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mercoledì 30 novembre 2011

Lavori del cuore

(per questo post si ringraziano: Fabio Salmoirago - di cui ora mi leggerò i nuovi blog - per gli aggiustamenti delle foto, la Frenci perchè il pomeriggio passato a truccarla e acconciarla con Donna Popcorn è un ricordo tra i più belli della nostra amicizia, e Noisette per la telefonata in cui si è chiarito che no, non stava scherzando)

Da piccola, dicevo spesso che mi sarebbe piaciuto da matti lavorare in una cartoleria (per il profumo di matite, i colori e la sensazione della carta sotto le dita) o in una torrefazione (per i cioccolatini, l'aroma di caffè e i pacchetti da confezionare).

Attualmente, assodato che io faccio il mestiere più bello del mondo, se un giorno per qualsiasi motivo dovessi cambiare e potessi scegliere, avrei altri due mestieri che mi riempirebbero di benessere.

Uno, come dicevo a Noisette ultimamente, mi entusiasmerebbe, ed è fare la wedding planner. Sostanzialmente perchè io ai matrimoni, alle cerimonie, etc ci vado abbastanza malvolentieri, ma in realtà quando poi ci sono osservo tutti e tutto nei minimi dettagli e potrei farvi la recensione precisa di ogni pregio, difetto, tocco di classe o sbaffo di kitsch che ho visto da quando ho l'età di ragione. Poi ho seguito da vicino i matrimoni di abbastanza amiche per sapere di che cosa hanno bisogno la sposa, lo sposo, i parenti e gli ospiti per stare a loro agio.
Il mio matrimonio naturalmente mi ha visto un po' sopraffatta, ma non è stato poi male, alla fine. In compenso, di lì a poco ho visto il dietro le quinte del matrimonio della Frenci. E voi dovete capire che io e la Frenci, ambedue, eravamo convinte che mai, MAI, ci saremmo convinte a sposare chicchessia: io sono mia, era il messaggio che si leggeva chiaramente in sovraimpressione a tutti i nostri grandi discorsi. Poi va beh, da una parte il messaggio in bottiglia sullo zerbino, dall'altra mille appostamenti nei recessi della facoltà di Lettere e altrettanti passaggi in macchina con la musica di Lezioni di Piano, insomma ci hanno fregate, tutte e due. Solo che lei, quando è toccato a lei, aveva chiari due o tre punti fondamentali e basta, e invece io ho cominciato:
"Umm sì bene però... e al trucco hai pensato? Alle partecipazioni? Alle bomboniere? E i parenti di una certa età dove li metti? Viene gente con bambini piccoli? Ma addobbi le panche della chiesa o solo l'altare? E il bouquet? E il fiore all'occhiello di A.?"
E così nel corso di una passeggiata sull'Aurelia abbiamo messo a punto tanti particolari, poi a me è stata affidata la sezione make up, con tanto di prove tecniche, documentate da bellissime foto di Donna Popcorn in cui io sembro professionalissima e la Frenci, che bisogna dirlo quando s'è sposata era al massimo della forma, sembra un'attrice francese di quelle fini, semplici e intense alla Juliette Binoche (ma lei sembra sempre fine, semplice e intensa alla Juliette Binoche, con quegli zigomi, e quando è stanca al massimo somiglia a Margherita Buy: alzino la mano quelle che non vorrebbero somigliare a Margherita Buy, anche stanca).
Quanto mi sono divertita!!!

Ma se vogliamo essere sinceri fare la wedding planner è solo un'estensione di un lavoro che veramente sarebbe una passione mai sazia, per me: fare la fiorista.

Passione che è cominciata quando ero piccola e mia madre, grande appassionata di piante, faceva code interminabili al negozio (caro come il sangue) del vivaista vicino casa per comprare piante o ordinare mazzi di fiori. Io mi annoiavo e gironzolavo lungo una serra che mi ricordo umida, spesso anche un po' buia e un po' incasinata. E aspiravo con tutte le mie forze l'odore della terra bagnata che mi faceva un po' schifo e un po' piacere. A tutt'oggi entro nei vivai come se varcassi la soglia di una chiesa, e starci dieci minuti mi rigenera.

Ma il vero amore è esploso, come capita per molti mestieri, perchè ho incontrato un'artista geniale che mi ha aperto gli orizzonti della creatività, e cioè la signora bionda ed elegante che si è occupata dei fiori per il mio matrimonio. Io mi sposavo a ottobre e volevo che le decorazioni fossero qualcosa di luminoso ma che non facesse a pugni con la stagione (che io adoro, mica mi chiamo Castagna per caso).
Quella creatura celeste ha capito in dieci secondi il genere di persona che sono e in pochi minuti ha detto le parole magiche: bacche, foglie, frutti.

Questo è il bouquet a tirso con cui mi sono presentata:



e questo stava all'occhiello di mio papà quando mi ha accompagnata:



Ma non solo. La donna geniale aveva pensato di mettere frutti di stagione dappertutto e così avevamo bacche anche nella composizione sul lunotto posteriore dell'auto e mele Fuji nei centrotavola.

Lì mi si è aperto un universo. Adesso, quando vado a farmi fare un mazzo di fiori per un'attrice o una regista, o devo scegliere una pianta o una composizione da regalare, mi prendo tempo come se andassi a farmi fare un abito su misura o dovessi scegliere la parure della mia vita da Tiffany. E me la godo molto di più.

E con questo punto di rosa pallido il verde deve essere scuro ma non lucido, e qui ci vedo bene una calla, e volevo un mazzo molto yin e uno decisamente più yang, e senta ma mettiamoci magari anche un po' di quelle foglie sottili che ricadono giù come fossero ciglia, sa, ai lati, e per questa persona ci vuole un messaggio forte, ce l'ha un girasole?, vorrei due spighe - un mazzolino di bacche e una foglia gialla - un ramo di ciliegio nudo dietro a una nuvola di fiorellini bianchi e rosa, ma disposti in diagonale...

Ora, di solito faccio cose che hanno discreto successo. Ma soprattutto, potrebbe sembrare che un negoziante si senta anche un po' sfracellare i coglioni da una che arriva già tutta con la sua idea e poi ci ragiona ancora mezz'ora a voce alta.

Dovete però immaginarvi la vita di una fiorista dall'animo gentile, che vede entrare ogni giorno gente tipo l'uomo medio:
"Ah uhm volevo... un mazzo di fiori."
"A chi deve regalarlo?"
"A una donna."
"Eh. Sì. Ha delle preferenze?"
"Euhm... boh... rose?"
E lì già io gli rovescerei il bancone in testa. Come, rose? Che rose? ma chi è costei, tua madre che fa gli anni, tua figlia che si laurea, tua moglie, la tua collega ricoverata, è una che ti scopi, che vorresti scoparti, che deve perdonarti qualcosa (oltre al fatto di essere ignorante in fatto di fiori, e di donne, evidentemente), che ha avuto un figlio, che è morta??? Guarda che fa differenza!!!

