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Aiuto, vogliono fondere Ama con Acea! E che male ci sarebbe?

20 ottobre 2019
Nei giorni passati si è fatto un gran parlare di Ama. Per forza: è andato a gambe all'aria l'ennesimo consiglio d'amministrazione dopo pochissimi mesi dalla nomina e la Sindaca coi suoi sono stati costretti a nominare ai vertici dell'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti un fedelissimo, praticamente un amico loro del quartiere dove la sindaca ha iniziato a fare politica alcuni anni fa. 

"La sindaca vuole per forza far chiudere i bilanci in rosso ad Ama in modo tale che poi l'azienda possa essere privatizzata o il servizio messo a bando" hanno accusato in molti da più parti non ultima Pinuccia Montanari ex assessora all'ambiente saltata proprio per questioni relative ad Ama.

Noi escludiamo che sia questo il disegno. Per un semplice fatto: i grillini al potere in città non possono avere un disegno, non possono avere un progetto e non possono avere una visione. Sono troppo stupidi, non lo diciamo per offendere ma perché è l'oggettività delle cose.

Tuttavia, ipotizzando per assurdo che fosse quella la strategia, non si capisce davvero cosa ci sarebbe di male nel progetto considerato da molti come scandaloso di unire Ama in Acea. 

Dove sarebbe il problema? A Milano forse le cose non funzionano alla grande anche perché l'azienda dell'energia e quella dei rifiuti sono insieme sotto un'unica grande holding? E non è così in molte altre parti d'Italia? 

La questione è che Ama non è riformabile. Il marciume sindacale, il livello infimo di una parte del personale, i dirigenti scadenti non sono cose che si possono sistemare dall'interno. Occorre un fattore esterno.
Acea senz'altro non è il massimo (lo sanno i tanti ristoratori e commercianti della città che vedono la loro azienda dover sopportare mesi e mesi di ritardo per un semplice aumento di voltaggio), ma è una azienda quotata, ha dei controlli, e una cultura aziendale diversa anche se pur sempre romana. Visto che Ama deve subire una cura da cavallo, una strada è quella. Ovvio che la strada non vada bene ai dipendenti e ai micidiali sindacati di Ama, ma è assurdo che ci sia anche una protesta diffusa da parte di politica e soprattutto cittadinanza spaventata della privatizzazione. 

Al piagnisteo ripetuto di "Raggi vuole chiudere in rosso il bilancio di Ama solo per consegnarla all'Acea", noi rispondiamo: "e che male ci sarebbe?!?".

Perché la città è piena zeppa di zanzare quest'anno? Svelato l'arcano...

3 ottobre 2019
Abbiamo fatto un sogno.
Ovviamente è solo un sogno e, si sa, questa pagina fa continuamente sogni, ha le visioni, talvolta le traveggole. E riporta analisi che non corrispondono mai alla realtà. Mai o quasi mai. 

Questa volta il sogno è stato molto disturbato perché la nottata era funestata da svariate zanzare, come quelle che mettono a dura prova la pazienza di tutti noi da mesi e mesi a questa parte. Perché quest'anno sono così tante? Come mai non lasciano tregua? Perché i nostri figli sono ricoperti di pizzichi? Non è stata fatta una seria disinfestazione?

Nel sogno un uccellino - contento della situazione perché era uno di quegli uccellini che di zanzare si cibano - ci ha raccontato questa storia. Prendetela col beneficio di inventario: è solo un sogno. Un sogno che rappresenta un incubo.

"In AMA hanno attivato segretamente la rilevazione gps delle lance per mettere il veleno anti zanzare nei chiusini" ci ha raccontato nel nostro sogno l'uccellino divertitissimo, "cosi da verificare se il piano per debellare la zanzara a Roma era in qualche modo efficace. L'informazione non poteva pero essere utilizzata perché per i simpaticissimi sindacati di AMA era illegale: controllo a distanza dei dipendenti!".
L'informazione non è stata divulgata, ma tu, che sei un uccelino, la sai? "E certo che la so. Vuoi ridere!? Morale della favola le lance uscivano dalle sedi AMA e andavano, stante il gps, in prossimità delle case dei dipendenti e là restavano fino a fine turno. Oppure in altri posti, ma mai o quasi mai seguivano il percorso che avrebbero dovuto seguire. Esche realmente calate nei chiusini? Meno del 10% del pianificato! Ecco il motivo, caro amico mio, per cui quest'anno le zanzare a Roma sono cosi numerose".

E poi ci siamo svegliati tutti agitati e il sogno - o l'incubo - è finito lì. Ma non date peso, mica è la verità, no, è un sogno. Del resto tutti sanno che in AMA queste cose non succedono e non possono succedere. Solo un sogno. O un incubo...

Quadruplicati i cassonetti per le strade. Roma invasa dai bidoncini ma nessuno ne parla

5 dicembre 2018




Se hai un esercizio commerciale, non importa se di qualità o meno, e metti fuori dalla tua attività uno zerbino, una tenda, un tavolino, un vaso con una pianta, arrivano in un nanosecondo i Vigili Urbani e o ti intimano di togliere tutto pena multe da migliaia (migliaia!) di euro. E nello stesso identico posto dove volevi mettere una pianta metti invece un bidone della monnezza nessuno ti dice nulla, puoi farlo liberamente.



Questo è solo uno dei paradossi di questa storia. Se abbellisci la città e dai servizi vieni vessato in maniera atroce. Se invece la umili e la riempi di bruttezza vieni tollerato nonostante tua sia platealmente fuori legge.

