voglia... quindi ho imbastito questa insalata che mescola cotto e crudo.

Ingredienti:

una scatolina di cannellini
(precotti... non potevo aspettare!)
una carota grattugiata
una manciata di rucola
un cipollotto Tropea
un gambo di sedano
due cucchiai di alghe hiziki
(vedi post precedente)
olio extravergine d'oliva
aceto balsamico


Svolgimento:
mescolare il tutto... non ho aggiunto sale, perché i fagioli in scatola sono salatissimi e le alghe sono cotte di acqua e salsa di soia.

giovedì 10 aprile 2008

Insalata di cous cous

Quando ancora frequentavo assiduamente l'Essel***a, rimanevo interi minuti davanti al piccolo scaffale con i prodotti del commercio equo e solidale (Altromercato). Fra i tanti mi è rimasto nel cuore il Cous Cous maftoul integrale, di grana grossa (rispetto a quello precotto di semola raffinata). Ieri sera l'ho ripescato dalla dispensa...
Ingredienti:
1/2 bicchiere di cous cous
mezzo bicchiere di acqua bollente
poca curcuma
poco cumino
un pomodoro secco
un cipollotto fresco
tre cucchiai di cicerchie lessate
alcune foglie di sedano
un gambo di sedano a tocchetti
due foglie di radicchio spezzettate
sale
olio extravergine d'oliva
Svolgimento: mettere l'acqua a bollire con le spezie, il cipollotto tagliato a fettine, il pomodoro secco a pezzettini e poco sale. Nel frattempo mettere il cous cous in un piatto fondo (o insalatiera). Quando l'acqua arriva a bollore versarla sulla semola e coprire con pellicola trasparente. Lasciar gonfiare per 10/15 minuti. Mescolare sedano, radicchio e foglie di sedano cui vanno aggiunti sale e olio. Sgranare il cous cous con una forchetta e far raffreddare. Aggiungere la verdura cruda, mescolare e aggiungere un poco di olio.

lunedì 7 aprile 2008

Quinoa al limone con insalata di barbabietole e carote + succedanei di peccati di gola

Questa sera trattamento super.
A dire il vero meriterei un sacchetto di patatine fritte. Possibilmente buone: sì, perché mica tutte valgono la steatosi microvescicolare. Oggi qui tirava un vento da far paura, c'era un bellissimo cielo terso e caldo come a Maggio inoltrato. Domani, pare, pioverà. Tutta questa variabilità stagionale (anche se solo minacciata) mi fa sentire come un organismo unicellulare invitato ad un rave party.
Ho programmato quindi una cena vera, nutrizionalmente quasi completa. Nel piatto...
Quinoa aromatizzato al limone, Insalata di barbabietole rosse e carote (ispirata da questo blog)... lupini e olive di Cerignola.
Olive e lupini erano l'uno l'opposto dell'altro: salate da matti le tre Belle di Cerignola, insipidi come acqua di sorgente i lupini.


Quinoa*** aromatizzato al limone
Ingredienti:
1/2 bicchiere di quinoa
1 bicchiere di acqua
sale q.b.
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino di scorza di limone - biologico - grattugiata
1 cucchiaio di succo di limone

Preparazione: lavare molto bene la quinoa (cambiare acqua tre volte almeno, per eliminare la saponina sostanza amara che riveste i semi: NB... non è mica un cereale!! Appartiene alla stessa famiglia degli spinaci) quindi cuocere per 10/15 minuti. Deve gonfiarsi bene, ma rimanere croccante. Grattugiare la buccia del limone, spremere il succo ed emulsionare entrambi con l'olio e un poco di sale. A fine cottura della quinoa mescolare il tutto.
***Non contiene glutine, è ricco di minerali quali ferro, fosforo, potassio e manganese, di aminoacidi essenziali e proteine!

Insalata di barbabietole rosse e carote
Ingredienti:
1 grossa carota grattugiata
2 piccole rape rosse (crude) grattugiate
poche alghe arame (ammollate 10 minuti, poi cotte nella stessa acqua fino ad assorbimento completo)
un cucchiaio gomasio al timo
tabasco vegan (poche gocce)
due cucchiaini di olio extravergine di oliva

Spiegazione: ammollare e cuocere le arame, grattugiare carota e rape (che fatica!!) e condire il tutto con olio, tabasco e gomasio. Mescolare e lasciar marinare alcuni minuti.

: nero cinese agli agrumi.

martedì 1 aprile 2008

Mi è tornata voglia di leggere: alto indice glicemico...