Poi invece arrivano persone come me o mia madre. E entrano dicendo: "Devo fare un mazzo per una donna di una trentina d'anni, molto bruna, un tipo con molta energia, volevo un giallo acceso, un arancio pallido e forse un punto di rosso qua e là, ma deve essere una composizione che sia comoda da portare in treno, elegante da reggere in mano facendo una foto sul palco, e assolutamente non banale". Oppure, come stasera: "Questa ragazza... beh, guardi, è la figlia di Laura Morante, ha presente? Ecco, però guardi che è piuttosto diversa come colori da sua madre, non è così scura." E la fiorista, entusiasta: "Ho capito!"

E insomma, quando arrivo io, le due o tre fioriste da cui mi servo mi accolgono con il sorriso, perchè le volte precedenti si sono esaltate a cercare di soddisfare le mie aspettative, e tutte rincuorate nel sentire che chiamo i fiori con il nome giusto e nel vedere come mi entusiasmo quando scopro un abbinamento audace e innovativo. Finalmente si sentono apprezzate come artiste, e vedono gioia pura negli occhi di un pubblico competente. Alla fine, mi fanno anche lo sconto e io vado via con un'espressione così trionfante, col mio mazzo magnifico tra le braccia, che spesso qualche uomo mi fa i complimenti per strada.

Credo che se fossi io la fiorista e dovessi, poniamo, preparare gli addobbi per una chiesa dove si devono sposare due tizi, sarebbe peggio che avere a che fare con un regista di quelli tosti: di certo vorrei vedere la location con tutte le luci delle varie ore del giorno e conoscere gli sposi e le loro famiglie fino al quarto grado. Ma come sarei felice.

martedì 29 novembre 2011

Piccoli uomini crescono

Stai dritto non ti girare non ti distrarre sei distratto stai zitto stai attento non fare versi sei deconcentrato muoviti prendi il quaderno stai seduto composto dammi il diario lavora non ti distrarre vai fuori piantala stai zitto non ti girare stai attento vieni con me dal vicepreside smettila non alzare gli occhi al cielo non fare quella faccia piantala stai dritto stai attento stai seduto bene lavora

Ovvero: Atreiu adesso è in primo banco. Davanti alla cattedra. Incastrato tra la mole di Little John e il banco ordinatissimo di Biondo in Gamba, ed esposto a una dose massiccia di Quando La Castagna Decide Che E' Ora Di Far Rigare Diritto Qualcuno.

Come trasformare un bambino sconclusionato in un adolescente con lo scazzo, in meno di sette giorni.

***

"Bene, per Pippi Calzelunghe, allora, si occuperà di copiare tutti i compiti e gli avvisi della settimana bene su un foglio... Huck Finn, che scrive bene chiaro, e però, per sicurezza, ci si mette anche Winnie Pooh, così controllate di non perdere pezzi."
Hanno lavorato un'ora concentratissimi, in squadra, e alla fine sul foglio c'era persino scritto di ricordarsi la firma del sabato, che tra l'altro, essendo finora Pippi stata in ospedale e a casa, è di gran lunga superflua.
Huck Finn adesso non rugna più quando lo riprendo perchè si gira. Io cerco di non dargli mai note perchè a casa si stanno separando e, la sola volta che ho usato la biro rossa sul suo diario, ha pianto in silenzio per mezz'ora d'orologio, senza farsi vedere dagli altri, ma con un'espressione così devastata che ho capito che non è il momento per lui di portare comunicazioni negative da scuola. Lui ha capito che ho capito e, quindi, il diario arriva ancora fino alla mia cattedra, perchè lui è Huck Finn, ma poi riesce a contenersi per il resto dell'ora e io mi dimentico casualmente di scrivere. Quando passo davanti al suo banco, arrivando, abbasso gli occhi sul suo muso pieno di lentiggini bionde e mi spara dei sorrisi sbruffoni che sono meglio della vitamina B, per cominciare la giornata.

***

Passando vicino al banco di Dylan McKay, quasi alla fine della terza di tre ore consecutive con la prima, a mezza voce:
"Oggi hai lavorato bene, bravo."
Pensavo si voltasse con l'occhio luminoso e si mettesse a parlarmi, invece mi ha dato ancora più soddisfazione. Altrettanto a mezza voce, con un tono serio stranamente da grande e senza alzare gli occhi dal foglio nè smettere di scrivere, ha detto asciutto: "Grazie."
Che sensazione bellissima.

Ringraziamenti

Vorrei dire un grazie

Perchè corro sempre e passo da casa correndo e non ho mai tempo di cucinare e faccio cento cose e sono molto tesa per le mie questioni personali, lavorative e di gestione di casini economici, familiari e organizzativi vari, e però

ogni giorno quando arrivo mi fate la faccia felice

e mi riempite di bacini

e poi quando riusciamo ci raggomitoliamo insieme sul piumone e mi guardate sprofondare dieci minuti nel sonno

e se appena mi muovo e apro un occhio venite più vicini, e uno mi dà le zuccate sulle guance facendo ronron con gli stessi decibel di un caterpillar acceso col motore ingolfato, e l'altra mi si sdraia vicino e mi mette la zampina in mano e dice, testualmente, "vvrrr-ì", che è il suo suono per dire che mi vuole bene.

Ultimamente me lo dice più spesso del solito. E a volte mi giro e la trovo che mi guarda con l'aria come dire: vediamo come va, se sta bene, povera, è così stanca.

Quelli che dicono che i gatti si fanno i fatti loro e se ne fregano dei padroni non capiscono un cazzo.


Lettera al marito

Amore mio,

Vorrei che fosse chiaro che a) ti amo b) ti stimo c) mi sono rotta in modo fragoroso i coglioni di questa storia del festival del cinema.

Perchè, amore, va bene l'hobby che era il sogno della tua vita e va bene che sei realizzato e felice e va bene che tutti ti fanno i complimenti per i risultati.

Ma, amore, te ieri sei rimasto a piedi con l'auto, perchè ti sei svanito di fare benzina.

E, amore, va bene che tutto questo è cultura ed è educazione ed è sostenere il vero buon cinema italiano, i giovani autori di documentari, gli attori emergenti e un sacco di buone iniziative e produzioni indipendenti.

Ma, amore, oggi c'han staccato la luce in ufficio, perchè te ti sei svanito di pagare la bolletta.

E, amore, va bene che io passerò tre giorni a chiacchierare con gente deliziosa come i Due Adorabili (registi bresciani molto giovani coi quali è stato reciproco amore a prima vista), e domenica sera cenerò seduta vicino a Giuseppe Battiston, e abbiamo il numero di cellulare di Elio Germano. O meglio, ce l'hai tu, perchè se lo dessi a me io passerei le notti a far squillare il cellulare a Elio Germano solo per sentire la di Lui divina Voce quando Egli proferisce la parola "Pronto". Il Verbo, non so se mi spiego.

Ma, amore, io ti devo sorvegliare perchè te sei così preso che ti dimentichi di bere.

Il successo è una droga, sappiatelo. E, comunque, Elio Germano non viene, e neanche Alessandro Gassman, quindi esattamente PERCHE' io dovrei sopportare tutto ciò???

lunedì 28 novembre 2011

Non che stessimo parlando di questo

...nel post su Scattone: non si metteva certo in discussione la questione della pena, della lunghezza della pena nè della sua funzione punitiva /riabilitativa etc, nè si intendeva dire che uno come lui dovrebbe penzolare da una forca (dicevo solo che se mi avessero detto che aveva scontato i suoi anni e faceva l'impiegato avrei di gran lunga preferito).

