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Se Spelacchio finalmente è bello il merito è tutto di Roma fa Schifo. Ecco perché

8 dicembre 2019
Che siamo presuntuosi non lo si può negare. Ma poi bisogna valutare se uno è presuntuoso a ragion veduta oppure se uno è presuntuoso senza averne titolo. Noi speriamo di finire nella prima casistica. Per lo meno per questa faccenda che stiamo per raccontarvi brevemente.

Forse molti lettori non si ricordano più i contorni dello scandalo-Spelacchio (sì, un autentico scandalo, uno dei tanti di questa amministrazione raccapricciante) che percorse la città nel 2017. Ebbene all'epoca, nell'analizzare il perché di quella situazione (non solo l'albero era orrendo, non solo era costato una cifra assurda, ma tutta quella cifra era stata sborsata dal Comune ovvero da noi!), spiegammo con lunghi articoli come si regolavano altre città e in particolare Milano, città con la quale per dimensioni ha più senso fare raffronti.

Ebbene a seguito di questo articolo (vi chiediamo la pazienza di rileggerlo, non guasta) l'amministrazione si convinse e a partire dall'anno successivo optò per fare ESATTAMENTE QUELLO CHE CHIEDEVAMO E INDICAVAMO NOI ovvero un regolare bando che poi venne vinto giustappunto dalla società (l'unica capace a fare queste operazioni ad alto livello) che indicammo noi in quell'articolo scritto in tempi insospettabili.

Insomma se abbiamo un albero di Natale non spettacolare come quello di Milano ma comunque molto molto bello e di cui finalmente non vergognarsi lo dobbiamo - anche questa volta - a Roma fa Schifo. Molti ci considereranno dei presuntuosi o addirittura dei pazzi millantatori, ma noi e quella parte di lettori più attenti sanno che è così. Ma soprattutto sanno che è così negli uffici del Comune dove - le gole profonde non ci mancano - ci hanno spiegato che la scelta di muoversi finalmente come si muovono tutte le grandi città del mondo è venuta leggendo il nostro contenuto. Prima i pentecatti erano radicalmente contrari ad una soluzione come quella perché contrari ai privati; gli stessi profili Facebook di esponenti pentadementi che oggi esultano taggando Netflix e IGPDecaux due anni fa giuravano che mai si sarebbe lasciato campo libero ai privati nell'organizzare l'albero di Natale della città.

Gli articoli servono anche a questo. A mettere nero su bianco le cose e a mettere a nudo la stupidità. Talvolta stanandola.

Incidente a Colli Albani. Ecco perché è morta Alessia. Un video agghiacciante

26 novembre 2019
Ormai, dopo oltre 10 anni, andiamo a colpo sicuro. Quando - stamani - ci siamo recati su Via Appia Nuova angolo Via Menghini - ovvero nell'esatto punto in cui cinque giorni fa è morta Alessia Marino arrotata da un camion - sapevamo già da prima cosa avremmo trovato. 

Le immagini - raggelanti secondo alcuni assolutamente ordinarie secondo molti - parlano da sole e non ha senso accompagnarle con troppo testo. Invitiamo semplicemente i lettori a seguire il filmato che spiega alla perfezione i motivi per cui un ennesimo evento luttuoso è avvenuto sulle strade di Roma. 

La stampa e la politica parla sempre delle solite cose quando ci sono incidenti mortali come questo. La velocità, la droga, l'alcol. Tutte cavolate vergognose che uccidono due volte le vittime. 


I motivi per cui questo incidente (ma riguarda decine, centinaia di altri incidenti) è avvenuto sono altri.


1. l'arredo urbano
Semplicemente imbarazzante, il video ne parla. I politici a 5 Stelle - autentici criminali dell'amministrazione - si vantano ogni giorno per il rifacimento delle strade. Ma per rifacimento delle strade intendono ESCLUSIVAMENTE il rifacimento della carreggiata a vantaggio delle auto quando la vera esigenza a Roma è il rifacimento degli spazi pedonali a vantaggio dei pedoni. Finché non si capisce questo Roma continuerà ad avere dieci volte i morti che ha Parigi. Il concetto di "strada nuova" (ci hanno fatto pure un abstract, questi furfanti del consenso) per loro è qualcosa di superato da decenni. 


2. la segnaletica
Semaforizzazione folle. Svolta a destra con semaforo verde anche per i pedoni senza nessuna segnalazione. Un'autentica pazzia probabilmente totalmente fuori norma: solo a Roma la sciatteria porta a questi esiti

3. la sosta selvaggia delle vetture e l'assenza di sanzioni
Anche su questo il filmato parla da se e ci scusiamo per la voce rotta dalla rabbia e dall'indignazione per quanto abbiamo dovuto riprendere col telefonino questa mattina: cinque giorni dopo c'era la stessa situazione, senza ritegno, senza rispetto, senza controllo...
Ma anche in occasione dell'incidente le forze dell'ordine si sono affrettate a portare in questura l'autista del camion trascurando completamente i rilievi sulle auto in divieto che erano le vere responsabile della faccenda. I cittadini che avevano generato le condizioni per quell'assassinio sono andati via come nulla fosse successo, senza manco la multa quando invece meritavano un rinvio a giudizio per concorso in omicidio colposo...
Alessia Marino

Rifletteteci: con una situazione simile (ci si è messo anche il sole, e lo abbiamo documentato appositamente perché siamo andati sul luogo esattamente alla stessa ora in cui è avvenuto il sinistro) chiunque di noi può trasformarsi in assassino...

Ci si sarebbe aspettati un presidio, una riqualificazione dei marciapiedi, una installazione di una telecamera per scoraggiare la doppia fila, una pianificazione di un intervento per la messa in sicurezza di questo incrocio. Invece non si è fatto nulla. Dopo neppure una settimana tutto è come prima in attesa del prossimo morto triturato dalle ruote di un camion.

Piazza delle Cinque Scole. Riqualificata coi vostri soldi, ora la ritrasformano in parcheggio

2 giugno 2019
Non è la prima volta e non sarà l'ultima. Siamo semplicemente di fronte ad una riqualificazione urbana "alla romana". Mentre tutte le città del mondo vanno in una direzione ben precisa per quanto riguarda la gestione del traffico, della sosta delle vetture, delle auto private, Roma continua come niente fosse, come se il tempo non fosse cambiato, come se fossimo negli anni Cinquanta o Sessanta. 