La faccenda dei bidoncini della raccolta differenziata di bar e ristoranti è allucinante. Da quando sono stati consegnati la città ha cambiato aspetto senza che nessuno se ne curi. Già lo spazio pubblico soffriva enormemente pieno com'è di superfetazioni che sarebbero inaccettabili in qualsiasi altra città del mondo (ettari consegnati alle auto, cartelloni abusivi, ambulanti e i bidoni gialli - altra geniale operazione dell'Ama a 5 Stelle - degli abiti usati), ora la situazione è peggiorata radicalmente. Dove c'erano ancora i cassonetti, lo spazio occupato da queste mini discariche è quadruplicato, con una coesistenza surreale di cassonetti e bidoncini. Dove invece i cassonetti erano stati tolti (e la raccolta porta a porta veniva fatta dai condomini tenendosi all'interno i bidoncini), ora sono ritornati e le strade si sono riempite di nuovo di contenitori di monnezza.



Cittadini e turisti non conoscono la vera natura di questi bidoncini e il loro utilizzo, per loro sono secchi della spazzatura. Cercano di metterci alla rinfusa i loro rifiuti e quando li trovano chiusi (perché per evitare di trovarsi roba buttata a caso i commercianti quasi sempre li lucchettano) li appoggiano sopra contribuendo alla sporcizia del tutto. I bidoncini stanno iniziando a riempirsi di adesivi dei traslocatori e dei serrandari, di stickers e di graffiti. Presto inizieranno a puzzare.




I bidoncini dovrebbero essere tenuti dentro, questo dice il regolamento. L'Ama li consegna e il negoziante deve occuparli di tenerli dentro salvo nel momento in cui Ama passa a ritirarli. Ma l'organizzazione di Ama (una azienda alla canna del gas) è talmente insensata che ogni negoziante si sente in qualche modo giustificato a tenerli fuori. Per i ristoranti - che magari sono aperti solo la sera dalle 18 in poi - gli orari di ritiro sono, ad esempio, dalle 6 alle 11 di mattina e così via. Naturalmente se ci fosse una motivazione i commercianti potrebbero organizzarsi per evitare questo scempio (scempio tra l'altro nelle stesse strade dove loro operano e dunque dove sempre meno persone andranno a passeggiare e spendere, innescando il circolo vizioso della sciatteria che sta uccidendo definitivamente Roma e la sua economia), potrebbero ad esempio accordarsi coi condomini per trovare spazio all'interno dei cortili - così si è fatto a Milano - o potrebbero consorziarsi per affittare piccoli fondi e affidare a qualche associazione o cooperativa apposita l'onere di mettere al mattino fuori e rimettere dentro dopo il ritiro i bidoncini.




Questa motivazione può venire solo a seguito di sanzioni. A Milano tutto questo già si fa (da 20 anni) per il semplice fatto che si è certi di essere sanzionati se non lo si fa. E allora quando sai che un comportamento errato ti comporta una multa, eviti di metterlo in pratica inventandoti alternative. Qui le sanzioni non esistono benché previste. Chiedete ad Ama quante sanzioni ha fatto per esposizione dei bidoncini fuori dall'orario di ritiro. Zero.

La cosa più inquietante di tutta questa storia è la reazione della cittadinanza. Nulla. Zero. La tua strada, il tuo marciapiede, il luogo dove hai investito acquistando un appartamento, aperto una attività viene riempito di decine di secchi della monnezza lasciati fuori da chi non potrebbe farlo e tu taci, muto, zitto. La gente prende il cappuccino seduta su tavolini con vista bidoncini e zitta. Chi ha passeggini o carrozzine per disabili non passa più su alcune strade ma sta zitta. Abituata e assuefatta al brutto. 
Si riconferma il rapporto malato tra i romani e il suolo pubblico. Questa è l'unica città d'occidente dove lo spazio pubblico smette di essere la terra di tutti e diviene la terra di nessuno, il luogo dove tutti possono fare quello che vogliono liberamente. C'è anche una significativa parte di cittadini, che è molto emblematica, che quando parliamo di questo problema ripete frasi tipo "eh ma meglio così che la monnezza per terra". Come se i bidoncini evitassero la monnezza per terra (anzi, la incrementano). Come se l'invasione di rifiuti fosse ormai lo standard e la moltiplicazione di contenitori per rifiuti fosse il male minore. Ecco, una città che ragiona in termini di male minore infischiandosene di leggi, regolamenti, legalità, best practices internazionali e buon senso. Una città totalmente incapace di accettare le riforme di civiltà (guardate la storia delle strisce blu a pagamento anche per i residenti) ma capacissima di adeguarsi all'inciviltà, alla sciatteria, al degrado. Dalle piccole cose alle grandi questioni. Su tutto. E' pur vero che chi è abituato a far scempio dello spazio pubblico (basta vedere come si comportano i romani con le loro autovetture), è ben poco propenso a rimproverare o biasimare altri che fanno altrettanto. Se un romano vede suolo pubblico rubato per fini privati non grida allo scandalo ribellandosi, ma pensa quale è la strada più breve per fare altrettanto. Ci stiamo suicidando, veniteci a salvare.

Vi racconto come (non) funziona la nuova raccolta differenziata a Torre Gaia

20 novembre 2018


Qui da noi a Torre Gaia è partita da quasi tre mesi la raccolta differenziata. Dopo 10 settimane abbondanti ho pensato di mandarvi un report dal mio punto di vista. A riprova che anche le cose giuste (la raccolta differenziata spinta porta a porta, appunto) possono essere vanificate se fatte con poca organizzazione, poca precisione, troppa tolleranza per furbi e paraculetti. Importante discuterne dopo le vostre discussioni sul nuovo porta a porta per le utenze non domestiche
Sostanzialmente le modifiche principali della nuova raccolta sono due:
1. la sostituzione  dei vecchi cassonetti, ora sono uguali a prima solo che all'interno dovrebbero avere un chip con tecnologia RFID la quale permette, avvicinando il cassonetto al camioncino Ama, di identificare sia di chi è quel cassonetto sia l'avvenuto passaggio dell'operatore Ama. Ed ora ogni cassonetto (mastello) è associato ad un proprietario per condomini sotto alle 7 unità immobiliari, per condomini sopra le 7 unità immobiliare il bidoncino è associato all'amministratore di condominio.
Addirittura in caso dovessero rubare il mio mastello privato, dovrei denunciare il furto ai carabinieri per richiederne uno nuovo.