Comunque, se volete sapere come la penso sulla pena di morte, non dovete vedere "Il miglio verde" e nemmeno "Dead Man Walking" (entrambi da me apprezzati tantissimo, e sono anche andata a sentire Sister Helen, quella vera, anni fa, con Donna Popcorn e Silvietta).

Dovete fare un passo più in là e vedere "The Life of David Gale". Che tra l'altro contiene una delle prove attoriali più splendide di Kevin Spacey, Laura Linney e Kate Winslet, cioè di tre dei miei attori preferiti di tutti i tempi. (Non che Susan Sarandon e Sean Penn, nevvero, non siano delle creature mitologiche, secondo me. E neanche Tom Hanks.)

Però occhio, perchè a me il film e tutte le sue implicazioni hanno devastato per settimane. Non è una robina leggera, non solo per quel che dice sulla pena di morte, ma per quel che dice sulle persone che credono in qualcosa.

Io l'ho adorato. Sono quei film per i quali vorrei TANTO aver finito di abilitarmi anche per storia e filosofia e insegnare in un triennio superiore, perchè alle medie ovviamente non si possono far vedere. Sappiatemi dire.

Un sogno

In questo sogno io ero in alto, in alto, tutta vestita di rosa, ed erano le otto del mattino.

E a parte Atreiu, che faceva strani versi in primo banco, tutti stavano buoni e ripassavano letteratura mentre io giravo tra i banchi per controllare le firme settimanali sui diari.

Poi interrogavo sull'Iliade e Bambola sapeva tutto, ma anche gli altri non erano male. Lapidavamo Bambola a botte di domandine carogna da posto, con grandissimo gusto dei suoi compagni, e lei reggeva benissimo. Alla fine le stringevo la mano e le davo dieci, coi complimenti dell'insegnante sul diario. Applauso della classe.

Non erano nemmeno le nove e già mi pareva che la settimana fosse partita benissimo.

Poi nel sogno sedevo su uno scivolo e, dalla vetta di quella ridente montagna bianca e verde, col cielo azzurrissimo, scendevo, scendevo, scendevo. E parlavo con la madre di Briciola di Titanio e quella di Principessina Russa e quella di Orsetto Marrone e quella di Vomitino e cercavo di essere ferma ma incoraggiante, critica ma non giudicante, e di dire le cose senza fronzoli ma col sorriso, e il panorama intorno era collinare, più giallastro, meno salubre, più normale.

Poi lo scivolo, che era un toboga di quelli a curve, faceva altre anse e io giù giù continuavo a scendere e ormai intorno a me c'era un paesaggio cittadino in cui l'Inflessibile vaticinava tagli di cattedre e accorpamenti di plesso e ore da completare su altre scuole, e io mi rendevo conto che aveva ragione.

E poi era mezzogiorno e tre quarti e io scendevo e incontravo la preside che mi diceva "Brutte notizie" e mi portava in presidenza per dirmi che Piccolo Gangster, che i servizi sociali avevano spostato ad Asti, per cui in I A non ci aveva mai messo piede, facilmente verrà spostato da noi in settimana, o la prossima settimana.
E mi chiariva che questo bambino, noto per avere una famiglia UN PO' particolare, da cui il nickname poco rassicurante, praticamente negli anni delle elementari a scuola c'è andato pochissimo, e in questi primi mesi di medie anche. E già che c'era mi confermava che non avremo tre sezioni l'anno prossimo, quindi la necessità di completare le ore e, buon peso, anche l'accorpamento con un'altra media più distante.

E io pensavo alla vetta limpida e profumata di pino, mentre, cercando inutilmente di frenare, vedevo avvicinarsi la fine dello scivolo che, inutile dirlo, dava esattamente sull'uscita di un canale di scarico delle fo... PLUFF.

venerdì 25 novembre 2011

Errata corrige

Oh, beh.

Come colleghi, poteva andarmi peggio, direi

giovedì 24 novembre 2011

Io mi domando

Ci sono persone che io non capisco.
Fondamentalmente perchè sono stupide, così stupide che io non ci arrivo.

Siamo in consiglio di classe, e in I A io ho Italiano e Geografia, la Bestia Nera ha Storia.

Celhoduro porta alla collega Barbie Ipocondriaca una bevanda dalla macchinetta. Siccome la collega è ipocondriaca, e in particolare soffre d'ulcera, non avvicina le sue barbiesche labbra al bicchierino senza prima aver chiesto sospettosa: "Ma è solo ginseng, vero, non caffè e ginseng?"
E qualcuno esclama: "Abbiamo il ginseng nella macchinetta? Che lusso!"
Celhoduro fa: "Sì che ce l'abbiamo, e sapete perchè? E' venuto quello delle macchinette e ha visto che siete tutti così vecchi che ha pensato di ringalluzzirvi un po'."
Risata generale, commenti sparsi su quanto siamo anziani grigi e decadenti tra tutti, io unendomi al coro: "Eh, cadiamo a pezzi..."
Abbaiare della Bestia Nera, che fino a un attimo prima se la rideva con gli altri: "Cosa, cadiamo a pezzi??? Ma per piacere!!! Qua già tocca a noi vecchi lavorare per i giovani!!!"
Io capisco che le è partito uno dei suoi soliti emboli e, tanto per evitare che abbia l'ultima parola, sempre con tono giocoso, dico: "Beh, ora, non mi pare che siamo a questo punto..."

La Bestia Nera è fissata che lei lavora tantissimo e gli altri, soprattutto io e l'Inflessibile che siamo le giovani (l'Inflessibile ha passato i quaranta), un cazzo. Ora, nessuno nega che lei lavori, a parte il fatto che ha l'appalto eterno e indiscusso di praticamente TUTTE le funzioni obiettivo PAGATE, quindi si faccia pure il mazzo, prego. Ma da lì a dire che io e l'Inflessibile battiamo la fiacca...

Poi c'è questa tematica delle vecchie e le giovani. Lei, il Troll e la Bionda Svampita si autodefiniscono "la vecchia guardia" e una volta, presenti sia io che l'Inflessibile, se ne sono uscite asserendo che quando c'era solo la vecchia guardia si lavorava benissimo. Peccato che non risulta a nessuno che adesso si lavori male, in compenso

- la Bestia Nera mi ha fottuto le programmazioni di Latino, pur vantandosi di fare da sempre Latino tutti gli anni e a tutta la classe, mentre io e le altre (evidentemente ignoranti con alunni subnormali, paragonati ai suoi fenomeni, che tra l'altro, chissà come mai, sono noti per essere sempre, tutti gli anni, i più strafottenti e maleducati della scuola) facciamo dei corsi a gruppi solo quando abbiamo le terze;
- il Troll ha fottuto all'Inflessibile i titoli dei temi (una raccolta intera)e la Bestia Nera altri materiali senza nemmeno chiederle il permesso, semplicemente fotocopiandoseli e via;
- quelli che malauguratamente passano dalla Bionda Svampita o dal Troll a me di Storia prendono delle facciate terribili, perchè la prima insegna quattro cazzate in croce, la seconda interroga col libro sotto e fa rifare le prove andate male, mentre io apro dei mazzi cubitali (e infatti i miei exalunni alle superiori fanno bella figura soprattutto su Storia).

