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lunedì 13 marzo 2017

La labna e il cake con il suo latticello.

Mia madre, la più piccola di nove fratelli, quasi tutti maschi, di una famiglia maledettamente patriarcale e maschilista, nata in mezzo ai bombardamenti alla fine della seconda grande guerra, ha sempre detto, da che ho memoria, la prossima volta che nasco voglio nascere uomo. Da ragazza non capivo. La mia infanzia non era stata dura e faticosa come la sua, ma con il passare degli anni mi sono calata nei suoi panni e ho capito il motivo del suo desiderio. A quei tempi, nelle famiglie contadine era normale che gli uomini lavorassero nei campi e le donne si occupassero della casa. Ma non sempre questo accadeva in armonia. Mia madre non ha mai ricevuto una carezza dai suoi genitori, ma è sempre stata comandata a bacchetta, come una sorta di Cenerentola. La sua condizione era talmente mesta che quando, quattordicenne, ha conosciuto mio padre, un giovanotto molto più grande di lei, di buona famiglia e sempre con il sorriso tra le labbra, si è fatalmente innamorata e dopo pochi anni è convolata a nozze. Da quel momento la sua vita è cambiata, ma la sua infanzia l'ha segnata a tal punto da non riuscire a riconciliarsi fino in fondo con il genere maschile. Il ritornello, la prossima volta che nasco voglio nascere uomo, risuona quotidianamente tra le mura di casa.
Nonostante questo ho sempre pensato che nascere donna è bellissimo, proprio perché per noi tutto è più complicato rispetto a quello che devono passare gli uomini e la soddisfazione di essere sempre un passo avanti a loro è impagabile! 
Poi arrivano i cinquant'anni e questa certezza inizia a vacillare. Improvvisamente cominci ad invecchiare, il metabolismo smette completamente di funzionare, ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Ogni giorno un nuovo acciacco e se prima potevi mangiare anche i chiodi che non ingrassavi di un grammo, ora basta una sciocchezza e la bilancia s'impenna inesorabilmente. Se poi decidi di metterti a dieta e tentare di riprendere, anche solo vagamente, la forma che avevi un tempo, è come scalare la più ripida delle montagne, una fatica inimmaginabile e alla fine, il più delle volte, se ne esce perdenti. Mentre loro...gli uomini...continuano la loro vita, come se niente fosse. Si, forse qualche chilo lo prendono, ma poi bastano un po' di  corsette ai giardini, un calcetto con gli amici e eccoli li, di nuovo in forma.
Porca miseria Mamma, lo sai quanto mi costa pensare che hai sempre ragione tu! :))

Pace, tanto vale farsene una ragione e mettersi in testa che gli sgarri si pagano cari, che a una certa età l'alimentazione deve cambiare, che tanti cibi proprio te li devi dimenticare. Non è solo una questione di estetica, ma è soprattutto una questione di salute, di stare bene. Da quando sono ingrassata quei dieci chili, mi sento più stanca, se faccio due rampe di scale ho già il fiatone, a volte sono anche meno lucida. Insomma...bisogna cambiare, rimanere leggeri per stare meglio.



Adoro i formaggi, vivrei di quelli, ma, come tutti ben sappiamo, fanno parte di quei cibi che vanno assolutamente limitati, se non eliminati del tutto. Ma non si può proprio rinunciare a qualsiasi cosa - come diceva la mitica Sandra Mondaini? che vita grama, che grama vita...- , tanto vale allora ingegnarsi a trovare qualche escamotage.
Ho cominciato ha fare la labna. Già da tempo preparo in casa lo yogurt e il passo successivo non poteva essere che questo meraviglioso formaggio che si prepara in un minuto e che dà grandi soddisfazioni.
Serve un colino, un canovaccio di tela lavato solo con acqua e che non presenti residui di profumo di detersivo, uno spago e una ciotola alta. Servono anche 500 grammi di yogurt, magro o intero e un frigorifero.
Il procedimento è semplicissimo. Dovete coprire il colino con il canovaccio e appoggiarlo alla ciotola. Versate poi lo yogurt nel canovaccio e legatelo lento con uno spago. Riponete il tutto in frigorifero per circa sei ore. Io lo preparo alla sera e al mattino è pronto. Con questa quantità di yogurt ottengo circa 250 g di labna.