E' il motivo per cui la città appare a tutti così trasandata, derelitta, in declino e triste. Uno dei principali motivi sono le macchine, il fatto che una delle città più belle del pianeta venga considerata dai suoi abitanti e dai suoi amministratori una autorimessa gratuita a cielo aperto ha delle conseguenze terrificanti e Piazza delle Cinque Scole, nel cuore del Ghetto, non fa eccezione rispetto a questa follia.


Il video vi spiega e vi fa vedere molto bene cosa sta succedendo. Nei giorni successivi al filmato la assurda situazione di stallo che si era venuta a creare tra chi voleva un parcheggio grande e chi voleva un parcheggio piccolo pare essersi sbloccata. La piazza avrà posti per moto e avrà trenta posti auto. Una roba che dovrebbe chiamare in causa l'Unesco che protegge a livello mondiale un patrimonio che chi è chiamato ad amministrarlo riduce in parking. Ovvio, poi, che i 30 posti saranno quelli autorizzati. Se ne aggiungeranno poi altrettanti abusivi senza che nessuno (come avviene in mille altre piazze del centro) manifesti nessuna capacità e intenzione di reprimere gli abusi e le infrazioni. Intanto il resto della piazza (seguite nel video il ragionamento sui marciapiedi) è stata realizzata con un orizzonte progettuale di quaranta, cinquanta o sessant'anni fa. E gli abitanti del Ghetto tutti entusiasti: possono continuare con le abitudini di sempre (la maghine parcheggiata sotto alle finestre) come se nulla fosse. E poi magari tifano per Greta...


Gli amministratori che fanno scelte forsennate di questo tipo dovrebbero essere chiamati a rispondere di come hanno speso i soldi dei contribuenti davanti alla corte dei conti. 

Video. Siamo tornati a Via Emanuele Filiberto un giorno dopo il fattaccio

16 febbraio 2019
Il filmato che abbiamo pubblicato ieri sui nostri profili Facebook e YouTube ha fatto il giro della città e già molti quotidiani lo hanno ripubblicato (purtroppo rubandolo senza manco menzionare la fonte) per documentare l'ignoranza, l'aggressività e la impunità che ormai regna sovrana, e sempre di più, nell'unica grande metropoli europea governata dall'honestà...

Oggi però, curiosi come scimmiette, ci siamo recati sul luogo del delitto per andare a verificare dal vivo la situazione e girare finalmente un video vostro. 

Beh, giudicate voi. Nello stesso identico punto (mentre tutto il resto della strada è piuttosto libera anche grazie alla nuova preferenziale protetta) c'erano anche stamani macchine in sosta selvaggia. Il disagio che provocano, a dispetto dei tanti che pensano "aho ma nun rompe, tanto ce passi!", è più che evidente e il filmato parla chiarissimo.

Abbiamo poi analizzato l'offerta della strada. Di quella, attenzione, che era fino ad alcuni decenni fa (anni Cinquanta, Sessanta e forse anche Settanta), la strada più commerciale della città di Roma. Ebbene oggi è una strada di lavanderie indiane, frutteria bangladesh e pizzerie a taglio egiziane. Però se suoni ad un incivile in doppia fila chi è l'unico che esce a minacciare come un camorrista? Ma un italiano ovviamente: romanissimo! Guarda il caso. 


Questo articolo per fare un appello: la bike line! Come si risolve questo problema? Con i vigili? Non del tutto? Con lo street control? Importante, ma serve a far multe, non a togliere le auto dalla doppia fila. Con le telecamere fisse? Idem. L'unica soluzione radicale è l'arredo urbano e la dimensione della sezione stradale: con una ciclabile leggera posizionata tra sosta e marciapiede la carreggiata arriverebbe ad un dimensione corretta, rendendo impossibile la sosta selvaggia e si darebbe una risposta seria alle tantissime persone che utilizzano questa arteria usando la bicicletta. Facciamola e il problema sarà risolto per sempre: meno conflitti, meno traffico, meno pericoli, meno stress, più sicurezza, più affari per i negozi (quelli che hanno una ciclabile davanti aumentano il fatturato fino al 25%). Coraggio!

Centocelle migliora ma è solo grazie ai privati. Il Comune l'ha abbandonata

27 gennaio 2019
Come si ben sa, uno degli autentici drammi di Roma e una delle più schiette cause del suo declino è l'atteggiamento dell'imprenditoria privata. Un misto di cialtronaggine e incapacità manageriale priva di visione e di qualità che lavora, quasi sempre, contro (contro!) i propri interessi.

Tutto questo è vero, ma sono anche vere, concrete e corpose le eccezioni. Ci sono molti casi, insomma, di imprenditoria di qualità e di impegno autentico e sano che mettono ancor più in evidenza la maggioranza di commercianti ed esercenti sciatti e ciarlatani. 

Ancora più vero però è un postulato: a Roma i commercianti\imprenditori faranno anche pietà, ma la parte pubblica è perfino peggio. Come in una gara ad essere più pressappochisti, superficiali, cazzari.

Centocelle è un caso emblematico in questo senso. Nell'ex impenetrabile quartiere orientale fatto di degrado e simbolo stesso di lontananza e marginalità, gli imprenditori si sono oggettivamente mossi tanto. Da ormai 10 anni una imprenditoria quasi sempre giovane, quasi sempre sana (si iniziò con Pro Loco di Vincenzo Mancino e poi a cascata tanti altri bellissimi nomi) ha via via colonizzato il quartiere favorendone una gentrificazione moderata, all'insegna di impegno e serietà. 



E tu comune, che ormai da svariati anni hai un quartiere difficile e distante che diventa una nuova centralità e da solo (da solo!) si gentrifica grazie alle idee di tanti piccoli e piccolissimi imprenditori che fai? La cosa più ovvia che farebbe qualsiasi amministrazione da qualsiasi parte del mondo è procedere ad una riqualificazione di alcune aree del territorio. Fare alcune piccole isole pedonali, riqualificare le strade principali del quartiere, realizzare qualche pista ciclabile e se possibile istituire o manutenere meglio le aree verdi.


A Centocelle tutto questo non è stato fatto neppure minimamente. A fronte dell'impegno dei privati, il Comune ha voltato le spalle al netto della costruzione della Metro C. Zero riqualificazioni urbane, zero progetti. Le strade principali del quartiere sono oggi come erano 20 o 40 anni fa. Anzi peggiori. Tor de Schiavi (da qui il video) è piena di cartelloni abusivi da far paura (la riforma del comparto, iniziata da Marino, è stata bloccata dai 5 Stelle per tutelare il racket dei cartellonari), lo spartitraffico invece di ospitare verde, ciclabili o corsie preferenziali è pieno di auto in sosta abusiva. Via dei Castani, da par suo, è piena di esercizi commerciali che andrebbero valorizzati ma pare di stare a Bucareste nel 1982, col tranvetto che passa in mezzo alla strada dovendo fare a spallate con le mille auto in sosta selvaggia.

