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Stanno organizzando enorme festa di Capodanno in un gigantesco palazzo occupato

27 dicembre 2019
Qualche giorno fa abbiamo raccontato come la scelta di riunirsi nel loro primo 'congresso' in uno dei più agghiaccianti spazi occupati della Capitale abbia di fatto ucciso il movimento delle Sardine (di fatti poi sono scomparsi dal dibattito, e non è colpa del Natale). Oggi siamo costretti a tornare a parlare dello stesso famigerato edificio.

La realtà, infatti, supera l'immaginazione. Nella città in cui le forze dell'ordine tollerano tutto ma devastano di controlli commercianti&ristoratori torchiandoli questionando sul millimetro, nella città in cui perfino mega multinazionali come McDonald's sono costrette a capitolare sotto i fendenti di una burocrazia capace di far fuggire anche l'investitore più motivato, nella città in cui politici e amministratori locali si vantano sui social di aver bloccato investimenti promettenti (specie per i posti di lavoro) per un cavillo, proprio in questa città si sta organizzando un mega party di fine anno totalmente abusivo nei 7 piani (più 2 sotterranei) dello sconfinato palazzo occupato da Action a Via Santa Croce in Gerusalemme angolo con Via Statilia.

La manifestazione, incredibile a dirsi, è strapubblicizzata con profusione d'inserzioni a pagamento su Facebook. SpinTime viene spesso contrabbandato come un luogo sacro dell'accoglienza, una specie di nosocomio misericordioso, una clinica delle bontà e dell'altruismo che cura il disagio e la povertà. A quanto pare tuttavia sui 7+2 piani di questa gigantesca struttura nel cuore della città, per una notte l'atmosfera conventuale di centro di accoglienza e ricovero per poveri viandanti si potrà tramutare in festa scalmanata. Si ballerà "fino a mezzogiorno", ci saranno "cuochi e cucine da tutto il mondo", 60 musicisti, il tutto in un "grattacielo di sette piani" giù giù fino ai due piani sotterranei che da qualche tempo sono stati rubati dalla redazione di Scomodo, perché a Roma se vuoi fare editoria devi sputare sangue anche per avere un posto in un coworking, se invece sei amichetto dei banditi delle occupazioni puoi avere uno spazio di 2000 mq in pieno centro che nessun tuo concorrente non disposto a fare patti con i furfanti e a campare fuori dalle leggi potrebbe mai permettersi. Qui, sotto terra come i topi, altri eventi in nome della massima sicurezza e della messa a norma degli spazi. 


Una festa di dimensioni colossali. Capace di attirare migliaia di persone in uno stabile occupato illegalmente da anni, privo delle più basilari norme per la sicurezza (e igieniche), senza un briciolo di autorizzazioni di alcun tipo, rivendita di alcol e di droghe senza alcun controllo in un luogo che si considera ed è considerato purtroppo dalle forze dell'ordine al di sopra della legge. 

Leggendo il programma della manifestazione, il costo dei biglietti, gli eventi che si susseguiranno durante la serata ci immaginiamo la faccia dei tanti organizzatori di eventi onesti che ancora nonostante tutto resistono in città. Dal piccolo ristoratore al grande impresario. Tutti alle prese da mesi con la burocrazia, coi costi per la sicurezza, con le normative diventate stringentissime dopo i fatti di Piazza San Carlo a Torino, con l'obbligo di assoldare hostess e stuart pena la mancata autorizzazione per motivi di sicurezza del loro evento di fine anno: la fiera della Befana di Piazza Navona è stata chiusa proprio per questo motivo, ma lì si sono recati per fare un controllo i Vigili Urbani, a SpinTime avranno il coraggio di andare o l'avranno vinta anche stavolta le entrature, le raccomandazioni e la paraculaggine degli occupanti da sempre ammanicati a tutti i livelli? 

L'abbattimento dei costi di gestione tuttavia non ha impedito agli organizzatori di richiedere un biglietto di ingresso. Altro che "spazio restituito alla cittadinanza": se vuoi entrare in questo palazzo di proprietà altrui che hanno occupato e nel quale scaricano sulla collettività i costi delle bollette, ti fanno pure pagare! Senza alcuna vergogna e ritegno i biglietti sono in vendita sulla piattaforma Evenbrite a 21€ e spiccioli solo con PayPal o Carte di Credito, perché a parole tutti contro lo strapotere delle multinazionali, ma quando si tratta di fare proselitismo e soprattutto quando si tratta di incassare decine di migliaia di euro al nero non disdegnano di certo le grandi piattaforme globali. È la coerenza degli antagonisti...
Ovviamente 21€ sono solo per l'ingresso, per la musica e per il cibo offerto fino ad esaurimento al di fuori di ogni normativa sulla somministrazione e la conservazione di alimenti (auguri a chi mangerà!). Poi per arrotondare l'incasso - questione alla quale i gestori di Spin Time sono tradizionalmente molto molto interessati - c'è il bere. Birra e alcolici dappertutto, venduti a nero mentre chi organizza eventi in maniera seria è taglieggiato da tasse aziendali al 70%, tasse il cui introito paradossalmente andrà a pagare le bollette della luce che questi furbacchioni hanno riallacciato abusivamente inscenando la famigerata faccenda dell'Elemosiniere del Papa, una delle pagliacciate più meschinedel 2019

In definitiva il prossimo 31 dicembre 2019 in un imponente palazzo occupato ci sarà un numero imprecisato e non controllabile di persone, saranno violate le norme sulla Siae, saranno violate le norme sulla sicurezza, sulla vendita di alcolici, ci sarà un concentrato clamoroso di evasione fiscale, sarà fatta una feroce concorrenza sleale ai tanti capodanni a basso costo che si svolgono in strutture a norma e che si impegnano a pagare le tasse, ci saranno 18mila mq di edificio illegalmente abitato a disposizione di chiunque per fare qualunque cosa, con concerti e party perfino nei due piani interrati. 
Senz'altro non succederà nulla... Ma se succederà qualcosa. Se ci scapperà il collasso della ragazzina, se dovranno intervenire le ambulanze, se ci scapperà il morto per overdose o calpestato, se si verificherà la rissa o altri effetti incontrollati dovuti alla folla (basta un piccolo corto circuito, basta un po' di fumo per creare panico), la colpa non sarà dei farabutti irresponsabili che queste cose le organizzano. No. La colpa sarà del Comune, del Primo Municipio, della Polizia Locale e delle forze dell'ordine che decidono sistematicamente di lasciare impunita questa realtà. E la colpa sarà anche della stampa che continua ad ignorare (o, peggio, a raccontare in maniera distorta) questo edificio e altri edifici occupati della città lasciando che solo un piccolo blog si occupi di dire la verità e di denunciare l'assurdità, la violenza, la sopraffazione, la prepotenza di questa gentaglia che a Roma si sente sempre più padrona incontrastata.

Lucha Y Siesta. Lo sgombero è giusto nonostante quello che ti stanno raccontando

7 settembre 2019


Lucha y Siesta è uno dei tanti spazi occupati di Roma. Come tutti gli spazi occupati di Roma nasce e si sviluppa per due motivazioni essenziali: portare avanti la squallida ideologia di chi occupa e in parallelo erogare dei servizi sociali (residenzialità, cultura o altro) a persone terze. Con priorità variabili tra queste due istanze. 