Potete utilizzarla come qualsiasi formaggio cremoso, sia in versione dolce che salata.
A me piace su un crostino di pane integrale con un filo d'olio toscano, una macinata di pepe fresco e qualche spezia a piacere, tipo la curcuma.


Oppure sempre spalmato sul pane integrale con qualche goccia di miele e una spolverata di cannella.


Potete utilizzarlo anche nel ripieno dei tortelli con le erbe, oppure aggiunto all'impasto di un polpettone, o unito a un poco di parmigiano grattugiato per farcire le verdure al forno, anche per fare una crema tipo mascarpone ma estremamente light. Insomma, sbizzarritevi come più vi piace!




Visto che sono per una cucina senza spreco, conservo il siero che si forma dalla colatura dello yogurt che per me è preziosissimo. Preparo i pancake integrali senza le uova (buonissimi!!!!), oppure lo utilizzo per sostituire l'acqua nell'impasto del pane o della piadina. Questa volta ho fatto un cake per la colazione. Buono, buono, buono, anzi di più, fantastico! Ho utilizzato le mie adorate farine integrali e di grani antichi e poco zucchero - cento grammi, ma la prossima volta ne metto ottanta - perché preferisco utilizzare le spezie per addolcire.

Cake di grano arso con latticello di labna

Ingredienti:
g 150 di farina 7 di Mulino Marino
g 60 di semola integrale
g 30 di grano arso miracolo (ne parlo qui)
g 100 di zucchero di canna
g 10 di lievito per dolci
g 100 di olio extravergine delicato
g 210 si latticello di labna
1 cucchiaio di cacao 
2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato
la scorza di un limone bio
la scorza di un arancio bio



Procedimento:

In una ciotola, setacciate insieme le farine con il lievito e il cacao. Unite lo zucchero, lo zenzero grattugiato e le scorze di arancio e limone. Impastate velocemente con il latticello e l'olio, servendovi di un cucchiaio di legno.
Ungete bene una teglia da forno a cerniera di cm 20 e infarinarla con la semola. Versate il composto e cuocete in forno caldo a 170° per 40/45 minuti. Mi raccomando fate la prova dello stecchino! Sfornate e fate raffreddare il cake su di una gratella.

Questa volta non l'ho fatto, ma sapete come potete farcirla e diventa ancora più buona, magari la potete preparare per una cena con le amiche?
La tagliate a metà e la farcite con una farcia preparata con la labna unita ad un frullato di fragole fresche e poco zucchero di canna. Spolverate con poco zucchero a velo e voilà. Semplice ma buonissima! E di stagione!






giovedì 25 febbraio 2016

Le Camille e i Sablé con crema di parmigiano e noci al miele di acacia.

Se cercate curcuma, zenzero, azoto, emulsionanti, addensanti, gelificanti, tecniche di cottura all'avanguardia ed estreme, questo non è il post giusto. 
Tanto di questo e molto, ma molto di più lo potete trovare leggendo i meravigliosi post delle mie amiche dell'MTChallenge, che questo mese hanno creato delle ricette che sono delle vere e proprie lezioni di cucina. 
Qui troverete la mia terra e i suoi profumi, nella sua affascinante e rassicurante semplicità.
Il tema del mese è il miele, abbinato ad una ricetta dolce e ad una salata. E' stato proposto, tra un volo e l'altro da Israele all'India, dalla coppia Eva Kent e Diabolik, alias Eleonora e Michael, vincitori della sfida del mese scorso con una zuppa di altissimo livello e autori del blog Burro e Miele.
Mentre il link delle ricette, fino ad ora, è http://www.mtchallenge.it/2015/08/mtc-n54-gli-sfidanti.html Vi consiglio vivamente una visita.