Basterebbe la riqualificazione di queste due strade per sprigionare in quest'area nuovi investimenti a questo punto non solo commerciali ma anche immobiliari, alberghieri e quant'altro. Me nessuno ha questa lucidità e questa visione che pure il sindaco di Civitavecchia o di Frascati avrebbero...

Ciclabile Tuscolana. Un video e 7 riflessioni dopo le ridicole proteste

9 dicembre 2018
A dispetto di una amministrazione collusa, corrotta, incapace e dannosa all'inverosimile, nel VII Municipio si respira un'aria un pelo differente. Dai marciapiedi sono state tolte le atroci bancarelle, nel territorio si combattono le roccaforti dei cittadini più squallidi della zona, chiamati Casamonica, e lungo la strada principale del quartiere, la Tuscolana, si realizza una infrastruttura ciclabile che dovunque sarebbe la normalità, ma per gli standard di Roma (parliamo di 4 km e mezzo di bike lane) è autenticamente una grande opera.

E nonostante tutto questo, invece di inginocchiarsi ad una amministrazione che oggettivamente sta facendo vedere qualche briciolo di segno di cambiamento, i cittadini cosa ti fanno? Protestano come dei deficienti. 

Le proteste riguardanti la ciclabile le abbiamo commentate in questo post su Facebook, qui sotto vogliamo elencare alcuni punti che sottolineano come le proteste siano demenziali e come semmai la colpa dell'amministrazione sia stata non certo quella di aver ristretto troppo la Tuscolana, bensì di averlo fatto troppo poco come il nostro filmato dimostra. Al di là delle nostre critiche, stiamo parlando di un intervento concettualmente indovinatissimo che parte da un assunto sacrosanto: dove c'è spazio per la doppia fila, c'è spazio per una bike lane. E' un concetto molto semplice che si può applicare a centinaia di strade di Roma: convivete con la doppia fila? Benissimo. Allora lasciamo le auto in doppia fila, e al posto di quelle in prima fila, mettiamo una ciclabile. Così la doppia fila diventa magicamente regolare e si crea spazio e sicurezza per i ciclisti. E oltretutto si impedisce fisicamente una ulteriore doppia fila. Da replicare, quanto prima, ovunque. La Tuscolana è un prototipo, ecco perché è importante difendere questa ciclabile nonostante come comprenderete dal video ha secondo noi qualche difetto. 


1. POSTI AUTO

Non si perderà nessun posto auto. Purtroppo, diciamo noi, non si perderà nessun posto auto. I posti auto dalla superficie stradale vanno tolti sia per rivalorizzare il sottosuolo (al posto dei parcheggi ci hanno fatto supermercati, magazzini, cantine e palestre, perché tanto e maghine se metteno de fori) sia per spingere le famiglie a rinunciare alla seconda o alla terza auto che spesso viene acquistata perché tanto la si può posteggiare senza spendere nulla in cambio. Sarebbe stato bello se insieme alla ciclabile si fosse proceduto a togliere i parcheggi dallo square centrale trasformando in parco lineare quello che oggi è un volgare parcheggio separato da guard rail di metallo dalla carreggiata tipo paese dell'est degli anni ottanta, ma questo non si fa: speriamo che l'amministrazione trovi il coraggio di attuale misure impopolari ma necessarie assolutamente come l'eliminazione dei posti auto dalla superficie e dal suolo pubblico.

2. CARREGGIATE
Come il nostro video dimostra alla perfezione non solo le corsie in carreggiata erano due e rimangono due anche dopo la ciclabile, ma purtroppo restano corsie "alla romana" ovvero troppo larghe. Altro che "restringimento"... Cosa si doveva fare? Semplice: approfittare per allargare un po' i marciapiedi. Così la combinazione tra marciapiedi più larghi + ciclabile + due corsie finalmente di dimensioni corrette avrebbe al contempo dato reale ordine alla strada e coadiuvato di molto il commercio, oggi brutalizzato da marciapiedi orribili e troppo stretti per un reale shopping di qualità.

3. LUNGHEZZA
Protestano perché la ciclabile parte nel nulla e arriva nel nulla. Falso. E' una lunga ciclabile di grande impatto, pronta speriamo presto ad essere allungata sul tratto più centrale della Tuscolana che sembra una camionabile del Minnesota nel 1920, larga in maniera inverosimile e bisognosa di un restyling assoluto. Se pensi alla Tuscolana, ad esempio, all'altezza di Furio Camillo, ti prende un colpo. La ciclabile andrà allungata quanto prima anche perché oggi per chi va verso il centro si interrompe pochi metri prima della salita di Porta Furba invitando i ciclisti ad andarsi ad ammazzare su una strada molto pericolosa. Non va bene. 

4. COSTI
Qualche associazione di ciclisti che voleva che la ciclabile passasse altrove lamenta che i costi sono alti. Stiamo parlando di meno di 700mila euro: un costo contenutissimo. E lo si evince bene dalla qualità terzomondista del cantiere. Si lavora semmai troppo a risparmio.

5. PERCORSO
Qualche imbarazzante comitato locale voleva che la ciclabile passasse nel Parco degli Acquedotti. E' ovviamente una follia. Le ciclabili devono passare nel cuore della vita civile e commerciale dei quartieri. La bici non serve per andare a fare scampagnate nei parchi, bensì per andare a fare compere, muoversi per negozi, andare a scuola, all'università, a lavoro e raggiungere le stazioni della metro dove poi parcheggiare e prendere altri mezzi. 

6. NEGOZI
A Roma, come succedeva in altre città circa 40 anni fa, ancora si pensa che se togli la doppia fila (e la ciclabile purtroppo difficilmente riuscirà a toglierla, come dimostra il nostro video) diminuisci il lavoro dei negozi. Ovviamente è vero il contrario. Una ciclabile porta tantissimo lavoro in più a bar e commerci, secondo alcuni studi gli affari crescono del 40%.

