martedì 2 giugno 2015

Lettera per te... per me...

Io non lo so se ho voglia di scriverlo questo post... non lo so se voglio scavare nelle mie emozioni... non lo so dove può portare scrivere un post del genere e, soprattutto, che senso può avere dopo mesi di silenzio e tante cose accadute...
Sono stata consigliata a scriverlo... a buttare giù qualche sentimento, qualche emozione, qualche pensiero a riguardo, ma iniziare non è affatto facile, anzi.... già stamattina, al solo pensiero, avevo l'ansia, un groppo in gola come da tempo non mi succedeva... e poi dicono che non è tutta emotività...
Avevo l'ansia perchè non è facile parlare di te o con te, mamma... tu che ora non ci sei più da oltre cinque anni... a me sembra ieri a volte, altre un milione di giorni fa... Non è facile parlare con te ora che vuol dire solo digitare tasti, mettere emozioni in parole, nero su bianco... ora che a volte vorrei solo dimenticare, non pensare, non sentire... ma soffocare le emozioni ho imparato sulla mia pelle che non porta a niente di buono, a niente che non maceri dentro e poi esca fuori a far danni...
Io non lo so se  lo pubblicherò questo post, ma voglio farmi coraggio e scriverlo... non so in quanto tempo, ma scriverlo... per me...
E' difficile pensare di parlare con te, anche se quando c'eri parlavamo tanto... di tutto, di tutti, ma poco di noi... mi raccontavi tante cose, di quello che facevi da ragazza, di quando lavoravi, di quando hai conosciuto ed eri fidanzata con papà... ma, chissà perchè, io ci ho sempre sentito la voglia di insegnarmi, di darmi delle indicazioni di vita senza dirmi la realtà com'era, senza entrare in intimità, chiedendo e confrontandoci... abbiamo sempre parlato per sentito dire, per racconto di fatti di altri, ma di noi poco, pochissimo... razionalmente, senza mettere in ballo le emozioni, senza fantasticare, sognare ad occhi aperti, senza volare con la fantasia...
Tu eri una mamma presente, disponibile, ma assente nelle "attenzioni emotive", eri lì ma a volte non c'eri... presa da spiegarci, raccontare, chiarire, puntualizzare... non mi sono mai sentita "accolta" nei tuoi ricordi e nei tuoi discorsi, tanto meno nei miei... mi ascoltavi, ma già giudicavi e "sentenziavi"... a volte bastava un tuo sguardo, si quei famosi sguardi che mi dicevi che io controllavo ed esageravo... io sempre "troppo sensibile", da non aver montato quella corazza contro le emozioni condivise come hai fatto tu... non so perché, se perché sei stata ferita, tradita, non abituata o criticata quando l'hai fatto... poco importa... o forse no...
So solo che io sto male adesso per quello che è stato... per come sono stata portata ad essere quando ero piccola, per lo scudo che ho messo su, per come è difficile riconoscerlo e parlare di emozioni e viverle, soprattutto quando questo riguarda te o le persone molto importanti per me... 
Te, che ho sempre avuto il terrore di deludere, di vedere "quel" tuo sguardo, quello di chi vorrebbe dire qualcosa, ma la delusione è tanta o non vuol ferire, non sapendo che quello sguardo annienta peggio di un "ma che cacchio dici/fai?"... 
quello sguardo annienta perché divide, allontana, distrugge fragili ponti tra me e te... quello sguardo insieme ai tuoi "dovresti, potresti, eh ma tu perché..." allontanano mani tese (le mie) verso te... 
Mamma prendimi in braccio, accoccolati a me, stringimi forte... lo vedi? mi vedi? sono io... la tua bimba che ti adora, che pende dalle tue labbra, dai tuoi sguardi... si fa bastare quelli... perché le carezze non sei generosa a farle... tu che ci sei sempre, che sei sempre qui con me.... ma dove sei? con la tua testa, dove vai? il tuo cuore perché non è qui con me... lascia stare le cose da fare... le fai domani, proprio tu che ti vanti di non essere una "vera casalinga" e che un aiuto in casa ce l'avevi anche quando eravamo piccoli... 
Perché non ti siedi qui e coloriamo insieme, mi leggi un libro o sentiamo una favola... cosa? sono io che mi chiudo in camera a giocare e che non voglio che entri?... questo secondo te perché? ti dice qualcosa?... mi vergogno di farti sentire che gioco, di farti sentire le storie che invento, la mia fantasia, i miei sogni, i miei personaggi e le avventure che immagino... penso che non sono all'altezza delle tue, che ci sarebbe un modo migliore per farle... e tu solo sai qual'è... e ti aspetti che lo sappia anch'io, che lo capisca... 
Lo so che mi vuoi bene, ma prendimi per mano, addomestica quel mio lato sfuggente... vieni a prendermi in un abbraccio, in un bacio, dimmi che ti sono mancata, che mi vuoi bene, che sono stata brava... che sarai sempre vicino a me... che chissenefrega se ho sbagliato, se non sono come mi immaginavi tu... tu che mi raccontavi solo che non mi volevi quando l'ostetrica mi ha portato da te... che si era l'effetto dell'anestesia, ma una bimba non lo capisce questo, sente solo che la mamma non la voleva, che non le interessava niente di vederla... che il fratellino "non lo sapeva quant'erano belle le femmine", che una mamma non ha preparato il suo arrivo nella loro vita affettiva, nei loro cuori, nella loro immaginazione di momenti futuri da condividere...
Perchè non ti basto mamma? perchè mi spingi ad essere altro da quello che sono?... perchè non ti fermi a capire chi sono?, perchè non mi lasci provare, vedere, vedermi?... perchè non dai vento alle mie ali... e le riempi di pesi, di ombre, di piume spennacchiate?...
Perchè i miei capelli lunghi che a me piacciono tanto, per te sono "spinacioni"?, perchè la mia scollatura è "da mignotta"?... non sei simpatica, affatto... forse tu lo credi, ma non è così... così mi ferisci solamente, come con una coltellata, perchè non vuol dire che non ti piacciono, ma che "non vado bene"... per te, per come mi immaginavi, per come mi volevi, per come è "giusto" che io sia per essere accettata dagli altri, da te... 
Io sono quella sbagliata... quella che non deve imbarazzarti, che già a cinque anni deve sapere come comportarsi, come va bene e come no... quella che non deve farti fare brutte figure, essere brava a scuola e dovunque, quella che non crea problemi, che non chiede, quella che se respira si sente in colpa... quella che è talmente abituata, programmata, ad essere e fare quello che vuoi, che si dimentica, trascura di essere quello che è, fino ad annullarsi ed a non sapere più chi è, com'è, cosa le piace e vuole... è talmente impegnata e concentrata a vivere la vita che le hai predisposto come su binari collaudati e prestabiliti, che ha creduto che fosse quella davvero la vita che voleva...
Io in tutto questo ci sto stretta adesso mamma... ma non so come fare ad uscirne... mi sento come nelle sabbie mobili che se muovo un passo ho paura di andare a fondo, anche se so che devo e voglio muoverlo quel passo, altrimenti vado a fondo ugualmente, vivendo per sentito dire... vivendo una vita che non è la mia, ed essendo una Francesca che non so se sono veramente io...