Mah.

Si parla, poi, dei bambini e il Gigante, al computer, prende qualche appunto: sul rendimento, principalmente.
Su uno, non saprei su quale, diciamo "mah da me ha sette", "da me sette e mezzo", da me otto", "da me va bene". E lui: "quindi cosa metto?" Io e un'altra collega: "ma, bene, più che sufficiente, sufficiente abbondante".
La Bestia Nera: "ma con me ha quattro, quindi no, metti sufficiente".
Io: "no, scusa, se qui ha sette, qui sette e mezzo, qui otto, è più che sufficiente. Ma ha quattro sempre, con te?"
Lei: "Ma no, beh, in questo compito. Dici che può essere un incidente?"
Io: "Potrebbe. Diamogli tempo fino alla prossima volta."
Lei non sembra in disaccordo, cosa scriva il Gigante io non lo so, rimaniamo così. Non mi pare una roba conflittuale, solo una precisazione, in fondo non è mica uno scrutinio.

Andiamo avanti sulle varie situazioni, sembra tutto normale. Lei interviene poco, su alcuni non dice niente.

Poi nel marasma tra la discussione su un alunno e quella su un altro la sento che dice alla preside e al vice, con il solito sorriso beffardo sulla faccia: "Io in questo consiglio di classe faccio la comparsa!"

Eh. Anche perchè se tu su questa classe hai tre ore, la collega di matematica ne ha nove e io ne ho dodici, sì, forse qui non detti legge.

E allora?
Ciò ti crea problemi?

mercoledì 23 novembre 2011

Chi può fermare i primini?

"Atreiu, è inutile che alzi la mano adesso, ora spiego grammatica, stai morendo di appendicite?"
Scuote il viso lentigginoso, appuntito, praticamente coperto dalle onde di capelli castani lunghi e folti.
"No? Allora chiedimi quel che vuoi, ma dopo, quando ho finito di spiegare."
Guarda la mano come se fosse di qualcun altro, con distacco.
Poi bofonchia: "Va beh, io la lascio su, altrimenti poi mi dimentico."

L'altro giorno becco questo bigliettino che viaggia da Huck a Dylan passando per Malinconelfo, Little John e Topoloso. Compito di punizione. Malinconelfo e Topoloso scoppiano in lacrime, oltraggiati.
"Ma noi cosa c'entriamo?"
"Ma c'entrate eccome!!! Quella lì" e faccio segno indicando il percorso che ha fatto il bigliettino, da Huck seduto davanti a sinistra, per i tre della fila centrale, fino a Dylan seduto in fondo a destra, "è... è... praticamente l'Autostrada del Male!!!"
Si offendono. Comunque la mattina dopo, ore otto, sulla cattedra ho i fogli con scritto cinquecento volte che non si passano i bigliettini durante la lezione.
Oggi sposto un po' di gente, per portare davanti alcuni che hanno bisogno di essere seguiti e in previsione del fatto che Pippi Calzelunghe tornerà ingessata dopo un intervento a un tendine e avrà stampella e gesso per 45 giorni.
Prendine uno qua, spostane un'altra là, no questo è alto non va bene davanti, questa si gira, questo parla, là l'Elfo si dondola, qui il Bimbo Transfert si distrae, a destra no, a sinistra guai, a babordo non va bene, a tribordo no, a prua, a poppa, di fianco, di lato, obliqui, a scacchiera, a schidionata, a macchia di leopardo nemmeno, santiddio quanto è difficile far sedere nei posti giusti quattordici maschi di varia statura, e le ragazze poi che non devono andarci di mezzo se loro sono delle piccole belve, ommioddio che mal di testa: quando finalmente finisco la fatica erculea e ho pronta davanti la piantina, mi sento chiamare e mi dicono:
"Ma prof, lei non ha visto una cosa..."
Alzo lo sguardo. A destra, perfettamente allineati su una retta che fa un angolo di trentasette gradi rispetto alla cattedra, campeggiano in primo banco Little John, in secondo il Malinconelfo e in fondo Dylan McKay che sorridono tutti e tre estasiati.
"Guardi qua!!! La Diagonale della Morte!!! "

martedì 22 novembre 2011

L'asticella non scende

Fedele al mio programmino di tenere in alto l'asticella, sto prendendo la letteratura medievale con calma (un po' troppa, a dire il vero) e con tutti gli approfondimenti che farei fare a una classe di liceo. Un po' ammorbiditi: per spiegare le lingue romanze faccio esempi peregrini, tipo il testo in sardo di una canzone dei Tazenda, così ho la scusa per far sentire un po' di musica.



Poi oggi, ripristinata la lavagna multimediale, ci siamo messi a guardare i primi documenti del volgare, compresa l'iscrizione di San Clemente, fili de le pute, traite che ha sempre un certo successo, a spiegare il placito di Capua e a risolvere l'Indovinello veronese. Con un certo coinvolgimento, bisogna dire. Non è roba per tutti, lo so. In parte è anche tempo perso. Ma devo scuoterli.



Devo raccontarvi le altre cose che ho tentato, a questo proposito. Ma prima godetevi questa: http://www.youtube.com/watch?v=4KACdSV-NN4&feature=related
(a 0:45 c'è una spiaggetta identica a una dove io e l'Uomo, una volta favolosa dieci anni fa, abbiamo fatto il bagno nudi, mannaggia alle famigliole che alle otto e mezza di mattina gironzolano per la costa sarda con tanto di bambini...)

Il mazzo

Dylan McKay ha preso NOVE E MEZZO di una prova, peraltro facile, di comprensione del testo.

Ieri sua madre, che è rappresentante dei genitori, stava scappando via perchè io mi intrattenevo dopo il consiglio di classe con la mamma di Bimbo Transfert, e io l'ho rincorsa per dirle che, da quando ha parlato con noi prof di note e richiami vari e lo ha messo in punizione fino alla santa Pasqua duemilaquindici, il ragazzino è tanto migliorato. Per esempio non interrompe più. (L'unica cosa, quando io entro in classe, lui parte e mi arriva alla cattedra, io lo guardo tipo "cosa ci fa qui questo grosso insetto?" perchè gli ho già detto centoundicimila volte di alzare la mano e restare nel banco, e lui si rende conto che l'ha fatto di nuovo, fa una faccia buffissima come quella del mio cane quando sa di aver prodotto un disastro e si sente in colpa, dopodichè in perfetto silenzio trotterella verso il banco, si siede, alza una mano e si mangia fino all'osso le unghie dell'altra.) Poi lavora, è più autonomo, ha imparato a non protestare se viene richiamato.

La madre, che è un tipo piuttosto sostenuto, annuisce con aria serissima, deglutendo chiodi, sembra che si aspetti che ci sia un "certo però che..." in fondo al discorso; poi, quando si rende conto che volevo solo complimentarmi, si scioglie all'improvviso in un sorriso stupendo e mi fa: "Grazie per avermelo detto... se lei sapesse i mazzi che mi sto facendo..."