Il titolo suggerisce qualcosa? Beh, complici il sole tiepido e le pulizie di primavera nella mia libreria (ho trovato alcuni titoli non letti! Li avevo comprati e dimenticati...) mi è tornata voglia di leggere e ho pochissima voglia di cucinare due volte al giorno. Lunedì sera ho preparato una tipica insalata di riso (vegan, minimalista e con poca attenzione a cosa fosse di stagione e cosa no): volevo che mi facesse sia da pranzo che da cena per il giorno dopo. Missione compiuta!

Ingredienti:
1/2 bicchiere di riso integrale precedentemente ammollato per alcune ore
sei olive nere e sei olive verdi (anche otto)
una scatolina (saranno 60 grammi circa) di mais dolce
una carota e un pezzo di sedano rapa tagliati ad arte (con quell'aggeggio che fa le onde)
cipolline e cetriolini sott'aceto (i miei erano in aceto di mele)
funghi champignones affettati
qualche cimetta di cavolfiore
1/3 di peperone a pezzetti
quattro cucchiai di piselli surgelati
aceto di mele
sale e olio extravergine d'oliva (un cucchiaio)

Svolgimento: mentre il riso cuoce a fuoco basso (non possiedo la pentola a pressione, mi ci vogliono almeno 35 minuti in questa stagione) in acqua pari a 3 volte il suo volume, taglio i cetriolini, affetto le olive, scolo il mais (lo sciacquo anche...) e mescolo tutto alle cipolline e all'olio per insaporire. Carota, sedano rapa, piselli, cavolfiore e peperone sono stati sbollentati alcuni minuti (in quest'ordine aggiungendo ogni ingrediente a distanza di due minuti uno dall'altro) in acqua salata e acidulata con poco aceto di mele; li ho poi raffreddati sul davanzale... quindi aggiunti alle olive e co. Per i funghi ho usato il solito modo: trifolati! Non ho però messo prezzemolo. Il riso, se tutto va come deve, cuoce assorbendo l'acqua. Si può far raffreddare spianandolo e sventagliandolo come si fa per il riso del sushi: io l'ho passato sotto il getto dell'acqua fredda.
Mescolare il tutto e lasciar padire in frigo fino al primo languore.

L'insalata di riso è uno dei miei piatti favoriti. Mi piace perché è democratica e si presta ad ogni tipo di personalizzazione e... ha pazienza! Ti aspetta in frigo senza languire.

venerdì 28 marzo 2008

Zuppa svuota-frigo con crostini alla provenzale

Metti una sera a cena, poche idee, tutte molto confuse. In frigo diverse verdure. Quando ho bisogno di riflettere mi piace tagliare la verdura oppure guardar lievitare una torta (che non mangerò) in forno. Se la settimana lavorativa è stata "corta" (lunedì era pasquetta) e relativamente pesante, allora perché mi viene voglia di tagliare verdura? Per riflettere... e per cenare!

Ingredienti della zuppa:
quattro funghi champignones
una carota a pezzi
il verde di un porro a pezzi
due gambi di broccolo verde a pezzi
(le cime sono già state mangiate con orecchiette...)
un pezzo di ravanello daikon
un pugno di fagioli borlotti
(precedentemente lessati e conservati in freezer)

quattro foglie di spinacio a listarelle sottili
sale e o dado (casalingo o meno) e miso (facoltativo)
acqua

Spiegazione:
ravanare in frigo alla ricerca di qualche profugo, sopravvissuto o eremita. Io ho trovato quelli nell'elenco di sopra: li ho lavati, tagliati un po' come capitava e messi a cuocere con acqua sufficiente a coprire il tutto. Quando ha raggiunto il bollore ho salato moderatamente, ridotto la fiamma e lasciato sobbollire per quindici minuti. nel frattempo mi sono dedicata ai crostini (vedi dopo). Ho poi frullato finemente, tenendo da parte un poco di liquido nel quale ho stemperato un cucchiaino scarso di miso d'orzo che ho aggiunto direttamente nel piatto, insieme agli spinaci crudi e ai crostini.