A volte vorrei avere il tasto rewind per rivivere la mia vita, facendo scelte diverse o alcune le stesse, ma con più consapevolezza... più presente a me stessa...
In tutto questo cosa rimane, mamma?... tanti perchè che non avranno una risposta, che continuano a frullarmi nella testa e che mi fanno rimanere intrappolata qui, tra loro... ad ingoiarli... non lo so perchè ho voglia e bisogno di capire, di chiarimenti... non lo so se è perchè ho paura di accettare che sia andata così, di non avere un'altra possibilità... forse ho paura di piangermi per tutta la me stessa che non ho vissuto e per la paura di fare un passo in avanti... ho paura di vedermi diversa da come mi sono sempre immaginata e vista... di lasciare le zavorre e di vivermi per come sono... ho paura di allontanarmi dal tuo seminato... perchè i tuoi "te l'avevo detto io" sarebbero dietro l'angolo...  e poi se lo facessi mi sentirei in colpa... come spesso mi sono sentita per voler vivere la mia età, la mia spensieratezza, perchè pensavo che tu eri grande e non potevi più farlo e ti dispiaceva...
Ho passato la mia vita a proteggerti... quando doveva essere tutto il contrario... eri tu che dovevi proteggere me... dal mondo, dalle paure... mi manca essere stata capita da te, protetta, cercata... si, forse ero la "bimba troppo sensibile", ero impegnativa emotivamente, ma un passo verso di me potevi farlo... io per la mia bambina mi sono messa in discussione, ho rivoltato il mio modo di vivere la maternità e l'ho fatto per arrivare a stabilire un rapporto emotivo profondo con lei... tu ti sei tirata indietro... tu, quando non ero quella che volevi, quella che ti "andava bene", quella che ti era scomoda, ti sei tirata indietro ed io questo non lo accetto... lo accetto meno della tua morte... 
tu mi hai abbandonato... io mi sento abbandonata da te... già quando sono nata, con il tuo "io non la voglio vedere, non me ne frega niente".... abbandonata tutte le volte che mi sono sentita "lasciata li", lasciata indietro solo perchè non rispondevo ai tuoi criteri, aspettative... tutte le volte che, dopo una discussione, hai aspettato che mi passasse, senza chiarire dopo, senza parlarne, senza metterti in gioco... tutte le volte che non ti sei messa in discussione, granitica nelle tue convinzioni e, di conseguenza, rafforzando in me la convinzione che quella sbagliata ero io... tutte le volte che non mi hai spronato per come era meglio per me, che non mi hai accolto nel mio essere...
sono tante le critiche che ti sto muovendo, sono tante le cose che facevi che mi fanno arrabbiare e piangere... mi manchi mamma, mi manchi maledettamente... ma soprattutto mi manchi per quello che avrebbe potuto essere e non è stato... il legame profondo che pensavamo di avere, ma che non era come lo volevamo... mi mancano tutti gli abbracci e le carezze che non mi hai dato... i "brava" che adesso non ricordo, i "ti voglio bene" che non mi hai detto mai... il lasciarmi essere e trattarmi da bambina (non era perchè io ero matura e responsabile...), la spensieratezza dell'allegria, del vivere la felicità del momento senza la paura del brutto rovescio della medaglia (se ridi troppo poi piangi)... il lasciarmi esplorare la mia femminilità, tarpata dai tuoi messaggi contraddittori...
A parlarti, mamma, mi sento triste, vuota, emotivamente provata... 
mi sento abbandonata, tradita dalla persona che, invece, avrebbe dovuto amarmi incondizionatamente, dalla persona che avrebbe dovuto smuovere mari e monti per trovare un contatto con me, un punto di incontro... (e non "se non andiamo d'accordo, anche se ci vogliamo bene, non è detto che dobbiamo frequentarci"....) per cercare di capire ed aiutarmi e non affidarmi all'amica psicologa... a lei avresti potuto chiedere aiuto, un consiglio da amica e professionista, ma non delegare una cosa (il nostro rapporto) che sarebbe dovuto essere prioritario per te... 
abbandonata quando è nata Giulia... quando hai visto che non era di aiuto materiale che avevo bisogno, sei andata in tilt, ti sei bloccata... e ti sei tirata indietro, con la scusa di lasciarmi sola per creare un rapporto con mia figlia, a me che mi lamentavo della presenza di nonna quando io ero piccola...
mi sento che non ero abbastanza (brava, buona, bella, intelligente, capace...) per te, e che per questo non lo sono per nessuno... le tue critiche sono nell'elica del mio dna e quello che dicevi o che solo io credevo tu pensassi, ora lo sento dentro di me e negli occhi di tutti quelli che incontro ed è una lotta impari che non so con che armi combattere...
mi sento schiacciata dal pensiero di chissà cosa avrei potuto/dovuto fare per farti essere felice di me, di te, di noi... mi sento quella che ti ha segato la carriera, a te che eri rimasta a casa per accudire me, noi, la nostra famiglia...
mi sento sola in una famiglia che si reggeva solo perchè c'eri tu a mediare, tenere i contatti, ma ci hai cresciuto soli, incapaci di trovarci, rispettarci seppur nelle nostre diversità... tu che c'eri sempre, hai comunque creato disparità e non unione, gioco di squadra...
mi sento soffocare dal dover "non disturbare" che mi hai sciorinato per trent'anni come unica opzione per essere accettati (sopportati) dagli altri e che mi ha fatto vivere in punta di piedi...
mi sento nelle sabbie mobili e di fronte a strade tristi e dolorose per me... perchè, infondo, mi sento anche in colpa di tutto questo che ho scritto... perchè qualcosa avrei potuto fare, non ribellarmi per esempio ad un modello di vita collaudato e sperimentato... quasi che son stata io l'anello che è saltato ed ha rotto tutto l'ingranaggio...
E adesso dove sei mamma?... chissà se da lassù riesci a vederci, a sentire i nostri pensieri... a volte penso che anche la tua morte è stata un "tirarti indietro", forse perchè quei giorni papà ripeteva a tutti che "avevi tolto il disturbo"... è vero non saresti guarita e, forse, questo tu lo hai capito subito... ma neanche in quel momento hai avuto il pensiero di dirmi qualcosa... a parte "non lo fare il secondo figlio, che già non ce la fai con una..." e "non credere che non ti ho voluto bene"... spesso vorrei rovistare tra i tuoi libri, quaderni, sperando di trovare un foglio scritto da te per me... in cui mi dici tutte le cose che vorrei sentirmi dire... scusandoti di non averle sapute dire a voce quando c'eri e di non averle messe in un abbraccio o in un sorriso... 
piango perchè la tristezza è tanta... la tua mancanza, nonostante tutto, è enorme... come la paura di prendere il volo da sola... che tu avresti dovuto essere un paracadute, non una zavorra...
piango per me stessa, perchè mi vedo triste, piccola e sola... abbandonata... e non c'è nessuno che mi abbracci e dico tra me, dov'è la sua mamma? dov'è la sua mamma ad abbracciarla e dirle "tranquilla adesso c'è mamma"...
piango perchè la paura è tanta... perchè la convinzione di essere sbagliata, di non essermi meritata quelle attenzioni e quel calore che volevo è tanta...
piango perchè mi sento ferma li... ad aspettare qualcuno che venga a prendermi per portarmi a casa...