Lucha y Siesta, in Via Lucio Sestio 10, è un edificio di proprietà di Atac che, abbandonato com'era, viene occupato nel marzo del 2008 da un gruppo di attiviste, tutte donne, appartenenti all'organizzazione Action (su cosa è Action chiunque può guglare liberamente). Nel sito ci sono scritte le motivazioni dell'occupazione. Tra queste spicca: "non possiamo permetterci un affitto di 1000 euro al mese". Fin qui siamo nell'ambito delle "normali", diciamo così, occupazioni romane: paraculaggine all'ennesima potenza mascherata da attivismo sociale e tutti quelli che si spaccano la schiena per pagare affitto e mutuo sono fessi mentre loro sono furbi. Ma a Roma si può. Qui però non ci si è limitati a questo e si è aggiunta una parte di servizi piuttosto avanzata: assistenza alle donne perseguitate e vittime di violenza. E in questo le attiviste di Lucha y Siesta si sono dimostrate particolarmente capaci, efficaci e competenti sotto molteplici punti di vista. Tanto che, pur essendo questo uno spazio occupato e addirittura privo di una responsabilità (le occupatrici sono totalmente anonime, non si sono mai dichiarate e sfuggono alle identificazioni da dieci anni), ci sono delle istituzioni che quando devono collocare donne utilizzano Lucha y Siesta come un'ufficiale casa rifugio. Ad oggi sono 23 i posti nelle case rifugio e semiautonomia del Comune, e altri 14 sono offerti da Lucha y Siesta dove ora come ora ci sono 14 donne ospitate, una metà hanno un bambino. 

Quando si è stati in qualche modo costretti a portare Atac in concordato preventivo per il tentativo di salvarla, questo immobile è ovviamente entrato nella partita. Vale oltre due milioni a quanto pare e dunque è fondamentale che venga valorizzato e venduto per contribuire alla salvezza finanziaria di quella derelitta azienda. 

Nonostante le attiviste sapessero da mesi di questa circostanza, invece di organizzarsi per tempo per un esito più sereno possibile (a vantaggio soprattutto delle donne ospitate) hanno deciso, come è stile di questi movimenti, di portare la situazione all'estremo, arrivare al distacco delle utenze ed alla minaccia di sgombero forzoso. In questi e in tanti episodi a seguire, le attiviste hanno così dimostrato di essere molto interessate al bene delle donne che ospitano, ma di essere ancor più interessate al loro bene, alla loro ideologia, alle loro patetiche questioni di principio. 

La tendenza è un po' quella di considerare le donne ospitate come loro proprietà, come ostaggio, come strumento per affermare il ruolo politico del centro sociale e il suo posizionamento territoriale a presidio. Nessuno purtroppo ha fatto presente alle attiviste che strumentalizzare le fragilità significa annullare qualsiasi elemento positivo del loro impegno sociale, significa fare esattamente - giusto per citare una realtà che le attiviste vedono come fumo negli occhi - come Casa Pound. Che quando fai presente che dovrebbe essere sgomberata ti rispondono che loro "danno casa a famiglie italiane con bambini che avrebbero diritto alla casa popolare". E dietro un presunto e non misurabile impegno sociale si nasconde qualsiasi illegalità e prepotenza, specie a danno del patrimonio pubblico. 

Arrivati a questo punto la situazione è grave e delicata visto che ci sono di mezzo persone in estrema difficoltà. Il Comune sta cercando in tutte le maniere di risolvere il problema e di ricollocare queste persone. In questa fase cosa ti fanno le attiviste? Aiutano e collaborano col Comune per far sì che la cosa si svolga nella maniera più serena possibile oppure continuano a strumentalizzare le donne in difficoltà muovendosi tra bugie e scorrettezze? Indovinate un po'...

Le menzogne sono già iniziate in realtà. Se le donne verrano - come è sacrosanto - spostate, le attiviste sono prontissime a dire che verranno "sradicate" dal territorio. Se qualcuno - come è sacrosanto - vorrà comprare l'edificio per dare ossigeno finanziario ad Atac si parlerà di una "svendita" e di una "speculazione". Addirittura stanno dicendo in giro - contando come fanno sempre questi gruppi sull'ignoranza e l'impreparazione degli ascoltatori - che esiste già un acquirente sebbene questo sia impensabile per le procedure tribunalizie che ancora sono distanti dalla eventuale messa all'asta dello stabile. Si ripete l'approccio solito dei movimenti romani: menzogne e bugie per suggestionare il popolino credulone. E sempre per suggestionare il popolino la conferenza stampa in cui le attiviste hanno presentato un crowdfunding per comprare loro l'edificio è stata anticipata da una spettacolare proiezione della scritta "VENDESI" sui più famosi monumenti della città. Come dire: "se si vende il nostro edificio allora è come se si vendesse il Pantheon". Nulla di più surreale. E anche se fosse, se parliamo di immobili venderli è molto meglio che rubarli e impossessarsene con la forza. 

Ma se esistevano le risorse per comprare uno stabile così grande e costoso (oltre due milioni il valore c0me dicevamo) perché le attiviste non hanno approntato un progetto legale fin da principio? Se volevano creare un'associazione e dare servizi alle donne in difficoltà perché non lo hanno fatto affittando uno spazio regolare e a norma? E magari pagando le utenze? Ci si domanda infatti in ben dieci anni di occupazione chi ha pagato luce, riscaldamento, acqua e gas da Lucha y Siesta. Si sono fatti allacci abusivi? Si sono attivate utenze regolamentari (a nome di chi?). Si sono sfruttate le utenze di Atac contribuendo per quota parte al fallimento della stessa? Un'altra questione da capire anche perché in presenza di un danno erariale di tale portata l'irresponsabilità delle attiviste rischia di farci andare di mezzo le povere donne maltrattate che sono le uniche persone identificabili nell'edificio visto che le attiviste faticano enormemente a pigliarsi la responsabilità di quanto fatto fino ad oggi. Il rischio è che queste povere donne, senza saperlo, si vedano accollato un debito enorme. Sarebbe la beffa delle beffe. 
La speranza è che il Tribunale, che comunque sta lavorando in questo senso, riesca quanto prima a identificare i nomi e cognomi a cui attribuire tutto: onori e soprattutto oneri di quanto avvenuto. 

L'incredibile stop agli sgomberi degli edifici occupati lo pagherete voi. Voi!

29 agosto 2019
Questo allucinante palazzo, insicuro, pericoloso, inadatto ad accogliere residenzialità di alcun tipo in condizioni igieniche accettabili, strumentalizzato dalla malavita degli occupatori non verrà sgomberato. L'operazione era prevista in questi giorni: non ci sarà. Il nuovo scenario politico assieme all'insistenza della Regione (oltre che sotto sotto del Campidoglio) ha permesso questa cosa: oggi in Prefettura si è deciso incredibilmente così. Dal Comune un freddo comunicato, dalla Regione invece esultanza ma del rapporto inaudito dell'amministrazione Zingaretti con gli occupatori abbiamo già detto in passato.

Vincono ancora una volta gli occupanti che hanno minacciato azioni di resistenza violenta e attiva ("vi daremo del filo da torcere") contro ogni tentativo di ripristino della normalità e della legalità.

Ora tutta la camorra delle occupazioni romane si ringalluzzisce: basta minacciare, e si ottiene. "Più lotta, più resistenza ma anche più attacco e più conflitto" ha dichiarato a Radio Onda Rossa Luca Fagiano dei Blocchi Precari Metropolitani (su di lui vi basterà googlare).

Sappiate una cosa: tutto questo lo pagate voi. Non ve ne accorgerete ma pagherete voi fino all'ultimo centesimo. Duramente e amaramente.

