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martedì 2 giugno 2015

Lettera per te... per me...

Io non lo so se ho voglia di scriverlo questo post... non lo so se voglio scavare nelle mie emozioni... non lo so dove può portare scrivere un post del genere e, soprattutto, che senso può avere dopo mesi di silenzio e tante cose accadute...
Sono stata consigliata a scriverlo... a buttare giù qualche sentimento, qualche emozione, qualche pensiero a riguardo, ma iniziare non è affatto facile, anzi.... già stamattina, al solo pensiero, avevo l'ansia, un groppo in gola come da tempo non mi succedeva... e poi dicono che non è tutta emotività...
Avevo l'ansia perchè non è facile parlare di te o con te, mamma... tu che ora non ci sei più da oltre cinque anni... a me sembra ieri a volte, altre un milione di giorni fa... Non è facile parlare con te ora che vuol dire solo digitare tasti, mettere emozioni in parole, nero su bianco... ora che a volte vorrei solo dimenticare, non pensare, non sentire... ma soffocare le emozioni ho imparato sulla mia pelle che non porta a niente di buono, a niente che non maceri dentro e poi esca fuori a far danni...
Io non lo so se  lo pubblicherò questo post, ma voglio farmi coraggio e scriverlo... non so in quanto tempo, ma scriverlo... per me...
E' difficile pensare di parlare con te, anche se quando c'eri parlavamo tanto... di tutto, di tutti, ma poco di noi... mi raccontavi tante cose, di quello che facevi da ragazza, di quando lavoravi, di quando hai conosciuto ed eri fidanzata con papà... ma, chissà perchè, io ci ho sempre sentito la voglia di insegnarmi, di darmi delle indicazioni di vita senza dirmi la realtà com'era, senza entrare in intimità, chiedendo e confrontandoci... abbiamo sempre parlato per sentito dire, per racconto di fatti di altri, ma di noi poco, pochissimo... razionalmente, senza mettere in ballo le emozioni, senza fantasticare, sognare ad occhi aperti, senza volare con la fantasia...
Tu eri una mamma presente, disponibile, ma assente nelle "attenzioni emotive", eri lì ma a volte non c'eri... presa da spiegarci, raccontare, chiarire, puntualizzare... non mi sono mai sentita "accolta" nei tuoi ricordi e nei tuoi discorsi, tanto meno nei miei... mi ascoltavi, ma già giudicavi e "sentenziavi"... a volte bastava un tuo sguardo, si quei famosi sguardi che mi dicevi che io controllavo ed esageravo... io sempre "troppo sensibile", da non aver montato quella corazza contro le emozioni condivise come hai fatto tu... non so perché, se perché sei stata ferita, tradita, non abituata o criticata quando l'hai fatto... poco importa... o forse no...
So solo che io sto male adesso per quello che è stato... per come sono stata portata ad essere quando ero piccola, per lo scudo che ho messo su, per come è difficile riconoscerlo e parlare di emozioni e viverle, soprattutto quando questo riguarda te o le persone molto importanti per me... 
Te, che ho sempre avuto il terrore di deludere, di vedere "quel" tuo sguardo, quello di chi vorrebbe dire qualcosa, ma la delusione è tanta o non vuol ferire, non sapendo che quello sguardo annienta peggio di un "ma che cacchio dici/fai?"... 
quello sguardo annienta perché divide, allontana, distrugge fragili ponti tra me e te... quello sguardo insieme ai tuoi "dovresti, potresti, eh ma tu perché..." allontanano mani tese (le mie) verso te... 
Mamma prendimi in braccio, accoccolati a me, stringimi forte... lo vedi? mi vedi? sono io... la tua bimba che ti adora, che pende dalle tue labbra, dai tuoi sguardi... si fa bastare quelli... perché le carezze non sei generosa a farle... tu che ci sei sempre, che sei sempre qui con me.... ma dove sei? con la tua testa, dove vai? il tuo cuore perché non è qui con me... lascia stare le cose da fare... le fai domani, proprio tu che ti vanti di non essere una "vera casalinga" e che un aiuto in casa ce l'avevi anche quando eravamo piccoli... 
Perché non ti siedi qui e coloriamo insieme, mi leggi un libro o sentiamo una favola... cosa? sono io che mi chiudo in camera a giocare e che non voglio che entri?... questo secondo te perché? ti dice qualcosa?... mi vergogno di farti sentire che gioco, di farti sentire le storie che invento, la mia fantasia, i miei sogni, i miei personaggi e le avventure che immagino... penso che non sono all'altezza delle tue, che ci sarebbe un modo migliore per farle... e tu solo sai qual'è... e ti aspetti che lo sappia anch'io, che lo capisca... 
Lo so che mi vuoi bene, ma prendimi per mano, addomestica quel mio lato sfuggente... vieni a prendermi in un abbraccio, in un bacio, dimmi che ti sono mancata, che mi vuoi bene, che sono stata brava... che sarai sempre vicino a me... che chissenefrega se ho sbagliato, se non sono come mi immaginavi tu... tu che mi raccontavi solo che non mi volevi quando l'ostetrica mi ha portato da te... che si era l'effetto dell'anestesia, ma una bimba non lo capisce questo, sente solo che la mamma non la voleva, che non le interessava niente di vederla... che il fratellino "non lo sapeva quant'erano belle le femmine", che una mamma non ha preparato il suo arrivo nella loro vita affettiva, nei loro cuori, nella loro immaginazione di momenti futuri da condividere...
Perchè non ti basto mamma? perchè mi spingi ad essere altro da quello che sono?... perchè non ti fermi a capire chi sono?, perchè non mi lasci provare, vedere, vedermi?... perchè non dai vento alle mie ali... e le riempi di pesi, di ombre, di piume spennacchiate?...
Perchè i miei capelli lunghi che a me piacciono tanto, per te sono "spinacioni"?, perchè la mia scollatura è "da mignotta"?... non sei simpatica, affatto... forse tu lo credi, ma non è così... così mi ferisci solamente, come con una coltellata, perchè non vuol dire che non ti piacciono, ma che "non vado bene"... per te, per come mi immaginavi, per come mi volevi, per come è "giusto" che io sia per essere accettata dagli altri, da te... 
Io sono quella sbagliata... quella che non deve imbarazzarti, che già a cinque anni deve sapere come comportarsi, come va bene e come no... quella che non deve farti fare brutte figure, essere brava a scuola e dovunque, quella che non crea problemi, che non chiede, quella che se respira si sente in colpa... quella che è talmente abituata, programmata, ad essere e fare quello che vuoi, che si dimentica, trascura di essere quello che è, fino ad annullarsi ed a non sapere più chi è, com'è, cosa le piace e vuole... è talmente impegnata e concentrata a vivere la vita che le hai predisposto come su binari collaudati e prestabiliti, che ha creduto che fosse quella davvero la vita che voleva...
Io in tutto questo ci sto stretta adesso mamma... ma non so come fare ad uscirne... mi sento come nelle sabbie mobili che se muovo un passo ho paura di andare a fondo, anche se so che devo e voglio muoverlo quel passo, altrimenti vado a fondo ugualmente, vivendo per sentito dire... vivendo una vita che non è la mia, ed essendo una Francesca che non so se sono veramente io...