sabato 27 settembre 2014

dpp


ti penso piccolino mio... in questi giorni tanto, tantissimo... molto di più che in passato... 
in questi giorni ti penso ed il cuore si rattrista... adesso avrei avuto un bel pancione grande grande, di quasi 40 settimane, così come si contano le settimane di gravidanza... sarebbe stato tondo tondo e chissà come lo avrei portato... se fiera, forte e serena come per la tua sorellina o chissà come, che è inutile pensarci...
domani sarebbe stata la data presunta del parto e, chissà, adesso saresti stato forse già pronto per venire al mondo, forse già in posizione o, come tua sorella, saresti stato ancora seduto al calduccio nella mia pancia, aspettando una capriola all'ultimo momento, quando già era programmato il cesareo... 
in questi mesi chissà cosa avremmo fatto insieme... mi avresti tenuto compagnia in questi lunghi e veloci giorni d'estate... mi avresti riempito di calci, di gomitate, di braccetti puntati qua e là... chissà forse avremmo passato notti insonni ad accarezzarci, tu da dentro ed io da fuori... avremmo ascoltato musica con le cuffiette, mentre il papà e la tua sorellina dormivano...
chissà come sarebbe andata piccolino mio... ti penso e ci penso e mi manchi... mi manca come sarebbero potuti essere questi mesi con te, di noi quattro in divenire...
ti amo e ti penso stellina mia... adesso che non sarai qui con noi fisicamente, ma che ci sei nei pensieri e nel cuore... 

giovedì 26 giugno 2014

ciao ciao asilo

eccoci qui... oggi è l'ultimo giorno di scuola... l'ultimo giorno di asilo di Giulia e, devo dire la verità, questo mi emoziona e commuove molto... tra il mini-asilo e la scuola dell'infanzia sono passati quattro anni... 
quattro anni!... a rivedere le foto, ripensando a tutto quello che è successo, ho al tempo stesso la sensazione che i giorni siano volati così come, a volte, siano stati interminabili...
fatto sta che oggi si è concluso un ciclo... il primo veramente significativo per la mia piccolina... la prima tappa così importante nella vita della mia bambina... 
sembra dietro l'angolo il primo giorno al mini-asilo, i giorni dell'affiancamento... quando ancora non capiva bene che cos'era questa "scuola" di cui tutti le parlavamo... e per fortuna avevo già iniziato a scrivere questo blog che certe cose me le ero dimenticate...
ricordo le canzoncine cantate e ballate insieme durante l'affiancamento... ricordo il suo musetto contrariato, ma contento quando andavo a riprenderla... il ritorno in macchina, quando spesso si addormentava... 
ricordo che ha faticato un po' ad abituarsi... a prendere coscienza del fatto che la sarei andata a riprendere... ricordo i miei pianti chiusa la porta della classe... ed i suoi, interminabili, una volta a casa...
ma poi, una volta preso il ritmo, è andata meglio... 