Le carogne che gestiscono a livello cittadino le occupazioni li foraggiate voi, ma pagate soprattutto i costruttori e i grandi proprietari immobiliari. Che gongolano: più i loro palazzi restano occupati più incassano di risarcimenti e si parla di decine e decine di milioni. Una edilizia orripilante, fuori mercato, che invece rende tantissimo grazie alle occupazioni. Confermandoci una tesi che ripetiamo da dieci anni: la immondizia dei boss delle occupazioni e l'immondizia dei palazzinari romani sono due facce della medesima medaglia. Guardacaso sono due tipologie (dis)umane che esistono solo a Roma.
E voi pagate: dieci, venti, quaranta milioni di risarcimenti. Soldi tolti ai servizi sociali, soldi tolti all'assistenza agli anziani, soldi tolti alle scuole materne. Calano i servizi, peggiorano le prestazioni e si dà la colpa in generale a chi amministra. Ma perché non andiamo a vedere dove vengono davvero allocati i soldi. Perché non approfondiamo i motivi per cui manca il denaro. E così chi paga le tasse paga due volte. E così chi ha bisogno di servizi pubblici perché non può permettersi quelli privati ha disagi doppi. E chi se ne approfitta vive a gratis a due passi dal centro.

Il tutto in nome di una emergenza abitativa totalmente inventata, costruita per strumentalizzare il disagio a vantaggio di alcuni, pochi individui senza scrupoli che sovraintendono il crimine delle occupazioni. Una autentica 'ndrangheta che esiste solo a Roma e che nessuno sembra davvero intenzionato ad estirpare e che anzi fa comodo, spostando voti ma soprattutto spostando gente, determinando il successo o l'insuccesso di manifestazioni e picchetti e lavorando con l'arma più odiosa: quella del ricatto. Ricatto peraltro contro una parte, quella pubblica, incapace di difendersi e di farsi valere. Dopo l'elemosiniere del papa che riattacca la luce (la pagate sempre voi, TUTTA), ora la Prefettura che si tira indietro il giorno prima di un sacrosanto sgombero. L'unica città del mondo dove c'è una situazione simile, l'unica città del mondo che sulla legalità va indietro invece di andare avanti. L'unica città del mondo che scambia il banditismo per solidarietà. Non c'è nulla di più sbagliato e mistificatorio.

Dove c'è banditismo i deboli, quelli veri, hanno solo da perderci. E le condizioni della gente povera a Roma - la gente povera per davvero, non la gente paracula - sono evidenti. E saranno sempre peggiori, perché in una città dove lo stato non ha il coraggio di farsi rispettare nessuno verrà ad investire, nessuno verrà a scommettere, nessuno verrà a portare i propri capitali e le proprie idee per dare una speranza a chi è senza lavoro e senza opportunità.

Dopo il palazzo, gli occupatori di SpinTime si sono impossessati di un parco pubblico a Via Statilia

12 luglio 2019

Ogni giorno l'asticella viene collocata un millimetro più su, avete notato? Qualche settimana fa ci fu l'elemosiniere del papa, con l'eroico riallaccio della luce al palazzo occupato. Ora siamo direttamente all'occupazione dei parchi pubblici...
Non paghi di essersi presi da anni un enorme edificio nel pieno centro della città mentre i loro concittadini si fanno in quattro per pagare mutui, affitti o decidono di andare a vivere in estrema periferia o fuori Roma dove si possono permettere di stare, gli amici di SpinTime hanno traversato la strada e dopo il gigantesco palazzo di Via Statilia ora si sono impossessati anche del parco pubblico dirimpetto.

Adesso è loro, praticamente di loro proprietà. C'è stata proprio una specie di colonizzazione che sconsiglia a chiunque altro di entrare. Questa volta, oltre che con la complicità del I Municpio grande amico degli abusivi e grande nemico per chiunque - cittadino o imprenditore - si voglia muovere nella legalità, gli occupatori illegali si sono mossi fianco a fianco con la famigerata associazione dei genitori della scuola Di Donato. Il colmo: una operazione illegale, abusiva e pure pericolosa, con contenuti peraltro discutibili e senz'altro schierati e estremisti, passata come momento di educazione per i bambini. Difficile pensare a qualcosa di più meschino.

La prima giornata di operazioni in quello che è stato ribattezzato "Parcobaleno" con tanto di profilo Facebook è stata la presentazione di un libro. Al tavolo oltre che all'autore - Andrea Catarci - anche Emiliano Monteverde appunto del I Municipio a riprova di quel che si diceva sopra e Andrea "Tarzan" Alzetta, esponente della malavita delle occupazioni romane. Davvero molto molto di beneficio per i bambini.
due gruppi elettrogeni nell'area verde del parco
Ieri sera poi si è toccato il culmine. Gli occupatori erano impegnatissimi ad allestire un rudimentale cinema all'aperto servendosi in parte delle strutture del parco e in parte portando teli e panchine. Per far andare l'elettricità sono stati portati nell'area verde (!) due puzzolenti gruppi elettrogeni a kerosene e i cavi elettrici svolazzavano dappertutto con pericolosa vicinanza tra prese elettriche e pozzanghere create dalla fontanella del parchetto. 
Cavi elettrici, prese, ciabatte in mezzo alle pozzanghere con i bambini che ci passano sopra. Aspettiamo il bambino folgorato per intervenire...
Qualsiasi associazione culturale regolare che avesse voluto realizzare manifestazioni e iniziative nel parco sarebbe stata bloccata: soprintendenza, Vigili Urbani, Municipio, Vigili del Fuoco, Asl ecc ecc. Se invece sei abusivo puoi fare quello che vuoi e nessuno ti dirà mai niente. Del resto gli organizzatori lo dichiarano nero su bianco nel loro manifesto riguardante le attività nel parchetto che fu ripulito lo scorso febbraio da Retake: "vengono prima le persone e dopo le norme!". Testuale. Questo insegnano i Genitori della Di Donato ai loro figli, la filosofia del chiunque può fare quello che gli pare. Questo promuove il Primo Municipio. Intanto stiamo coi gruppi elettrogeni a kerosene appoggiati sulle sterpaglie secche di un parco pubblico. Così vediamo che fine fanno i bambini in caso di incendio...

Intanto, grazie ai mille agganci politici e ai papà potenti in Giunta, i "ragazzi di Scomodo", rivista universitaria, dopo aver cercato di impadronirsi di Palazzo Nardini, stanno per aprire la loro mega redazione dentro lo stesso palazzo occupato di Via Statilia. In barba a tutti i soggetti culturali della città che la loro sede se la pagano così come le utenze, il personale e le tasse. Tutta la storia la potete trovare qui

L'atroce istigazione al terrorismo al Nuovo Cinema Palazzo. Quando lo sgombero?

1 luglio 2019
 Non c'è stata alleanza più proficua, in queste prime settimane di caldo afoso, di quella tra Carola Rackete e Matteo Salvini. Capitani combattenti sui media, in realtà i due protagonisti sono stati più funzionali l'un l'altro di quanto non si possa immaginare. 
In particolare il Ministro dell'Inferno si è giovato di un'arma di distrazione di massa non da poco conto. Per giorni e giorni si è parlato esclusivamente di questi 40 migranti appollaiati sulla Sea Watch (mentre decine e decine di altri ne sbarcavano nel silenzio più totale in altri punti dell'isola di Lampedusa) e così non si è parlato affatto di un paese allo stremo, di una economia che grazie al governo sta andando in rovina e dell'inefficacia totale dell'azione amministrativa dei giallo verdi. 