A volte vorrei avere il tasto rewind per rivivere la mia vita, facendo scelte diverse o alcune le stesse, ma con più consapevolezza... più presente a me stessa...
In tutto questo cosa rimane, mamma?... tanti perchè che non avranno una risposta, che continuano a frullarmi nella testa e che mi fanno rimanere intrappolata qui, tra loro... ad ingoiarli... non lo so perchè ho voglia e bisogno di capire, di chiarimenti... non lo so se è perchè ho paura di accettare che sia andata così, di non avere un'altra possibilità... forse ho paura di piangermi per tutta la me stessa che non ho vissuto e per la paura di fare un passo in avanti... ho paura di vedermi diversa da come mi sono sempre immaginata e vista... di lasciare le zavorre e di vivermi per come sono... ho paura di allontanarmi dal tuo seminato... perchè i tuoi "te l'avevo detto io" sarebbero dietro l'angolo...  e poi se lo facessi mi sentirei in colpa... come spesso mi sono sentita per voler vivere la mia età, la mia spensieratezza, perchè pensavo che tu eri grande e non potevi più farlo e ti dispiaceva...
Ho passato la mia vita a proteggerti... quando doveva essere tutto il contrario... eri tu che dovevi proteggere me... dal mondo, dalle paure... mi manca essere stata capita da te, protetta, cercata... si, forse ero la "bimba troppo sensibile", ero impegnativa emotivamente, ma un passo verso di me potevi farlo... io per la mia bambina mi sono messa in discussione, ho rivoltato il mio modo di vivere la maternità e l'ho fatto per arrivare a stabilire un rapporto emotivo profondo con lei... tu ti sei tirata indietro... tu, quando non ero quella che volevi, quella che ti "andava bene", quella che ti era scomoda, ti sei tirata indietro ed io questo non lo accetto... lo accetto meno della tua morte... 
tu mi hai abbandonato... io mi sento abbandonata da te... già quando sono nata, con il tuo "io non la voglio vedere, non me ne frega niente".... abbandonata tutte le volte che mi sono sentita "lasciata li", lasciata indietro solo perchè non rispondevo ai tuoi criteri, aspettative... tutte le volte che, dopo una discussione, hai aspettato che mi passasse, senza chiarire dopo, senza parlarne, senza metterti in gioco... tutte le volte che non ti sei messa in discussione, granitica nelle tue convinzioni e, di conseguenza, rafforzando in me la convinzione che quella sbagliata ero io... tutte le volte che non mi hai spronato per come era meglio per me, che non mi hai accolto nel mio essere...
sono tante le critiche che ti sto muovendo, sono tante le cose che facevi che mi fanno arrabbiare e piangere... mi manchi mamma, mi manchi maledettamente... ma soprattutto mi manchi per quello che avrebbe potuto essere e non è stato... il legame profondo che pensavamo di avere, ma che non era come lo volevamo... mi mancano tutti gli abbracci e le carezze che non mi hai dato... i "brava" che adesso non ricordo, i "ti voglio bene" che non mi hai detto mai... il lasciarmi essere e trattarmi da bambina (non era perchè io ero matura e responsabile...), la spensieratezza dell'allegria, del vivere la felicità del momento senza la paura del brutto rovescio della medaglia (se ridi troppo poi piangi)... il lasciarmi esplorare la mia femminilità, tarpata dai tuoi messaggi contraddittori...
A parlarti, mamma, mi sento triste, vuota, emotivamente provata... 
mi sento abbandonata, tradita dalla persona che, invece, avrebbe dovuto amarmi incondizionatamente, dalla persona che avrebbe dovuto smuovere mari e monti per trovare un contatto con me, un punto di incontro... (e non "se non andiamo d'accordo, anche se ci vogliamo bene, non è detto che dobbiamo frequentarci"....) per cercare di capire ed aiutarmi e non affidarmi all'amica psicologa... a lei avresti potuto chiedere aiuto, un consiglio da amica e professionista, ma non delegare una cosa (il nostro rapporto) che sarebbe dovuto essere prioritario per te... 
abbandonata quando è nata Giulia... quando hai visto che non era di aiuto materiale che avevo bisogno, sei andata in tilt, ti sei bloccata... e ti sei tirata indietro, con la scusa di lasciarmi sola per creare un rapporto con mia figlia, a me che mi lamentavo della presenza di nonna quando io ero piccola...
mi sento che non ero abbastanza (brava, buona, bella, intelligente, capace...) per te, e che per questo non lo sono per nessuno... le tue critiche sono nell'elica del mio dna e quello che dicevi o che solo io credevo tu pensassi, ora lo sento dentro di me e negli occhi di tutti quelli che incontro ed è una lotta impari che non so con che armi combattere...
mi sento schiacciata dal pensiero di chissà cosa avrei potuto/dovuto fare per farti essere felice di me, di te, di noi... mi sento quella che ti ha segato la carriera, a te che eri rimasta a casa per accudire me, noi, la nostra famiglia...
mi sento sola in una famiglia che si reggeva solo perchè c'eri tu a mediare, tenere i contatti, ma ci hai cresciuto soli, incapaci di trovarci, rispettarci seppur nelle nostre diversità... tu che c'eri sempre, hai comunque creato disparità e non unione, gioco di squadra...
mi sento soffocare dal dover "non disturbare" che mi hai sciorinato per trent'anni come unica opzione per essere accettati (sopportati) dagli altri e che mi ha fatto vivere in punta di piedi...
mi sento nelle sabbie mobili e di fronte a strade tristi e dolorose per me... perchè, infondo, mi sento anche in colpa di tutto questo che ho scritto... perchè qualcosa avrei potuto fare, non ribellarmi per esempio ad un modello di vita collaudato e sperimentato... quasi che son stata io l'anello che è saltato ed ha rotto tutto l'ingranaggio...
E adesso dove sei mamma?... chissà se da lassù riesci a vederci, a sentire i nostri pensieri... a volte penso che anche la tua morte è stata un "tirarti indietro", forse perchè quei giorni papà ripeteva a tutti che "avevi tolto il disturbo"... è vero non saresti guarita e, forse, questo tu lo hai capito subito... ma neanche in quel momento hai avuto il pensiero di dirmi qualcosa... a parte "non lo fare il secondo figlio, che già non ce la fai con una..." e "non credere che non ti ho voluto bene"... spesso vorrei rovistare tra i tuoi libri, quaderni, sperando di trovare un foglio scritto da te per me... in cui mi dici tutte le cose che vorrei sentirmi dire... scusandoti di non averle sapute dire a voce quando c'eri e di non averle messe in un abbraccio o in un sorriso... 
piango perchè la tristezza è tanta... la tua mancanza, nonostante tutto, è enorme... come la paura di prendere il volo da sola... che tu avresti dovuto essere un paracadute, non una zavorra...
piango per me stessa, perchè mi vedo triste, piccola e sola... abbandonata... e non c'è nessuno che mi abbracci e dico tra me, dov'è la sua mamma? dov'è la sua mamma ad abbracciarla e dirle "tranquilla adesso c'è mamma"...
piango perchè la paura è tanta... perchè la convinzione di essere sbagliata, di non essermi meritata quelle attenzioni e quel calore che volevo è tanta...
piango perchè mi sento ferma li... ad aspettare qualcuno che venga a prendermi per portarmi a casa...

