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martedì 19 agosto 2008

Baba Ganoush

Sono stata al ristorante libanese una sola volta, qualche anno fa, quando un gruppo di colleghi mi chiese di organizzare una serata diversa. Allora non amavo cucinare e preferivo di gran lunga una cena al ristorante, piuttosto di trascorrere un intero pomeriggio in una polka di pentole per preparare qualcosa da mangiare. Mi sfuggiva completamente l'idea che cucinare per gli altri è un po' accogliere e anche coccolare. La maggior parte dei miei amici oggi è molto sorpresa della mia recente svolta! Purtroppo, aggiungono i più temerari fra loro, cucino in modo poco ortodosso e, spesso, azzardatamente cosmopolita. Il che è davvero strano, visto che non ho mai viaggiato molto, però non mi spaventa la ricerca. In genere, mi preparo in modo scrupoloso, mi documento in largo e in lungo e poi eseguo, deragliando immancabilmente di qualche metro dalla teoria, perché mi annoio facilmente...

Quella sera il ristorante libanese aprì solo per noi (era il loro giorno di chiusura, ma la prenotazione per dieci persone dovette sembrare più allettante di una serata danti alla tele): ci furono serviti assaggi vari e (incredibile) io non ebbi alcun problema a farmi servire pietanze vegan. Quella che mi colpì maggiormente fu l'Hummus di ceci. Mi diedi un contegno ed evitai di mangiarne a cucchiaiate (i patiti della Nutella mi comprenderanno, a me l'hummus fa quell'effetto li!). Poi però ne ho rimosso il ricordo. L'ho recuperato qualche giorno fa quando lei lo ha preparato ed io ho voluto provare a farlo! Era esattamente come lo ricordavo! Avevo però cotto troppi ceci, quelli avanzati hanno preso la via del freezer e ne sono usciti oggi per il Baba ganoush.


Il Baba ganoush è un cugino dell'hummus che prevede l'uso delle melanzane al posto dei ceci. Io ho adoperato entrambi (pochissimmi ceci, per toglierli di mezzo!)... lo si può servire come antipasto inseme a verdure di stagione (tipo pinzimonio) e fette di pane tostato o pita (pane arabo).
INGREDIENTI:
una melanzana (la mia era grossa e di quelle violette)
tre cucchiai di ceci precotti (e pelati)-(non previsti nella ricetta tradizionale)
due spicchi di aglio
un cucchiaino di sale (volendo affumicato)
due cucchiai di tahin
due cucchiai di succo di limone
prezzemolo e paprica dolce (facoltativi)
cumino (previsto in molte versioni della ricetta tradizionale, io non l'ho messo)
due cucchiai di olio extravergine d'oliva
PROCEDIMENTO: accendere il forno a 220°C. Lavare e asciugare la melanzana, bucarla con la forchetta in modo uniforme e puntiglioso: infornarla e cuocere per 45 minuti girandola ogni quarto d'ora. Quando mancano cinque minuti alla fine della cottura infornare anche l'aglio in camicia (questo permetterà di avere un gusto più delicato). A cottura ultimata avvolgere la melanzana con un sacchetto di plastica (ciò semplificherà la sbucciatura); pelare al melanzana e tagliarla a tocchetti. In un frullatore mettere: aglio pelato, tahin, succo di limone, sale, ceci e melanzana ormai fredda. Azionare il frullatore e ridurre il tutto a crema omogenea (i puristi useranno un mortaio...). Lasciar riposare in frigo per un'ora.
Ora, per servirlo potete arrangiarvi come viene (come ho fatto io) oppure prendere un bel piatto da portata rotondo (magari colorato) e spalmare la crema in modo da avere una montagnetta al centro del piatto e una sorta di fossato tutto attorno ad essa. Nel fossato versare l'olio e un poco di paprica e sulla montagna mettere il prezzemolo.
Delizioso e sufficiente per un antipasto per quattro o sei persone (dipende da cosa c'è per cena dopo!).