L'Italia è una terra di apicoltori e l'Emilia Romagna ne è un esempio. Noi il miele non lo compriamo nei negozi di alimentari o nei supermercati. Noi andiamo proprio sul posto, a casa dell'apicoltore di fiducia e scegliamo il miele che più ci piace, prodotto con i fiori delle nostre piante, quelle che caratterizzano la nostra terra. 
Si produce in tutte le zone della regione, dalla pianura all'appennino e la produzione si diversifica principalmente su  quattro tipologie di miele, oltre ai tradizionali mieli d'acacia e di castagno e a piccole produzioni di mieli di biancospino, sambuco e coriandolo. 

Il miele del crinale è un millefiori che si produce in tutta l’area del crinale appenninico delimitata dal confine regionale. Si presenta liquido subito dopo la smielatura e cristallizza più o meno rapidamente a seconda dell’origine botanica: può essere di lupinella, sulla, castagna, rovo, lampone, pruno selvatico, mirtillo ed erica. Le caratteristiche fisico organolettiche sono diversificate e anche i profumi. Il miele prodotto non è mai uguale perché viene caratterizzato dal nettare del fiore predominante che non è mai lo stesso. 

Il miele di erba medica si produce in pianura dove vengono posti gli alveari vicino ai pascoli, dove l’erba medica cresce abbondante. Ha un colore variabile, da molto chiaro all'ambrato. L’odore e l’aroma ricordano quello della cera d’api fusa; a questo si aggiunge spesso un aroma di frutta, con sentore di mosto.

Il miele di melata di abete si produce soprattutto nella zona di Bagno di Romagna e Santa Sofia. Chiamato anche “manna di abete” proviene dalla linfa e dalle secrezioni zuccherine degli afidi. Ha consistenza liquida, colore scuro, sapore balsamico ed è meno dolce dei mieli di nettare. L’odore è leggermente resinato, simile a quello dello zucchero caramellato. Si accompagna bene con ricotta e come dessert a fine pasto. È un antisettico polmonare e delle vie respiratorie.

Il miele di tiglio, “mel tiglio” è molto pregiato ed è tipico della zona preappenninica. Ha un colore che varia dal giallo chiaro all’ambrato e un sapore piuttosto aromatico, di mentolo, trasmesso anche dal profumo molto intenso.

Camille di farro integrale e miele di acacia e biancospino

La ricetta dolce è molto semplice ma buonissima, per colazione, per una voglia di qualcosa di dolce alla sera, insomma quando vi pare. Ho montato le uova e il miele a mano con la frusta, per sentire e godere degli effluvi del miele mentre si fonde con le uova. Provatelo anche voi, le endorfine si scatenano come pazze! :))
Chi mi legge sa che utilizzo quasi sempre farine di farro integrali o semintegrali, ma anche farine di grano tenero, tutte rigorosamente macinate a pietra dai mulini della provincia bolognese, che acquisto ai mercati contadini. Il colore delle preparazioni viene modificato perché queste farine sono scure, come nel caso delle mie camille che non hanno il colore tipico arancio acceso, ma il sapore..uhh il sapore ci guadagna tantissimo! Se preferite invece avere il colore allora non fate altro che sostituire l quantità di farina di farro con la stessa di farina 00.




