Io non lo so se ho voglia di scriverlo questo post... non lo so se voglio scavare nelle mie emozioni... non lo so dove può portare scrivere un post del genere e, soprattutto, che senso può avere dopo mesi di silenzio e tante cose accadute...
Sono stata consigliata a scriverlo... a buttare giù qualche sentimento, qualche emozione, qualche pensiero a riguardo, ma iniziare non è affatto facile, anzi.... già stamattina, al solo pensiero, avevo l'ansia, un groppo in gola come da tempo non mi succedeva... e poi dicono che non è tutta emotività...
Avevo l'ansia perchè non è facile parlare di te o con te, mamma... tu che ora non ci sei più da oltre cinque anni... a me sembra ieri a volte, altre un milione di giorni fa... Non è facile parlare con te ora che vuol dire solo digitare tasti, mettere emozioni in parole, nero su bianco... ora che a volte vorrei solo dimenticare, non pensare, non sentire... ma soffocare le emozioni ho imparato sulla mia pelle che non porta a niente di buono, a niente che non maceri dentro e poi esca fuori a far danni...
Io non lo so se lo pubblicherò questo post, ma voglio farmi coraggio e scriverlo... non so in quanto tempo, ma scriverlo... per me...
E' difficile pensare di parlare con te, anche se quando c'eri parlavamo tanto... di tutto, di tutti, ma poco di noi... mi raccontavi tante cose, di quello che facevi da ragazza, di quando lavoravi, di quando hai conosciuto ed eri fidanzata con papà... ma, chissà perchè, io ci ho sempre sentito la voglia di insegnarmi, di darmi delle indicazioni di vita senza dirmi la realtà com'era, senza entrare in intimità, chiedendo e confrontandoci... abbiamo sempre parlato per sentito dire, per racconto di fatti di altri, ma di noi poco, pochissimo... razionalmente, senza mettere in ballo le emozioni, senza fantasticare, sognare ad occhi aperti, senza volare con la fantasia...
Tu eri una mamma presente, disponibile, ma assente nelle "attenzioni emotive", eri lì ma a volte non c'eri... presa da spiegarci, raccontare, chiarire, puntualizzare... non mi sono mai sentita "accolta" nei tuoi ricordi e nei tuoi discorsi, tanto meno nei miei... mi ascoltavi, ma già giudicavi e "sentenziavi"... a volte bastava un tuo sguardo, si quei famosi sguardi che mi dicevi che io controllavo ed esageravo... io sempre "troppo sensibile", da non aver montato quella corazza contro le emozioni condivise come hai fatto tu... non so perché, se perché sei stata ferita, tradita, non abituata o criticata quando l'hai fatto... poco importa... o forse no...
So solo che io sto male adesso per quello che è stato... per come sono stata portata ad essere quando ero piccola, per lo scudo che ho messo su, per come è difficile riconoscerlo e parlare di emozioni e viverle, soprattutto quando questo riguarda te o le persone molto importanti per me...
Te, che ho sempre avuto il terrore di deludere, di vedere "quel" tuo sguardo, quello di chi vorrebbe dire qualcosa, ma la delusione è tanta o non vuol ferire, non sapendo che quello sguardo annienta peggio di un "ma che cacchio dici/fai?"...
quello sguardo annienta perché divide, allontana, distrugge fragili ponti tra me e te... quello sguardo insieme ai tuoi "dovresti, potresti, eh ma tu perché..." allontanano mani tese (le mie) verso te...
Mamma prendimi in braccio, accoccolati a me, stringimi forte... lo vedi? mi vedi? sono io... la tua bimba che ti adora, che pende dalle tue labbra, dai tuoi sguardi... si fa bastare quelli... perché le carezze non sei generosa a farle... tu che ci sei sempre, che sei sempre qui con me.... ma dove sei? con la tua testa, dove vai? il tuo cuore perché non è qui con me... lascia stare le cose da fare... le fai domani, proprio tu che ti vanti di non essere una "vera casalinga" e che un aiuto in casa ce l'avevi anche quando eravamo piccoli...
Perché non ti siedi qui e coloriamo insieme, mi leggi un libro o sentiamo una favola... cosa? sono io che mi chiudo in camera a giocare e che non voglio che entri?... questo secondo te perché? ti dice qualcosa?... mi vergogno di farti sentire che gioco, di farti sentire le storie che invento, la mia fantasia, i miei sogni, i miei personaggi e le avventure che immagino... penso che non sono all'altezza delle tue, che ci sarebbe un modo migliore per farle... e tu solo sai qual'è... e ti aspetti che lo sappia anch'io, che lo capisca...
