Che siamo presuntuosi non lo si può negare. Ma poi bisogna valutare se uno è presuntuoso a ragion veduta oppure se uno è presuntuoso senza averne titolo. Noi speriamo di finire nella prima casistica. Per lo meno per questa faccenda che stiamo per raccontarvi brevemente.
Forse molti lettori non si ricordano più i contorni dello scandalo-Spelacchio (sì, un autentico scandalo, uno dei tanti di questa amministrazione raccapricciante) che percorse la città nel 2017. Ebbene all'epoca, nell'analizzare il perché di quella situazione (non solo l'albero era orrendo, non solo era costato una cifra assurda, ma tutta quella cifra era stata sborsata dal Comune ovvero da noi!), spiegammo con lunghi articoli come si regolavano altre città e in particolare Milano, città con la quale per dimensioni ha più senso fare raffronti.
Ebbene a seguito di questo articolo (vi chiediamo la pazienza di rileggerlo, non guasta) l'amministrazione si convinse e a partire dall'anno successivo optò per fare ESATTAMENTE QUELLO CHE CHIEDEVAMO E INDICAVAMO NOI ovvero un regolare bando che poi venne vinto giustappunto dalla società (l'unica capace a fare queste operazioni ad alto livello) che indicammo noi in quell'articolo scritto in tempi insospettabili.
Insomma se abbiamo un albero di Natale non spettacolare come quello di Milano ma comunque molto molto bello e di cui finalmente non vergognarsi lo dobbiamo - anche questa volta - a Roma fa Schifo. Molti ci considereranno dei presuntuosi o addirittura dei pazzi millantatori, ma noi e quella parte di lettori più attenti sanno che è così. Ma soprattutto sanno che è così negli uffici del Comune dove - le gole profonde non ci mancano - ci hanno spiegato che la scelta di muoversi finalmente come si muovono tutte le grandi città del mondo è venuta leggendo il nostro contenuto. Prima i pentecatti erano radicalmente contrari ad una soluzione come quella perché contrari ai privati; gli stessi profili Facebook di esponenti pentadementi che oggi esultano taggando Netflix e IGPDecaux due anni fa giuravano che mai si sarebbe lasciato campo libero ai privati nell'organizzare l'albero di Natale della città.
Gli articoli servono anche a questo. A mettere nero su bianco le cose e a mettere a nudo la stupidità. Talvolta stanandola.
Forse molti lettori non si ricordano più i contorni dello scandalo-Spelacchio (sì, un autentico scandalo, uno dei tanti di questa amministrazione raccapricciante) che percorse la città nel 2017. Ebbene all'epoca, nell'analizzare il perché di quella situazione (non solo l'albero era orrendo, non solo era costato una cifra assurda, ma tutta quella cifra era stata sborsata dal Comune ovvero da noi!), spiegammo con lunghi articoli come si regolavano altre città e in particolare Milano, città con la quale per dimensioni ha più senso fare raffronti.
Ebbene a seguito di questo articolo (vi chiediamo la pazienza di rileggerlo, non guasta) l'amministrazione si convinse e a partire dall'anno successivo optò per fare ESATTAMENTE QUELLO CHE CHIEDEVAMO E INDICAVAMO NOI ovvero un regolare bando che poi venne vinto giustappunto dalla società (l'unica capace a fare queste operazioni ad alto livello) che indicammo noi in quell'articolo scritto in tempi insospettabili.
Insomma se abbiamo un albero di Natale non spettacolare come quello di Milano ma comunque molto molto bello e di cui finalmente non vergognarsi lo dobbiamo - anche questa volta - a Roma fa Schifo. Molti ci considereranno dei presuntuosi o addirittura dei pazzi millantatori, ma noi e quella parte di lettori più attenti sanno che è così. Ma soprattutto sanno che è così negli uffici del Comune dove - le gole profonde non ci mancano - ci hanno spiegato che la scelta di muoversi finalmente come si muovono tutte le grandi città del mondo è venuta leggendo il nostro contenuto. Prima i pentecatti erano radicalmente contrari ad una soluzione come quella perché contrari ai privati; gli stessi profili Facebook di esponenti pentadementi che oggi esultano taggando Netflix e IGPDecaux due anni fa giuravano che mai si sarebbe lasciato campo libero ai privati nell'organizzare l'albero di Natale della città.
Gli articoli servono anche a questo. A mettere nero su bianco le cose e a mettere a nudo la stupidità. Talvolta stanandola.