Immagino, signora. Infatti mi ricordo di rincorrerla e dirle che sta funzionando, perchè ai genitori che si fanno il mazzo bisogna sempre dire bravi, in questo mondo abbastanza schifoso glielo dicono proprio in pochi, e non è giusto.

venerdì 18 novembre 2011

Una bella giornata

Il tempo prolungato io non me lo sarei mai scelta. C'è la mensa, che è un incubo, cui dedicherò apposito post.

E c'è un pomeriggio a settimana occupato, e questo, per quelli fatti come me, non significa che c'è una mattina libera, se non poche volte l'anno.

Però: parli delle rocce sedimentarie e vulcaniche, e i bambini arrivano con tutte le pietre che hanno a casa, scomodando anche la collezione del nonno tagliapietre o del prozio cche lavorava nelle cave in Val d'Aosta o nelle miniere in Belgio, ei fossili marini trovati dietro casa (a Asti sono comuni come le foglie secche d'autunno, ma sono pur sempre roba che ha minimo due milioni di anni). E se hai il tempo di selezionarle, far fare i cartellini, farle esporre con cura sul bancone della cucina, far preparare un foglio con scritto Mostra di rocce e minerali della I A, e poi mandare quattro o cinque piccolini a fare da guida ai più grandi, è una vera figata.

Se poi i grandi ti rientrano in classe e vogliono sapere "ma prof, ma Winnie Pooh di geografia cosa prende, dieci? E' un mostro, sapeva tutto, c'ha spiegato tutto lui!" e di conseguenza tu parti e vai a scrivere la nota di merito e i complimenti sul diario di Winnie, che è anche uno dei tuoi cocchi, è proprio una bella giornata.

giovedì 17 novembre 2011

Outing

No, capisco che sia molto nerd e un po' patetico l'entusiasmo con cui ho riabbracciato il bloguniverso, ma è che c'ho veramente tanto, TANTO da dire su quel che sta succedendo a scuola. Il confronto con voialtri è importante, e anche i miei mille tentativi di rianimazione del senso del dovere della II C valgono la pena di essere raccontati.

E poi, la mia chiavetta internet è impazzita e ha delirato sette giorni di fila proprio quando stavo per decidermi a fare outing.

Perchè alcuni di voi già lo sanno, ma in generale non ho fatto molta pubblicità. Non c'entra tanto qui, per ora, se escludiamo un veloce commento alle facce o alle frasi dei colleghi e degli exalunni informati da poco, ma se le cose vanno in porto c'entrerà eccome, dato che magari mi fermerò per mesi dal lavoro.

No, non sono incinta. Ma avete indovinato lo stesso.

Stiamo portando avanti le pratiche per l'adozione nazionale.

Futura Mamma Castagna, Futuro Papà Uomo, oh già.

Quindi, adesso che lo sapete, posso analizzare con voi le mattinate scolastiche come quella di oggi, iniziata alle 11 dopo che per un'ora e cinquanta ho raccontato di me all'assistente sociale.

E poi a scuola ero normale, eh. Credo. Perchè penso che a Malinconelfo, Huck Finn, Topoloso, Little John e Dylan McKay gliel'avrei comunque data, la punizione di scrivere 100 volte per domattina "Non è il caso di passarsi bigliettini durante la lezione".

Cast away

Mi funziona di nuovo internet!!!!

Ma ciao belli come state??? Oddio sono stata una SETTIMANA senza internet e è successo di tutto nella mia vita di donna di cittadina di insegnante...

Da dove comincio???

Da qui: mi siete mancati! che bello essere di nuovo qua!!! ora vi leggo tutti! state lì fermi che mi aggiorno!

VI VOGLIO BENE!!!!!

mercoledì 9 novembre 2011

Notizia lampo

...no, non è quella che pensate. Non mi sono messa ad abbracciare la gente per la strada piangendo di gioia. Per quello, dicevo a Sanguedelmiosangue, aspetto di vedere quel signore di schiena, mentre si allontana, e di sentire una sirena della polizia in sottofondo.

Volevo solo dirvi che oggi ci torno, ma stavolta col marito e vestita.

Dove sto andando?

...esatto.

Antidoti

Questo è un post che è rimasto in bozza da quando nella mia II C le cose andavano di cacca. Vi avevo promesso, dopo un'accanita discussione sul valore dei voti, il ruolo delle famiglie, l'importanza dell'impegno a casa etc etc, che vi avrei resocontato cosa intendevo fare, ma il mese è volato. Io comunque ho fatto quel che mi veniva in mente, e questo è il riassunto.

Credetemi, non sono stata ore e ore a pasticciare coi grafici delle medie dei voti, non sono mica un ingegnere, non sono attaccata al numero, ero solo spaventata dall'indifferenza assoluta di alunni e famiglie della II C per la scuola.

Mi sono arrovellata, arrabbiata, intristita e agitata, ma non sono stata con le mani in mano.

Sono partita secca con cose da fare, progetti da mettere in atto, lezioni super accurate, correzione di prove tempestiva e impegno a mille.

Le ho pensate tutte, gliele ho dette e alcune le ho anche applicate.

1) Intanto, mi son detta, facciamo questi recuperi, ma facciamoli così: chiamiamo una volta i più scalcinati, come al solito, e un'altra volta quelli che scalcinati non sono ma non sono più assolutamente motivati e stanno perdendo terreno.

E lasciamo fuori solo i veramente bravi che tuttora rendono (anche se Noisette mi ha tentato fortissimamente con la storia delle lezioni di approfondimento su Dante... magari più avanti) e quelli stronzissimi che credono sul serio di saper tutto loro e che studiare sia una perdita di tempo inutile: quelli, poi li convochiamo, ma solo dopo che avranno dato prova di aver messo un minimo di impegno nel lavoro, perchè anche il mio tempo ha il suo prezzo, e non parlo di soldi, parlo di rispetto che è dovuto agli insegnanti che si fanno in quattro e a volte anche in dodici.

2) Ridistribuiamo i posti in classe alla maniera dei colleghi stronzi che mettono dietro quelli che non han voglia di lavorare e davanti i bravi.

(Gliene ho parlato, una mattina, come una delle possibili situazioni che si stavano attirando, ma non ce la farò mai a farlo, mai, mai, sarebbe come votare per la Lega, non ce la farei fisicamente, mi verrebbe una paralisi tetanica mentre cerco di crocettare il simbolo sulla scheda. Però gliel'ho detto, chiedendo secondo loro quanta gente sarebbe rimasta in prima fila.)

3) Utilizzare una minaccia tremenda tipo "il lato oscuro della forza": e far notare che se io ho già due voti di scritto e due di orale per la legge ho fatto le mie valutazioni, quindi potrei decidere di NON INTERROGARE PIU'. Questa SI' che li ha terrorizzati e l'ho detta anche ai genitori, per scongiurare scene disgustose a gennaio tipo "Prof quando posso farmi interrogare per recuperare?". In effetti io non sono una da due voti e via, ma è anche vero che, salvo studenti HC, dislessici e stranieri, io dò lo stesso numero di possibilità a tutti, non ne interrogo uno trew volte sulle stesse cose finchè non mi arriva alla sufficienza. E visto che lo sanno si sono debitamente preoccupati.

4) Poi una mattina ho avuto l'illuminazione.