Tra l'inefficacia totale c'è anche la gestione delle numerose illegalità che, una volta arrivato Matteo Selfini all'Interno, erano date in via di soluzione. E invece nulla di fatto: Roma era ostaggio di decine e decine di spazi occupati all'insegna della prepotenza e della sopraffazione e, nonostante le promesse, nulla è cambiato. Si sono al massimo fatte le liste degli spazi da sgomberare, ma ci si è incredibilmente fermati lì. E così, sentendosi sempre più invincibili, queste metastasi continuano a fiaccare il corpaccione ormai morente della città.

Uno dei tanti culmini si è raggiunto lo scorso 20 giugno quando al Cinema Palazzo, spazio occupato illegalmente ormai da anni (e in barba a fior di processi) nel cuore del quartiere di San Lorenzo, si è arrivati a fare autentica apologia del terrorismo invitando gli astanti di fatto a darsi alla lotta armata nel tempo libero...

Le parole di Barbara Balzerani (lì a presentare il suo libro che ha scritto invece di marcire in galera come avrebbe meritato di fare dopo ben tre ergastoli per qualche strana legge sanati a partire dal 2011) sono abbastanza inequivocabili e possono essere apprezzate nel servizio andato in onda su Quarta Repubblica, unica trasmissione ad aver affrontato la cosa nei giorni scorsi durante i quali il dibattito come dicevamo è stato monopolizzato da altro. La brigatista, che non si è mai pentita di aver ucciso tra gli altri gli innocenti che facevano da scorta a Aldo Moro e che ogni volta che ricorre la commemorazione della morte dell'ex esponente Dc prende per i fondelli sui social, ha invitato chi la ascoltava ad assecondare il conflitto con parole chiarissime. Il filmato è raggelante...



Cosa altro deve succedere perché spazi come questo vengano sgomberati? Ormai sono diventati incubatori di violenza. Davvero, cosa aspettiamo? Sul serio vogliamo aspettare il primo morto? Si badi bene: in città - complice uno stato di degrado fuori controllo in virtù del quale tutti si sentono legittimati a tutto - l'aria che si respira è atroce; c'è un processo di radicalizzazione feroce; gente che fino a ieri era normale si sta facendo convincere da ragionamenti, impostazioni intellettuali e comportamenti assolutamente estremistici. Questo vale per i gruppi di estrema sinistra e per quelli di estrema destra. Il prossimo passo è la violenza. Il prossimo passo è la morte. Non è una esagerazione questa, è la diretta conseguenza di una condizione cittadina difficoltosissima unita ad un lassismo totale che tende a considerare controllo e sanzione come fossero una forma eccessiva di presenza dello stato. Ebbene è vero il contrario. Se questa gentaglia non sente la presenza forte dello stato si tende a creare uno stato proprio, con proprie leggi, con propri regolamenti (di conti), con proprie sanzioni e con propri nemici da combattere. In una situazione di estremo degrado urbano, di povertà diffusa, di declino e di depressione collettiva, il passaggio dalla tristezza alla violenza è un attimo. E si manifesterà se invece di prevenire ci si limiterà a curare. NON ASPETTIAMO IL PRIMO MORTO AMMAZZATO!


Il filmato continua con scene davvero assurde. La Balzerani sul palco duetta con un tizio che - pensateci bene - sarebbe concepibile solo a Roma, chiamato Nunzio D'Erme, personaggio folkloristico da sempre punto di riferimento del mondo delle occupazioni illegali in città, ai tempi di Veltroni addirittura consigliere comunale come consigliere comunale fu successivamente Andrea "Tarzan" Alzetta. 

D'Erme aggiunge le sue considerazioni inaudite. Arrivando ad affermare che gli Anni di Piombo erano anni belli, che ci si "divertiva" e che poi quando ti diverti dopo un po' arriva qualcuno che ti chiede il conto. Come se fosse la cosa più consequenziale e normale del mondo. Senza contare il senso di soddisfazione e di orgoglio parlando del commando che ha sequestrato e ucciso Moro e gli agenti della sua scorta: "il più grosso aveva 32 anni, un gruppo di giovanissimi aveva messo in scacco il capitalismo". 

Si arriva insomma alla totale mistificazione della storia (le BR erano semmai lo strumento, gli utili idioti del peggiore capitalismo, della peggiore influenza statunitense sull'Italia, dei peggiori servizi segreti deviati, della parte più ignobile dello stato insomma, altro che anti-stato) pur di rendere affascinanti dei criminali. E lo si fa in un luogo dove - secondo la vulgata - si fa cultura, in un luogo secondo molti da difendere, in un luogo che perfino fior di presidenti di Municipio (che ne dice la Del Bello?) considerano una risorsa e non un problema. Tanto poi tutti i media parlano solo di Carola, tanto poi dopo c'è - come da invito - l'aperitivo popolare. Tutti amici come prima e ci rivediamo al prossimo appuntamento per indottrinare e plagiare gli ignoranti, i deboli, i fragili. Ogni giorno con quel pizzico di meschinità e doppiogioco in più del giorno prima fino al salto di qualità della 'lotta'. 

Si chiudono fior di moschee - lasciando intere comunità senza luogo di culto - sulla base di semplici sospetti o frasi mal tradotte di un imam. E invece chi fa il peana degli anni di piombo la passa liscia così...

Chi non interviene si piglia una responsabilità gigantesca.

11 motivi per cui l'elemosiniere del Papa ha sbagliato di grosso a riaccendere la luce

14 maggio 2019
Parliamo di SpinTime, la inquietante occupazione di Action e di Tarzan Alzetta che da qualche tempo viene letteralmente contrabbandata come progetto di rigenerazione urbana (tanto i romani sono gonzi e bevono tutto) con la complicità di tutti per questioni di soldi, di tornaconto politico, di consenso e di potere.

Premettiamo che parlare di uno scenario cittadino in cui a quanto pare esiste un giustiziere della notte con un furgoncino, inviato niente meno che dal Pontefice a risolvere con la forza e violando le leggi i problemi dei presunti poveri, ci risulta quanto meno surreale e umiliante. Un contesto crircense, farsesco, folkloristico e ridicolo. Un contesto, soprattutto, che non potrebbe avere eguali in Europa e nel mondo. 
E allora, ci si potrebbe chiedere per paradosso, come mai il Papa non ha un elemosiniere in ogni città del mondo? Forse la "povertà" non è dappertutto e forse, oltretutto, a Roma non è per la maggior parte dei casi null'altro che una maschera per coprire la paraculaggine? E' davvero inaccettabile quello che è successo: si stava smuovendo qualcosa verso la risoluzione con uno sgombero di un palazzo occupato da anni e ha deciso di metterci la bocca uno stato straniero mandando una persona a impicciarsi. 

Ovviamente grande accoglienza al gesto papale definito dal 90% del paese come "coraggioso" solo perché il 90% d'Italia non conosce il livello di collusione e mafia che c'è dietro le occupazioni romane, mafia capace anche di smuovere il Vaticano... Accoglienza anche dagli stessi occupanti, sovraintesi da organizzazioni para criminali di ultra sinistra per solito assai contrarie alla Chiesa e ai suoi dogmi. Ma quando ci sono di mezzo gli interessi, non c'è ideale che tenga e va benissimo anche il Vaticano solitamente raccontato dagli stessi ras delle occupazioni - e tal volta perfino a ragione visto che basterebbe l'uno per cento delle case vuote possedute dall'organizzazione per cui lavora il sor Elemosiniere a sanare il presunto problema abitativo in città - come la vera causa degli squilibri del mercato immobiliare romano.