martedì 15 aprile 2014

ricomincio da qui...

Chi ha letto il post precedente o mi segue su instagram, avrà sicuramente visto che i giorni passati sono stati giorni difficilissimi... giorni pieni di dolore, di lacrime, di visite, di ospedali... giorni lunghissimi, densi, pesanti per le decisioni da prendere, per gli eventi che precipitano, per la tristezza della fine di quello che doveva essere un periodo di gioia, amore che si moltiplica, di attesa per una famiglia in crescita... 
Nel post precedente scrivevo di come una telefonata ti cambia la vita... di come una telefonata distrugge il castello di carta dei sogni che avevo iniziato a creare nella mia mente... di come una telefonata ti dia il senso dello tzunami che travolge la tua vita... che la cambia irrimediabilmente... che niente sarà più come prima...
Il cervello in quei momenti si rifiuta di capire fino in fondo quello che ti stanno dicendo... che a volte i medici hanno un modo tutto loro di comunicarti una notizia che devasterà i tuoi sogni, che distruggerà tutti i pensieri fatti sui mesi a venire... ti parlano di un "problema"... quando quel "problema" riguarda il tuo bambino, è il tuo bambino... già il mio bambino... il bambino che pensavo, che sognavo sano e sorridente, magari già con un dentino che faceva capolino tra le gengive, che mi guarda e sorride...
avevo iniziato a pensare ai nomi, aspettavo solo di sapere il sesso per scegliere quale e per dirlo a Giulia, fiduciosa com'ero che tutto sarebbe andato bene... mi sarebbe piaciuto chiamarlo Matteo o Riccardo... perchè si, il mio bambino era un maschietto... proprio come me lo sentivo io... 
Il mio bambino era un maschietto ed ora, invece, è un angelo nel cielo... si, perchè il mio piccolino non c'è più... a 13/14 settimane il suo cuoricino ha smesso di battere... ed ora è in cielo, insieme alla mia mamma...

E forse è stata proprio lei a venire a prenderlo, quando ha visto la sofferenza per i problemi di salute del piccolino... per evitare di mettermi di fronte alla decisione più difficile della mia vita... nella mia fantasia penso che lei sia venuta a prendere lui, il suo nipotino, così piccolino e speciale... perchè noi, i suoi genitori, non avremmo avuto la forza, il coraggio, i mezzi fisici e soprattutto psicologici per affrontare tutto quello che sarebbe stato... 
Ma la natura alla fine ha deciso per noi... il nostro piccolino ci ha evitato di portare a termine la decisione più orribile, atroce e devastante della nostra vita... il suo cuoricino si è spento e lui era già in pace... si è addormentato cullato nella mia pancia, fino alla fine coccolato, nutrito ed amato... fino all'ultimo... 