"Fatto salvo che non potete venire a scuola a pattinare o a giocare a carte, voi, VOI COSA VORRESTE FARE delle vostre mattine?"
Gliel'ho fatto dire e ho preso appunti. Sono uscite molte cose non troppo insensate, alcune francamente cretine, e moltissime attività "belle e divertenti" che sono comunque didattica e che io comunque faccio, quando le classi mi vengono dietro senza tante storie.
La lezione con la musica, la lezione fuori, il tema e la ricerca a piacere, il fatto di fare loro lezione ad alunni più giovani, il lavoro di gruppo, più ore di lettura ascoltata, l'ora di lettura silenziosa... Tutta questa roba è saltata fuori e io, riconoscendola come cosa buona e giusta, ne ho fatto tesoro.

Ho preparato un cartellone con l'elenco delle cose che loro volevano e quel che volevo io per concederle.
Così:
"Se voi prendete quindici sufficienze nel compito di grammatica..."
e sull'altro lato:
"avrete in cambio mezz'ora di lettura libera."
"Se ne prendete diciotto..."
"...gara di verbi a squadre con premi."
"Se prendete 15 sufficienze nella prova di comprensione..."
"...ricerca di gruppo su tema scelto dall'insegnante."
"Se prendete 18 sufficienze..."
"...ricerca su tema a scelta vostra."

Beh, mi aspettavo sguardi scettici, invece è appeso lì e due obiettivi sono stati raggiunti, ce ne sono circa una dozzina con altrettante cose belle in cambio, e io faccio gigantesche croci col pennarello arancione ogni volta che smarchiamo un punto di questo do ut des.

5) ed ultima gattata, che effettivamente doveva venirmi in mente prima, abbiamo cambiato aula. Questa merita un post a parte.

martedì 8 novembre 2011

Non posso arrendermi

...ma ne avrei tanta voglia.

Da quando ho scritto il post sulla reazione che intendevo avere (e che infatti sto avendo) con la II C, ho corretto un'altra prova: comprensione del testo tipo Invalsi, con risposta chiusa.

Ho dato 12 insufficienze.
Arcangelo Occhiviola ha preso quattro e mezzo.

Ho anche interrogato di letteratura, quattro degli ultimi cinque che erano senza voto. Spettacolo, Arcangelo Occhiviola, l'Ingegnere e Principessina Russa.

Una cosa straziante.

Alla domanda: "Ma l'avete studiata?" due hanno risposto no, uno "un po'" e una "sì, ma non bene".

Due 4, un 5 e un 5 e mezzo. Ora, se voi a maggio dell'anno scorso mi aveste chiesto che studenti erano questi quattro, dell'Ingegnere avrei risposto testualmente: "un fancazzista", della Principessina "vende fumo", ma di Spettacolo avrei detto "brava, a volte veramente molto brava" e dell'Arcangelo "bravissimo, uno dei tre migliori della classe".

Oggi il Gigante ha tolto gli intervalli alla classe, dopo una prova di teoria della musica disastrosa.

Dopo questo non sappiamo cos'altro fare.

Io ho chiesto: "Ma scusate, ma se prendete quattro, sei o otto per voi è indifferente? Dolce Castoro, tu sei l'unico che ha preso otto della prova Invalsi, che sensazione ti dà?"
"Non mi fa differenza."
"Ah se ti davo un quattro per te andava bene lo stesso?"
"No, no."
"Ma se questo è quel che pensate, allora posso dare sei politico a tutti?"
Mezza classe non ha risposto, nella restante mezza si sono divisi tra borbottii indistinti e sì.
Goffetta: "Ma no, e allora chi prende un voto più alto?!?"
"Certo", ho detto io. "E' ingiusto per chi prenderebbe di più. Ma è anche ingiusto per chi prenderebbe sei veramente, che uno che aveva quattro gli passi avanti, no?"
Peste Romena: "E no, chi se ne frega?"
"Ah sì? E quando sul lavoro ti passerà avanti qualcuno che vale meno di te, sarà lo stesso?"
Lo Scoiattolo: "Va beh, lo ammazzo, e ho risolto."

Capite perchè poi una viene a casa e spera che, ALMENO, oggi pomeriggio cada il governo Berlusconi?

Mica si può vivere così.

Ora cosa faccio?

I have a dream

Cadi, ti prego.

Stavolta cadi.

Mandatelo via. Mandiamolo via.

Lo so che dopo le cose non miglioreranno, lo so che fosse lui l'unico problema saremmo fortunati.

Lo so che non è politically correct, nè a tutti gli effetti utile, e nemmeno intelligente o sensato nutrire questo desiderio.

Ma dopo diciassette anni, e specialmente dopo gli ultimi, è umano avere un bisogno spasmodico di svegliarsi in un mondo dove non ci sia più lui a capo del governo.

Non può piovere proprio per sempre.

lunedì 7 novembre 2011

Cavernicoli nel 2011

Mi hanno chiesto di sradicare Clotilde.

Io l'ho presa, l'ho messa sulla cattedra e ci siamo guardate tristemente.

"Io la porto via, ma domani vi spiego la teoria del capro espiatorio."

Sono uscita all'una e mezza col mio vasetto in mano, e la pianticella tutta storta era visibilmente afflitta.

"Lo so, Clotilde, hai ragione. Non ti riporto dal gatto, te lo prometto. Ma devi capirli. Sono un po' primitivi."

Un po' come Cavallotto, che sostiene che con la pioggia, almeno, i Rom sfollano. Solo che lui non ha undici anni. E nemmeno settanta e una certa mentalità di una volta. Ne ha trentacinque.

venerdì 4 novembre 2011

Reazione

E Castagna, in tutto questo, che fa?

Voglio dire.

Ti alzi al mattino e hai davanti una mattina con una classe

dove i compiti si prendono alla belìn di gatto SE si scrivono sul diario,

dove i compiti si fanno con il pc, il cellulare e la tele accesi SE si fanno,

dove ogni volta che c'è compito in classe i soliti tre fingono un malore per stare a casa o addirittura, rosei come pesche, si fanno venire a prendere per un mal di pancia immaginario a metà mattina,

dove altri fanno il part time e vengono a scuola tre giorni su cinque,

dove altri ancora vengono tutti i giorni ma senza aver studiato una mazza,

dove le lezioni si seguono, sì, ma solo se si ha voglia, se fuori non piove non nevica non soffia vento e non c'è un bel sole, però se è nuvolo è noioso e si ha tanto sonno,

dove i genitori mentono per coprire le bugie dei figli,

dove, IERI, DOPO TUTTI QUESTI CASINI, di fronte a un consiglio di classe di docenti disperati perchè non sanno più come farsi obbedire, non una, ma DUE madri rappresentanti su tre tentano di sviare il colpo attribuendo il calo dei figli a un improvviso e ingestibile risveglio degli ormoni sessuali (le ho DECAPITATE. Ho risposto educata ma secca che SI', noi POSSIAMO eventualmente attivare un BREVE progetto educativo sulla sessualità e l'affettività MA ADESSO stiamo parlando di un INTERO ANNO DI LAVORO CHE E' PARTITO MALISSIMO LA PRIMA SETTIMANA DI SCUOLA E CHE NON SOLO NON MIGLIORA, MA VA PEGGIORANDO. E che mentre noi NON POSSIAMO SOSTITUIRCI AI GENITORI per quanto riguarda l'EDUCAZIONE dei loro figli, ma solo supportarli e accompagnarli, è preciso DOVERE dei genitori preoccuparsi di sostenere e incentivare il lavoro scolastico dei figli. La collega di Matematica era entusiasta. Il collega di Religione mi fa: "Lì per lì non mi ero reso nemmeno conto di come le stavi rimettendo a posto... gliel'hai detta proprio secca, in realtà.").