Oltretutto non si riesce a capire perché, a fronte di una città in cui decine e decine di migliaia di persone, di famiglie, di aziende sono in difficoltà e davvero non riescono a pagare le bollette, la Santa Sede si debba occupare con clamore solo di chi occupa, di chi viola le regole, di chi con la forza ruba immobili di proprietà privata. Trascurando tutte le persone che, col doppio dello sforzo, si fanno in quattro e sputano sangue per stare nella legalità. E' solidarietà questa? E' misericordia questa? Ha a che fare con le leggi cristiane questo?

Ferma restando dunque l'assurdità di tutto questo, approfittiamo della visibilità avuta dalla cosa per mettere in fila i motivi per i quali l'elemosiniere di Sua Santità doveva farsi un quarto d'ora di affari propri e doveva lasciare che si andasse verso uno sgombero dell'edificio di Via Santa Croce in Gerusalemme. Per il beneficio di tutti, a partire dal beneficio degli occupanti stessi.  

1. NESSUNO CERTIFICA CHE LE PERSONE PRESENTI NELLA OCCUPAZIONE SIANO REALMENTE BISOGNOSE
Non lo sappiamo. Possiamo solo presumerlo. Possiamo ipotizzarlo. O più realisticamente possiamo ipotizzare che un terzo di persone sia davvero bisognosa, un altro terzo di persone si approfitti della situazione e un'altro terzo sia lì per questioni di favori di politica e di potere. "Vieni che ti diamo casa però ogni volta che dobbiamo fare qualcosa tu devi stare a disposizione". Insomma, venduti della mafietta delle occupazioni. Non sono persone registrate, non sappiamo chi sono, non sappia nulla del loro reddito, non sappiamo se lavorano, se non lavorano, se hanno ricevuto offerte di lavoro e le hanno rifiutate (tanto non devon mica pagare affitto o bollette, quindi...). Non sappiamo nulla, non abbiamo dati da analizzare, siamo totalmente al buio su quello che succede. Intervistati qualche tempo fa alla tv, tra gli occupanti di Via Santa Croce apparve una ragazza che candidamente esternò davanti alle telecamere: "sono qui perché ho 19 anni e mi ero rotta di stare a casa coi miei, volevo finalmente vivere da sola ma non avevo i soldi e allora ho occupato". Non ci sarà solo questo, certo, ma c'è anche questo. Ed è semplicemente inaccettabile. L'unico modo per evitare questo è far tornare in mano allo stato (o alla Regione o al Comune) la gestione delle emergenze sociali, togliendole di mano dai racket dei movimenti che pretendendo di fare attività sussidiaria sostituendosi alla parte pubblica (di fatto privatizzando un servizio) fanno più danni che altro.
Spin Time e Casa Pound sono due facce di una stessa medaglia. Ragionano allo stesso modo, hanno lo stesso approccio, rispondono con gli stessi identici slogan alle critiche. La nostra speranza è che vengano sgomberati entrambi, lo stesso giorno. Una festa della legalità

2. LE CONDIZIONI INTERNE SONO DRAMMATICHE
Un autentico slum all'interno della città. Centinaia di persone che vivono ammassate, in condizioni igieniche inaccettabili, in spazi che non sono e non sono stati mai pensati per essere civili abitazioni. Si tratta di uffici riadattati ad appartamenti alla bell'e meglio (hanno fatto un cambio di destinazione d'uso di fatto, violando il Piano Regolatore della città. Un abuso macroscopico). Il palazzo è una bomba igienico sanitaria che può determinare tutto: da incendi a epidemie. Non è possibile consentire alle persone di vivere in questo modo mettendo a repentaglio se stesse e gli altri.

3. NON E' VERO CHE IL PALAZZO ERA VUOTO
Chi è in vena di scusanti per legittimare la sciatta camorruccia delle occupazioni romane ripete più o meno sempre gli stessi tre o quattro patetici slogan. Uno ad esempio è: "ci stanno le persone senza case e le case vuote, dunque che problema c'è se occupiamo?". Ovviamente non è vero che il palazzo era vuoto. Il palazzo era stato usato fino a poco tempo prima come uffici e poi stava per essere venduto per la realizzazione di un altro progetto. Non era ne vuoto ne abbandonato: è solo una delle mille strumentalizzazioni dei farabutti che hanno costruito la loro carriera politica e la loro fortuna economica, ideologica e di potere sulle occupazioni, strumentalizzando la disperazione. Ovviamente anche se davvero il palazzo fosse stato vuoto e abbandonato, questo non avrebbe neppure per un istante giustificato una occupazione illegale. 
La proiezione daaa pardida non manca mai...

4. IL PALAZZO E' UNA BOMBA SOCIALE
Oltre che dal punto di vista igienico, il palazzo è una bomba dal punto di vista sociale. E disordini possono avvenire da un momento all'altro. Il fatto che fino ad oggi chi amministra le cose (con metodi coercitivi, da qui lo stato di ordine) lo abbia fatto senza far emergere disordini e anomalie questo non toglie che potrebbero avvenire in futuro. Non può una città tenere in suo seno situazioni totalmente ingovernabili come questa. Siamo alla terra di nessuno più pericolosa e inaccettabile. 

5. IL PRINCIPIO CHE "LE COSE NON FUNZIONANO ALLORA SIAMO GIUSTIFICATI" E' ABERRANTE
E' uno degli altri slogan che i ciarlatani delle occupazioni e dei movimenti romani ripete a spron battuto sapendo che basta davvero poco a abbindolare l'auditorio capitolino. "Non funziona il sistema delle case popolari, quindi occupiamo". Una legge del taglione aberrante, pericolosissima se presa in parola da tutto. Con questo stesso principio potrebbero domani arrivare un esercito di 450 persone ancor più povere e ancor più disperate di quelli ora ospitate a Via Santa Croce in Gerusalemme e chiedere a buon diritto di subentrare. O farlo eventualmente con la forza facendo scoppiare una guerra civile. "Se una cosa mi spetta o me la danno o me la prendo" è un principio fascista e dio solo sa quanto fascismo c'è nei cervelli bacati e marci dei fondamentalisti alla matriciana dei movimentisti romani.
Discoteche, feste, ristoranti, party, concerti e chi più ne ha più ne metta. Nella più profonda illegalità e insicurezza

6. LO SFRUTTAMENTO COMMERCIALE DEGLI SPAZI COMUNI E' IGNOBILE
Le aree comuni dell'enorme palazzone, qualcuno lo spieghi all'elemosiniere, sono sfruttate a livello commerciale in maniera vergognosa e ignobile. Fiumi di denaro in birra, iniziative e altro. C'è pure un'osteria e chissà quanti altri esercizi commerciali totalmente abusivi. Una concorrenza sleale allucinante in una città dove aprire un esercizio di somministrazione significa ormai passare per le forche caudine di una burocrazia sfiancante e disincentivante. E quando fai notare che per i loro mille concerti non pagano SIAE ti rispondono che la SIAE è mafia. Già, sarà anche mafia, ma tutti i locali attorno a voi sono costretti a pagarla mentre voi impunemente evadete. Questo significa solo una cosa: concorrenza sleale. Non solo non paghi l'affitto, non solo non paghi le bollette, ma riesci pure a bypassare la burocrazia e le tasse sullo spettacolo. Solo la Ndrangheta e i centri sociali a Roma riescono a comportarsi in maniera così meschina. Tutti gli altri subiscono, pagano anche per loro, dichiarano fallimento. L'impatto negativo sull'economia della città è clamoroso. 