2. il calendario di raccolta è cambiato, prima prendevano carta, plastica, e indifferenziato 2 volte a settimana, ora la prendono 1 volta a settimana. E l'umido 3 volte a settimana che è rimasto come prima. Quindi se non passano a prendere la plastica 1 volta, bisogna mettere dentro casa (i più civili, altri lasciano in strada) il bidoncino pieno di plastica pregando che vengano la settimana dopo.
Il 7/7/2018, sono passati da tutti i residenti un operatore con tesserino Ama e due persone che lavoravano per una ditta appaltatrice per la consegna dei kit, queste persone avevano un'elenco con le persone che risultano nei tabulati Ama perché pagano la tassa e dovevano segnalare chi non risultava. 
Ad esempio nel mio palazzo di 5 condomini, risultavo io e solo io. Il mio vicino, appena trasferitosi, si è autodenunciato evitando delle multe più pesanti. Gli altri hanno fatto finta di niente: continueranno a non pagare.

A settembre è partita la nuova raccolta con i nuovi orari di ritiro. Dove, secondo locandine consegnateci, i mastelli devono essere esposti tra le ore 19 e le ore 21 e ritirati dopo l'avvenuto svuotamento, entro e non oltre le ore 9 del mattino del giorno successivo.

Da settembre fino a due settimane fa, almeno da me hanno sempre ritirato la mondezza salvo 5 volte in 2 mesi circa. Quindi visto il servizio medio a Roma, non mi posso lamentare. Salvo nell'ultima settimana dove è la 4 volta che non passano a prendere solo l'umido in tutta la zona, io personalmente non so più dove metterlo, per fortuna ho un garage... Ho fatto costantemente segnalazioni tramite portale Ama, ma niente.

La cosa che mi lascia perplesso è che gli operatori non avvicinano i mastelli al camioncino Ama, quando passano a ritirare, bensì lasciano i mastelli a terra, li aprono, prendono i sacchi con i rifiuti e li tirano dentro al camioncino. La mia domanda allora è: funziona questo chip RFID? Avranno i primi dati di raccolta? Misurano davvero?
Dalle foto si vede che sono presenti molti sacchi a terra senza bidoncino, quella è la mondezza delle persone che non pagano la tariffa e la gettano a terra lontano da casa perché sprovvisti di bidoncini. Semplicemente, in ossequio alla Teoria delle Finestre Rotte, gettano sporcizia dove è già sporco. Perché ancora non sono state multate le persone scovate dagli operatori che sono passati a censirci porta per porta?



Inoltre, per l'indifferenziato che viene ritirato 1 volta a settimana, è previsto per chi ha bambini piccoli - quindi deve buttare più indifferenziato - un modulo da inviare per mail, per avere dei sacchi dove gettare i pannollini. 
Io ho inviato il modulo 2 volte da settembre, ma nessuno mi ha mai risposto. Sono passato anche al centro Ama di zona a chiedere info e mi hanno detto che finché non mi chiamano non possono darmi le buste per gettare i pannolini. Kafka.
Ultimo elemento di caos che umilia l'approccio civico - che pure ci sarebbe - di molti cittadini. Qui da noi al parcheggio di Grotte Celoni, sulla Casilina organizzano 1 volta al mese o forse più l'isola ecologica mobile, c'è gente che va per buttare le cose ma deve attendere code di auto che attendono il proprio turno, so di persone che perdono pazienza e chissà dove vanno a buttare...

Conclusione: con una azienda organizzata la raccolta differenziata dei romani schizzerebbe al 75% (questo non vuol dire che si potrebbe stare senza termovalorizzatore, intendiamoci!) perché l'approccio delle persone è buono e collaborativo e i pochi cafoni tendono ad adeguarsi alla massa. Però abbiamo Ama...
LETTERA FIRMATA

L'invasione dei bidoncini. L'ultima assurdità di Ama sulla differenziata non domestica

14 novembre 2018


 


Come al solito nessuno ne sta parlando (caro Di Maio, il problema dei giornalisti è che vi attaccano poco, non che vi attaccano troppo!) ma Sora Pinuccia con la magica dirigenza dell'Ama hanno preparato l'ennesimo biscottino alla città che andrà a rendere ancor più raccapriccianti e orribili le nostre strade dopo il bel regalo degli assurdi bidoni gialli per la raccolta degli abiti usati.

Cosa è successo? Dal mese di novembre - dopo l'aggiudicazione del grosso bando di gara (oltre 150 milioni di euro) che trovate qui - Ama ha affidato alle società vincitrici Sangalli, Avr, Sarim e Multiservizi il servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti anche alle utenze non domestiche. Significa qualcosa come oltre 80mila utenze che vanno dagli uffici, gli studi professionali, gli esercizi di ristorazione (quasi la metà del totale) e poi anche sebbene con una modalità ad hoc scuole e mercati.