I giorni passati sono stati un vero incubo... medici, ospedali, visite, attese... vissuti in apnea, disperati e con l'unico desiderio di andare oltre... oltre le visite, oltre gli sguardi impietositi, oltre il "è stato meglio così" di alcuni medici, di alcune infermiere... meglio così di che?... sarebbe stato meglio che tutto fosse filato liscio, ecco cosa sarebbe stato meglio... che il mio bambino fosse stato vivo, sano... sgambettante nella mia pancia... e che io/noi non avessimo vissuto un inferno... ecco cosa sarebbe stato meglio...   sono stati giorni vissuti con l'unico desiderio di andare avanti, di superare la strettoia dell'imbuto per uscire di nuovo e poter respirare... per uscire di nuovo a guardarsi intorno, smarriti, e trovare i cocci da raccogliere, rimettendo ordine nella nostra vita, così devastata e frullata nel giro di pochi istanti, di pochi giorni... 
La sensazione, infatti, è proprio questa... quella di aver sognato, si di aver fatto un bel sogno che poi si è trasformato in incubo... vi capita mai?... la sensazione, lo smarrimento di aver dovuto reinventare per ben tre volte la mia vita, nel giro di pochi, pochissimi mesi... la prima a gennaio, quando ho scoperto di essere incinta... a febbraio la seconda, quando ho resettato la mia vita "normale" per stare a casa a "covare" il mio piccolino... per stare a riposo e permettergli di crescere dentro di me... l'ultima a fine marzo, quando iniziavo a rilassarmi, e finalmente ad entusiasmarmi per questa gravidanza, occupando le giornate di riposo cercando su internet passeggini, tutine, informazioni sui pannolini lavabili... di nuovo la doccia fredda, gelata... la palata in fronte mentre cammini sorridente e sereno... 
tante, troppe emozioni forti e contrastanti nel giro di troppo poco tempo...

ed allora eccomi qui... attorniata dai cocci... che cerco di raccogliere... ed andare avanti... eccomi ancora per qualche altro giorno a riposo, per recuperare forze fisiche e, soprattutto, psicologiche, emotive, per affrontare di nuovo la mia vita, i fantasmi sotto al letto...
per affrontare le domande di chi non sa... lo sguardo triste di chi ci è passato e mi racconta la sua storia... 
martedì prossimo tornerò al lavoro... e spero che questo mi aiuti a riprendere la mia vita in mano...
ricomincio da qui , con tanta paura e cercando in me tutto il coraggio di cui sono capace... 
ricomincio a vivere, godendo dei momenti felici... degli abbracci e sorrisi di Giulia e di mio marito... la vera ragione della mia vita...
ricomincio a vivere pur sapendo che non so ancora qual'è il senso di tutto quello che è successo... forse un senso non c'è o dovrò solo scoprire qual'è...
ricomincio a vivere tenendo per me l'insegnamento più grande che tutta questa storia mi ha dato... che nella vita MAI DIRE MAI... che per dire di una situazione devi solo passarci... che non ci sono scelte "cattive" o "buone" a prescindere... che tutto va contestualizzato... che ognuno di noi porta nel cuore una croce e non bisogna giudicare dall'esterno... che non ci sono "scelte più facili", che risolvono il problema, ma scelte sofferte, laceranti che nessuno deve permettersi di giudicare... 
che la vita è bella... nonostante tutto... nonostante i momenti difficili, orribili cui a volte ci pone di fronte... 
ricomincio da qui... ancora una volta...

giovedì 20 marzo 2014

lettera a me...

qual'è il problema?
in questi giorni hai un'ansia galoppante... le palpitazioni sono tue fedeli compagne da ieri... che brutta sensazione, eh!... era tanto che non stavi così, agitata così...
qual'è il problema? cos'è quest'ansia?
è perché la tua vita si è sconvolta nel giro di qualche settimana e questo è solo l'inizio? è per le ansie, le preoccupazioni accumulate durante questi giorni di visite, controlli, screening prenatali?...
è per il fatto che dovrai andare in maternità anticipata, perchè quel disallineamento della parete della camera gestazionale ancora non si è risolto? 
è mancare dal lavoro che ti inquieta? che ti fa sentire "in colpa", che ti fa sentire meno professionista, meno in gamba?
respira... dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
non è una colpa dover andare in maternità anticipata... è un'esigenza legata alla tua salute e (soprattutto) a quella del tuo/a bambino/a... cosa vuoi fare? l'eroe e tornare al lavoro, facendo km in macchina e rischiare il distacco della placenta? così da perdere il/la bimbo/a o finirti questi 6 mesi a letto?
sei meno professionista se ammetti di aver bisogno di staccare? se ammetti che è necessario per il vostro bene? 
si è vero, sono tanti mesi a casa... tanti... è per questo che sei preoccupata? per stare sola tutto questo tempo? sei in gamba, hai tanti interessi, cose da rivedere, sistemare, fare, preparare... guardare tutto quello che è in sospeso da tempo, proprio perchè non ne avevi per sfogliare, leggere, ascoltare, riordinare, fare spazio... 
è perché ti manca tua madre? certo che ti manca... lei in questi giorni a casa ci sarebbe stata, sempre (e ti ricordi di quando diceva "e quando mi ricapita di passare così tanto tempo con mia figlia?)... sarebbe venuta a tenerti compagnia, a portarti qualcosa di pronto da mangiare, avrebbe passato il tempo con te a parlare, a raccontare, a fantasticare sulle cose da fare, da comprare, su come sistemare la cameretta... sarebbe stata presente ed invadente... avrebbe aspettato con te in questi giorni di riposo... avrebbe riempito questi mesi di maternità anticipata di cose, progetti, racconti, giornali, tv da vedere insieme... 
lei non c'è, lo sai... eppure ogni tanto ti viene voglia di andare a chiamarla e parlarle... di raccontarle le tue paure e le cose che dovrai fare... ti viene voglia di dirle usciamo a fare un giro... ti torna alla mente tutto di lei, tutto... e pensare di passare questi mesi senza di lei vicino, ti strazia il cuore, ti rende lunghi ed insopportabili i giorni...
respira... dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
dentro l'aria, fuori l'aria... respira...
quest'ansia è la paura di tornare a vivere, dopo un mese di riposo a casa? è la paura di essere di nuovo te, ma diversa, perchè ora non lavori e devi riempirti le giornate di emozioni, cose, fatti, gioia? è la paura di uscire per strada, di mostrare la pancia che inizia a vedersi, di raccontare, quasi giustificare il/la secondo/a bimbo/a in arrivo? non devi giustificare niente... non devi raccontare niente che non ti vada, non devi condividere niente e non devi vergognarti di nulla... c'è una nuova vita dentro di te... perchè avere paura di lei... è vita, è un nuovo inizio, è cambiamento... è un dono... lo so che spesso ti senti una quindicenne che è rimasta "fregata" da quella volta senza precauzioni... che non pensavi che a quarant'anni bastasse una volta, si una volta per sconvolgerti il futuro... e lo so che, proprio tu così avversa ai cambiamenti, questo sconvolgimento di tutto il tuo mondo, proprio ora che iniziavi a vivere in equilibrio, non lo volevi... ma un figlio/a è questo... quella sera in un angolino della tua mente lo sapevi che sarebbe potuto succedere... sapevi che era successo... l'hai capito subito nei giorni dopo, da mille piccoli segnali del tuo corpo... ed è così che funziona... l'amore tra due persone porta amore... si amore, sconvolgimento ma per amore...
lo so che hai paura... hai paura di perderti di nuovo, hai paura di essere sopraffatta dalle responsabilità, dalle cose da fare, dall'amore verso le tue creature... hai paura di non riuscire a ritrovare nuovi equilibri, di sentirti in bilico per tanto tanto tempo... di nuovo...
ma sai... questa gravidanza ti sta dimostrando che è tutto "diverso", proprio come volevi tu... a volte meglio, a volte peggio, altre solo "diverso"... e questo perchè non torni indietro a rivivere la nascita di giulia... non torni indietro ad affrontare le giornate buie, nere, sola nell'anima... non torni indietro ad aver paura di tutto... non torni indietro a sopravvivere (scansandolo) al dolore più grande che potessi avere... non torni indietro... questa gravidanza ti porterà avanti... con tutte le paure che ti fanno palpitare il cuore... ti porta avanti a vivere un nuovo inizio, una nuova maternità, a rendere migliore (e si, diverso) il tuo rapporto con giulia, che già oggi non è più figlia unica... questa gravidanza ti dice di aver fiducia, non solo paura... ti chiede di credere in te, di perdonarti per gli sbagli, le mancanze che credi di aver fatto... ti chiede di guardare dentro di te, per scoprire che ci sei, sei forte, ce la farai... respira... 