7. NON E' VERO CHE SIAMO IN EMERGENZA ABITATIVA!
Un altro slogan. L'emergenza abitativa. Per carità, la casa è sempre un problema. Lo è in tutto il mondo con picchi allucinanti fuori dall'Italia. A Roma anche non è facile trovare una casa comoda a buon mercato, ma l'emergenza è un'altra cosa. Certo, se vuoi vivere a Via Statilia in pieno centro storico o te lo puoi permettere oppure vai a vivere in periferia, o un po' fuori città come negli ultimi decenni hanno fatto varie centinaia di migliaia di persone (lo dicono i dati e i flussi): pensate che fessi, potevano tutti quanti occupare. Del resto è piano di palazzi vuoti, no!? La realtà la scopri aprendo due siti illuminanti: trenitalia.com e immobiliare.it. Focalizzati su qualsiasi paese o cittadina posti a 25, 35 o 45 minuti di treno da Roma e scoprirai che investendo così poco tempo in pendolarismo arrivi in posti dove le case faticano a raggiungere i 300 euro al mese. Da New York a Londra, da Berlino a Tokyo chiunque non ce la fa a pagarsi un affitto in centro si sposta un po fuori, a Roma chi non ce la fa a pagarsi un affitto in centro dice che sta in emergenza abitativa e occupa appartamenti nei posti più pregiati della città, dall'Esquilino a Santa Croce, da Piazza Indipendenza a Piazza Bologna. Un raggiro galattico nel quale tutta Roma fa finta di cadere per la pigrizia di non porsi il problema, per la pigrizia di non farsi una domanda, per la voglia ancestrale di lavarsi le mani. Da sempre. 

8. QUEL PALAZZO OCCUPATO DA 150 FAMIGLIE AVREBBE GENERATO LAVORO PER 150 FAMIGLIE
Lì era previsto un albergo. Avrebbe oltretutto qualificato tutta la zona, incentivato il commercio (che boccheggia qui) e magari chiamato ulteriori investimenti. I venditori stavano quagliando l'operazione coi compratori. Ci sarebbe stata una struttura ricettiva capace di dare risposte sane, di reddito, soddisfazione, opportunità e sicurezza allo stesso numero di famiglie che oggi occupano. Solo questo dato deve bastarvi per capire all'interno di quale enorme inganno ci troviamo. Davvero un Elemosiniere papale non capisce una cosa del genere? Ma c'è di più...
La presidente del Primo Municipio Alfonsi con Tarzan Alzetta, il boss delle occupazioni romane. La foto è un insulto, uno schiaffo, uno sputo in faccia a tutti i cittadini per bene di Roma

9. I PALAZZI OCCUPATI TENGONO LONTANI GLI INVESTIMENTI INTERNAZIONALI. UNICA NOSTRA SALVEZZA
C'è di più perché il danno non è solo puntuale. Non riguarda solo questo specifico edificio che avrebbe potuto dar risposte di lavoro e dignità a 150 famiglie e invece dà risposte di degrado, prepotenza, camorretta e illegalità a 150 famiglie. Riguarda tutto il sistema, anzi l'ecosistema economico romano che oggi vive un olocausto. Vedere investitori che nonostante reiterati esposti in Procura non riescono a rientrare in possesso dei loro immobili semplicemente fa scappare altri potenziali investitori dalla nostra città. Ed è quello che sta succedendo: non c'è l'ombra di un investitore immobiliare (resta con qualche sparuta operazione solo CDP, che infatti è pubblica e a Roma ha sede). Tutti i soggetti che stanno ad esempio cambiando faccia a Milano generando posti di lavoro, ricchezza, opportunità, rigenerazione urbana, appeal e bellezza non mettono piede a Roma. Da Hines a Coima, da LendLease a Unipol, da Prelios a Covivio sono lì in attesa che Roma la faccia finita di farsi stritolare dai furfanti delle occupazioni e dei movimenti per arrivare in forze ad investire qui tramutando la Capitale in un posto normale a suon di fiumi di denaro liquido che è pronto per noi ma non arriva perché le condizioni ambientali sono inaccettabili. Questa situazione ci tiene schiavi tutti, ci tiene ostaggi tutti, ci impedisce di svilupparci tutti, ruba le opportunità ai nostri figli e infatti c'è una intera generazione di quarantenni  e cinquantenni in città che sta lavorando solo per far andar via i figli il prima possibile. Ecco i risultati della solidarietà dell'elemosiniere. Questa volgarità coatta, aggressiva e parafascista mascherata da "ssspazi sosssciali" (da pronunziarsi come Verdone in Un Sacco Bello) vi sta divorando dentro come un cancro e voi la difendete, la applaudite, inneggiate al "coraggio" del Papa come nella peggiore Sindrome di Stoccolma.

Dunque non c'è solo il danno dei 150 posti di lavoro persi, c'è l'impatto drammatico che ogni storia come questa (o quella vergognosa del Cinema Palazzo, quella dell'hotel della Garbatella e di tanti altri spazi occupati) ha sull'economia della città e sulla sua reputazione sul mercato internazionale. Se solo quelle risorse venissero liberate noi vedremmo risolti tutti i problemi di povertà della città. Dal primo all'ultimo. Ad oggi, grazie a questa gentaglia, siamo un posto da cui fuggire, su cui non scommettere neppure un centesimo, un sistema in piena debacle economica. Una crisi che ci siamo creati da soli visto che le potenzialità della città sono dieci volte più significative di ogni altra città italiana e invece ci facciamo mangiare in testa perfino da Bologna o Firenze, per tacere di Milano. Questo ha delle conseguenze atroci. Chi dice di voler combattere la povertà, in realtà sta solamente alimentando il proprio personale potere e sta generando povertà su povertà. Del resto organizzazioni come i movimenti romani non possono - non potranno mai - operare per il benessere e lo sviluppo. Se la povertà scompare loro non avrebbero più ragione di esistere e non potrebbero più esercitare il potere, il ricatto, la pressione che esercitano con tutte ciò che per loro e solo per loro produce in termini di vantaggi diretti e indiretti. 
L'Elemosiniere di Papa Francesco sotto braccio agli occupanti. Lo avete visto mai sottobraccio a qualche commerciante che sta lottando per non chiudere, delle migliaia di persone che ogni giorno a Roma perdono il lavoro proprio a causa del degrado generato da questa situazione e altre simili?

10. E LE CASE POPOLARI?
Beh, abbiamo parlato pochissimo di case popolari. Il solito Roma fa Schifo che nasconde i problemi. Non li nascondiamo, sappiamo perfettamente che il servizio funziona poco e male (ma meglio di quel che si pensa), ma sappiamo anche che decine e decine di case non vengono rimesse in circolo a vantaggio di chi ne ha bisogno proprio perché sono occupate. Ed è su questo che bisognerebbe lottare: più case popolari, gestite in maniera impeccabile, senza sconti, e più housing sociale. Ma proprio grazie alla sciatteria dei movimenti romani anche tanti progetti che potrebbero ospitare al proprio interno housing sociale (vedi l'ex Fiera di Roma) vengono bloccati, interrotti, sabotati culturalmente. Peraltro pianificare, costruire e gestire bene le case popolari è normalità e non porta voi. Mentre accordarsi come fa da sempre la più squallida politicuccia romana con le mafiette dei prepotenti ne porta eccome e si eleggono grazie a questi criminalucci anche fior di consiglieri comunali se si sanno strumentalizzare a dovere i suffragi dei disperati. Ecco, chissà se l'elemosiniere si è reso conto di aver fatto un clamoroso assist alla peggio politica romana.
Detto ciò, ribadiamo che il sistema delle occupazioni, la mentalità del "mi prendo ciò che mi spetta", la logica del "non funziona niente quindi delinquo e nessuno mi può dir nulla" fa sì che centinaia di case popolari siano occupate da chi non ne ha diritto. E chi sta in graduatoria aspetta dormendo in macchina. In attesa, un bel giorno, di decidere di svendere se stessi ai rapaci avvoltoi dei movimenti. 