Ingredienti:

200 gr di carote grattugiate
2 uova a temperatura ambiente
160 gr di miele di acacia e biancospino
60 gr di mandorle con la pelle ridotte in farina
180 gr di farina di farro integrale
100 gr di olio extra vergine d’oliva
la scorza grattugiata di 1 limone biologico
il succo di 1 limone
1 bustina di lievito



In una ciotola versate le uova e il miele e montate con le fruste fino ad ottenere una crema spumosa.
Aggiungete le carote grattugiate, la buccia di limone e amalgamate con una spatola. Unite la farina setacciata con il lievito e la farina di mandorle e mescolate dal basso verso l'alto per non smontare il composto, infine unite il succo di limone. Quando è stato assorbito dall'impasto unite a filo l'olio e fate incorporare, sempre aiutandovi con la spatola. Versate negli stampi da piccola crostata, riempiendoli quasi all'orlo.
Infornate a 180°C per 25/30 minuti.




Sablé con crema di parmigiano e noci al miele di acacia


Una delle cose che adoro in modo viscerale, che quando comincio a mangiarle non vedo la fine, è la frutta secca con il miele, in particolare le noci. Ho subito pensato che non avrei potuto fare a meno di utilizzarle per la ricetta dell'Mtc.
Ho pensato a un biscotto, il sablé, che mi fece impazzire la prima volta che lo assaggiai, preparato dalle mani d'oro di Mapi, http://www.applepiedimarypie.com/. Li ho copiati pari pari. Lei li serve con una saporitissima crema al gorgonzola. Io invece ho pensato di farcirli con una crema di parmigiano e decorarli con una noce intrisa di miele di acacia. 




Ingredienti per 24 biscotti circa:

150 gr di farina di farro integrale
100 gr di burro
70 gr di noci appena sgusciate e macinate al momento
50 gr di fecola di patate
30 gr di nocciole sgusciate e macinate al momento
15 gr di miele di acacia
1 cucchiaio di albume
un pizzico di sale

Per la crema:

100 gr di parmigiano reggiano 24 mesi
100 gr di ricotta di pecora
60 gr di latte parzialmente scremato
pepe nero 

Per le noci al miele:

24 gherigli di noci
miele di acacia quanto basta

Per i biscotti, impastate velocemente gli ingredienti finché l'impasto si ammassa; non lavorarlo troppo, altrimenti risultano duri. Avvolgete la palla di impasto in pellicola e tenetela pasta in frigo per un'ora (risulterà molto molle a causa degli olii sprigionati da noci e nocciole in fase di macinatura, quindi potreste avere bisogno di lasciarla in fresco anche di più).
Stendere l'impasto allo spessore di 5-6 mm (se sono troppo sottili si rompono!) e ricavarne i biscotti con un coppapasta del ø di 5 cm.
Trasferire i biscotti sulla placca del forno foderata di carta forno e passarli in frigo per un'altra mezz'ora.
Preriscaldare il forno a 180 °C in modalità statica e farvi cuocere i biscotti per 15 minuti: devono cominciare a colorirsi appena appena. 
Sfornarli e metterli a raffreddare su una gratella. Si conservano per 15 giorni in una latta a chiusura ermetica.

Per la crema, Grattugiate il parmigiano e mettetelo in un tegame antiaderente con la ricotta e il latte. Amalgamate bene e cuocete a bagno maria per 5 minuti da quando prende il bollore, continuando a mescolare. Aggiungete una presa di pepe macinato al momento, Lasciate appena intiepidire, trasferire il composto in un sac-à-poche con bocchetta a stella e mettetelo a raffreddare in frigorifero.  

Tostare appena i gherigli di noce. Metterli in un vasetto di vetro e coprirli con il miele. Se li preparate una settimana prima è meglio, così le noci si imbibiscono di miele.

Decorare i biscotti con ciuffetti di crema e con un gheriglio di noce.


Con queste ricette partecipo alla 54esima sfida dell'MTChallenge.

La ricetta di FEBBRAIO è..

venerdì 25 settembre 2015

Croissant sfogliato con confettura di rosa canina.