Lo so che mi vuoi bene, ma prendimi per mano, addomestica quel mio lato sfuggente... vieni a prendermi in un abbraccio, in un bacio, dimmi che ti sono mancata, che mi vuoi bene, che sono stata brava... che sarai sempre vicino a me... che chissenefrega se ho sbagliato, se non sono come mi immaginavi tu... tu che mi raccontavi solo che non mi volevi quando l'ostetrica mi ha portato da te... che si era l'effetto dell'anestesia, ma una bimba non lo capisce questo, sente solo che la mamma non la voleva, che non le interessava niente di vederla... che il fratellino "non lo sapeva quant'erano belle le femmine", che una mamma non ha preparato il suo arrivo nella loro vita affettiva, nei loro cuori, nella loro immaginazione di momenti futuri da condividere...
Perchè non ti basto mamma? perchè mi spingi ad essere altro da quello che sono?... perchè non ti fermi a capire chi sono?, perchè non mi lasci provare, vedere, vedermi?... perchè non dai vento alle mie ali... e le riempi di pesi, di ombre, di piume spennacchiate?...
Perchè i miei capelli lunghi che a me piacciono tanto, per te sono "spinacioni"?, perchè la mia scollatura è "da mignotta"?... non sei simpatica, affatto... forse tu lo credi, ma non è così... così mi ferisci solamente, come con una coltellata, perchè non vuol dire che non ti piacciono, ma che "non vado bene"... per te, per come mi immaginavi, per come mi volevi, per come è "giusto" che io sia per essere accettata dagli altri, da te...
Io sono quella sbagliata... quella che non deve imbarazzarti, che già a cinque anni deve sapere come comportarsi, come va bene e come no... quella che non deve farti fare brutte figure, essere brava a scuola e dovunque, quella che non crea problemi, che non chiede, quella che se respira si sente in colpa... quella che è talmente abituata, programmata, ad essere e fare quello che vuoi, che si dimentica, trascura di essere quello che è, fino ad annullarsi ed a non sapere più chi è, com'è, cosa le piace e vuole... è talmente impegnata e concentrata a vivere la vita che le hai predisposto come su binari collaudati e prestabiliti, che ha creduto che fosse quella davvero la vita che voleva...
Io in tutto questo ci sto stretta adesso mamma... ma non so come fare ad uscirne... mi sento come nelle sabbie mobili che se muovo un passo ho paura di andare a fondo, anche se so che devo e voglio muoverlo quel passo, altrimenti vado a fondo ugualmente, vivendo per sentito dire... vivendo una vita che non è la mia, ed essendo una Francesca che non so se sono veramente io...
A volte vorrei avere il tasto rewind per rivivere la mia vita, facendo scelte diverse o alcune le stesse, ma con più consapevolezza... più presente a me stessa...
In tutto questo cosa rimane, mamma?... tanti perchè che non avranno una risposta, che continuano a frullarmi nella testa e che mi fanno rimanere intrappolata qui, tra loro... ad ingoiarli... non lo so perchè ho voglia e bisogno di capire, di chiarimenti... non lo so se è perchè ho paura di accettare che sia andata così, di non avere un'altra possibilità... forse ho paura di piangermi per tutta la me stessa che non ho vissuto e per la paura di fare un passo in avanti... ho paura di vedermi diversa da come mi sono sempre immaginata e vista... di lasciare le zavorre e di vivermi per come sono... ho paura di allontanarmi dal tuo seminato... perchè i tuoi "te l'avevo detto io" sarebbero dietro l'angolo... e poi se lo facessi mi sentirei in colpa... come spesso mi sono sentita per voler vivere la mia età, la mia spensieratezza, perchè pensavo che tu eri grande e non potevi più farlo e ti dispiaceva...
Ho passato la mia vita a proteggerti... quando doveva essere tutto il contrario... eri tu che dovevi proteggere me... dal mondo, dalle paure... mi manca essere stata capita da te, protetta, cercata... si, forse ero la "bimba troppo sensibile", ero impegnativa emotivamente, ma un passo verso di me potevi farlo... io per la mia bambina mi sono messa in discussione, ho rivoltato il mio modo di vivere la maternità e l'ho fatto per arrivare a stabilire un rapporto emotivo profondo con lei... tu ti sei tirata indietro... tu, quando non ero quella che volevi, quella che ti "andava bene", quella che ti era scomoda, ti sei tirata indietro ed io questo non lo accetto... lo accetto meno della tua morte...
tu mi hai abbandonato... io mi sento abbandonata da te... già quando sono nata, con il tuo "io non la voglio vedere, non me ne frega niente".... abbandonata tutte le volte che mi sono sentita "lasciata li", lasciata indietro solo perchè non rispondevo ai tuoi criteri, aspettative... tutte le volte che, dopo una discussione, hai aspettato che mi passasse, senza chiarire dopo, senza parlarne, senza metterti in gioco... tutte le volte che non ti sei messa in discussione, granitica nelle tue convinzioni e, di conseguenza, rafforzando in me la convinzione che quella sbagliata ero io... tutte le volte che non mi hai spronato per come era meglio per me, che non mi hai accolto nel mio essere...