11. OKKAY MA IL VATICANO E' INTERVENUTO PERCHE' NESSUNO FACEVA NIENTE
Falso, giorni e giorni prima dell'intervento dell'Elemosiniere la sindaca Virginia Raggi aveva mandato fior di assistenti sociali nel palazzo per offrire a bambini, anziani e bisognosi un posto nelle case famiglia del Comune, che esistono e sono pagate dalle tasse di tutti appositamente per questi casi. Ovviamente strumentalizzati e plagiati dall'organizzazione tutti hanno risposto di no. Come risposero no gli occupanti di Piazza Indipendenza quando si offrì loro una soluzione alla loro situazione. Insomma questa gente non accetta nessuna soluzione legale, preferendo di gran lunga stare nell'illegalità. Non è vero che non hanno alternativa, semplicemente non sono interessati alle alternative legali, alle alternative che abbiamo tutti, preferiscono stare nell'illegalità. Lo considerano più da furbi e più comodo. 

Tutto questo decalogo significa che auspicavamo che i bambini restassero senza acqua calda per altri giorni o che gli anziani continuassero ad avere problemi a causa dello stacco di elettricità? Assolutamente no. Ma la circostanza doveva essere sfruttata dalle istituzioni in maniera astuta e orientata al bene comune e alla risoluzione dei problemi e delle anomalie. Cari amici - avrebbe dovuto dire l'amministrazione intervenendo - noi adesso vi facciamo riaccendere la luce perché in queste condizioni non vi lasciamo. Ma sappiate che avete tre mesi da oggi per sloggiare non un giorno di più. Così si comporta una città seria. 

La nuova sede-redazione occupata di Scomodo. Il progetto editoriale diventa piattaforma criminale

13 aprile 2019
Dopo le palestre popolari, le osterie sociali, le ciclofficine occupate e gli interi palazzi residenziali sottratti con la violenza ai legittimi proprietari in ossequio ad una emergenza abitativa inesistente e inventata all'unico scopo di dar potere e ruolo a gruppi di potere paramafiosi che in cambio di case arbitrariamente assegnate in omaggio a amici e lacché possono disporre di forza contrattuale e di varie armi di ricatto, oggi abbiamo una novità ulteriore nella pozzanghera urbana di Roma: la redazione di giornale abusiva. 

Si parla della rivista Scomodo. Scomodo è stata una iniziativa editoriale molto interessante. Al di là dei contenuti - spesso naif e velleitari e comunque concepibili solo in una città con una mentalità sociale e civica ferma a quarantacinque anni fa come Roma, dove i giovani non viaggiano, non osservano, non si confrontano e pensano che il mondo si esaurisca all'anello del Grande Raccordo Anulare - il progetto era interessante perché coinvolgeva le scuole, perché riesumava la vecchia pratica del giornalino scolastico, perché metteva in campo le forme della grafica editoriale e dell'illustrazione (fondamentali per l'editoria contemporanea) e perché tornava a riflettere sull'importanza di stampare riviste di carta.

Dopo i primi successi - come spesso accade agli immaturi e a chi è incapace di gestire in maniera civile la propria crescita nella società - evidentemente i "ragazzi" di Scomodo (a Roma chiunque parta con una iniziativa contemporanea - a riprova dell'arretratezza intellettuale della città - viene bollato come "ragazzo". I ragazzi di Scomodo, i ragazzi del Cinema America e così via...) si sono sentiti padroni del mondo e hanno deciso di far passi ulteriori. L'iniziativa editoriale studiata anche fuori da Roma e seguita da migliaia di lettori deve trasformarsi in qualcosa di più profondo, e quale strada migliore avendo le spalle coperte da amicizie giuste se non quella di entrare - come tutte le iniziative più tristemente in voga di Roma - nella più totale illegalità in nome di violenza, prepotenza, sopraffazione e concorrenza sleale?


Il progetto di per se è super interessante, intendiamoci. (C'è anche - guardatelo qua sopra - l'immancabile video aspirazionale che ovviamente omette il fatto che tutto il progetto si basa totalmente sull'illegalità). Creare una grande redazione del giornale che però sia aperta a tutti, funga pure da hub culturale per eventi e presentazioni, sia accogliente per i bambini e per chi vuole andarci perfino solo a giocare, si apra al coworking ospitando postazioni e librerie e anche spazi per la ristorazione. Questo non è certamente l'unico modo, ma senz'altro è uno dei modi grazie ai quali un qualcosa che si chiama "giornale cartaceo" può sopravvivere e guadagnarsi il proprio ruolo nella società e nella città. Dunque bravi per la visione. Peccato per l'attuazione. Perché se la visione è internazionale e centrata (e chapeau un'altra volta!), la attuazione è disgustosamente romana e basta rifletterci cinque minuti per scoprire quanto è raccapricciante e quanto manca di rispetto alle migliaia di imprese culturali della città che lottano ogni giorno per stare nella legalità. 

Una delle occupazioni temporanee di Scomodo

Quale è il progetto? Facile facile: occupare abusivamente un enorme garage di 2000 mq a Via Statilia. Di proprietà di Inps\Cassa Depositi e Prestiti. Insomma di proprietà dello stato italiano e dunque di tutti noi. Un immobile che qualora fosse liberato dagli occupanti abusivi potrebbe essere venduto, valorizzato e trasformato probabilmente in residenze o albergo. Un progetto che, se la proprietà fosse messa nelle condizioni di attuarlo, genererebbe molti molti molti più posti di lavoro rispetto al numero stesso di famiglie oggi ospitate in nome della fasulla emergenza abitativa che dicevamo sopra. Solo questo calcolo algebrico può bastare, per tutti, a spiegare l'imbroglio che c'è dietro queste occupazioni: danno risposte al disagio di 100 famiglie? Forse è vero. Ma l'immobile che usurpano potrebbe dare risposte al disagio di 200 famiglie. E in più potrebbe farlo generando lavoro sano, vero, legale, e non illegalità gestita da movimenti para-camorristici che sfruttano la disperazione delle persone per tornaconto e giochi di potere. Con questa gentaglia i ragazzi di Scomodo hanno deciso di allearsi. Questo è l'esito a cui è arrivata una delle iniziative editoriali più interessanti degli ultimi anni. 