zainetto in spalla era iniziata la sua avventura... aveva fatto il suo primo salto nel mondo fuori casa... ed i successivi anni di asilo sono andati via tranquilli, tra disegni, pongo, schede, poesie, lavoretti, recite, canzoni e balli...


da "piccola" che era entrata, il secondo anno è diventata "media" nella classe mista che ha frequentato...

ed infine "grande"... ora un po' in tutti i sensi... è cresciuta tanto... con e grazie anche alla sua maestra che, sebbene a volte con metodi poco ortodossi..., è stata brava a guidarli, ad incoraggiarli, a contenerli e spronarli, nonostante le difficoltà, la loro vivacità e noi mamme che spesso siamo state apprensive e, perchè no, anche un po' pesanti...


quest'ultimo giorno di scuola lo sento molto... mi emoziona perchè mi mette davanti quanto davvero è diventata "grande" la mia bambina... sta per spiccare il suo primo volo ed io so che dovrò lasciarla andare... mi preparerò per farle spiccare questo primo volo... incoraggiandola, accompagnandola, sostenendola... nè dietro, nè avanti, ma accanto... accanto a lei, come mi vuole... tenendola per mano... sempre... 
è per questo mescolarsi di emozioni che ieri ho voluto scrivere una lettera alla maestra... per salutarla, visto che non sono più potuta andare a scuola, da quando escono alle 13... 
una lettera per salutarla e ringraziarla... è uscita dal cuore... ed eccola qui...

Ciao Flavia,
mi dispiace lasciarti i miei saluti attraverso una lettera, ma uscendo all'una, non mi è possibile venire a prendere Giulia e, quindi, salutarti di persona.
Alla fine anche l'ultimo giorno di scuola è arrivato… l'ultimo di questi tre anni che, ora che mi fermo a pensarci, sono volati!
Sono stati anni ricchi di emozioni, di giorni felici e non, di conquiste ed insegnamenti per questi nostri cuccioli che sono entrati "piccoli" ed ora escono "grandi".
Tanti giorni in cui hai insegnato loro tante cose, giochi, poesie, canzoni, ma soprattutto il senso di appartenenza ad un gruppo, ad una squadra, a fare insieme, a prendersi cura degli altri, a vivere il quotidiano condividendo.
Ora sono pronti a prendere il volo, ad iniziare la nuova avventura che li aspetta: la scuola elementare. 
Le loro ali le hai rinforzate tu e per questo voglio ringraziarti, per averli spronati, incoraggiati, amati; per averli accompagnati nella loro (e nostra!) crescita in questi tre anni, nonostante le difficoltà di ogni giorno, la loro irrequietezza e noi mamme un po' apprensive e spesso pesanti!...
La mia bambina è entrata nella tua classe curiosa, desiderosa di imparare, ma un po' intimidita, titubante… ora ne esce "grande", cresciuta non solo fisicamente… è "grande" nel suo essere, perché ricca delle belle (ed anche grazie alle  brutte) esperienze fatte, ricca dei rapporti germogliati e rinforzati giorno per giorno.
Ne esce un po' impaurita, pensando alla nuova scuola che a settembre l'aspetta per un nuovo percorso, senza più al suo fianco la "sua maestra Flavia".
Il passaggio, il cambiamento a dir la verità spaventa un po’ anche me, ma confido nella buona sorte, anche se quest'anno non è stata decisamente dalla nostra parte! Ma sai come si dice? La speranza è l'ultima a morire e con impegno e dedizione verso mia figlia, so che farò di tutto perché vada nel migliore dei modi…
Ti ringrazio per tutto, per l'impegno ed il metterci sempre tutta te stessa… ti ringrazio e con questi pensieri un po' confusi, ti saluto augurandoti il meglio per tutto quello che desideri e speri…
Buona vita cara Flavia! 
Conserveremo sempre un caro ricordo di questi anni vissuti insieme, di te… e spero anche tu di noi…
Con affetto.... Francesca, la mamma di Giulia....


Lei oggi mi ha risposto così:

Commossa dalle tue parole ti esprimo i miei più sentiti ringraziamenti!!! Conserverò gelosamente la tua lettera e la rileggerò nei momenti difficili!!! E' stato bellissimo conoscervi e trascorrere questi anni insieme alla mia bella e brava Giulia! Vi auguro il meglio, siete una bella famiglia, ti abbraccio Flavia...

martedì 15 aprile 2014

ricomincio da qui...

Chi ha letto il post precedente o mi segue su instagram, avrà sicuramente visto che i giorni passati sono stati giorni difficilissimi... giorni pieni di dolore, di lacrime, di visite, di ospedali... giorni lunghissimi, densi, pesanti per le decisioni da prendere, per gli eventi che precipitano, per la tristezza della fine di quello che doveva essere un periodo di gioia, amore che si moltiplica, di attesa per una famiglia in crescita... 
Nel post precedente scrivevo di come una telefonata ti cambia la vita... di come una telefonata distrugge il castello di carta dei sogni che avevo iniziato a creare nella mia mente... di come una telefonata ti dia il senso dello tzunami che travolge la tua vita... che la cambia irrimediabilmente... che niente sarà più come prima...
Il cervello in quei momenti si rifiuta di capire fino in fondo quello che ti stanno dicendo... che a volte i medici hanno un modo tutto loro di comunicarti una notizia che devasterà i tuoi sogni, che distruggerà tutti i pensieri fatti sui mesi a venire... ti parlano di un "problema"... quando quel "problema" riguarda il tuo bambino, è il tuo bambino... già il mio bambino... il bambino che pensavo, che sognavo sano e sorridente, magari già con un dentino che faceva capolino tra le gengive, che mi guarda e sorride...
avevo iniziato a pensare ai nomi, aspettavo solo di sapere il sesso per scegliere quale e per dirlo a Giulia, fiduciosa com'ero che tutto sarebbe andato bene... mi sarebbe piaciuto chiamarlo Matteo o Riccardo... perchè si, il mio bambino era un maschietto... proprio come me lo sentivo io... 
Il mio bambino era un maschietto ed ora, invece, è un angelo nel cielo... si, perchè il mio piccolino non c'è più... a 13/14 settimane il suo cuoricino ha smesso di battere... ed ora è in cielo, insieme alla mia mamma...