7. DOPPIA FILA
Sarà veramente dura perché le carreggiate "alla romana" che la ciclabile lascia (due carreggiate da 3,70 metri) consentiranno purtroppo a molti incivili di fermarsi lo stesso con conseguenze - in alcune ore - non trascurabili sulla congestione del traffico. Come ovviare? Il modo c'è: realizzare una segnaletica molto evidente e netta, che non lasci dubbi e poi agire in modo molto duro e inflessibile con lo street control. Strade soggette a doppia fila come Via Tuscolana devono vedere un lavoro impegnato di questo strumento. E' sufficiente dedicare una macchina, una sola macchina con due agenti, allo street control sulla Tuscolana (e su altre strade, dalla Boccea a Cola di Rienzo) facendole fare su e giù di continuo. Significa che si arriverà ad una buona sicurezza di prendere la multa, significa che ogni mezz'ora il passaggio della volante farà secco chi ancora si diverte a comportarsi da incivile, significa peraltro avere tanti soldi in più per investire sulla mobilità dolce e sostenibile. Basta una macchina per ogni strada. In alternativa telecamere fisse, come dovrebbero esserci su ogni strada importante. In caso contrario rischia di essere tutto inutile e tutto vanificato...


Resta, a cappello di tutto e a chiosa di tutto, una cronica capacità dell'amministrazione di comunicare. Una storia come questa è un contenuto che l'amministrazione deve essere capace di far atterrare in iniziative condivise, filmati, tutorial online. Tutto questo farebbe sentire profondamente ridicolo chi protesta, mentre oggi si sente forte e padrone del territorio in assenza di uno storytelling alternativo. Se l'amministrazione invece di riempire gli uffici di comunicazione di decine e decine di raccomandati pentecatti avesse lavorato in maniera più accorta, oggi non saremmo qui a dover rispondere alle proteste di quattro cafoni. 

Termini muore di spaventoso degrado. Sistemare Via Gioberti risolverebbe

26 novembre 2018
Parliamo del progetto di canalizzazione del traffico in funzione anti-sosta selvaggia delle zone circostanti alla Stazione Termini. Come molti nostri lettori sanno - perché abbiamo elogiato il provvedimento nelle sue parti azzeccate, perché abbiamo criticato i tanti difetti del provvedimento e perché abbiamo parecchie volte approfondito con foto, video e riflessioni - da qualche tempo alcune strade attorno alla Stazione sono state dotate di un sacrosanto sistema di canalizzazione del traffico. 

La cosa interessante è che nelle sue primissime stesure il provvedimento non riguardava, come è poi avvenuto, soltanto Via Marsala e Via Giolitti, ma anche Via Gioberti. Ad oggi Via Giolitti funziona relativamente (abbastanza bene vicino alla stazione, abbastanza male allontanandosi dove la canalizzazione diventa singola e non doppia); Via Marsala funziona male perché viene consentito alle auto di usare una corsia  per la sosta parcheggiandosi in parte sul marciapiede; mentre Via Gioberti non è stata minimamente toccata dal provvedimento. Si è completamente dimenticato di sistemarla. 

Le conseguenze sono ormai evidenti. Le persone via via che passano i mesi si sono abituate e hanno compreso che a Via Giolitti e Via Marsala non è facile come un tempo fermasi "un attimino" per fare un kiss & ride bloccando tutto; questo ha comportato che molti hanno cambiato i loro costumi, molti finalmente hanno capito che c'è un comodo kiss&ride peraltro regolare di fronte alla Stazione, molti hanno capito che conviene andare coi mezzi, molti altri hanno cercato altre strade dove esprimere tutta la loro inciviltà in termini di sosta selvaggia.

E quale strada ne ha fatto le spese? Ovviamente Via Gioberti, proprio la strada che doveva beneficiare di una riqualificazione che però non c'è mai stata. Tutto il lato sinistro di Gioberti è devastato dalla sosta selvaggia, ad ogni ora, come se non bastasse la sfilza di bancarelle vomitevoli che umiliano questa strada. Questo comporta una congestione terribile del traffico che va a scapito degli autobus e dei taxi che passano in questa strada e che sono qui per condurre in velocità e puntualmente le persone alla stazione. Capita, insomma, che bus e taxi rimangano bloccati qui in una congestione dovuta esclusivamente alla doppia fila e che non possano utilizzare minimamente la corsia preferenziale sia a causa della doppia fila a destra sia per il fatto che la corsia stessa viene spesso utilizzata dai taxi per far scendere i passeggeri (in assenza, ad onor del vero, di serie alternative di drop off). Insomma chi deve transitare si blocca e la strada - peraltro piena di spazzatura, loschi figuri, brutti ceffi, trans e prostitute - risulta essere un posto davvero spiacevole. 

Il sogno (che sarebbe normalità in tutte le città del mondo) per Via Gioberti sarebbe quello di una strada elegante, con larghissimi marciapiedi, con due corsie carrabili (una preferenziale e una normale) al centro ben canalizzate per evitare la sosta, con i grandi alberghi e i ristoranti che si affacciano con i loro dehors tutti uguali. Un collegamento di fatto pedonale che interrompe l'isolamento della stazione, una spina di luce nella tristezza di questo pezzo marcio e dall'aspetto sinistro di città, un link anche visivo tra Stazione e Santa Maria Maggiore. Una scorciatoia già esistente ma oggi abbandonata che porta la Stazione in centro, a Monti, all'Esquilino. E il centro in stazione.
Si perdono tanti posti auto e posti moto? E certo, ma tra pochi mesi apre sopra la stazione un parcheggio gigantesco, con migliaia di posti. E si vorrà o non si vorrà fare qualcosa a seguito di questo? Quella offerta di parcamento la sopra deve essere eliminata dalle strade e un progetto simile su Via Gioberti va esattamente in questa direzione
In alternativa sarebbe molto risolutivo anche semplicemente proteggere con cordoli le preferenziali già esistenti (già esistenti!) di Gioberti e Turati, e le cose cambierebbero già non poco. 

Ma davvero non si capisce quanto è cruciale mettere in sicurezza i dintorni del secondo scalo ferroviario più frequentato d'Europa? Ma davvero non si capisce che questa area di città deve essere controllatissima, illuminatissima, curatissima più di ogni altra? Ma quale interesse c'è a tenere in queste condizioni vomitevoli l'area circostante a Termini? Riqualificare profondamente Via Giolitti togliendo ambulanti e sosta selvaggia potrebbe a cascata risolvere tutti gli altri problemi.

Come funziona la nuova preferenziale-con-cordoli di Emanuele Filiberto? Video

6 novembre 2018
Abbiamo abbozzato la prima, sebbene prematura, "prova su strada" della nuova preferenziale-protetta-da-cordoli su Via Emanuele Filiberto. Il cantiere infatti è appena terminato, nuovo di pacca e con tanto di vigilini urbani schierati a difenderlo dalle fameliche fauci degli automobilisti più prepotenti d'occidente.

Ebbene la prova è andata niente male. Lo potete osservare facilmente dal video, senza che ci dilunghiamo troppo nello scritto. Nello scritto occupiamoci piuttosto di dire le cose che non vanno.