Di per se l'approccio è giusto. Questi esercizi, che prima sversavano direttamente i loro rifiuti nei cassonetti, devo avere una raccolta puntuale e misurata. Bisogna capire quanto effettivamente producono in termini di chilogrammi (oggi a Roma ancora si paga in base ai metri quadri, semplicemente assurdo) e bisogna spingerli a differenziare il più possibile i rifiuti. Bene ad esempio che i bidoncini abbiano tutti un tag con codice a barre per gestire i big data utili a migliorare il servizio. Oltre a questo bisognerebbe controllarli e sanzionarli anche perché ad oggi in assenza di controlli, multe e sanzioni, cosa vieta ad un ristoratore di continuare a buttare cose nei cassonetti normali per far "pesare"  un po' meno i suoi bidoncini? Infatti già lo fanno! A Prati un ristoratore ha i suoi bidoncini, ovviamente abbandonati sul suolo pubblico e opportunamente lucchettati, e ogni mattina presto sversa i suoi rifiuti nei cassonetti regolari. Così quando in giornata la ditta viene a ritirare i suoi rifiuti il peso risulta minimo e la tariffa probabilmente gli si ridurrà. A spese di tutti. La totale disorganizzazione porta a questo. 

Fermo restando l'approccio giusto, dunque, come ha deciso di procedere Ama? Ovviamente all'insegna del caos a dar credito ai commercianti che sono piuttosto disperati dopo qualche giorno dall'inizio del nuovo servizio. La raccolta si espleta come detto tramite bidoncini. Giusto che sia così. Ma ogni esercizio commerciale non ha un bidoncino (dentro al quale mettere la busta dell'umido, della plastica, della carta differenziando per colore dei contenitori) bensì qualcosa come quattro bidoncini. Avete capito bene: ad ogni bar o ristorante sono stati consegnati e posizionati quattro bidoncini come potete vedere dalle immagini. 

Come risolvono a Milano? I bidoncini degli esercenti vengono posizionati dentro a dei cavedi appositamente ricavati (il regolamento edilizio di Milano è altra cosa rispetto a quello di Roma e i condomini devo avere spazio per i rifiuti essendoci la differenziata da oltre vent'anni, e anche spazio per i bidoncini dei negozi che insistono nel condominio) nei cortili dei palazzi, si mettono fuori la sera, si rimettono dentro al mattino presto. Se qualcuno sgarra il condominio viene multato. Selvaggiamente multato! Insomma, organizzzione.

Il risultato nelle strade in cui il servizio è iniziato è semplicemente surreale. I marciapiedi si sono riempiti di bidoncini, così i dehors (la gente prende il caffè in mezzo ad una discarichetta...). Nessun commerciante - benché presumibilmente la cosa sarebbe obbligatoria, per lo meno ce lo auguriamo - ripone i bidoncini all'interno dell'esercizio ma questi ultimi sono collocati nello spazio pubblico. Le strade hanno cambiato faccia dall'oggi al domani e questo interesserà tutta la città a brevissimo. 
Da Prati all'Esquilino ogni percorso è ormai caratterizzato da un panorama all'insegna della plastica colorata (oggi sono nuovi e fa freddo, domani saranno vecchi e puzzeranno di cadavere). Dovunque. Ovviamente la disinformazione vuole che non si sa l'orario preciso in cui la società di raccolta passerà a svuotare per cui, per non sbagliare, i cassonettini vengono lasciati sempre fuori. H24. Sotto le finestre dei condomini, sui marciapiedi a restringerli, vicino ai tavolini all'aperto, al posto di regolari posteggi auto. Molti commercianti non li vogliono proprio vicino o di fronte al negozio e dunque li mettono un po' distanti. In molti quartieri dove si è finalmente eliminata la piaga dei cassonetti normali e dove i residenti si tengono dentro al condominio i loro bidoncini ora si è tornati ad avere cassonettini per strada, il colmo dei colmi. Se poi si pensa che questo porterà agli esercenti ad avere probabilmente degli sconti sulla TARI il colmo si colma ulteriormente. Sconto per far tornare il degrado sul suolo pubblico!? Roba da guerra civile. 
Un casino che la metà basta. Nelle altre città (Milano come detto ma anche Madrid, Parigi) ci sono i bidoncini? Certo che ci sono, ma sono gestiti con orari precisi, non stanno fuori tutto il giorno (altrimenti giù multe!), vengono messi fuori solo nel tempo necessario - solitamente la notte e poi vengono ritirati la mattina - per il ritiro dei rifiuti e poi riposti all'interno.
Ma anche se domani ci fosse un timing preciso di orari di ritiro, comunque quasi nessun esercizio commerciale avrebbe la possibilità di mettere all'interno un grappolo di quattro (!) bidoncini. Pur anche fosse previsto, sarà pressoché impossibile obbligare i commercianti a ricoverare questi bidoncini all'interno. Tra chi non ha spazio e chi non ha voglia (divisi equamente a metà) nessuno lo farà. E nessuno sarà nelle condizioni di sanzionare.

Ovviamente queste migliaia e migliaia di metri quadri di suolo pubblico rubati alla città si assommano al suolo pubblico rubato dai cassonetti normali (che comunque rimangono rendendo peraltro assurdo il progetto: la differenziata porta a porta spinta funziona solo se è l'unica opzione, ma se lasci comunque i cassonetti è un cavolo e tutt'uno), si assommano al suolo pubblico rubato dai bidoni gialli dei vestiti (altra follia di questa amministrazione) e si assommano al suolo pubblico rubato dalle auto in sosta e in sosta selvaggia. Tutte le città del mondo col suolo pubblico fanno altro (verde, arredo urbano di qualità, servizi, eventi, pedonalità), mentre Roma continua ad usare questo che è il suo più grande valore come discarica e parcheggio a raso. Una tristezza infinita.
"Il primo obbiettivo di questo nuovo progetto" ha dichiarato Ama qualche settimana fa presentando la novità "è migliorare il decoro delle strade". Beh, fatevi una passeggiata.