Crostini:
a casa mia il pane raffermo (come in molte altre case!) raramente viene buttato in compostiera o in pattumiera. Lo si taglia subito formato crostino informe e lo si lascia staladire fino a farne degno compare di un passato di verdura. Questa sera però io avevo voglia di un crostino vestito, perché il passato mi pareva un po' monocromo.
Ingredienti:
quattro cucchiai di crostini
timo
maggiorana
olio extravergine d'oliva
quattro cucchiai di acqua
triplo concentrato di pomodoro
Svolgimento:
accendere il forno a 200°C, versare in uno stampo i crostini, l'olio, il timo e la maggiorana e mescolare. Stemperare il triplo concentrato nell'acqua e versare sui crostini: mescolare nuovamente. Infornare e arrostire per 5/10 minuti rigirandoli una volta.

mercoledì 19 marzo 2008

Spaghetti di riso


Mi vengono diversi ogni volta che provo a farli... anche se in linea di massima seguo più o meno la stessa ricetta, che prevede
Ingredienti:
una confezione di spaghetti di riso orientali
mezza zucchina a julienne grosse
due funghi prataioli a fiammifero
una piccola carota a julienne sottili
una piccola cipolla a fette
quattro manciate di germogli di soia
cavolo cappuccio a julienne grosse
peperone (qualsiasi colore, il mio era giallo) a julienne
sale
olio di sesamo
salsa di soia (due cucchiai) e acqua (due cucchiai)

Ammollare i fili di riso in acqua tiepida per tre o quattro minuti: scolare, tagliare con le forbici e asciugare in un canovaccio (tutto questo è solitamente indicato sulla confezione).
Scaldare l'olio nel wok: per i carnivori è il momento di aggiungere uovo, carne a pezzetti o gamberetti, salare e far cuocere a fuoco vivace; aggiungere le verdure e mescolare di continuo fino a quando il cavolo e i funghi cominceranno a cambiare colore; aggiungere gli spaghetti, i germogli, qualche cucchiaio di acqua e la salsa di soia. Mescolare modello "vulcano" con due forchette, sollevando la massa cercando di recuperare le verdure che hanno tendenze centrifughe. Finito!

lunedì 25 febbraio 2008

Insalata riflessiva di farro, ceci e verdure varie

La verdura fa tanto bene... bisognerebbe mangiare cinque porzioni al giorno, fra frutta e verdura, di colori diversi... bisognerebbe che la frutta mi piacesse, almeno tanto quanto mi piace la verdura!
Questa ricetta richiede un minimo di organizzazione e il frigo rifornito, mescola verdure dolci e verdure amare e vi fa arrivare a cinque colori (ora che ci rifletto).

Ingredienti:
ceci cotti
(ammollo di un giorno, butto l'acqua, cuocio con qualche cm di alga kombu per due ore)
farro cotto
(con aggiunta di poco sale alla fine)
rosmarino e aglio sminuzzati
foglie di ravanello spezzettate a mano
qualche filo di carota
radicchio variegato di Castelfranco
un avanzo di rafano nero (l'ho finito!!)
olio extravergine d'oliva
sale

Mettere le verdure a foglia sul piatto, aggiungere ceci e farro precedentemente conditi con olio, rosmarino, aglio a lamelle e sale. Aggiungere carote e rafano.
Buon appetito!

venerdì 8 febbraio 2008

Fagioli del purgatorio di Gradoli

I vegetariani dovrebbero mangiare legumi, magari associati a cereali integrali, poiché in essi si trovano: alto contenuto di vitamine del gruppo B, minerali tipo ferro, calcio, fosforo (in quantità diverse a seconda del legume), proteine...

I legumi sono buoni (alcuni più di altri).
Non si fatica a mangiare cose buone. Ma spesso costa fatica mettere in ammollo, poi cuocere... passano ore!
I legumi in scatola però contengono sale, talvolta conservanti, spesso semi di leguminose di dubbia provenienza. Quindi, meglio pochi e cotti in casa!

Ieri sera ho preparato un insalata con fagioli del purgatorio di Gradoli, prodotto dell’alta Tuscia, che in passato erano il piatto forte del mercoledì delle Ceneri (pranzo del Purgatorio, da qui il nome).

È un fagiolo piccolo e bianco, tondeggiante, con la buccia sottile. Danno il meglio di sé quando vengono semplicemente lessati e conditi con olio extravergine e sale.

Insalata di Fagioli del Purgatorio
(sarebbero fotogenici, ma ieri sera c’era davvero poca luce…)

50 grammi di fagioli lessati
(dopo ammollo di otto ore, cuocere per mezz’ora circa)

1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva

Sale con erbe
(la sfumatura verde sopra ai fagioli, nella foto!)

Mezza prugna umeboshi ridotta a purea

Mescolare gli ingredienti e lasciar insaporire.

Alla fine, dopo la foto e prima di mangiarli, ho aggiunto della pastinaca e del rafano nero grattugiati a julienne.