sono tante le critiche che ti sto muovendo, sono tante le cose che facevi che mi fanno arrabbiare e piangere... mi manchi mamma, mi manchi maledettamente... ma soprattutto mi manchi per quello che avrebbe potuto essere e non è stato... il legame profondo che pensavamo di avere, ma che non era come lo volevamo... mi mancano tutti gli abbracci e le carezze che non mi hai dato... i "brava" che adesso non ricordo, i "ti voglio bene" che non mi hai detto mai... il lasciarmi essere e trattarmi da bambina (non era perchè io ero matura e responsabile...), la spensieratezza dell'allegria, del vivere la felicità del momento senza la paura del brutto rovescio della medaglia (se ridi troppo poi piangi)... il lasciarmi esplorare la mia femminilità, tarpata dai tuoi messaggi contraddittori...
A parlarti, mamma, mi sento triste, vuota, emotivamente provata...
mi sento abbandonata, tradita dalla persona che, invece, avrebbe dovuto amarmi incondizionatamente, dalla persona che avrebbe dovuto smuovere mari e monti per trovare un contatto con me, un punto di incontro... (e non "se non andiamo d'accordo, anche se ci vogliamo bene, non è detto che dobbiamo frequentarci"....) per cercare di capire ed aiutarmi e non affidarmi all'amica psicologa... a lei avresti potuto chiedere aiuto, un consiglio da amica e professionista, ma non delegare una cosa (il nostro rapporto) che sarebbe dovuto essere prioritario per te...
abbandonata quando è nata Giulia... quando hai visto che non era di aiuto materiale che avevo bisogno, sei andata in tilt, ti sei bloccata... e ti sei tirata indietro, con la scusa di lasciarmi sola per creare un rapporto con mia figlia, a me che mi lamentavo della presenza di nonna quando io ero piccola...
mi sento che non ero abbastanza (brava, buona, bella, intelligente, capace...) per te, e che per questo non lo sono per nessuno... le tue critiche sono nell'elica del mio dna e quello che dicevi o che solo io credevo tu pensassi, ora lo sento dentro di me e negli occhi di tutti quelli che incontro ed è una lotta impari che non so con che armi combattere...
mi sento schiacciata dal pensiero di chissà cosa avrei potuto/dovuto fare per farti essere felice di me, di te, di noi... mi sento quella che ti ha segato la carriera, a te che eri rimasta a casa per accudire me, noi, la nostra famiglia...
mi sento sola in una famiglia che si reggeva solo perchè c'eri tu a mediare, tenere i contatti, ma ci hai cresciuto soli, incapaci di trovarci, rispettarci seppur nelle nostre diversità... tu che c'eri sempre, hai comunque creato disparità e non unione, gioco di squadra...
mi sento soffocare dal dover "non disturbare" che mi hai sciorinato per trent'anni come unica opzione per essere accettati (sopportati) dagli altri e che mi ha fatto vivere in punta di piedi...
mi sento nelle sabbie mobili e di fronte a strade tristi e dolorose per me... perchè, infondo, mi sento anche in colpa di tutto questo che ho scritto... perchè qualcosa avrei potuto fare, non ribellarmi per esempio ad un modello di vita collaudato e sperimentato... quasi che son stata io l'anello che è saltato ed ha rotto tutto l'ingranaggio...
E adesso dove sei mamma?... chissà se da lassù riesci a vederci, a sentire i nostri pensieri... a volte penso che anche la tua morte è stata un "tirarti indietro", forse perchè quei giorni papà ripeteva a tutti che "avevi tolto il disturbo"... è vero non saresti guarita e, forse, questo tu lo hai capito subito... ma neanche in quel momento hai avuto il pensiero di dirmi qualcosa... a parte "non lo fare il secondo figlio, che già non ce la fai con una..." e "non credere che non ti ho voluto bene"... spesso vorrei rovistare tra i tuoi libri, quaderni, sperando di trovare un foglio scritto da te per me... in cui mi dici tutte le cose che vorrei sentirmi dire... scusandoti di non averle sapute dire a voce quando c'eri e di non averle messe in un abbraccio o in un sorriso...
piango perchè la tristezza è tanta... la tua mancanza, nonostante tutto, è enorme... come la paura di prendere il volo da sola... che tu avresti dovuto essere un paracadute, non una zavorra...
piango per me stessa, perchè mi vedo triste, piccola e sola... abbandonata... e non c'è nessuno che mi abbracci e dico tra me, dov'è la sua mamma? dov'è la sua mamma ad abbracciarla e dirle "tranquilla adesso c'è mamma"...
piango perchè la paura è tanta... perchè la convinzione di essere sbagliata, di non essermi meritata quelle attenzioni e quel calore che volevo è tanta...
piango perchè mi sento ferma li... ad aspettare qualcuno che venga a prendermi per portarmi a casa...