Il post che vi spiega perché la città è piena di rifiuti ingombranti

10 ottobre 2018



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Io odiavo gli zozzoni.
Io odiavo gli incivili.
Ora non li odio più, li capisco... sopratutto gli zozzoni di Roma.
Il #cambiamento è anche questo.
Abituarsi allo schifo.
Un bel #cambiamento.

Sapete perché lo fanno?
Sapete perché a Roma ci si diventa zozzoni e incivili?
😔
Ad agosto la mia tv ultra "pd", comprata immoralmente da #unieuro mi ha lasciato.


Avevo una forte tentazione di lanciarla dalla finestra ma il mio senso civico mi ha spinto a telefonare ad Ama e al comune di Roma per lo smaltimento.
Tra le altre cose paghiamo profumatamente nella bolletta il servizio del ritiro a domicilio degli ingombranti.
Ho scaricato App, mandato mail, telefonato, rimandato mail, ricaricato la richiesta 3 volte...ultima volta il 15 settembre.

Dopo tre mesi ancora nulla.
Così stamattina dopo tre mesi di attesa ho preso la macchina e sono andato ad un centro di raccolta.
Non si poteva buttare nulla perché era tutto colmo.
La mia tv alla fine l'hanno accettata.
Una signora che fino a stamattina non era zozzona risalendo in macchina ha detto:" io lo lascio sotto casa, non lo riporto su il divano."
Allego foto per documentare cambiamento. Ciao Virginia Raggi.
Va tutto bene.
Mi sto abituando.

SALVATORE COSTA

***

ALTRA TESTIMONIANZA
Domenica 7 Ottobre, invece di andare al mare, ho deciso di smontare una vecchia e pesante cyclette per portarla ad un centro raccolta Ama. Dopo un’ora di lavoro ho caricato i pezzi, pesanti, sulla macchina e mi sono avviato verso il centro della Laurentina. Chiuso per lavori, colpa mia che non mi ero informato; proseguo per quello di Mostacciano. Aperto ma praticamente non riceveva quasi nulla... men che meno gli ingombranti. Mentre torno verso casa sento l’intervista del Sindaco Raggi a Radio Radio che in diretta mi spiega i mirabolanti progetti per lo smaltimento rifiuti a cui stanno “lavorando”. Non so come sono riuscito a non buttare il tutto in mezzo alla prima strada. Premetto che abitando a Vallerano sono oggetto del servizio di raccolta porta a porta.
Servizio inaccettabile:
  • Raccolta plastica e carta avviene con ritardi biblici
  • Carta raccolta con furgoni aperti che seminano per il quartiere quanto da noi religiosamente “differenziato”
  • Immondizia che staziona per giorni davanti ai portoni   
Per non parlare dello stato dei parchi, delle scuole appena costruite, delle strade…
Mi consolo sapendo che pago le tasse più alte di Italia e sognando di poter abbandonare la “capitale” del terzo mondo.
Emilio Meccheri


*Una città dove non ha più alcun senso stare. Non commentiamo oltre perché non c'è davvero nulla da commentare. Dentro questa storia c'è tutto, basta saperla leggere. Aggiungiamo solo che un altro importante motivo che spiega lo sversamento di rifiuti ingombranti in giro è spiegabile con le tante organizzazioni furfantesche di svuota-cantine e sgombero-appartamenti. Proprio quelle che riempiono di adesivi e numeri di cellulare i cassonetti o i cancelli dei palazzi. Ma bloccare le utenze telefoniche è sempre stato considerato impossibile dai magistrati...
RFS

Raduno di 150mila Neocatecumenali a Tor Vergata sabato scorso. Ecco com'è oggi l'area verde

9 maggio 2018


Le mancanze di AMA e le mancanza totali di organizzazione della città si dimostrano in tutta la loro drammaticità non solo nel centro di Roma e nelle aree residenziali, da settimane sommerse di pattume, ma anche in estrema periferia, anche a seguito di grandi eventi dimostrando la totale incapacità di saperli gestire.

Qui siamo nello stupendo pratone di Tor Vergata. Stupendo per posizione, per collocazione paesaggistica, stupendo per il profilo sullo sfondo delle meravigliose ma purtroppo abbandonate Vele di Santiago Calatrava (del resto gli edifici alti rovinano il panorama, specie se firmati dai più grandi architetti del mondo, sostiene la nostra Sindaca). Qui sovente si svolgono, da vent'anni a questa parte, grandi eventi e raduni sotto l'egida del Comune di Roma e talvolta del Vaticano. L'ultimo si è svolto sabato scorso ed è stato il raduno dei Neocatecumenali. Ha partecipato anche Papa Bergoglio.



Ebbene come hanno lasciato l'area verde i 150mila Neocatecumenali venuti qui da mezzo pianeta? Come la potete vedere. Una autentica favela, una discarica a cielo aperto. Poi ieri è venuta la pioggia, tanta pioggia, e tutta la rumenta è così ben penetrata nella falda e nel terreno. Di ti... AMA. E così sia.

Ricavatevi 15 minuti per godervi questo video. Surreale pulizia foglie a Prati

24 settembre 2016
Siamo a Prati, ma si parla di foglie. In particolare siamo a Viale delle Milizie, vialone immenso con tanto di complanari e platani che "erogano" un numero spropositato di foglie in questi primi giorni d'autunno.
E proprio su una di queste complanari succede, di notte, con grande scuorno di chi dorme negli appartamenti di sopra, il misfatto. Uno "squaletto" spazzatore di una azienda che lavora per conto di Ama è intento - cosa positiva - a togliere le foglie secche. 


Peccato che l'operazione di pulizia di 50 semplici metri di strada si ripeta più e più volte in maniera totalmente surreale per un quarto d'ora. Non ci avremmo creduto se non avessimo visto il filmato girato da un nostro lettore.