martedì 25 febbraio 2014

una canzone per Te...



Laura Pausini - Celeste

Avrai gli occhi di tuo padre 
e la sua malinconia 
il silenzio senza tempo che pervade 
al tramonto la marea 
Arriverai 
con la luna di settembre 
che verserà 
il suo latte dentro me 
e ti amerò 
come accade nelle favole per sempre… 

ti aspetterò 
senza andar via 
come fanno già le rondini nell'aria 
nella terra mia 
che invecchia ma 
sulla scia di un'altra età ballando 
sogna 
mentre la tenera luce dell'est 
all'alba illumina speranze e ginestre 
e il cielo è così...celeste… 
celeste… 

Avrai libri, sandali e secchielli 
luminosi “amarcord” 
saranno neri come i miei i tuoi capelli 
ma in un attimo lo so 
volerai via 
verso l'isola lontana 
di una città 
come ho fatto un giorno anch'io 
amore mio 
perché il sole può scordarsi della luna... 

ti aspetterò 
e prima o poi 
arriverai senza nemmeno far rumore 
ti sentirò 
e resterai 
mentre ormai le foglie cambiano colore 
al mio paese che ancora non sai 
dove l'autunno odora di caldarroste 
e il cielo è così...celeste! 

Come il soffio della vita 
che spalanca anche le imposte 
e a sorridere ti invita 
anche quando non lo vuoi 
questo vento innamorato 
che anche tu respirerai che respirerai… 

e poi avrò il coraggio di aspettarti 
ancora un po' 
e ti prometto che vedrai dalle finestre 
un cielo così...celeste… 
celeste… 
un cielo così celeste…...



questa canzone, vista in foto su instagram, mi ha commosso e l'ho presa come un segno premonitore quando ancora non ero sicura circa quel ritardo... chissà se sarà "segno premonitore" anche nel titolo... vedremo...

mercoledì 29 gennaio 2014

è passato tanto, tantissimo tempo dall'ultimo post...
troppo per raccontare tutto quello che è stato in questi tanti mesi...
e ritorno oggi per alleggerire l'anima ed il cuore... perchè l'ansia mi divora, perchè le emozioni sono un frullatore...
ritorno oggi perchè ho un ritardo... un lungo, imprevisto, bellissimo, spaventoso ritardo...
ed allora due son le cose: o inizia la menopausa oppure a settembre saremo in quattro...
e a me viene l'ansia...