E forse è stata proprio lei a venire a prenderlo, quando ha visto la sofferenza per i problemi di salute del piccolino... per evitare di mettermi di fronte alla decisione più difficile della mia vita... nella mia fantasia penso che lei sia venuta a prendere lui, il suo nipotino, così piccolino e speciale... perchè noi, i suoi genitori, non avremmo avuto la forza, il coraggio, i mezzi fisici e soprattutto psicologici per affrontare tutto quello che sarebbe stato... 
Ma la natura alla fine ha deciso per noi... il nostro piccolino ci ha evitato di portare a termine la decisione più orribile, atroce e devastante della nostra vita... il suo cuoricino si è spento e lui era già in pace... si è addormentato cullato nella mia pancia, fino alla fine coccolato, nutrito ed amato... fino all'ultimo... 

I giorni passati sono stati un vero incubo... medici, ospedali, visite, attese... vissuti in apnea, disperati e con l'unico desiderio di andare oltre... oltre le visite, oltre gli sguardi impietositi, oltre il "è stato meglio così" di alcuni medici, di alcune infermiere... meglio così di che?... sarebbe stato meglio che tutto fosse filato liscio, ecco cosa sarebbe stato meglio... che il mio bambino fosse stato vivo, sano... sgambettante nella mia pancia... e che io/noi non avessimo vissuto un inferno... ecco cosa sarebbe stato meglio...   sono stati giorni vissuti con l'unico desiderio di andare avanti, di superare la strettoia dell'imbuto per uscire di nuovo e poter respirare... per uscire di nuovo a guardarsi intorno, smarriti, e trovare i cocci da raccogliere, rimettendo ordine nella nostra vita, così devastata e frullata nel giro di pochi istanti, di pochi giorni... 
La sensazione, infatti, è proprio questa... quella di aver sognato, si di aver fatto un bel sogno che poi si è trasformato in incubo... vi capita mai?... la sensazione, lo smarrimento di aver dovuto reinventare per ben tre volte la mia vita, nel giro di pochi, pochissimi mesi... la prima a gennaio, quando ho scoperto di essere incinta... a febbraio la seconda, quando ho resettato la mia vita "normale" per stare a casa a "covare" il mio piccolino... per stare a riposo e permettergli di crescere dentro di me... l'ultima a fine marzo, quando iniziavo a rilassarmi, e finalmente ad entusiasmarmi per questa gravidanza, occupando le giornate di riposo cercando su internet passeggini, tutine, informazioni sui pannolini lavabili... di nuovo la doccia fredda, gelata... la palata in fronte mentre cammini sorridente e sereno... 
tante, troppe emozioni forti e contrastanti nel giro di troppo poco tempo...

ed allora eccomi qui... attorniata dai cocci... che cerco di raccogliere... ed andare avanti... eccomi ancora per qualche altro giorno a riposo, per recuperare forze fisiche e, soprattutto, psicologiche, emotive, per affrontare di nuovo la mia vita, i fantasmi sotto al letto...
per affrontare le domande di chi non sa... lo sguardo triste di chi ci è passato e mi racconta la sua storia... 
martedì prossimo tornerò al lavoro... e spero che questo mi aiuti a riprendere la mia vita in mano...
ricomincio da qui , con tanta paura e cercando in me tutto il coraggio di cui sono capace... 
ricomincio a vivere, godendo dei momenti felici... degli abbracci e sorrisi di Giulia e di mio marito... la vera ragione della mia vita...
ricomincio a vivere pur sapendo che non so ancora qual'è il senso di tutto quello che è successo... forse un senso non c'è o dovrò solo scoprire qual'è...
ricomincio a vivere tenendo per me l'insegnamento più grande che tutta questa storia mi ha dato... che nella vita MAI DIRE MAI... che per dire di una situazione devi solo passarci... che non ci sono scelte "cattive" o "buone" a prescindere... che tutto va contestualizzato... che ognuno di noi porta nel cuore una croce e non bisogna giudicare dall'esterno... che non ci sono "scelte più facili", che risolvono il problema, ma scelte sofferte, laceranti che nessuno deve permettersi di giudicare... 
che la vita è bella... nonostante tutto... nonostante i momenti difficili, orribili cui a volte ci pone di fronte... 
ricomincio da qui... ancora una volta...

giovedì 27 marzo 2014

oggi voglio stare spenta...