Non sarà un avventura...! Cantava Battisti.
E invece lo è stata, una splendida avventura! 
Parlo del tema dell'Mtchallenge di questo mese, il 50esimo, il giubileo festeggiato in modo superlativo con il croissant sfogliato di Luisa Jane Rusconi, dal blog Rise of the Sourdough Preacher


Parto subito dicendo che per me è stata la prima volta e che ero veramente curiosa di vedere cosa fossi in grado di produrre. Ho voluto seguire alla lettera, passo per passo, tutte le indicazioni di Luisa Jane, guardando e riguardando i video che ci ha consigliato, facendomi pure uno schema di battaglia e comprando la farina giusta, una 00 che in casa mia è bannata da tempo. Non ho ceduto sull'aceto che ho sostituito con quello di mele, ma che non credo sia influente.
Il percorso è stato arduo e tortuoso. Più volte ho pensato di soccombere (la sfoglia si stracciava e non riuscivo a stenderla sottile). Ho piagnuccolato on line con le ragazze dell'Mtc (che mi hanno sostenuta con grande affetto) ma alla fine il risultato c'è stato. 
I miei croissant non sono perfetti, ma hanno una bellissima sfogliatura e vederli crescere, lievitare, godere del profumo inebriante che sprigionano mentre sono nel forno, è stato fantastico!   
Che dire, un'altra esperienza esaltante e formativa che questa sfida mi regala ogni mese. 

Consiglio a chi non li ha mai provati di buttarsi a capofitto. 
Consiglio di consumarli con moderazione facendo leva sul proprio autocontrollo, poichè sono droga allo stato puro e se proprio non riuscite a resistere, vi ordino cento addominali fatti bene per ogni croissant mangiato!
La ricetta che vi riporterò è quella di Luisa Jane che riposto pari pari perchè è perfetta.


La farcia che ho abbinato ai miei croissant è una morbidissima e profumatissima 
Confettura di rosa canina
Ho vissuto per tanti anni in mezzo alla natura, circondata da cespugli di rosa canina che ho sempre adorato. E' uno dei primi fiori che sboccia in primavera, un fiore romantico, pieno di storia e le sue bacche rosse vermiglione (detti cinorrodi, botanicamente sono un falso frutto), restano sul ramo fino a tardo autunno. 
Proprio i cinorrodi sono toccasana per la salute. Il modo migliore è quello di consumarli freschi, appena raccolti, facendo attenzione a togliere i semini pelosi che hanno all'interno che possono irritare l'intestino. Sono ricchi di vitamina C, una vera bomba che però essendo termolabile svanisce con la cottura. La confettura quindi perde i poteri del frutto, ma resta comunque invariato l'apporto delle fibre e aiuta a sviluppare endorfine, indispensabili per il nostro benessere mentale, perchè è talmente buona che il sorriso arriva istantaneo al primo cucchiaino.


Ho utilizzato le bacche disidratate che potete trovare tranquillamente in qualsiasi erboristeria, seguendo sempre il metodo di Christine Ferber come mio solito.

gr. 70 di bacche disidratate di rosa canina
gr 700 di acqua
il succo di un limone
2 mele verdi
gr. 250 di zucchero di canna

Ho messo in infusione le bacche con l'acqua per due ore in una ciotola di vetro, fino a quando non si sono ammorbidite.
Ho tagliato a pezzetti le mele e le ho aggiunte alle bacche con lo zucchero e il succo di limone spremuto. Ho coperto con la pellicola e ho riposto in frigorifero a riposare per 12 ore.
Per due volte a distanza di 24 ore l'una dall'altra, ho separato, con l'aiuto di una ramina, la frutta dal liquido prodotto. Ho messo il succo a bollire per circa 10 minuti e l'ho versato bollente sulla frutta. Ho coperto con la pellicola la ciotola contenente frutta e succo ed ho riposto in frigorifero per altre 24 ore. 
Round finale: ho separato di nuovo la frutta dal succo e li ho messi a cuocere separatamente per 10 minuti. Trascorso questo tempo, ho riunito succo e polpa, ho rimesso sul fuoco per altri 15 minuti. Con il minipimer ho frullato fino a rendere la polpa una vellutata, ho messo la confettura bollente nei vasetti. Ho chiuso con i coperchi e girato immediatamente a testa in giù, sopra un tagliere di legno, lasciandoli così fino a completo raffreddamento ( di solito io li lascio una notte intera).
E voilà la confettura è pronta. 
Fidatevi che il metodo Ferber è sempre il migliore. E' più lungo raccontarlo che farlo, perchè in realtà i tempi di lavorazione sono veramente corti. 