lunedì 6 maggio 2013

sulla barca di carta

mentre il marito vede i programmi di calcio alla tv, mi siedo qui a scrivere un pò sul mio trascurato blog... 
sono successe tante cose in questi giorni... finalmente siamo a casa nuova, ci stiamo conoscendo, ambientando, anche se a volte mi sembra di esserci sempre stata ed altre mi sembra tutto diverso da prima e difficile da gestire...
vorrei avere più tempo ed energie la sera per raccontare, per raccontarmi questa vita che mi vola tra le mani... ma la sera son stanca, faccio zapping tra i vari blog, ma il sonno è troppo per articolare qualche racconto, pubblicare foto, organizzare ricordi, emozioni...
stasera però sono un po' triste, un po' amareggiata e, si sa, le parole escono più facili quando sono sfoghi...
è che è arrivata quella mail (perchè poi una mail?) che nelle ossa me la sentivo che sarebbe arrivata... perchè tra parenti le questioni economiche vengono sempre al pettine... ed è comprensibile, ma non mi aspettavo il tono... o forse io lo interpreto male... e questo mi amareggia...
perchè non stiamo con le mani in mano... perchè il momento economico è quello che è... 
perchè se fai il generoso poi non puoi rinfacciare o ricriminare...
ma, soprattutto, perchè mi da sui nervi l'ergersi in cattedra e sparare a zero... non comprendendo le situazioni, non chiedendo, ma sentenziando... la modalità di chi da giudizi e non opinioni mi demoralizza ed amareggia...
mi sento triste ed amareggiata appunto, per la poca comprensione, per il non chiedere, per il voler tutto e subito, la botte piena e la moglie ubriaca... solo a dimostrazione di quanto loro sian bravi ed intelligenti e che tu non è che ci capisci poi tanto, non ti impegni, sbagli...
sono stanca dei problemi e dei pensieri... ho bisogno e voglia di leggerezza, di tranquillità, di comprensione... mai qualcuno che ci dica "bravi", che ci sollevi di un pensiero... solo a caricare....
ed io prego che la situazione si sblocchi, che si risolva... anche se significherà dargli anche la soddisfazione di dire "vedi se non li pungolavo stavano ancora li"...
che tristezza...
e prego la mia mamma... che da lassù mi dia una mano... che mi manca tanto e stanotte mi sembrava di sentirla camminare veramente nella stanza, tanto era vero il sogno che facevo...
e mi vengono i nervi perchè avrei voglia di spensieratezza, di assaporare finalmente un pò di tranquillità, di "facilità di vivere"... e quando mi risollevo da un periodo brutto, da una nuova caduta, quando inizio a pensare che sto meglio, che va meglio, che è passata, che ce la faccio... ecco un'altra ondata che mi riporta ad annaspare alla ricerca di un appiglio, di nuove forze, di un nuovo equilibrio....
ed allora sospiro cercando di scacciare l'onda e gli spruzzi che mi levano il fiato e mi guardo intorno alla ricerca di un ramo, di un tronco, di una scialuppa di salvataggio... e trovo mio marito e mia figlia che mi tendono la mano... sulla barca di carta che non vuole affondare.... 

lunedì 1 ottobre 2012

si volta pagina

ero spaventata... lo ammetto: io non amo i cambiamenti... o almeno, non sempre...
ho i miei tempi, devo abituarmi all'idea, ambientarmi... mi affeziono alle situazioni, ai posti, alle persone, alle cose, alle strade... ho bisogno della mia routine perchè mi da sicurezza, conforto, tranquillità...
sapere di dover ricominciare da capo con un nuovo posto di lavoro, una nuova filiale, nuovi colleghi, nuovi clienti, mi ha destabilizzato... impaurito...
avevo (ho?) mille ansie, mille preoccupazioni: la strada, i clienti, i colleghi, le loro aspettative, le mie... mille paure...
ieri però mi sono sfogata... nell'abbraccio del marito ho pianto... di cuore... senza remore... ho buttato fuori le mie paure... la più grande? non rispondere alle aspettative dei nuovi colleghi... non avere nessuno che conosco e, di conseguenza, sentirmi ancora più sola...
ed ho pianto... anche l'altra sera dopo essermi schiacciata il dito chiudendo la finestra... un dolore incredibilie, ma anche la scusa per singhiozzare di cuore... per piangere veramente...
ed ho scoperto che piangere fa bene... sfogare tutto con le lacrime, se ce l'abbiamo nel cuore, fa bene... oh come fa bene!...
ed oggi sono andata... ed è andato tutto bene... la strada è lunga... 30 km... ci ho messo 45 minuti... ma è andata... i colleghi sono stati molto carini: mi hanno accolto con affetto (solo perchè il direttore gli ha parlato gran bene di me)... mi hanno preparato la postazione con tutto il necessario per iniziare... mi hanno illustrato il budget ed i programmi per la fine dell'anno, mi hanno detto di cosa mi dovrò occupare... e finalmente mi sembra di avere un progetto lavorativo in testa e non stare li in balia degli eventi...
sono tornata a casa un pò stanca per la tensione accumulata nei giorni scorsi, per i km percorsi, un pò trafelata nell'orario (quando andrò a prendere giulia a scuola sarà tutta una corsa!), ma contenta... con la sensazione di aver fatto un passo importante dentro la mia testa: l'indipendenza... si, l'indipendenza dallo stereotipo di me che ho nel cervello, dall'idea che ho di me e che mi limita e blocca...
ed è ora di dire basta, di avere un pò più di fiducia e di incoraggiarmi!...
oggi si volta pagina... inizia una nuova avventura!...

domenica 23 settembre 2012

una valigia pronta... di nuovo...

