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Vittorio Baglioni |
Sono anni infatti, e i nostri lettori lo sanno perfettamente, che portiamo avanti questa battaglia. Sono anni che cerchiamo di spiegare a tutti il racket e il livello di mafiosità che c'è dietro il teatro dell'assurdo dell'ambulantato romano. Un settore che devasta l'economia della città, che tramuta interi quartieri in luoghi da cui scappare, che genera bruttezza e congezione del traffico e, per conseguenza diretta o indiretta, qualche volta ha provocato morti. Una camorra assurda e tentacolare da centinaia di milioni di euro di fatturato all'anno a spese di tutti noi.
L'inchiesta, speriamo, farà emergere tutti i dettagli di questo schifo impensabile in qualsiasi altra città italiana e europea e c'è da augurarsi anche che lo stesso modello di inchiesta venga esteso ad altre concessioni che riguardano il suolo pubblico (dunque la principale risorsa di tutti noi) e che sono gestite con la stessa mafiosità: i cartelloni pubblicitari - non a caso difesi a dispetto di tutto da questa amministrazione - sono solo il primo degli esempi che ci possono venire in mente.
Ma mentre l'inchiesta va avanti, le prime indiscrezioni riportata dalla stampa di cronaca giudiziaria ci hanno fatto saltare sulla sedia e riguardano un personaggio, storico sindacalista dei bancarellari, che si chiama Vittorio Baglioni. Secondo quanto riportato dai giornali Baglioni, coinvolto nell'inchiesta fin sopra ai capelli, è stato fatto oggetto di un sequestro di contanti che sono stati rinvenuti in casa sua perfino sotto ai tasti del pianoforte o imbottiti dentro al sellino della cyclette.
Tutti siamo innocenti fino a terzo grado di giudizio e senz'altro Baglioni riuscirà a dimostrare come mai si è fatto pizzicare con mazzette di banconote nascoste perfino nella cappa della cucina, ma quello che volevamo far presente ora sono le minacce che per anni abbiamo ricevuto da questo personaggio sui social. Ogni qual volta osavamo dire la verità, ovvero ogni qual volta che ci azzardavamo a denunciare il livello di criminalità organizzata che si malcelava dietro al demi monde delle bancarelle romane, spuntava fuori lui a minacciar querele. Secondo lui ciò che poi i PM hanno certificato, erano solo nostre illazioni oltraggiose. Anche qui il tempo è stato galantuomo.
Ovviamente tra una minaccia e un'altra non si tirava indietro nell'infangare il PD (l'unico partito che al suo interno ha avuto delle componenti, purtroppo minoritarie, disposte a combattere questo racket) e nel lodare la presente amministrazione e guarda caso proprio Andrea Coia.
Di Coia, secondo Baglioni, ce ne vorrebbero 10, 100 o 1000. E pensare che la città sta venendo giù a pezzi anche semplicemente con un Coia soltanto...