Non è la prima volta che il gruppo di Scomodo "occupa" spazi pubblici più o meno abbandonati. Lo hanno fatto con lo Stadio Flaminio, con gli Ex Arsenali Pontifici o con Palazzo Nardini con un bel girotondo a cui si unì Luca Bergamo... I temi erano sempre sbagliati beninteso: contro lo sviluppo, contro la rigenerazione urbana, contro la generazione di posti di lavoro. Secondo la visione ridicolamente naif del mondo dei ragazzi di Scomodo ogni spazio abbandonato della città dovrebbe essere trasformato in un non meglio specificato "spazio culturale" (magari gestito da loro o ospitante la loro redazione). Poco importa se la città è già ricolma di spazi culturali che non riesce a gestire e poco importa che le pratiche di rigenerazione urbana prevedano per gli spazi abbandonati un mix di funzioni: culturale certo, ma anche residenziale, ricettivo, commerciale, artigianale e molto altro. Ma quando si è giovani si ha diritto di sognare e perfino di ritenere che ogni area non utilizzata tramuti le proprie funzioni in sala prove per boy band o skate park. La cosa grave è quando queste legittime aspirazioni giovanili che si dissolvono crescendo vengono avallate da politici navigati e scafati in cambio di facile consenso. Questo è veramente meschino e questo è avvenuto in passato. 
Ad ogni modo, al di là delle occupazioni temporanee, questa volta l'occupazione non sarà simbolica, ma si occupa proprio per rimanere e aggiungere una casella alla già lunga e vergognosa lista dell'illegalità romana contrabbandata per cultura.
L'ingresso del nuovo spazio: 2000mq interrati sotto il grande palazzo Inpdap di Via Statilia\Santa Croce in Gerusalemme

Me mettiamoci nei panni di qulsivoglia altro operatore culturale che volesse realizzare un progetto simile a quello di Scomodo. Chiunque volesse realizzare una piattaforma simile, realizzarla in centro, realizzarla disponendo di 2000 mq dovrebbe passare i guai. In un mondo normale dei ragazzi intenzionati a rendere davvero concreta una visione simile cosa fanno? Cosa farebbero in Austria, in Francia, in Danimarca o semplicemente a Firenze, a Bologna o a Milano? Quanto segue:

1. Si scrive un progetto e un business plan serio che sia davvero valoriale, ed emozionante.

2. Si inizia a fare il giro di partner, finanziatori, mecenati spiegando il progetto e cercando i finanziamenti necessari.

3. Nel frattempo, con lo stesso progetto e lo stesso business plan, ci si impegna a studiare tutte le opportunità in termini di bandi europei, regionali, cittadini vedendo se esistono delle opportunità in questo senso.

4. Una volta trovata una base economica, pubblica o privata che sia, ci si mette a cercare lo spazio. Probabilmente ci si dovrà accontentare di uno spazio in periferia perché 2000mq in pieno centro sono inavvicinabili, ma è anche un bene perché così si va a fertilizzare un'area dove non c'è nulla invece di atterrare come invece faranno gli Scomodo in un territorio dove c'è già tanto: anni e anni a parlare degli "ultimi" e poi si apre l'hub nella Roma signorile di Via Statilia: semplicemente patetico. Ma andiamo oltre.

5. Una volta trovato lo spazio si fa un progetto, si chiedono i permessi per i lavori, per ogni attività contenuta all'interno si chiedono le licenze (ristorazione ad esempio) con una complicazione burocratica sfiancante per non dire degli oneri per la sicurezza, le Asl, i Vigili del Fuoco. Specie in uno spazio così grande, con tante funzioni e - dagli intendimenti dei gestori - aperto al pubblico inclusi i minori. Questo è ciò che affrontano tutti quanti coloro che non hanno un santo in paradiso. E se sgarri di un millimetro, vieni massacrato dalle multe quando non dalle chiusure e dal ritiro delle licenze. Poi c'è qualcuno che può fare invece come gli pare, non si capisce bene perché...

6. A quel punto si fa un piano di gestione che renda tutto il progetto sostenibile nel tempo. Anche nel rispetto delle risorse ricevute che vanno valorizzate.



Il grande edificio, occupato dai Movimenti per la casa, è di proprietà Inpdap. Ospita 170 famiglie (forse) in difficoltà. Se fosse valorizzato e trasformato, ad esempio, in albergo, darebbe lavoro e risolverebbe i problemi di molte più famiglie. Ecco il paradosso delle occupazioni.

Per i "ragazzi" (brrr) di Scomodo tutto questo è troppo... scomodo! Semo de Roma e nun ce va da lavorà e da impegnasse. Mejo cercà quarche scorciatoia. Se chiamamo scomodo ma volemo le cose comode, mica semo scemi come tutti quelli che pagano l'affitto, rispettano le leggi e fanno impresa culturale in maniera regolare: noi semo furbi, dritti e paraculi.

Una volta le occupazioni le facevano di notte e di nascosto. Oggi le dichiarano giorni e giorni prima pubblicamente sui giornali. Diventano un progetto condiviso nel quale coinvolgere la cittadinanza chiedendo donazioni, facendo call per avere mobili usati coi quali riempire gli spazi rubati alla collettività. In una lettera a Repubblica, affiancata da un articolo dello stesso giornale martedì scorso, gli Scomodo annunciano che occuperanno lo spazio, dichiarano candidamente che si prenderanno 2000mq in pieno centro di Roma senza rispettare le norme di sicurezza, senza pagare l'affitto, senza seguire le procedure di autorizzazione, senza licenze o haccp per la ristorazione. Senza rispondere a nulla o a nessuno. Come se fossero in un altro comune e in un altro stato.

Ne Repubblica, ne RomaToday che poi ha ripreso la notizia hanno pensato minimamente di far presente ai loro lettori che si trattava di una operazione totalmente fuori legge e banditesca. Zero. Stampa totalmente appecoronata agli interessi dei furbetti di turno. Poi quando un ristoratore mette per quattro centimetri fuori posto un tavolino Repubblica ci fa la prima pagina mettendolo alla pubblica gogna per settimane... Dopo l'articolo sulla cronaca di Roma, poi, non poteva mancare il pezzo in nazionale niente meno che su Robinson... Secondo l'inserto culturale (!) di Repubblica per dei giovanissimi occupare abusivamente 2000mq a scrocco in pieno centro città equivale a "diventare grandi", così titolano la doppia pagina di celebrazione di questo svezzamento dell'illegalità. Ma non è la prima volta: storie come quella di Scomodo germinano grazie ad una solidarietà generazionale salottiera tipica di Roma, sostanzialmente nei gruppi giovanili stanno i figlioletti dei gruppi maturi che li sostengono. Figli di giornalisti, figli di assessori, perfino figli di vicesindaci...


Tutto attorno a loro decine e decine di migliaia di imprese culturali (teatri, sale prove, gallerie d'arte, spazi e location per presentazioni, piattaforme di performing art, cinema d'essai, librerie e decine di redazioni di giornali perfino più interessanti di Scomodo stesso) continuano a operare pagando l'affitto, seguendo la burocrazia, adeguandosi alle norme cittadine, regionali, nazionali e europee, pagando Siae, concessioni, bollette e contributi ai collaboratori. E soprattutto gestendo la concorrenza sleale e profondamente (profondamente!) fascista di chi - avendo i santi in paradiso che abbiamo accennato - può permettersi il lusso di pigliare la scorciatoia. La città di serie A e la città di serie B, coi privilegiati di serie A che fingono di essere contro i poteri forti e a favore degli  ultimi. Una scorrettezza, una violenza, una ingiustizia e una prepotenza che non hanno confini. Tutto questo, secondo noi, è criminalità bella e buona. E senza tema di smentita.
Concerti senza il minimo rispetto delle norme e dei regolamenti. Chi sta nelle leggi deve adempiere a centomila scartoffie, chi occupa e organizza manifestazioni illegali ha un salvacondotto totale. La città delle persone per bene, vessate e umiliate, e la città dei paraculi

E ci raccomandiamo a voi, anche questa volta cascate nell'imbroglietto eh! Fatevi complici dell'iniziativa, donate i vostri mobili (!), versate un'offerta in denaro. E soprattutto, una volta che lo Spazio Scomodo sarà aperto, portateci a giocare i vostri figli come chiedono gli occupanti, in uno spazio che non rispetta le normative di sicurezza, se ne infischia di ogni regolmento, non è coperto da nessuna assicurazione. Nell'attesa che qualcuno si faccia male per davvero, poi si vedrà... Del resto so ragazzi no!?

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