lo zainetto è pronto con il cambio, l'acqua e la merenda...
i vestiti di giulia sono pronti sul divano... i pantaloni blu e la maglietta bianca, la "divisa" che domani le metterò in fretta prima di farle la coda, darle un bacio ed uscire per andare al lavoro... 
anche i miei vestiti per domani son pronti... sulla sedia, sopra gli altri panni da stirare, e nella mia mente, così domattina non vegeterò davanti all'armadio aperto per dieci minuti, domandandomi "che mi metto? che cavolo mi metto?"....
eh si perchè domani inizia una nuova settimana... domani inizia la mia ultima settimana di lavoro nella sede dove mi hanno mandato qualche mese fa... 3 mesi fa per la precisione e poco, pochissimo più... 
eh si... la mia valigia è di nuovo pronta... dal primo ottobre si cambia... cambierò sede di lavoro...
oggi marito e pargola mi hanno accompagnato a vedere dove si trova la mia nuova filiale... e che dire? è bella lontanuccia... ufff... una stradaccia... la pontina... che non è certo come vedere il mio bel mare...
non mi va, decisamente non mi va di ricominciare in una nuova realtà... già avevo digerito male il trasferimento dello scorso giugno, questo proprio non mi va giù...
e se la scorsa settimana sono stata serena e non ci ho pensato... oggi l'ombra di questo cambiamento ha iniziato a rannuvolare i miei pensieri, il mio umore...
non mi va di ricominciare tutto da capo... di cercare di far bella figura con colleghi e clienti che non conosco... che non mi conoscono... che ho paura nutrano delle aspettative troppo elevate sulle mie capacità e competenze (o forse sono io?)... ho paura di non rispondere alle loro esigenze, alle loro necessità ed aspettative... di colpo mi sento incompetente, insicura ed indifesa come se fosse davvero il primo giorno di lavoro e non l'ennesimo primo giorno dopo ben 13 anni di lavoro...
ho paura perchè questo trasferimento mi mette di fronte alle mie mancanze, a quanto penso di essere superficiale nell'approfondire il mio lavoro, di quanto credo di sapere, ma penso sia solo un "saper fare"... insicurezza compagna fidata...
è che dove sono ora mi sento a casa... tra colleghi amorevoli e simpatici... con clienti che conoscono e che mi stimano ed apprezzano... ed è questo che mi serve in questo periodo: tranquillità di ambiente lavorativo... familiarità e non un nuovo scossone, che di cambiamenti questi anni ne ho avuti bene troppi!...
e poi mi ha dato proprio fastidio questo nuovo trasferimento dopo solo 3 mesi... mi hanno mandato qui per fare, per aiutare, per dare una mano, per risolvere... e poi?... praticamente mi hanno fatto fare da tappabuchi per le ferie che, ovviamente, a turno abbiamo fatto tutti... ma che è??... e quella rimba del personale "ma no non la vedere in questo modo?" ah no? ed in che modo la devo vedere?... dopo 13 anni di banca mi fate fare la tappabuchi come il primo entrato? d'estate al mare e d'inverno in mezzo al nulla??... mah... non ho proprio parole... o meglio, le ho, ma non è educato dirle!...
e mi sento impotente... stavolta ho provato a difendere il mio punto di vista, ma non è servito... la lettera di trasferimento è arrivata... la circolare pure... e lunedì prossimo vado... vado...
l'altra volta avevo concluso il post del cambio sede con questa frase:
"non voglio rimuginare sul perchè e "percome" del mio trasferimento, delle scelte che ci sono dietro, voglio guardare con fiducia al futuro ed a questa nuova avventura... e vedremo che ne viene..."
e chiudo così anche questo... per darmi coraggio... per darmi forza di guardare con fiducia avanti...
avanti sempre...

lunedì 6 agosto 2012

riflessioni dei giorni passati...

è che si.. in effetti è un pò di giorni che sto "girata"... è da qualche giorno che vari pensieri mi ronzano in testa e mi innervosiscono...
sarà perchè era finalmente venerdì, la scorsa settimana, ed il marito mi telefona per dirmi che giulia, che era dalla suocera, aveva la febbre... e si preannunciava un week end (lo scorso) di clausura, quando avrei voluto andare al mare, o in piscina o semplicemente a fare un giro o la spesa, in relax con il maritino e la pargola...
sarà che i nostri quattro "amici amici" sono in vacanza, lontano in montagna... ed avrei voluto tanto partire con loro (anche se il viaggio in macchina fino ad andalo proprio non mi allettava...) e sono un pò gelosa che le mie amiche, che già condividono il quotidiano anche nel lavoro, sono insieme anche in vacanza... ufff....
sarà che anche mio fratello e la compagna sono in vacanza... e tutta quella discussione con lei fatta qualche tempo fa mi ronza in testa e mi mette un urto non indifferente...
sarà che sono un pò preoccupata per papà... è qualche giorno che non lo vedo.... me ne dispiace, ma il pomeriggio con questo caldo mi rinchiudo in casa a riposare, oziare, cercando il fresco, cercando di evadere un pò in rete, cercando di trovare e mantenere l'energia e l'equilibrio mentale, psicofisico... e poi andare da lui mi intristisce, perchè li l'assenza di mamma urla da ogni angolo... e poi ultimamente lo vedo un pò giù, più del solito, lo vedo un pò sciupato e non lo so... forse è preso da mille preoccupazioni, forse è triste per alcune situazioni con i parenti... forse è anche questo dolore al ginocchio che lo limita nel muoversi e lo butta giù di morale....
sono preoccupata perchè spero e prego che presto, prestissimo riusciamo a vendere le nostre case, così da poter stare più vicini e se questo, da una parte, mi fa un pò paura, dall'altro mi tranquillizza sapere che papà sarà al piano di sotto... in una casa senza scale da fare, vicino al centro cittadino, per poter fare due passi quando vuole e vedere gente e vetrine e quella confusione che svaga la mente.... sono preoccupata perchè dobbiamo mettere in piedi delle operazioni ponte per poter finanziare gli acconti al costruttore fino a settembre... dopo il trattamento di cacca della mia banca...  e tutto questo non saper che fine fare mette a tutti noi nervosismo ed accentua la stanchezza...
sono nervosa per il lavoro... dopo il recente trasferimento alla mia vecchia sede, ora non so neanche per quanto tempo ci resterò... e l'idea che la direzione mi consideri "tappa buchi" proprio mi rode... 
mi rode anche per giulia... qualche giorno fa ho parlato con mia cognata e mi ha raccontato che, a casa dei suoceri non è cambiato niente rispetto all'anno scorso... i miei suoceri sono assurdi, completamente succubi della nipote e, per farsi belli ai suoi occhi e credendo di conquistare così il suo affetto, le lasciano fare il bello e cattivo tempo... le fanno mangiare le peggio schifezze ed in continuazione, la soffocano chiamandola centinaia di volte e facendole le scene di gelosia se lei preferisce giocare con la zia, piuttosto che vedere la nonna spazzare o lavare i piatti... io non li reggo davvero più... sabato siamo stati a cena dalla cugina di mio marito e se anche giulia chiamava me, andava mia suocera... io per rispetto mi sto buona, ma quando l'altro pomeriggio giulia mi ha fatto chiamare e piangendo mi ha chiesto di andarla a prendere "voglio tornare a casa miaaa" e dopo i racconti di mia cognata mi sono di nuovo cascate le braccia...
si perchè in questi due mesi di pomeriggi con lei mi sono illusa che avesse capito, che avesse smorzato i toni, che avesse capito che i "no" sono per il suo bene e non perchè siamo rigidi e ci godiamo a dirle di no... invece... e mi sono sentita in colpa, perchè ho esposto mia figlia a questi comportamenti destabilizzanti e contrastanti rispetto ai nostri insegnamenti, per riposare... per allentare la tensione, per tirare fiato dopo un inverno lungo e difficile... e non mi pento di essermi presa questi pomeriggi ad oziare, ad annullare la mente... anche se mi dispiace per giulia... ed il brutto è che mia suocera non capisce che, facendo così, soffoca giulia e rischia di ottenere l'effetto contrario... mah...
spero solo di resistere dal mandarla a cagare per questa e la prossima settimana... poi il marito inizierà a diradare le sortite al lavoro e dal 25 saremo in ferie... finalmente...
sono in urto con me stessa per la discussione con mia cognata... lei parla parla... ma forse ha davvero ragione il marito quando dice che è "la furbetta di paese"... nel senso che lei parla, cercando di portare acqua al suo mulino, giudica il mio, nostro comportamento, ma non vede la trave nel suo/loro occhio... quella volta, dopo la sua valanga di sms, ero quasi arrivata a darle ragione... ma non lo so... in questi giorni inizio a  pensare che loro fanno presto a dire, quando tanto sanno che poi ci sono io a star vicino a papà... ed un genitore può essere pesante quanto vuoi, ma è sempre tuo padre, un uomo anziano, solo tutto il giorno e, magari, una telefonata gliela puoi anche fare... sono partiti per una settimana ed hanno solo avvisato che erano arrivati e poi che erano vivi lo sapevo dalle foto che hanno pubblicato su facebook come i quindicenni... due minuti per un saluto, un sms, un "come state?" no eh?... gli ho detto che giulia stava male e neanche un cenno per chiedere come andava... cosa aveva detto il medico... e questo è quello che mia cognata chiama "lo zio attento e premuroso" e mecocomeri!!... mah...
penso davvero che lei non si renda conto di ciò che dice... che pretende, che sentenzia, ma non entra in contatto col cuore...
ieri ho visto mio padre... sta un pò meglio col ginocchio e nello spirito... e questo è l'importante... è un uomo brontolone, a volte pesante e noioso, ma perchè nessuno gli ha "insegnato" ad ammorbidirsi... ma se lo prendi per il verso giusto è un pezzo di pane... è che mio fratello/io ci piacerebbe un papà da cartolina, da "mulino bianco", ma quella non è la realtà... e, cara cognata, non ci sono padri migliori o peggiori... ci sono solo genitori che fanno il loro meglio con quello che hanno a disposizione... ma, questo, solo diventando genitori a tua volta riesci a capirlo...