mi ero davvero lasciata contagiare dal suo entusiasmo... dal suo post pieno d'amore, felicità e gioia di vivere... avevo detto a me stessa di mettere da parte le cose brutte, i pensieri negativi, le preoccupazioni, le angosce del post precedente... mi ero concessa di guardare oltre, di vedere solo il bello... di iniziare a crederci, a sentire che ce la facevo, che tutto sarebbe andato bene...ad avere fiducia nel futuro che, dopo tanti momenti brutti, tante difficoltà, magari avrebbe guardato con clemenza anche a noi... 
avevo iniziato a pensarlo, a sentirlo mio/a questo/a bambino/a... a lasciarmi coinvolgere dall'attesa, a lasciarmi vivere la gioia di aspettarlo/a, fantasticando su come sarebbe andata, cosa avremmo fatto... quasi lo/a vedevo/a, lo/a sentivo, già me lo/la immaginavo abbracciato/a a me... tra le mie braccia, a cullarlo/a... 
avevo scovato tanti siti per comprare le sue prime cose, qualche vestito premaman per me... iniziavo a crederci davvero, a pensarci non più come ad una preoccupazione, una responsabilità, ma come un tenero/a fagottino/a che avrebbe riempito d'amore e confusione le nostre vite... avrebbe moltiplicato l'amore della nostra famiglia...
mi ero lasciata andare, proprio come dici tu cara Chiara nel tuo commento al mio post precedente... ero sotto la doccia ed ho voluto "lavare via" tutti i pensieri negativi... tutte le paure... per far entrare nel mio cuore un sole nuovo, l'entusiasmo per riprendere a vivere... ero di nuovo serena e motivata... tranquilla e piena di voglia di fare...
e poi... 
e poi basta una telefonata... mentre giocavo tranquilla al cellulare, questo si illumina per una chiamata in entrata e leggo il nome che mai avrei voluto... ma sono ancora serena... penso che non ha scritto bene l'indirizzo mail per mandarmi i risultati del test di screaning del dna del bambino/a... rispondo con incoscenza, tranquilla... 
e poi... alle parole "signora il test ha evidenziato qualche problema"... il mondo è rimasto sospeso... ho sentito, ascoltato quello che aveva da dirmi con una freddezza che solo quando sei sotto shock hai...
test... problema... parlare con un genetista... si ok... grazie...
e poi...
e poi il mondo mi è crollato addosso... e da martedi pomeriggio vivo un incubo assurdo e agghiacciante... 
da martedì le lacrime mi scendono da sole ad ogni minima sollecitazione, ad ogni minimo borbottio di stomaco, ad ogni accenno di fame, ad ogni ricordo di quello che desideravo, volevo, aspettavo...
pulce (come chiamavo pancia perchè era l'unico nome "neutro" che mi è venuto in mente) è un maschietto... ed ha dei problemi... che verranno confermati, a meno di un miracolo, dalla villocentesi che ho fatto ieri... un ago in pancia come sentenza...
ed io non so più dove trovo le lacrime... i pensieri si accavallano e al tempo stesso li sento sospesi... in attesa di quello che sarà...

giovedì 20 marzo 2014

lettera a me...

qual'è il problema?
in questi giorni hai un'ansia galoppante... le palpitazioni sono tue fedeli compagne da ieri... che brutta sensazione, eh!... era tanto che non stavi così, agitata così...
qual'è il problema? cos'è quest'ansia?
è perché la tua vita si è sconvolta nel giro di qualche settimana e questo è solo l'inizio? è per le ansie, le preoccupazioni accumulate durante questi giorni di visite, controlli, screening prenatali?...
è per il fatto che dovrai andare in maternità anticipata, perchè quel disallineamento della parete della camera gestazionale ancora non si è risolto? 
è mancare dal lavoro che ti inquieta? che ti fa sentire "in colpa", che ti fa sentire meno professionista, meno in gamba?
respira... dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
non è una colpa dover andare in maternità anticipata... è un'esigenza legata alla tua salute e (soprattutto) a quella del tuo/a bambino/a... cosa vuoi fare? l'eroe e tornare al lavoro, facendo km in macchina e rischiare il distacco della placenta? così da perdere il/la bimbo/a o finirti questi 6 mesi a letto?
sei meno professionista se ammetti di aver bisogno di staccare? se ammetti che è necessario per il vostro bene? 
si è vero, sono tanti mesi a casa... tanti... è per questo che sei preoccupata? per stare sola tutto questo tempo? sei in gamba, hai tanti interessi, cose da rivedere, sistemare, fare, preparare... guardare tutto quello che è in sospeso da tempo, proprio perchè non ne avevi per sfogliare, leggere, ascoltare, riordinare, fare spazio... 
è perché ti manca tua madre? certo che ti manca... lei in questi giorni a casa ci sarebbe stata, sempre (e ti ricordi di quando diceva "e quando mi ricapita di passare così tanto tempo con mia figlia?)... sarebbe venuta a tenerti compagnia, a portarti qualcosa di pronto da mangiare, avrebbe passato il tempo con te a parlare, a raccontare, a fantasticare sulle cose da fare, da comprare, su come sistemare la cameretta... sarebbe stata presente ed invadente... avrebbe aspettato con te in questi giorni di riposo... avrebbe riempito questi mesi di maternità anticipata di cose, progetti, racconti, giornali, tv da vedere insieme... 
lei non c'è, lo sai... eppure ogni tanto ti viene voglia di andare a chiamarla e parlarle... di raccontarle le tue paure e le cose che dovrai fare... ti viene voglia di dirle usciamo a fare un giro... ti torna alla mente tutto di lei, tutto... e pensare di passare questi mesi senza di lei vicino, ti strazia il cuore, ti rende lunghi ed insopportabili i giorni...
respira... dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
quest'ansia è la paura di tornare a vivere, dopo un mese di riposo a casa? è la paura di essere di nuovo te, ma diversa, perchè ora non lavori e devi riempirti le giornate di emozioni, cose, fatti, gioia? è la paura di uscire per strada, di mostrare la pancia che inizia a vedersi, di raccontare, quasi giustificare il/la secondo/a bimbo/a in arrivo? non devi giustificare niente... non devi raccontare niente che non ti vada, non devi condividere niente e non devi vergognarti di nulla... c'è una nuova vita dentro di te... perchè avere paura di lei... è vita, è un nuovo inizio, è cambiamento... è un dono... lo so che spesso ti senti una quindicenne che è rimasta "fregata" da quella volta senza precauzioni... che non pensavi che a quarant'anni bastasse una volta, si una volta per sconvolgerti il futuro... e lo so che, proprio tu così avversa ai cambiamenti, questo sconvolgimento di tutto il tuo mondo, proprio ora che iniziavi a vivere in equilibrio, non lo volevi... ma un figlio/a è questo... quella sera in un angolino della tua mente lo sapevi che sarebbe potuto succedere... sapevi che era successo... l'hai capito subito nei giorni dopo, da mille piccoli segnali del tuo corpo... ed è così che funziona... l'amore tra due persone porta amore... si amore, sconvolgimento ma per amore...
lo so che hai paura... hai paura di perderti di nuovo, hai paura di essere sopraffatta dalle responsabilità, dalle cose da fare, dall'amore verso le tue creature... hai paura di non riuscire a ritrovare nuovi equilibri, di sentirti in bilico per tanto tanto tempo... di nuovo...
ma sai... questa gravidanza ti sta dimostrando che è tutto "diverso", proprio come volevi tu... a volte meglio, a volte peggio, altre solo "diverso"... e questo perchè non torni indietro a rivivere la nascita di giulia... non torni indietro ad affrontare le giornate buie, nere, sola nell'anima... non torni indietro ad aver paura di tutto... non torni indietro a sopravvivere (scansandolo) al dolore più grande che potessi avere... non torni indietro... questa gravidanza ti porterà avanti... con tutte le paure che ti fanno palpitare il cuore... ti porta avanti a vivere un nuovo inizio, una nuova maternità, a rendere migliore (e si, diverso) il tuo rapporto con giulia, che già oggi non è più figlia unica... questa gravidanza ti dice di aver fiducia, non solo paura... ti chiede di credere in te, di perdonarti per gli sbagli, le mancanze che credi di aver fatto... ti chiede di guardare dentro di te, per scoprire che ci sei, sei forte, ce la farai... respira... 