Quindi, in sostanza, ti alzi la mattina e devi lavorare con una ventina di piccoli incoscienti, figli di una quarantina di incoscienti che non hanno più la scusa di essere piccoli...

E a questo punto ti sorge il dubbio di essere un dinosauro che lotta per dei valori che non esistono più.

Ti viene da dire che in fondo siamo solo alle medie e che sono solo bambini; che tu non hai figli e non puoi giudicare (anche se hai visto figli altrui per nove anni e non andava sempre così male); chi ti credi poi di essere, a chi vuoi che gliene importi della cultura in un mondo in crisi; che lo stipendio arriva e le ore di lavoro in classe sono poche e hai un sacco di tempo per goderti altri interessi, dopotutto.

Però ti dispiace. Perchè, mentre ti trovi queste giustificazioni, ti vengono in mente lo sguardo blu dell'Arcangelo Biondograno, ironico e pieno di voglia di vinere, e quello pervinca dell'Arcangelo Occhiviola, acuto e serio, ti viene in mente la fierezza con cui Dolce Castoro, che per tre anni non è nemmeno venuto a scuola, ora ti porta i compiti finiti, e lo sforzo che fa Muy Lejos per imparare l'italiano e seguire le lezioni.

E allora decidi che, anche solo per loro, DEVI FARE QUALCOSA.

MA COSA?

Poi pensi. Tu sei quella che era brava a far studiare anche gli svogliati. Ti sfilano davanti alcuni grossi successi, qualche classe dove essere convocati a fare i pomeriggi di recupero con te era considerato un premio, qualche situazione che hai ribaltato: e mica tanto tempo fa. Pensi alla II B di Paesino Blu, "noi siamo la sua classe politicizzata prof? oggi possiamo parlare di Gheddafi? certo che questo Cromwell era un tiranno", alla terza di Inculoailupi che inizialmente era detta "I Bambini di Satana" e poi ti ha dato delle soddisfazioni e delle gioie. Sorridi beata ricordando qualche insicuro che hai visto rafforzarsi, qualche sciacquetta che ha imparato a studiare, qualche disastrato che ha trovato una passione.

Che trucco usavi? Come ci sei riuscita?
Facendo cose difficili. Premendo l'acceleratore fino in fondo.

E allora decidi.

NO, tu non abbasserai l'asticella. Tu non vuoi che i pochi volenterosi rimasti smettano di studiare. Tu sai che anche gli altri possono ricominciare a impegnarsi, ma anche se non dovessero farlo, tu vuoi dare a quei quattro che si stanno ancora sbattendo QUALCOSA PER CUI SBATTERSI.

Alzerai il livello. Dove si trascinavano tra un verbo passivo e un verbo riflessivo pronominale, li metterai sull'analisi del periodo, in parallelo con lo studio dei complementi, e butterai lì con tono distratto: "questo è programma di terza".

Dove si impappinavano sui nomi dei personaggi dell'Eneide, sciorinerai un dettato sul passaggio dalla cultura classica a quella medievale e la trasformazione dei volgari. Andando a prendere i tuoi testi di Linguistica dell'università, anche il libro sacro del Tagliavini, e preparando schemi, cucendo esempi, fotocopiando cartine tematiche delle aree linguistiche.

Dove sbadigliano sui banali brani di antologia a proposito di educazione ambientale, farai un esercizio di ascolta-e-prendi-appunti sulla storia e le campagne di Greenpeace.

E poi, quando saranno di nuovo tuoi, quando ne avrai risvegliato alcuni ora amorfi e soddisfatto altri più esigenti, ci sarà Dante. E Dante piace. Oh se piace. Ma bisogna meritarselo.

E non si sa loro, ma tu, questo Dante, te lo vuoi meritare.

Interrompiamo le trasmissioni




Il TG 3 regionale è andato in onda con due ore di ritardo ed è stato interrotto a metà con esclamazioni: "Aiuto, aiuto, stop, ferma", dopodichè lo schermo è diventato tutto nero.

Ha piovuto. 500 mm in poche ore. E' morta della gente. Donne e bambini. In piena città.

Ma la cosa grama è che stamattina avevano dato l'allerta di livello massimo. Chiusi i cimiteri e i parchi.


Non le scuole.


In Via Monticelli i bambini erano a mensa nel seminterrato. Li hanno fatti salire di sopra, e dopo venti minuti la mensa è scomparsa sott'acqua.

A me viene da dire che, porca vacca, dovremmo smettere di pagare le istituzioni, visto come lavorano. Noi saremmo comunque nel marasma in cui siamo, in balia degli eventi, con la buona volontà e l'attenzione di pochi come unica risorsa, ma almeno senza che qualcuno ci mangi sopra.

mercoledì 2 novembre 2011

L'origine del male

Succede che in un'ora di Matematica la Brava Crista butta fuori Peste Romena in quanto è distratto e disturba.
Dopo, mentre lui è in corridoio, prende il diario per ficcargli la solita nota e borbotta, infastidita, che oltretutto non c'è l'ombra di un compito segnato nelle ultime pagine.
Spettacolo, momentaneamente svampendosi, forse credendo di aiutare il compagno preso di mira, se ne esce con:
"Ma lui ne ha un altro."
"Un altro cosa?"
"Ha due diari..."
La Brava Crista fa chiamare Peste Romena e, al suo rientro, gli fa, secca: "Portami l'altro diario."

E così viene fuori che il bambino di porcellana fine, biondo chiaro, dalle orecchie a manico di tazzina, che io tanto mi sono coccolata l'anno scorso, tiene la doppia contabilità: da una parte un po' di compiti e i bei voti, dall'altra le note disciplinari e anche avvisi come quelli, da me dettati, a proposito del ricevimento settimanale dei genitori e delle riunioni a cui, da parte mia e dei colleghi, invitavo caldamente a partecipare allo scopo di fare il punto della (pessima) situazione della classe.
In questo secondo diario, la firma chiaramente è diversa che nel primo. E la cosa va avanti da settimane. La collega, straziata da tanto pelo sullo stomaco di un bambino di dodici anni, telefona al padre della Peste Romena, un modesto bracciante che, senza neanche togliersi i vestiti da lavoro, probabilmente dice due parole al datore di lavoro su un'emergenza e, praticamente mentre è ancora al telefono con la Brava Crista, si fionda a scuola.
E lì la cosa diventa ancora più trista perchè, vedendo il diario di cui non conosceva l'esistenza, riconosce la firma della moglie sotto i brutti voti e le note. A momenti si mettono a piangere sia lui che la Brava Crista.