domenica 17 luglio 2011

certe volte

è che certe volte è come se fossimo in mondi così lontani...

come se fossimo ad anni luce l'uno dall'altra...

come se fossimo in un equilibrio instabile, assai fragile...

come se quei ragazzi non ci fossero più... allontanati da mille parole dette e non dette... da mille cose successe... da mille paure...

a volte non ci riconosco più...

a volte mi aspetto troppo forse?...

non lo so... ma certe volte è così brutto e fa così male...

giovedì 30 settembre 2010

una stagione: l'autunno..

devo dire la verità... l'autunno non è che mi sia mai tanto piaciuto come stagione... segnava la fine dell'estate, delle giornate libere dalla scuola, dallo studio... le ore di sole diminuivano, arrivava il freddo e la pioggia... crescendo sto imparando ad apprezzare anche questa stagione un pò malinconica, anche se quest'anno sta arrivando dolcemente e ci concede giornate fresche, ma con il sole ancora splendente... e di questo sono felice, perchè in questi ultimi giorni il mio umore è stato particolarmente nostalgico e triste...
comunque!... forza e coraggio, sempre!
è, quindi, con gioia che partecipo all' iniziativa di Ester , per cercare di cogliere il bello di questa stagione "di confine" tra l'allegria ed il caldo dell'estate ed il freddo dell'inverno, spero ancora abbastanza lontano...
autunno è tirar fuori il giacchetto di jeans dall'armadio e la borsa di pelle (un regalo bellissimo della mia mamma di qualche natale fa... quanti bei ricordi: comprarlo insieme in negozio, incartarlo e poi le scene di stupore di entrambe al momento dello scarto, per simulare la mia sorpresa ed il suo "sono contenta che ti piaccia, mai avrei creduto!"... quanto mi manchi mamma!)...
è autunno, l'aria è fresca, ma fuori c'è un bel sole... arrivo mondo... sii clemente con me oggi!...

mercoledì 23 giugno 2010

stati d'animo 3








Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
il mio stesso sorriso

E pensare a quante volte
l'ho sentita lontana
E pensare a quante volte…

Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi
e momenti di noncuranza
puntualmente mi dimostravo inflessibile
inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita
temendo una sciocca rivalità

Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania
la scruto per filo e per segno e ritrovo
il mio stesso sguardo

E pensare a quante volte
l'ho sentita lontana
E pensare a quante volte…

Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi
e di quella arbitraria indolenza
puntualmente mi dimostravo inflessibile
inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo
l'innata rivalità

Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché……
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché ……

mercoledì 9 giugno 2010

stati d'animo #2







Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha

stati d'animo #1








Sometimes I wonders where I've been
Who I am, do I fit in
Make belivin' is hard alone
Out here on my own
We're always provin' who we are
Always reachin' for that risin' star
To guide me far and shine me home,
Out here on my own.
When I'm down and feelin' blue
I close my eyes so I can be with you
Oh baby, be strong for me,
Baby, belong to me
Help me through, help me need you.
Until the morning sun appears
Making light of all my fears,
I dry the tears I've never shown
Out here on my own.
When I'm down and feelin' blue
I close my eyes so I can be with you
Oh baby, be strong for me,
Baby, belong to me
Help me through, help me need you.
Sometimes I wonders where I've been
Who I am, do I fit in.
I may not win but I can't be thrown,
Out here on my own, on my own.

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