1. La carreggiata si può e si deve ancora ridurre per ricavare una ciclabile. 


2. L'attraversamento pedonale che collega l'edicola con Via Domenico Fontana è saltato e mai ripristinato. E' necessario!

3. Nei punti in cui il cordolo non c'è c'è ancora la sosta selvaggia purtroppo.

4. Nella preferenziale sarebbe necessaria una videosorveglianza per multare eventuali trasgressori

5. Bisognerebbe ripensare tutta la viabilità circostante perché alcune strade stanno soffrendo davvero troppo. In particolare Via Statilia e Via Umberto Biancamano

Video. Piazza Albania. Appartamenti da milioni di euro in mezzo ad una favela

23 ottobre 2018
In quell'edificio che vedete protagonista di questo veloce filmato c'è l'unico serio sviluppo immobiliare del centro di Roma. Grossi capitali francesi della Banque National de Paris hanno trasformato e stanno trasformando degli ex uffici della BNL in appartamenti di gran qualità dotati di tutti i servizi. Come avviene in questi casi in tutto il mondo, il development ha anche un nome: Domus Aventino. E dei prezzi coerenti con la qualità del progetto, ovvero molto alti. Ma veramente molto molto alti nel senso che nell'edificio in costruzione (in quello finito quasi tutto è andato già venduto) gli attici da 185 mq vanno via a cifra superiori ai 2,2 milioni di euro. Significa 12mila euro al metro quadro. Amen.


Siamo ben felici che anche a Roma come in tutte le capitali occidentali ci siano sviluppi immobiliari di gran qualità capaci di attrarre investitori e una clientela di altissimo livello in centro storico. Quello che non ci fa felice è il contesto. Guardate cosa c'è sotto e davanti questi appartamenti milionari. Uno dei più osceni distributori di benzina della città, allestito in maniera inaccettabile con bandiere, stendardi, colori improbabili da sagra. Questo è il panorama che dovrebbero godersi le persone che comprano appartamenti a carissimo prezzo qui. 


In tutto il mondo gli sviluppi immobiliari vengono sfruttati per migliorare piazze e strade, qui abbiamo Piazza Albania che è rimasta la fetecchia di prima nonostante il grandissimo e lungo cantiere: niente pedonalità, niente verde, niente cambio della viabilità, niente contrasto alle mille auto in sosta abusiva. Niente di niente. E due orribili distributori di benzina in mezzo ad uno spiazzo buttato lì senza una logica, con strade non pensate, con carreggiate enormi e inutili, con zero percorsi per i pedoni e per le bici. Ma come è possibile che a quella trasformazione urbana non sia seguito un progetto di riqualificazione radicale della piazza?

Ecco perché è stato ammazzato dal suv sulla corsia preferenziale. La nostra videoanalisi

9 ottobre 2018
Ormai è una lagna, una noia, una ripetitività micidiale. Tuttavia, come spieghiamo anche nel video, questi episodi tendono ad essere messi da parte e la cosa ci fa particolarmente rabbia. E i morti si susseguono con un ritmo micidiale: quando possiamo andiamo dove il sinistro è avvenuto e proviamo a abbozzare una analisi. Dunque eccoci: analisi sul posto dell'incidente avvenuto domenica riguardante il signore inglese di 72 anni ucciso sulla corsia preferenziale. 

Il video dice tutto sulla nostra posizione. Guarda caso esce sempre - sempre! - fuori che la colpa è del layout delle strade e dell'arredo urbano assolutamente scellerato e inquietante della nostra città: questo sia che l'attraversamento pedonale sia avvenuto nel senso ipotizzato dal video, sia che sia avvenuto nel senso contrario perché il marciapiede lato aventino (lato palazzi) ad un certo punto all'altezza dei magazzini dei Cavalieri di Malta finisce. Scompare. Obbliga il pedone o a camminare in mezzo alla strada o, appunto, ad attraversare. Insomma grazie a strade disegnate in maniera ridicola, cucite attorno alle esigenze delle auto come se fossimo negli anni Sessanta, la percorribilità pedonale tra Bocca della Verità e Piazza dell'Emporio praticamente non esiste! 

Non resta che chiedere e leggere il vostro parere a riguardo nei commenti qui o nel relativo post Facebook. 

Viceprefetto De Francesco morto a Via Cavour. Il video assurdo 24 ore dopo

7 ottobre 2018
Lo facciamo sempre e lo faremo sempre. Dopo un grande incidente, che si svolge proprio per dimostrare le cose che diciamo ogni giorno, torniamo sul luogo del "delitto" dopo un determinato intervallo di tempo per capire se le cose sono cambiate. In luglio lo abbiamo fatto una settimana dopo la porte di Caterina Pangrazi a Corso Vittorio, ora lo abbiamo fatto dopo 24 ore esatte a Via Cavour dopo la morte di Giorgio De Francesco, viceprefetto.

Il video dice tutto dunque nel testo non aggiungiamo molto. La strada anche oggi, 24 ore dopo, era in totale abbandono. La segnaletica invisibile. Tutti i mezzi a motore prevaricavano i pedoni in maniera prepotente, neppure il rispetto del recentissimo evento luttuoso (non un fiore, sul punto dell'incidente) ha potuto nulla nel cambiare il comportamento assurdo che ha a Roma chi utilizza il mezzo privato.


Il video dimostra che dare la colpa ai "pullman-bisonti", come è di moda a Roma, non ha alcun senso. Non sono loro il problema sebbene siano troppi e vadano ridotti e possibilmente eliminati o quasi dal cuore della città. Il problema è come è fatta la strada, il problema è la scelta di lasciare auto in sosta (spesso in doppia sosta) ai lati delle strade, il problema è la segnaletica assurda e l'arredo urbano da anni Cinquanta, tutto fermo da sessant'anni, un attraversamento con questa configurazione sarebbe illegale e fuori norma dovunque al mondo. Senza dente di attacco per migliorare la visibilità, senza illuminazione notturna dedicata (qui di notte la situazione è molto peggiore di quella che vedete in questo video, che fa paura ma è girato nel momento di minore traffico in assoluto), senza salvagente centrale per spezzare l'attraversamento in due parti più piccole e più gestibili per chi attraversa e per chi deve avere la visibilità per dare precedenza. 


La tristezza profonda di vedere oggi un attraversamento che è costato la vita ad una persona totalmente non presidiato dai vigili. Ormai non fanno neppure la scena il giorno dopo. E solo nel nostro video guardate quante persone rischiano la vita. 