Dopo un po', arrivo io, che il giovedì entro tardi. Mi viene fatta relazione dalla collega affranta e inferocita al tempo stesso.
Entro in classe e, senza neanche sedermi, butto fuori la Peste Romena con la storica frase: "Tu. Fuori. Levati dalla mia vista."
Poi, con un principio di ulcera emorragica nell'esofago, mi rivolgo agli altri:
"Chi altro sta facendo il furbo, qua dentro?"
Loro tentano un "Ma cosa? Ma in che senso?"
E io, quando ce vo' ce vo', ruggisco: "Finitela di prenderci per il culo!!! Voglio sapere quanti di voi hanno due diari!!!"
Ne spuntano altri due. L'Ingegnere, che ha un secondo diario ma, visibilmente, non ha iniziato ad usarlo. Mi limito a proibirgli di portarlo a scuola e a scrivergli un avviso per i genitori. E la Bionda Brutilde, che, tremando, mi dice che il suo secondo diario è a casa e becca quindi una nota preventiva.
Il resto della mattinata è un viavai dal vicepreside, un continuo incrociare colleghi allucinati perchè la notizia ha fatto il giro delle aule molto più in fretta del povero neutrino del CERN di gelminiana memoria, e tutti, in preda al panico, stanno facendo controlli sui diari dei propri alunni, convinti a ragione che l'idea geniale venuta a uno sia stata accolta e forse anche già messa in pratica da altri.
Nell'intervallo, la Peste Romena reclusa in classe sta studiando freneticamente Geografia, quando io abbasso su di lui i miei occhi color veleno e gli rivolgo la seconda frase della giornata: "Cosa fai."
"S-studio g-geografia."
"Perchè."
"Perchè f-forse dopo interroga."
"Mettila via. Dovevi studiarla a casa, non a scuola."
La mette via.
Più tardi incrocio la Bionda Svampita e gli ha dato quattro e mezzo. Lui esce da scuola all'una e mezza con gli occhi cerchiati di fucsia e un simpatico appuntamento con le manone di papà. Io rumino pensieri abominevoli su cinghiate e sganassoni, vado a casa e chiedo a mio marito cosa faremmo noi se venisse fuori che un figlio ci prende per il culo in modo così chiaro, poi nel cuore della notte mi rigiro nel letto terrorizzata all'idea che il mio folletto dalla pelle di porcellana scappi di casa, tenti il suicidio, arrivi a scuola con gli occhi come due prugne o un labbro gonfio. Non penso alla madre, perchè per la verità il particolare che la firma sul diario numero due fosse quella materna a me viene rivelato solo il giorno dopo. Ma è possibile che il labbro spaccato ce l'abbia avuto lei, alla fine, e forse se fossi un papà che si rompe la schiena tutto il giorno per i suoi due bambini e poi scopre cotanta congiura in famiglia le mani le avrei alzate anche io, e mica piano.
Invece il giorno dopo il bambino è ancora più bianco del solito e, a occhio e croce, si percepisce che deve aver saltato cena e forse anche colazione. E' il giorno in cui arriva la notizia della morte di A. e a scuola il clima è irrespirabile.

Nei giorni successivi, però, si verifica un fenomeno.
Quando ci incrociamo in sala prof io e uno o più tra gli altri professori della II C, preferibilmente la Bionda Svampita, la Brava Crista, il Grande Puffo o la Barbie di Inglese, alziamo tutti subito la voce lamentando che la classe sta letteralmente colando a picco.
Ma, siccome la carognata di Peste Romena ha sorpassato di parecchie leghe quello che ci si aspetta dai ragazzini delle medie, noi ci sentiamo autorizzati a ricambiare con moneta sonante ogni accenno di distrazione, svogliatezza, scarso impegno e strafottenza, e in pratica, al mattino presto, ci scambiamo le ultime news ("Ho trovato intere pagine di diario vuote anche a Puffetta, Terzo Fratello e Orsetto Marrone" "Ho interrogato cinque persone e non ho dato una sufficienza" etc etc) e poi, carichi come guerrieri all'assalto, ci scagliamo in seconda e ognuno di noi fa qualcosa di orrendo, riportando indietro scalpi o intere teste di alunni e sbattendoli sul tavolo della sala prof con violenza la mattina successiva.
Per esempio, io faccio i controlli a campione dei diari. E i primi giorni fioccano note didattiche sul registro a quelli che non hanno scritto tutto. Poi i compiti compaiono, perchè anche i ragazzi non sono scemi, ma compaiono con questa modalità (esempio tratto testualmente dal mio ultimo controllo, copiato su un foglio e mostrato ai colleghi come macabro trofeo):

compito di Storia assegnato dalla Bionda Svampita,
- sul diario dell'Ingegnere:
p. 20-21 n.22-23-24-25-26;
-sul diario di Spettacolo:
p. 14-21 + 36 per interrogazione;

-sul diario di Peste Romena:
p. 22 e 24 e 26 tutta da fare esercizi + p.36 leggere tutto e fare gli es di p 37;

-sul diario di Dolce Castoro:
22-24-26-27 + es p. 36 da leggere.

Sugli altri due diari che avevo ritirato non figurava alcun compito di Storia.

Ecco. Poi dice che i prof sono bastardi. Non nasciamo bastardi, ma vorrei vedere voi a non diventarci.

Ieri ho corretto Grammatica.
17 insufficienze su 22 compiti, ed era ripasso delle cose dell'anno scorso, rifatte in classe da pochissimo.

martedì 1 novembre 2011

L'origine del male - un teaser

Pensavo che ve lo avrei raccontato più avanti perchè avevamo appena avuto un lutto a scuola ed ero sconvolta.

Pensavo di rimandare il momento di raccontarvelo perchè stavo male anche fisicamente, o perchè ho dovuto affrontare giornate cupe di rosari, sedute dal commercialista e orrende pratiche per rimediare ai danni fatti al mio sistema immunitario dall'antibiotico.

Pensavo che non fosse ancora venuto il momento di parlarne perchè tra un litigio e l'altro io e l'Uomo abbiamo ricevuto, presentato al pubblico, omaggiato di fiori aperitivi cene colazioni etc, diversi attori e un paio di registi. E fatto una riunione per lo spettacolo teatrale (non ve l'ho detto? L'Uomo è tornato alla sua antica passione, recitare) con un gruppo di persone piacevoli, di quelle con cui stai bene e così finisce che "okay bene abbiamo finito andiamo a bere una cosa? anzi andiamo a cena? e poi a bere qualcosa?", insomma abbiamo fatto un'altra volta l'una di notte.

Ma ormai sono passate due settimane, e ho messo a fuoco il problema.

Sono così incazzata che non ho ancora voglia di mettermi a riassumere cos'è successo. E' senza dubbio la peggiore incazzatura che mi sono sparata da quando lavoro.

Però dopodomani dobbiamo sospendere. L'alunno, e forse alcuni suoi compagni.

Quindi ci sarà un resoconto, prima o poi.

Frattanto, domani sorgerà un'altra alba e il male striscerà implacabile verso la porta della II C, impersonato da me, ma anche da altre tre o quattro figure di docenti che dedicano ormai le loro giornate a essere vendicativi, furiosi e spietati con i piccoli incauti.

No, perchè c'è un limite che è pericoloso passare. E loro sono andati CHILOMETRI oltre.