Tra il ridicolo e l'assurdo viene qualche domanda. Perché il mezzo si comporta così? Disorganizzazione? Incapacità? Prassi corretta? Necessità di dimostrare al committente di effettuare tot chilometri al di là della reale ed effettiva pulizia della città? 
Parliamone... Sicuramente tutta la zona circostante si terrà il tappeto di foglie (perfette per intasare le fognature in caso di pioggia) perché i mezzi incaricati di pulirle si sono, come dire, accaniti su un solo punto.

La presa per i fondelli della nomina del direttore di Ama spiegata bene

26 agosto 2016
E anche la nomina del nuovo direttore generale di Ama è passata, per i nostri quotidiani locali in prolungata pausa estiva (ormai continuata da anni se non da decenni), sotto il più assoluto silenzio. E' stata data la notizia, ma non è stata aggiunta nessuna critica, nessuna riflessione, nessuna opinione fatte salve minime eccezioni. Come se quello che è successo fosse normale, lineare, logico. Come se le scelte fatte - probabilmente purtroppo non dal sindaco ma da altre entità sicuramente non votate e scelte dai cittadini romani - non rappresentassero una presa per i fondelli.

Facciamo alcune premesse: siamo speranzosi che Solidoro (il nuovo presidente) e Bina (il nuovo, appunto, direttore generale) riescano a mettere in sesto Ama. D'altro canto la cura della Paola Muraro - a meno che, come è possibile, non si trasformerà in un fuoco di paglia - pare aver in pare funzionato e la città in agosto è stata pulita. Altra premessa è sulla filiera della scelta. Ovvio che preferiamo dei concorsi trasparenti, ma altrettanto ovvio ed evidente che il merito e la trasparenza il Movimento 5 Stelle preferisca tassativamente lasciarla su carta: quando poi si va a scegliere davvero chi incaricare decide Davide Casaleggio, decide Stefano Vignaroli, insomma decidono poche persone: solitamente non elette dalla gente. Ebbene vi vogliamo dire, sempre in premessa, che a noi questo tange poco. Non ci scandalizziamo per questo, a patto ovviamente che le persone poi selezionate abbiano un curriculum come si deve (su questo ci sono alcuni dubbi su Bina) e siano poi efficaci e capaci (e questo lo vedremo). Dunque non è questo il focus dei nostri appunti. Tra l'altro siamo molto soddisfatti che Ama sia sta data in mano a personaggi distantissimi da Roma, provenienti da lontano, non romani. E speriamo - consentiteci la parentesi - che l'amministrazione faccia lo stesso con il Corpo della Polizia Municipale e che i patti elettorali con quei sindacati non vengano rispettati e che dunque il nuovo comandante generale sia un esterno: è cosa davvero fondamentale.

Torniamo ad Ama. Ed alla presa per i fondelli. Dunque se Solidoro e Bina - per lo meno ad oggi - ci stanno tutto sommato bene, che cosa abbiamo mai da lamentarci? In questo caso, perdonatecelo, abbiamo da lamentarci del modo, della forma, della modalità. Non si può, a nostro modesto avviso, arrivare a questo punto di presa per il chiulo dei propri concittadini trattandoli dunque come sudditi decerebrati. Alla stampa romana tutto è sembrato normale, ma vi siete resi conto di cosa è successo sul direttore generale di Ama? 

Sono andati a scegliere un signore amico di Casaleggio, e fin qui va bene. Questo lavorava a Voghera. Lo hanno fatto dimettere. Lo hanno deportato a Roma. Lo hanno messo a capo di una organizzazione tra le più complesse e marce d'Italia, che necessità di settimane e settimane di full immersion solo per capire la punta dell'iceberg e poi hanno sbandierato ai quattro venti che la nomina sarebbe durata... QUATTRO MESI. Quattro mesi perché poi si deve fare un bando e scegliere il direttore generale "definitivo. 
No, dico, ma chi vogliamo prendere in giro?


Sentite cosa scrivono le agenzie relativamente al giorno dell'insediamento. “Avrò quindi poco tempo ma anche poco tempo da perdere - ha chiarito su questo aspetto - Poi parteciperò al bando comunale che però sarà aperto. Non mi aspetto un rapporto privilegiato o un trattamento di favore in quell’occasione. Sarò scelto se risulterò il migliore”.
Avete mai ascoltato una "excusatio non petita" più patetica di questa voialtri?

Insomma noi dovremmo credere che un dirigente lasci un incarico fisso, pluriennale, pagato benissimo, in un posto tranquillo e pacioso, per svolgere un incarico provvisorio di 4 mesi (ben più oneroso), per poi partecipare ad un bando pubblico dal quale potrebbe essere escluso? Sembra un'emerita buffonata solo a noi? 
Dice, ma questo discorso lo puoi fare solo a concorso avvenuto eventualmente. Vero, verissimo. Ma facciamo finta che altri candidati si presenteranno al concorso (voi vi presentereste ad un concorso in cui uno dei concorrenti ha 4 mesi di vantaggio su di voi e conosce la macchina dall'interno? Andiamo, è chiaro che Bina sarà l'unico candidato o sarà circondato esclusivamente da candidati fantoccio) e dunque ipotizziamo che ci sia un concorso vero e non si faccia come con Solidoro scelto da una folta rosa di un solo CV. E ipotizziamo che questo concorso arrivi qualcuno più qualificato di Bina e lo stravinca oggettivamente. Ma allora che senso avrebbe avuto scomodare questo poveraccio per tre mesi? Non si poteva provvedere ad un interim come peraltro si è fatto proprio nei Vigili Urbani dove, appunto, in attesa di un concorso si è affidato il comando al vice dell'ex comandante generale? 