Evviva le nuove preferenziali. Siamo andati a provare Viale Libia: il video

28 settembre 2018
Non potevamo esimerci e lo abbiamo fatto. Siamo andati a fare la primissima prova su strada della corsia preferenziale finalmente protetta a Viale Libia. E abbiamo deciso di pubblicare tutto subito, in modo tale che oggi la nostra voce risulti chiara in una giornata assurda e surreale in cui una parte della cittadinanza (ma la possiamo chiamare così?) capitolina protesta contro le preferenziali, contro la velocizzazione del rapporto pubblico e in definitiva contro la civiltà in generale. 

Dicevamo, siamo stati a Viale Libia. Mezzo: uno scooter. Nel video andiamo verso su, verso Corso Trieste insomma oppure verso giù, verso la Tangenziale. Su e giù. Orario? Ore 21. Siamo stati buoni, negozi chiusi, strada semi deserta. Eppure la doppia fila c'era lo stesso. Incredibile. A riprova di un fatto chiaro: dove la strada è lasciata in abbandono, senza separazioni fisiche, c'è il caos, le persone traversano in mezzo alla carreggiata senza curarsi delle strisce. Con i cordoli le cose cambiano radicalmente, la strada ha un ordine, la percezione di sicurezza è più alta, è più facile rispettare le norme per tutti, inclusi i pedoni. Certo la presenza di una preferenziale tangente alla sosta delle auto non aiuta affatto, nel senso che basta una macchina parcheggiata con il 'culo' un po' più sporgente che immediatamente si blocca la corsia. Questo è un problema. Le carreggiata e la adiacente preferenziale dovrebbero essere più separate dalla sosta e strade come Viale Libia e Viale Eritrea meriterebbero, come Corso Trieste, un parco nello square centrale, non un parcheggio. 


Per il resto cosa dire: preferenziali dovunque. Speriamo che questo pacchettino di preferenziali che ci stanno dando soddisfazioni in queste settimane si moltiplichi, perché ce n'è bisogno dovunque. Le preferenziali devono aumentare, molto, e quelle che ci sono vanno protette. Cosa aspettiamo ad esempio a risolvere il problema di Viale Regina Margherita? E Corso Vittorio Emanuele? E Via Nazionale dove la preferenziale è usata esclusivamente (esclusivamente!) come corsia di carico e scarico per le merci? E così via...

Video straziante. Anziano bloccato in ambulanza causa sosta selvaggia

20 settembre 2018
Dobbiamo ringraziare di cuore la persona che ha girato questo video e che ce l'ha mandato. Non perché girare il video sia chissà quale genialata, ma perché quando succedono questi eventi non si ha la freddezza di documentarli e si tende a barcamenarsi gestendo la difficoltà invece che filmarla. Perché queste cose succedono ogni giorno, decine e decine di volte ogni giorno, solo che non ne abbiamo visibilità. Non riusciamo a fissare il disagio che provoca, la prepotenza. 


La cosa che fa davvero rabbia è analizzare quale possa essere la soluzione di questo problema e come l'abbiano affrontato all'estero. Fa rabbia perché ti rendi conto che la soluzione è semplicissima. E non sono le multe, non sono le telecamere, nulla di complesso che richieda chissà quali investimenti e organizzazione e costo del lavoro. Bastano dei paletti. Paletti anti sosta selvaggia. Come a Parigi, come a Londra, come a Madrid. Come dappertutto. Come in tutte le città dove le persone, specie le più fragili, non devono essere quotidianamente esposte ad una costante umiliazione. 


In questi giorni la città è letteralmente sommersa dalla sosta selvaggia. Come non mai. Ogni auto in sosta abusiva genera un disagio, una sopraffazione, una prepotenza inaccettabile. Bisogna reagire, anche solo girando un video o come hanno fatto gli autori di questo filmato chiamando le forze dell'ordine. E pensare che è una stupida questione di arredo urbano...

Dopo una settimana abbiamo fatto un video a Corso Vittorio dove è morta Caterina Pangrazi

26 luglio 2018


Davvero con una immensa tristezza nel cuore ci siamo avvicinati alle strisce pedonali (per modo di dire) dove una settimana fa ha perso la vita Caterina Pangrazi travolta da un pulmino turistico. Già, a caldo, avevamo provato ad ipotizzare qualche riflessione riguardante la segnaletica, oggi siamo andati sul posto a filmare i cambiamenti del contesto dell'incidente a una settimana dal terribile accadimento.

In Italia c'è un modo di dire, tremendo e cinico: "ci deve scappare il morto". Ovvero deve succedere un fatto gravissimo prima che qualcuno si smuova finalmente per risolvere strutturalmente una anomalia. Ebbene a Roma questo detto non vale. Non vale più. Anche se ci scappano i morti, e ce ne scappano tantissimi, le cose non si toccano minimamente. Vale per tutta la città, dal centro a Piazza Istria passando appunto per Corso Vittorio. La gente muore ammazzata e nessuno fa niente, il valore della vita umana stessa ha assunto dei contorni e delle sembianze davvero meschini in questa città. Vai dopo una tragedia di questa portata sul "luogo del delitto" e dovresti trovare controlli, multe a chi insiste a sgarrare, decoro e dignità almeno di fronte ai fiori che ricordano il morto. 

Nulla di tutto questo. Davanti ai mazzi che commemorano Caterina ci sono le strisce pedonali totalmente cancellate; sia su una carreggiata che sull'altra (guardate le foto) ci sono vetture, furgoni e van parcheggiati con due ruote sul marciapiede e due nella preferenziale. Sembrano "innocue" soste selvagge alla romana, in realtà sono auto che tolgono totalmente la visibilità su quelle strisce. Il pulmino che è sopraggiunto aveva - come quasi sempre accade - il solito furgone del carico e scarico piazzato in mezzo alla strada a togliere la visibilità sulle strisce? Ma ci rendiamo conto quanto è pericoloso? Eppure tutto Corso Vittorio (ma anche Via Nazionale e mille altre strade) è così: pieno zeppo di auto, furgoni e van dovunque alla rinfusa a creare un caos visivo che è nemico giurato della sicurezza stradale. 