Il croissant sfogliato
Come ho già detto, riporto di seguito pari pari il post di Luisa Jane.

Non gettatevi a capofitto sulla ricetta ma seguite tutti i consigli, video, spunti che vi darò qui e che dispenseremo man mano nei vari tips and tricks. Abbiate pazienza, sarà la vostra più grande alleata.
1. La farina. Deve essere di forza, pena lo strappo dell’impasto e la mancanza di alveolatura. Vivendo in Svizzera non ho molta dimestichezza con le farine italiane ma fortunatamente Maria Grazia è venuta in mio soccorso suggerendo che vi indirizzassi verso una W350 della Garofalo, che si trova facilmente sul mercato anche se la farina più ideale sarebbe una W300-330, reperibile online e un poco più costosa (io ho usato la 00 W300-330 Mulino Marino che potete trovare da Eataly)
2. Il burro. Deve essere di ottima qualità, so che in Italia va sotto il nome di burro bavarese, in quanto deve tenere il più possibile il calore e la lavorazione meccanica della sfogliatura. Inoltre il burro bavarese si presenta più grasso del burro italiano, che è ricco di acqua, in quanto in genere è ottenuto per centrifugazione dalla panna o dal latte intero.
3. La lavorazione dell’impasto. L’impasto va lavorato pochissimo, al punto che gli ingredienti sono ben amalgamati. Vietatissimo sviluppare la maglia glutinica in quanto con la sfogliatura l’impasto prenderà forza. Se partite con un impasto già molto teso finirà che alle prime pieghe si strapperà. Guardate fino alla nausea i video che vi propongo, soprattutto l’ultimo dove viene illustrato per bene il procedimento di stesura dell’impasto. Poco importa che voi non parliate inglese né francese, guardateli e carpite ogni informazione utile, ogni gesto. Me ne sarete grati!
– Vincent Talleu, un panettiere bravissimo e molto simpatico, spiega come fa i croissant
– Video francese di un portale femminile, femmeactuelle.fr, spiate per bene come stende l’impasto
– Altro video in francese, del portale enviedebienmanger.fr, osservate bene come fa le pieghe
4. La pazienza. È la vostra migliore alleata. Se avete l’impressione che l’impasto è difficile da stendere o che il burro inizia a scaldarsi troppo meglio fare qualche riposo in più in frigo, in modo da permettere all’impasto di rilassarsi e al contempo tenere il burro più compatto. Per questa operazione 20′-30′ sono più che sufficienti.
5. La formatura. Seguite passo passo le indicazioni dell’infografica, del video di envie de bien manger e seguite i nostri tips and tricks per la formatura perfetta. Non richiederò che ci siano i tre “scalini” laterali perché mi sono resa conto io stessa che è molto difficile ottenere un tale risultato in una cucina non professionale, ma mi aspetto una formatura armonica ed esteticamente gradevole.
6. L’alveolatura e la sfogliatura. I croissant devono presentarsi ben sviluppati, con gli strati della sfogliatura ben visibili e una discreta alveolatura. Insomma non saranno accettati impasti densi, che non presentano strati e che somigliano più ad un impasto brioche. Idem per gli impasti malcotti che trasudano burro. Il croissant perfetto deve avere un gusto bilanciato di burro e ungere solo leggermente la punta delle dita. Insomma la colazione deve essere un piacere e non deve fare partire la giornata con un sovraccarico di lavoro da parte del nostro stomaco, no?
La ricetta è stata pensata per chi lavora, ergo la pausa in frigo dei croissants già formati, e mi è tornata particolarmente utile durante il periodo di test visto che la sera era l’unico momento in cui le temperature calavano un minimo permettendomi una lavorazione dell’impasto un po’ meno difficoltosa. Sentitevi liberi di saltare lo step del riposo in frigo e di passare direttamente alla lievitazione finale.
Croissants
x circa 12 croissants
400 g farina 00, W300-330 meglio, se non possibile W350
220 ml latte
40 g burro ammorbidito a temperatura ambiente
30 g zucchero (io di canna)
4 g lievito di birra istantaneo
9 g sale
4 g aceto di vino bianco (io di mele)
200 g burro per sfogliatura

In una ciotola sciogliete lo zucchero ed il sale con il latte e l’aceto.
A parte setacciate la farina con il lievito di birra istantaneo.
Unite il burro, gli ingredienti liquidi a quelli secchi fino ad ottenere un impasto grezzo.
È importante che l’impasto non venga lavorato eccessivamente, in modo da evitare di sviluppare la maglia glutinica. Se ciò dovesse accadere vi ritrovereste con un impasto troppo forte che si strappa durante la fase della sfogliatura.Formate un quadrato e avvolgetelo in pellicola alimentare. Fate riposare il panetto in frigo per 6 ore e se notate che l’impasto lievita dopo un paio d’ore sgonfiate l’impasto.

Poco prima di tirare fuori l’impasto preparate il panetto di burro schiacciandolo tra due fogli di carta da forno come mostrato nei video. Rimettete il panetto di burro nel frigo mentre stendete l’impasto.
Stendete l’impasto a circa 6 mm di spessore facendo in modo che sia largo poco più del panetto di butto e alto due volte l’altezza dello stesso.
Mettete il burro su una metà e richiudetevi l’altro lembo sopra come nel video di envie de bien manger  e procedete con la piega a tre (a differenza di quanto mostrato nel video, dove viene fatta una piega a quattro).
Mi raccomando, siate pazienti e per la stesura dell’impasto fate esattamente come lui, soprattutto la cosa di schiacciare con il mattarello, perché così non rischierete di strapparlo.
Avvolgete l’impasto in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora.

Stendete il rettangolo, avendo cura che la piega sia alla vostra destra, tirandolo ad una lunghezza corrispondente a tre volte il lato corto e fate una piega a tre come mostrato nel video.
Avvolgete in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora. Ripetete la piega a tre e il riposo in frigo. Se fa eccessivamente caldo fate riposare 15′ in frigo e 15′ in freezer.

Fuori dal frigo dividete l’impasto in due e stendete le due porzioni ad una dimensione di 26 x 34 cm e uno spessore di circa 3-4 mm ciascuna. Il piano di lavoro deve essere infarinato a sufficienza, ma non esagerate!
Sbattete l’impasto sul piano di lavoro due volte, per favorire sfogliatura, dopodiché tagliate dei triangoli dalla base di 11 cm circa (io uso un coltello molto grande e affilato tipo da macellaio).
Fate riposare i triangoli per 20′ in frigo prima della formatura.

Fuori dal frigo stirate leggermente la punta dei triangoli, praticate una piccola incisione in mezzo alla loro base e arrotolate con delicatezza i lembi senza premere né stringere troppo l’impasto.
Se fate i croissant la sera per il mattino lasciateli lievitare sulla teglia per un’ora, coperti con pellicola alimentare, dopodiché metteteli in frigo per tutta la notte.
La mattina tirate i croissants fuori dal frigorifero almeno due ore prima della cottura, spennellateli con dell’uovo sbattuto e passato attraverso un colino a maglia fitta muovendo il pennello dal centro del croissant verso l’esterno per evitare che l’uovo faccia attaccare gli strati della sfoglia e copriteli con pellicola alimentare.
I croissant vanno lasciati lievitare a temperatura ambiente almeno due ore (con il caldo agostano, probabilmente in settembre saranno necessaire tre ore) e sono pronti quando tremano un po’ come un budino quando la teglia viene leggermente scossa (non esagerate, dopotutto non vorrete mica compromettere la lievitazione!).

Se volete cuocerli il giorno stesso disponete i croissant su una teglia da forno coperta con carta oleata, spennellateli l’uovo sbattuto, coprite con pellicola alimentare e lasciate lievitare a temperatura ambiente per circa 2-3 ore.
Prima di cuocere i croissant spennellateli nuovamente con l’uovo sbattuto.
Preriscaldate il forno a 220° C per 5′, cuocete per circa 10′ dopodiché abbassate la temperatura a 200°C e cuocete ulteriori 10′ o finché ben dorati.
Fuori dal forno fate raffreddare su una gratella.



venerdì 28 novembre 2014

Un muffin...stupefacente!

Da Jammin' a Woman no cry, passando per Redemption song, One Love, I shot the sherif e ancora Get up stand up: Legend, un album che è  passato alla storia, come il suo autore Bob Marley.




Marley, simbolo del raggae giamaicano, era figlio di un uomo bianco e di una donna nera. Il padre abbandonò quasi subito la mamma di Bob che visse gli anni della sua infanzia da orfano. "Mio padre era... come quelle storie che si leggono, storie di schiavi: l'uomo bianco che prende la donna nera e la mette incinta".
Questa condizione ha segnato molto la sua vita e la sua cultura, regalandogli una sensibilità poetica fuori dal comune. Diceva "Mio padre era un bianco, mia madre nera, io sono in mezzo, io sono niente. Non ho mai avuto padre. Mai conosciuto. Mia madre ha fatto dei sacrifici per farmi studiare. Ma io non ho cultura. Soltanto ispirazione.

Appena ragazzo diventa rasta, conseguenza naturale della sua condizione di ragazzo emarginato. E' nel ghetto di Trenchtown, che il giovane Marley coltiva la sua ribellione ma non è ancora la musica lo strumento che potrà veicolarla. Lo diventerà la scoperta della musica rock provocatoria di Elvis Presley e il soul di Otis Redding, tanto da fargli decidere di costruirsi da solo una chitarra.

L'incontro con Peter Tosh e Neville Livingston costituisce la svolta della sua carriera e la sua musica entra in simbiosi con il popolo giamaicano. Costituisce con loro il gruppo dei Wailers, coloro che si lamentano, nome preso dalla Bibbia. "Ho preso il nome dalla Bibbia. Quasi in ogni pagina ci sono storie di persone che si lamentano. E poi, i bambini piangono sempre, come se reclamassero giustizia".
Questo e l'incontro con il fondatore della Records fa si che Bob Marley diventi il veicolo per trasportare il raggae nel mondo. La sua musica comincia a prendere le note del rock e del soul, ereditate dai suoi idoli, ma lo fa in modo delicato, senza snaturarla perchè il suo messaggio deve rimanere ben chiaro. Il reggae è uno stile che vuole condurre alla liberazione del corpo e dello spirito; è una musica impregnata, almeno per come l'ha concepita Marley, di un profondo misticismo.

La sua musica è fortemente dedicata al tema della lotta contro l'oppressione politica e razziale e all'invito all'unificazione dei popoli di colore come unico modo per raggiungere la libertà e l'uguaglianza. L'aspetto politico della sua vita è stato più importante di quello artistico. Marley divenne un leader politico, spirituale e religioso. Nel 1978 gli fu conferita, a nome di 500 milioni di africani, la medaglia della pace dalle Nazioni Unite. 

Nel 1980 ero una ragazzina. Ricordo che il mio moroso andò a vedere il concerto di Peter Tosh a Perugia e tornò esaltato. Erano momenti quelli in cui si viveva la musica in maniera viscerale. