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Malintesi sulla ciclabilità. Ma quanto è sciocco il progetto del GRAB?

15 agosto 2016

La scorsa settimana la Giunta Raggi ha approvato il protocollo d'intesa con il Governo per la realizzazione del c.d. Grande Raccordo Anulare delle Bici (in breve Grab), che, inserito nel piano nazionale di sviluppo delle piste ciclabili, potrà beneficiare di un finanziamento statale di circa 4 milioni di euro.

Ora, al di là degli annunci e dei propositi, andando sul sito ufficiale dell'iniziativa non ci si può però esimere dall'osservare come, al netto di evidenti errori progettuali, che si tradurranno nella creazione di nuove piste di fatto sovrapposte a tracciati esistenti, gli autori del progetto, oltre ad avere un concetto decisamente peculiare di raccordo anulare, evidentemente non abbiano ben a mente le priorità della città in tema di mobilità alternativa.

Quanto al primo profilo, ovvero quello degli errori progettuali, estremamente emblematico è il tratto di nuova ciclabile che, secondo il progetto, dovrà essere realizzato da piazza Antonino Cascino sino a via Lepanto. Ebbene, come si può notare consultando una mappa delle ciclabili della città (http://www.piste-ciclabili.com/comune-roma#map=41.917437,12.480756/14) questa nuova opera scorrerà parallela, a circa 200 metri di distanza, dalla ciclabile già esistente su viale Angelico (peraltro rifatta di recente), passando, non si sa come, per piazza Mazzini, che, con quattordici innesti stradali, è probabilmente una delle piazze più pericolose per il passaggio delle biciclette.

Mi chiedo, che senso ha realizzare una pista ciclabile dove già c'è ne è una peraltro in ottime condizioni? Resta un mistero, così come un mistero resta il motivo per cui, sempre stando al progetto ufficiale, anziché collegare la ciclabile di via Maresciallo Pilsudsk con Ponte Milvio (e la ciclabile del Tevere), sia scelto un improbabile passaggio per viale Tiziano e via Guido Reni, che di fatto si sovrappone alla ciclabile già esistente su Lungotevere della Vittoria.

Ora, potrei continuare a lungo, ma il punto è: in una città in cui la mobilità ciclabile è un dramma e in cui le piste ciclabili esistenti sono allo sbando e non collegate tra loro davvero la priorità è spendere svariati milioni di euro in un progetto mal concepito che non porterà alcun beneficio in termini di mobilità alternativa?

Eh già, perché anche volendo omettere che non ha senso fare un raccordo anulare senza prima avere un'infrastruttura centrale o piste che seguono le principali direttrici urbane di penetrazione della città (immagino che fare le famose 21 ciclabili leggere per il Giubileo non avrebbe avuto lo stesso risalto mediatico), i cari autori del progetto, a quanto pare, hanno usato una mappa di Roma di inizio '900 e si sono dimenticati di prendere in considerazione il fatto che, per quanto incredibile, ad oggi Roma si estende per quasi metà ad ovest del Tevere.


Ok, glissiamo sul discorso cittadini di serie A e cittadini di serie B, ma con che logica in una città con gravi problemi di mobilità si approva un progetto che non tiene in considerazione metà della città (è quasi ironico chiamarlo raccordo, spero solo che non decidano di chiudere anche le uscite ad ovest del raccordo vero), che non congiunge le ciclabili esistenti, e che peraltro è anche discutibile dal punto di vista turistico? Sì perché ricordiamo che il bike sharing comunale è morto il giorno dopo la sua inaugurazione e magari prima ancora di investire 4 milioni di euro in piste per turisti sarebbe il caso di capire come ripristinare un servizio che, se fatto bene, potrebbe essere utile anche per i romani, i quali, bontà loro, sono anche costretti a fare i conti con la totale assenza di rastrelliere.


In tutto ciò, la principale ciclabile di Roma, quella del Tevere, anziché essere valorizzata per ridare un senso e una dignità alle sponde del fiume, sta lì che cade a pezzi, dando una bellissima immagine ai molti turisti che, poveri loro, hanno la sciagurata idea di pensare che sul biondo Tevere possa esserci qualcosa di simile a quello che si vede in altre città europee.

Insomma io davvero vorrei vedere qualcosa di positivo, ma questo progetto era stupido con Marino ed è stupido anche adesso, ed anzi, detto in tutta sincerità, non mi capacito di come la giunta attuale, che a parole non manca di rimarcare l'importanza della mobilità alternativa e sta lì a far le pulci al progetto di riqualificazione di Tor di Valle, possa aver approvato quest'opera inutile con cui verranno sperperati quei pochi fondi che, dopo anni di nulla, avrebbero invece consentito, con la realizzazione di varie piste ciclabili leggere, di dare finalmente una svolta alla politica di mobilità della città.
Federico


*Gentile Federico,
noi per primi condividiamo in toto sulla visione che il bike-sharing unito ad una fitta rete di bike-lanes, che sconfiggano la doppia fila oltre a creare percorsi sicuri nel cuore della città sia la vera svolta per innescare una vera e diffusa ciclabilità urbana. C'è da dire che la realizzazione del GRAB non pregiudica l'arrivo di un bike-sharing: si tratta di fondi diversi e di partite diversissime.
C'è da dire tuttavia che, esattamente come te, siamo convinti della sostanziale inutile impronta ideologica di questo progetto realizzato da chi immagina ancora una ciclabilità come negli anni Settanta o Ottanta, fatta per chi ama e glorifica il mezzo-bici e non come chi lo usa quotidianamente come un normalissimo mezzo di trasporto per fare le cose (andare a lavoro, andare all'università, andare a fare la spesa, portare i bambini a scuola). In questo senso il GRAB è ridicolo e patetico e noi siamo sempre stati i primi oppositori non tanto del progetto in se, ma della mentalità che si porta dietro.

Il giorno stesso della firma del protocollo abbiamo protestato con l'assessore Meleo che, come suo solito, ci ha risposto immediatamente e cortesemente facendoci capire che anche per lei le priorità sono ben altre, ma che per questo progetto c'erano sopra soldi del Governo che non era opportuno di certo rispedire al mittente (purtroppo i fondi governativi Del Rio li ha messi per il GRAB e non per le ciclabili leggere, che andranno fatte con soldi comunali). Una lettura che sostanzialmente condividiamo pur restando totalmente e radicalmente critici verso questo autentico malinteso ciclabile chiamato GRAB. Un malinteso che sarebbe tale anche se non avesse gli eventuali errori progettuali che tu correttamente sottolinei. Un malinteso che però, in questa fattispecie, è più colpa del governo - che si è fatto abbindolare da un progetto sciocco - che del comune...
-RFS

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