Ma oltre alle foto guardate il video. Cinque minuti verso mezzogiorno di oggi. Il passaggio dei bus turistici è continuo, sono il corrispettivo romano delle "grandi navi" per Venezia (ammesso che le grandi navi siano davvero così nocive) solo che delle grandi navi parlano tutti e c'è un dibattito culturale e urbanistico da anni, dei bus turistici molto meno e la città continua a pagarne conseguenze immense. Invece di sbrigarci a far passare la Metro C sotto Corso Vittorio (quanti anni ci hanno fatto perdere i Cinque Stelle, indecisi a tutto?), lo lasciamo in queste condizioni: percorso da motorini sfreccianti, da furgoni di ogni genere, da autobus di tutte le dimensioni, pieno di gente che passa col rosso (fate caso nel video), praticamente tutti i negozi chiusi (quale commerciante investe in questa fogna?); i cartelli stradali piegati pronti a crollare sulla carreggiata. Una devastazione. E con la gente che muore ammazzata se per una volta si distrae ad attraversare la strada. 

Video. Prova su strada della nuova pedonalizzazione di Via del Corso

10 luglio 2018
Come va la chiacchieratissima pedonalizzazione di Via del Corso dopo tre giorni dalla partenza? Prima di scoprirlo, in questo nostro video, facciamo qualche brevissima riflessione riguardo ancora una volta a come è stata comunicata questa storia.
Si tratta, come tutti i cittadini più attenti sanno, di una richiesta della Prefettura per motivi di sicurezza: non era più possibile avere un tratto di Via del Corso con marciapiedi microscopici, gente strabordante sulla carreggiata e continuo sfrecciare di bus, auto, moto e furgoni. In assenza di alcuna pianificazione e alcun interesse da parte del Comune, la Prefettura ha richiesto un intervento.

Dopo alcune settimane di progettazione l'intervento è stato approntato ed è un intervento abbastanza forsennato, lo diciamo noi che siamo fautori spinti delle pedonalizzazioni. Però un conto è pedonalizzare, un conto è dividere in due la città perfino per taxi e trasporto pubblico. E così mentre tutte le piazze, piazzette, larghi, vie storiche della città sono totalmente ricoperte di lamiere a tappeto, mentre abbiamo dei parking a Piazza Borghese o a Piazza Farnese, abbiamo però pedonalizzata Via Tomacelli, uno sventramento ottocentesco.

Il Comune doveva cogliere gli stimoli della Prefettura e gestirli, governarli, calarli nella città. Invece ha proceduto in maniera miope. La sindaca, poi, invece di specificare che la misura era folle ma la colpa non era della città, cosa ti ha fatto? E' andata a rivendicare la cosa, inaugurando - come è solita fare - qualcosa che era di merito non suo. Inaugurando un dispositivo che in tutta evidenza funziona male, fuorviante per i pedoni come vedete nel video e di difficile gestione ad esempio notturna. Zero telecamere, zero di infrastrutturale, zero arredo urbano (nell'area pedonale i marciapiedi sono rimasti quelli, è comparsa solo qualche ringhiera per evitare l'immissione da qualche traversa) tutto ancora una volta affidato ai vigili: Roma è l'unica città che trasforma le telecamere in persone  mentre in tutto il mondo sostituiscono le persone con le telecamere per risparmiare in costi e per mettere le persone fisiche a fare mestieri a maggior valore aggiunto. 
Altre riflessioni nel nostro filmato. 

Abbattono la Sopraelevata a Tiburtina, al suo posto fanno un progetto ancor più mostruoso

26 giugno 2018

"Non conosco una città che sappia peggiorare meglio di Roma" ebbe a dire Giulio Carlo Argan. Se ci pensi un attimo ti vengono i brividi nell'esatto momento in cui pensi "ma cavolo, è proprio vero". 
Non solo incapacità di saper migliorare, non solo sfiducia e fastidio verso l'evoluzione, lo sviluppo, la crescita, lo svecchiamento. Ma anche capacità impeccabile nel peggiorare.

E' quello che succederà alla Stazione Tiburtina. Come dite? Una schifezza simile non ha margini di peggioramento? Ce li ha eccome invece. Come molti di voi sanno, si abbatte la mitica Sopraelevata almeno in quel tratto. Non serve più a granché visto che ormai la Tangenziale Est passa dall'altra parte del fascio di binari per cui i flussi veicolari sono minimi e gestibili anche con una viabilità a raso, il "mostro" non serve più. 

Già, ma dovunque al mondo si cambia per migliorare, non per rimanere uguali o addirittura per peggiorare. Il progetto che sostituirà la Sopraelevata di fantozziana memoria invece è senza ombra di dubbio peggiore della situazione ante operam. Il piano, messo giù da Risorse per Roma e purtroppo ormai andato a bando già assegnato, è così atroce e così superato (pare qualcosa risalente agli anni Sessanta) da sembrare uno scherzo. Ma purtroppo nessuno sta scherzando e presto inizieranno a demolire la tangenziale e a realizzare questa epica idiozia urbanistica. Tanto nessuno protesta: a Tor di Valle si riqualificava un'area abbandonata realizzando il terzo o quarto parco più grande della città e tutti a urlare alla colata di cemento, qui che come vedrete si ricopre tutto di catrame neppure un fiato da quella strana forma di vita chiamata "ambientalista romano"...



Si tratterà sostanzialmente appunto di una striscia di catrame al posto dei piloni della tangenziale. Verranno fatti una serie di parcheggi, qualche rotatoria e qualche miserabile aiuole in mezzo ai flussi di auto. Benché la tangenziale sia stata spostata come tutti sappiamo sotto terra e dall'altra parte dei binari, il progetto qui prevede la realizzazione di una nuova inutile tangenziale a quattro corsie. Una lingua di asfalto assurda. Nessuna riqualificazione per Largo Mazzoni (oggi in condizioni disperate), nessuna pedonalizzazione, nessuno spazio per la ciclabilità. Le decine e decine di pagine di progetto esecutivo che abbiamo avuto modo di sfogliare firmate da una parte dal SIMU (Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) del Comune e dall'altra dall'azienda Risorse per Roma fanno spavento davvero. 




Le associazioni di quartiere, di ciclisti, di cittadini attivi hanno scritto e riscritto alla sindaca. Ottenendo nulla. Il progetto assurdo va avanti senza ostacoli. E la cosa fa ancora più rabbia per il fatto che su tutta questa area c'era da anni, vagliato e condiviso coi cittadini, un progetto di alta qualità, firmato da grandi studi di architettura (lo vedete sopra, nelle tavole dello studio Sartogo Grenon), in linea con le prescrizioni europee e internazionali e in linea con le migliori esperienze mondiali di rigenerazione urbana. Le differenze tra la proposta di Nathalie Grenon (nata come Agenda 21, con due Associazioni di Roma, RES Ricerca Educazione Scienza e Coltiviamo) e quella del Comune sono lancinanti. 


Da una parte hai una infrastruttura di aggregazione sociale che mescola ambiente e cittadini tra frutteti condivisi, orti di quartiere e giardini familiari; dall'altra hai una vomitevole autostrada urbana come se ne facevano oltre 50 anni fa. Da una parte hai 4 ettari di verde per quello che sarebbe diventato un polmone per tutto il quartiere e uno dei parchi più straordinari d'Europa; dall'altra hai 4 ettari di catrame. Da una parte hai il recupero di una manufatto industriale straordinario perché il progetto frutto del lavoro anche di tante associazioni di cittadini (La G.R.U.Germogli di Rinascita Urbana, Pedalando Uniti, Jane Goodhall Italia, ApiRomane, ITACA, AssoUtenti, Archeologia Arborea , LABSUS, Città del Vino, AIAB), centri di ricerca (CNR, ENEA, CRA...) e Università (La Sapienza ,Roma Tre ,Tor Vergata ,La Tuscia,Istituto Agrario Emilio Sereni) all'insegna delle risorse rinnovabili sopra ogni cosa, prevedeva di togliere la tangenziale intesa come nastro di cemento armato e catrame, ma di lasciare i piloni a simboleggiare la storia e l'identità, piloni che si sarebbero così tramutati in installazioni, in landmark inconfondibili, in sculture urbane risparmiando anche milioni e milioni per la rimozione e lo smaltimento; dall'altra hai la storica Sopraelevata totalmente demolita (i progettisti della High Line di New York City ridono di cuore). Da una parte hai 1300 posti auto interrati, invisibili e coperti dalla vegetazione capaci di generare risorse per pagare parte del progetto; dall'altra hai 120 posti (oltre 10 volte meno) ma in superficie, con piazzali di sosta nel cuore della città. Da una parte hai strade di quartiere rigorosamente a senso unico e ciclabilità diffusa, dall'altra hai strade a 4 corsie e zero chilometri di piste ciclabili in tutto l'ambito. Da una parte hai un auditorium, un mercato agroalimentare, la riqualificazione a verde del Centro Ittogenico e 500 alberi; dall'altra hai sottopassi carrabili e la realizzazione di un grosso capolinea a raso del Cotral per un totale di 15 alberi da progetto. Da una parte hai mille possibilità per partecipare a bandi europei di finanziamento (Roma in questo senso sta perdendo tutte le possibilità possibili e immaginabili, la prossima scadenza è l'UrbanAct dell'ottobre 2018. Secondo voi parteciperemo?); dall'altra parte hai il comune che investe denari che dovrebbe investire in maniera molto diversa. Da una parte, infine, hai abitazioni rivalutate (basti guardare cosa è successo a New York con la High Line), dall'altra hai immobili che perdono valore e residenti buggerati. 
l'andazzo burocratico

Il tutto, sia chiaro, in maniera definitiva. Il progetto che sta per essere realizzato compromette totalmente qualsiasi progettualità di qualità su tutta quest'area. Significa che grazie alle decisioni scellerate di questa amministrazione (il progetto è datato Giugno 2017 e revisionato Dicembre 2017, dunque è totalmente farina avariata e putrescente del sacco di Virginia Raggi) questa zona della città non solo sarà trasformata in una ridicola schifezza, ma non avrà nessuna speranza futura di poter migliorare davvero. Un danno enorme e una beffa ancor più grande. 

Spesso diciamo che questa Giunta sta facendo danni che necessiteranno di 30 anni per essere sanati. In questo caso il danno è semplicemente definitivo: chi abita in tutta la zona di Tiburtina, Piazza Bologna, Via Livorno, Lega Lombarda, Piazzale delle Province si metta l'animo in pace: c'era l'opportunità di migliorare, ma Roma sa solo peggiorare. C'era l'opportunità di proseguire nel processo di sviluppo dato appunto dalla nuova Stazione Tiburtina, dalla nuova sede BNL, dalla Città del Sole, ma tutto si deve fermare. Non sia mai che si creava un quartiere di livello sul modello (e qui ce ne erano le potenzialità) di Porta Nuova a Milano che ha caratteristiche del tutto similari. Guardate che Porta Nuova era così e pure peggio eh. E oggi è uno dei posti più avvincenti d'Europa...
Un simbolo di tutto questo è il nuovo supermercato nato all'incrocio tra Via della Lega Lombarda e Via Giano della Bella. Andatevelo a vedere. Neppure nel piazzale del casello autostradale di Ceccano sarebbe accettabile nel 2018 una struttura di simile volgarità progettuale. Al confronto il Lidl di Tor Pignattara è un progetto di Norman Foster. E invece questo mostro è stato costruito qui: esattamente di fronte alla Città del Sole (gli acquirenti, infatti inesistenti, delle abitazioni di lusso del bellissimo complesso progettato da Studio Labics ringraziano), di fronte al Cinema Jolly e di fronte alle strabilianti case popolari di Innocenzo Sabatini meta di pellegrinaggi architettonici da mezza città e mezza Italia. Il cattivo gusto che si divora ogni speranza plausibile. Andate a vedere questa immane schifezza perché vi dice molto di quello che sta diventando questa città, della sfrontatezza con cui il male scaccia via il bene. Quando edificarono la Città del Sole i cittadini fecero carne di porco, proteste, manifestazioni, cartelloni, stendardi. Contro questa immondizia urbanistica neppure un fiato ne da parte dei residenti ne da parte della teppaglia dei centri sociali sempre pronti a imbracciare la carabina contro i progetti di qualità. Perché per un dignitoso progetto di supermercato in una zona abbandonata dell'Acqua Bullicante la feccia centrosocialara ha fatto faville per mesi mentre per un merdoso progetto di supermercato in una zona centrale di altissima rilevanza architettonica tutti muti?



Ma torniamo a noi e alla nostra Tangenziale. L'unica piccola flebile speranza: il progetto non rispetta tutta una serie di norme sull'inquinamento, sulle infrazioni europee cui l'Italia è sottoposta, sui regolamenti continentali sulle emissioni. In poche parole fare un progetto così vecchio e assurdo (privo peraltro di Valutazione d'Impatto Ambientale) è ILLEGALE. Ebbene qualcuno impugni e blocchi. Possibile che lo si faccia solo per i progetti di qualità e mai per le zozzerie tipo questa? Se siamo al grado zero di visione di città, allora almeno qualcuno fermi i danni con le carte bollate. E pensare che qui il Comune vuole far arrivare, giustamente, il tram con uno sfiocchettamento da Piazzale del Verano e binari nella preferenziale della Tiburtina. Un tram che poteva correre in un contesto di verde e buona architettura contemporanea, un tram che invece percorrerà una valle di catrame.

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