Insomma delle due l'una. O Bina è un amministratore forte (e dio sa quanto ce n'è assoluto bisogno vista la condizione dell'azienda e le pressioni - perfino criminali - cui è sottoposta) e stravincerà il concorso, e allora non si capisce per quale motivo non assegnargli fin da subito un incarico lungo e un orizzonte operativo sereno di anni; oppure Bina è un amministratore debole e dunque perderà il concorso e allora non si capisce perché mettergli in mano l'azienda - seppur per soli 4 mesi - rischiando di peggiorarne ancora le condizioni e di riaprire i portoni a mafie capitali e pressioni indebite. Qualcuno riesce a spiegarci la strategia? Qualcuno dell'opposizione in Campidoglio ci ha fatto un ragionamento (sempre tanti saluti alla signora Franceschini eh...)?

Già ci siamo sempre infervorati quando abbiamo visto i politici tradizionali prenderci per il bavero, ma quando lo fanno questi "cittadini" che hanno trasparenza e onestà da prerequisiti (quali dovrebbero essere) a vessilli politici, beh, francamente...

Detto ciò tifiamo con tutta sincerità per Bina e per Solidoro. Se davvero ci accorgeremo che vorranno mettere in sesto Ama (e non far continuare anche qui a comandare la malavita dei sindacati e dei pessimi dipendenti fannulloni) saremo dalla loro parte e valorizzeremo ogni loro mossa in segno di discontinuità e di buona gestione. Il problema non sono loro due (che anzi speriamo restino a lungo, soprattutto Bina dopo i finti "quattro mesi"), ma l'inutile, arzigogolato e controproducente sistema di sotterfugi, inganni e raggiri che il partito che li ha portati a Roma è stato capace di edificare in poche settimane di governo.

Video. 9 flaconi di varechina per mitigare un po' la puzza dei cassonetti

16 luglio 2016

Il video risale a mercoledì scorso, Via della Cava Aurelia, a meno di 2 km da San Pietro in Vaticano. I gestori di un bar esasperati dal tanfo terribile dei cassonetti (sì, a Roma ancora usiamo i cassonetti e allora!?) sono scesi in piazza non tanto per protestare quanto per lavare!

"Non potevano lavorare" ci scrive il cittadino che ci invia il video "e allora sono scesi per lavare tutto e ci sono stati per un bel po'. Alla fine gli ho chiesto dalla finestra e mi hanno detto che ci hanno 'investito' 9 flaconi di varechina...".

La assessore all'ambiente e alla sostenibilità aveva promesso che la città mercoledì sarebbe stata pulita. Mercoledì di quale anno?

I grandi progressi di Ama che non vediamo a occhio nudo e di cui nessuno parla

23 giugno 2016

Ieri l'intero top management di AMA ha rassegnato le dimissioni. Occorre dare l'onore delle armi a questa stagione di AMA perché è stata una stagione irripetibile. Una stagione - sebbene negli ultimi mesi con l'assenza di Alessandro Filippi, grande personaggio seccato immediatamente dopo le dimissioni di Marino - che dopo lo schifo di Alemanno e del PD prima di lui ha visto l'azienda fare dei progressi giganteschi, sebbene non visibili ad occhio nudo. E non si parla solo della chiusura della discarica di Malagrotta. Si parla ad esempio, e restiamo convinti che sia stato uno dei motivi per i quali la cacciata di Marino è stata accelerata, di licenziamenti. Decine di persone, entrate in maniera dubbia, sono state prese e cacciate via dall'azienda. Pensate la differenza coi giorni d'oggi, in cui, populisticamente, parlare di licenziamenti pare rappresentare un tabù e in cui persino scioperi da lestofanti, come quelli durante le partite di pallone, sono derubricati a casualità dando il messaggio di totale anarchia e al racket dei sindacati. Si tratta della riduzione della Tariffa Rifiuti, si tratta di una azienda che da quando è arrivato Marino fa utili e non perdite e riduce sensibilmente il debito.

Non ce ne siamo accorti, insomma, perché la città è ancora sporca (ma questo non dipende esclusivamente da AMA, pensiamo al ruolo che sull'impossibilità di pulire hanno le automobili), ma in AMA le cose sono cambiate profondamente e, nella speranza che non si proceda ad una restaurazione ma che anzi il cambiamento innescato da Marino venga portato avanti, è interessante leggere i numeri di commiato dei vecchi dirigenti. Numeri che sono stati riassunti in questo comunicato divulgato ieri e accuratamente ignorato dai giornali: lo riportiamo qui sotto. Inutile dire che un percorso aziendale di questa portata non si fa in due anni e dunque Frattini avrebbe bisogno di essere riconfermato per portare a compimento il lavoro lasciato decisamente a metà. Già che c'è, oltre a rifiutare le dimissioni di Frattini, Raggi potrebbe andare a recuperare Alessandro Filippi, misteriosamente fatto fuori all'arrivo di Tronca. La vicenda del risanamento di AMA è una vicenda che si doveva concludere nel 2018 con l'esaurirsi della consiliatura e della giunta Marino, visto che Renzi ha voluto interrompere questa esperienza prima del tempo, accettare le dimissioni significa sostanzialmente fare un favore al Primo Ministro...

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Quattro gli ambiti fondamentali di intervento individuati nel report di fine mandato: razionalizzazione economica ed organizzativa, sviluppo della raccolta differenziata, miglioramento e completamento dei servizi erogati e progettazione per l’evoluzione del ciclo impiantistico dei rifiuti. Un’unica “missione” trasversale: quella della legalità e trasparenza, che ha prodotto, tra l’altro, la pubblicazione  per la prima volta sul portale aziendale di nominativi, posizioni ricoperte e retribuzioni di tutti i dirigenti e quadri aziendali; l’assessment del personale direttivo; l’adeguamento alle norme anticorruzione e la formazione specialistica anticorruzione somministrata a dirigenti, quadri e funzionari; 14 esposti-denuncia presentati all’Autorità Giudiziaria su bandi e/o gare delle precedenti gestioni; l’audit su tutte le procedure interne di spesa; l’adeguamento dei format delle procedure d’acquisto e di gara al nuovo Codice degli Appalti; la risoluzione del rapporto di lavoro di 37 dipendenti assunti in violazione della cosiddetta “legge Brunetta” come acclarato dal Tribunale Penale di Roma.
In entrambi i 2 anni di mandato, l’azienda ha chiuso il bilancio in utile: +278 mila euro nel 2014 e +893 mila  euro nel 2015. Sul versante dei costi sostenuti, è stato avviato un percorso di efficientamento, con risparmi di oltre 40 milioni di euro nel solo 2015 per servizi, forniture, acquisto materiali, ecc. Significativa la riduzione dell'indebitamento finanziario negli ultimi due anni: -84 milioni di euro. Anche l’esposizione debitoria nei confronti dei fornitori è diminuita di oltre 50 milioni. Grazie inoltre ad importanti interventi sul fronte del recupero dell’evasione e della morosità (50.000 utenze commerciali verificate ‘sul campo’, 170.000 posizioni esaminate tramite incroci con altre banche dati) i crediti sono diminuiti di 200 milioni di euro, con conseguente aumento della solidità patrimoniale dell'azienda. Tra i dati salienti evidenziati, la riduzione della Tariffa Rifiuti per i cittadini romani di oltre l’1,5% nel 2015 e di un ulteriore 2% nel 2016, fatto che fa di Roma un unicum in controtendenza nel panorama nazionale caratterizzato, nel medesimo periodo, da incrementi consistenti della tariffa che deve coprire i costi dei servizi.
I risultati del conto economico-finanziario appaiono ancor più rilevanti in considerazione del forte ampliamento del perimetro organizzativo e gestionale, che ha visto, tra l’altro, l’avvio di un nuovo modello di pulizia e spazzamento in tutta la città, l’introduzione di meccanismi interni di misurazione delle operazioni e del sistema di tracciamento veicolare WiFi e GPRS, l’incremento significativo della disponibilità dei mezzi, in particolare dei compattatori per svuotare i cassonetti (+15%). Fortemente ridotto l’indice di assenza del personale, sceso dal 20% circa all’attuale 15%, con il conseguente incremento dei lavoratori effettivamente in servizio sul territorio: +400 addetti in media presenti in più ogni giorno. Facendo seguito all’affidamento per 15 anni del servizio di Igiene Urbana, lo scorso 13 maggio è stato sottoscritto il nuovo Contratto di servizio tra Roma Capitale e Ama, della validità di 3 anni: un evento storico per la città, essendo il precedente fermo al 2004 e oggetto di ripetute proroghe. Tra gli elementi di novità nella gestione: l’introduzione di un sistema di reportistica tecnica ed economica sulle prestazioni erogate; il monitoraggio delle performance aziendali dei servizi resi; l’evoluzione dei rapporti tra Ama e cittadini-utenti.
Roma è diventata leader in Europa nella raccolta differenziata dei rifiuti, con un aumento di oltre 11 punti percentuali rispetto al 2013. Nel 2015, infatti, sono state superate le 700.000 tonnellate di differenziata (+8% rispetto al 2014) con punte del 43% di materiali avviati a riciclo a fine dicembre. Con la recente introduzione del modello di raccolta a 5 frazioni negli ultimi 3 municipi, ora tutti i romani sono interessati dal nuovo sistema. E’ stato inoltre raddoppiato il numero di abitanti coinvolti nel “porta a porta”, passato da 500 mila cittadini a circa 1 milione attuale. Da evidenziare, inoltre, l’importante affidamento tramite gara pubblica (n. 10 2015) del servizio di raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti presso le utenze non domestiche, che ha prodotto risparmi pari a circa 6 milioni di euro l’anno e ha permesso di raddoppiare le utenze servite, passate da 5mila a 12 mila. Inversione di tendenza anche per la raccolta della carta dai cassonetti stradali (con coperchio bianco). Grazie infatti all’aggiudicazione della gara 31/2015, tale servizio è passato da puro costo a fonte di ricavi (+3milioni/anno per effetto dell’apertura al mercato).
Definito anche un piano di ottimizzazione logistica delle sedi e per il potenziamento della rete cittadina di Centri di Raccolta per i rifiuti particolari e ingombranti, con la realizzazione prevista di oltre 30 nuove “isole ecologiche” nel periodo 2016 -2018 che consentiranno una consistente riduzione della mobilità su gomma dei cittadini per raggiungere le strutture Ama aperte al pubblico e un’ingente riduzione del traffico veicolare aziendale, con evidenti benefici ecologici. Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, infine, dopo la chiusura di Malagrotta, è aumentato significativamente il livello di utilizzo dell’impiantistica di proprietà aziendale, oggi ai massimi storici (85-90%). Dal 2014, il 100% dei rifiuti indifferenziati prodotti a Roma viene avviato a trattamento. Nell’ultimo periodo è stato riattivato, ammodernato con le tecnologie più recenti, l’impianto di selezione multimateriale di Rocca Cencia (fermo dal 2010), che consente di separare gli imballaggi in plastica, metallo e alluminio per inviarli alle piattaforme di riciclo. Dal 3 aprile 2015 Ama ha attivato il processo autorizzativo per la realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio. L’obiettivo finale del Piano Industriale pluriennale dell’azienda è la realizzazione, con progettazione già definita, di 4 Ecodistretti (uno per ogni quadrante della città) per ottenere in proprio il massimo recupero dei materiali, ossia la trasformazione in "prodotto" di tutti gli scarti in ingresso, configurando gli Ecodistretti come vere e proprie “miniere urbane”.

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