lunedì 3 marzo 2014

il manuale della mamma perfetta, anche no

in questi giorni di riposo, dopo pranzo mi piace restarmene sul divano ad oziare... quando mi ricapita di avere un'alibi così infallibile? 
facendo zapping mi sono soffermata su una serie tv che mi piace molto, "brothers and sisters", la conoscete? 
era la puntata in cui una delle sorelle (Kitty) parla con l'altra (Sarah) di quanto c'era rimasta male che, in seguito al fatto che non riuscisse a rimanere incinta, il marito (il senatore Mc'Allister) la spronasse ad andare avanti, a pensare all'adozione... Kitty era arrabbiata con il marito e si sfogava con la sorella, perchè in quel momento il suo desiderio più grande era sentire un bimbo dentro di lei... e ricordava un giorno in cui Sarah, incinta di 7 mesi, le aveva fatto sentire il suo bambino muoversi nella pancia, in una bella giornata tra sorelle... Sarah di quel giorno ricordava solo l'acidità di stomaco, per un pranzo troppo piccante... 
e li, nel bel mezzo della storia, Sarah dice una cosa che mi ha fatto riflettere (e nel film fa cambiare idea a Kitty, riguardo l'adozione): tu ricordi i movimenti nella pancia, io l'acidità di stomaco... i ricordi sono relativi, quello che conta è che è nato un bambino, e questo è per sempre...

beh, questa frase ha fatto l'eco dentro di me, chiamando a raccolta tante emozioni sopite... risvegliando corde dolenti... e mi ha fatto riflettere su quanto, nella maternità, nell'attesa e nel post nascita, ci facciamo coinvolgere dal "socialmente corretto", da quello che dicono/pensano gli altri... su quanto lasciamo che i loro giudizi, i loro sguardi, i loro "dovresti/potresti/perchè non fai?" ci facciano sentire "mamme di serie B"... 

quando ero incinta di Giulia, lei fino a quindici giorni prima della data presunta del parto, era seduta nella mia pancia... invece di stare "in posizione", a testa in giù e magari già incanalata, lei era tranquillamente seduta... la mia gine (a quei tempi un po' integralista, in quanto mamma di quattro, si quattro, bimbi avuti naturalmente) mi aveva programmato il cesareo quasi come si prenota il taglio di un braccio... io, scema (si, perchè a quel tempo ero "scema" e mi lasciavo condizionare anche da un ciglio alzato!) mi sono sentita in colpa, mi sono sentita "meno mamma" perchè avrei partorito col cesareo e non naturalmente, come se poi il cesareo fosse una passeggiata e non una vera e propria operazione... 
poi Giulia a due giorni dalla data del cesareo si è girata e messa in posizione ed è nata con parto naturale...
ma non è questo il punto...

il punto è che quelli che ci circondano (conoscenti e non) sono sempre prodighi di consigli non richiesti, sono pronti a sfoderare le loro perle di saggezza su cosa "è giusto" o meno... su cosa una mamma deve o non deve fare e sono pronti a massacrarci per le nostre scelte (volute o dovute) che non rispecchiano i canoni di un fantomatico "manuale della mamma perfetta", che tutti conoscono a memoria, tranne te, che tutti seguono o hanno seguito alla lettera, tranne te...

se partorisci naturalmente sei una brava mamma, perchè si partorisce con dolore e sofferenza... perchè se fai il cesareo hai scelto o avuto una strada privilegiata... ma de che? farsi tagliare la pancia, per quanto il taglietto possa oggi essere piccolo, è sempre un'operazione e vuoi mettere?!?...
se allatti al seno sei una brava mamma... parto naturale e allattamento al seno poi sono il top su tutti i libri della "brava mamma" o sui "manuali della mamma perfetta" che cercano tutti (vicini, suocere, madri, tv, giornali...) di inculcarci come la bibbia del comportamento materno, dell'essere e sentirsi mamma...

se allatti con il latte artificiale sei una mamma di serie B, che guarda solo alla praticità, alla comodità, magari perchè non ti va di rovinarti il seno o non hai pazienza o non capisci quanto è importante per la salute di tuo figlio il latte materno, per non parlare "dell'idillio amoroso" (???) che scatta, occhi negli occhi, con l'allattamento al seno... ma de che? che l'allattamento al seno sia ottimo per la salute del bimbo per carità, nessuno lo mette in dubbio, ma come vi permettete di giudicare la decisione di una mamma di non allattare? magari non può, non se la sente (è un impegno a volte devastante!), non ce la fa più, ha dei problemi di salute o organizzativi perchè magari è costretta a tornare al lavoro... magari ha solo deciso che per lei è meglio così... e ci sta tutto! ogni motivo è sacrosanto e va rispettato e non per questo deve essere messa sul rogo!
io ho allattato al seno, a richiesta... ed è stato devasante!... ero convinta di farlo perchè tutti mi dicevano che era il meglio per mia figlia, ed io sono passata sopra a tutto per farlo, anche alla mia lucidità mentale... fortuna che a cinque mesi ho smesso gradualmente... altrimenti diventavo pazza.... 
allattare a richiesta è significato che ogni mezz'ora Giulia si attaccava... e li duemila pensieri e paranoie sulla bontà del mio latte, i dubbi se avesse fame o fosse viziata, i problemi organizzativi per uscire, per fare qualsiasi cosa... che guai anche solo pensare di tirarselo il latte e farglielo dare con biberon, o a preparare una poppata con il latte artificiale...

se non senti un amore travolgente nell'istante stesso in cui vedi quell'esserino urlante uscito da te, sei un mamma di serie "B", forse anche un mostro di mamma... io non so voi, ma quando ho visto Giulia per la prima volta, il mio primo pensiero è stato "e adesso tu chi sei?!"... quando me l'hanno data appena nata ho pensato che era carina, che era la nostra piccolina, che era lei che mi mollava i calci tra le costole... che, dio ti ringrazio, era sana, aveva cinque e cinque dita sulle mani e sui piedi... ma non ho sentito quell'amore che molte dicono di aver provato appena visto il loro piccolo...
io ho avuto anche paura a prenderla in braccio al primo allattamento alla nursery... e mi sono sentita in colpa per questo... non ho sentito subito l'amore idilliaco che leggevo sui giornali... ero più sopraffatta dalla responsabilità che quell'esserino mi chiedeva... dal "per sempre" che ci legava e che riempiva le mie giornate di poppate, pannolini e mi faceva girare per casa come una mucca zombie...
l'amore è venuto poi... pian piano... e per questo ancora oggi mi sento in colpa, mi sento una pessima madre...

se torni subito al lavoro, sei una mamma incosciente, che non c'è cosa migliore di una mamma a casa per la serenità del tuo bambino... ma de che?... per carità se è una libera scelta ed una ha la voglia e la possibilità di farlo, ben venga... ma chi decide di ritornare (o deve ritornare) al lavoro dopo tre mesi e, per questo, mette suo figlio al nido è "meno mamma"? ma fatemi il piacere!! anche qui ogni scelta, ogni decisione è sacrosanta, non sono scappatoie, non è che una fa un figlio e poi lo molla... le scelte possono essere dettate da mille ed una ragione, tutte da rispettare... ognuno ha diritto di fare le proprie, senza doversi sentire giudicare e marchiata come "mamma degenere"...

tutto questa valanga di parole e di ricordi per dire e, soprattutto dirmi, che non dobbiamo lasciarci mettere un bollino sulla nostra esperienza di mamme... non importa come siamo arrivate alla maternità, non importa quante cicatrici abbiamo nel cuore per il nostro vissuto... le cicatrici pian piano si rimarginano, a volte lasciano strappi o dei brutti segni, ma sono la nostra esperienza, unica e meravigliosa, seppur dolorosa che sia stata... ognuna di noi è diventata mamma a modo suo... non c'è giudizio esprimibile, solo ricordi, emozioni e vissuto... ognuna di noi ci è arrivata per strade diverse, ma quello che conta è che è nato un bambino (proprio come diceva Sarah nel film) e questo è quello che rimane per sempre...
ognuna di noi si è sentita mamma nel momento in cui si è sentita pronta... alcune prima, alcune subito, alcune dopo, altre pian piano, giorno dopo giorno...
io per molto tempo non concepivo la possibilità di dire o di dirmi "non ce la faccio più", "sono stanca", "non la sopporto"... perchè tutto mi faceva pensare che sbagliassi io qualcosa, che fossi solo io stanca, depressa, desiderosa di una doccia in solitaria, di una passeggiata sola con il marito... e, anche li, incoraggiamento esterno zero, che "questa è la vita", "hai voluto la bicicletta".... e santa la scoperta del mondo delle mamme blogger che "osavano" dire che palle 'sti marmocchi... mi hanno davvero salvato dalla depressione e dall'infermità mentale!...

non lasciamoci giudicare, etichettare... la gente, ahimè, non ha di meglio da fare che guardare agli altri... e allora lasciamoli guardare e parlare... almeno avremo dato un senso alle loro misere giornate...
non esistono mamme di serie "A" o "B", tanto meno esistono "mamme perfette"... ognuna è se stessa, nel bene e nel male e va bene così... ricordo con tanto affetto una mia collega che, ancora avevo il pancione, mi disse "ti chiederai mille volte al giorno ma chi me l'ha fatto fare? e diffida da chi ti dice che non l'ha mai pensato"! sagge parole!!

tutto questo anche per dirmi che stavolta per me voglio che sia tutto diverso... voglio essere serena e sicura delle mie decisioni, voglio scegliere cosa fare rispettando me stessa, le mie forze, le mie esigenze di "sopravvivere" alla nascita di mio/a figlio/a senza paranoie, senza la paura di sbagliare tutto, di fallire rispetto a quanto previsto dal manuale della "madre perfetta"... senza lasciarmi influenzare da tutti i dovresti/potresti/perchè non fai che mi propineranno tutti, conoscenti e non... senza sentirmi l'unica a pensare di essere stanca o stufa o che se non mi sento o vivo tutto in rose e fiori è perchè sbaglio io o non voglio bene a mio/a figlio/a... ho già dato, grazie...


e voi, qual'è la vostra esperienza, il vostro pensiero a riguardo?
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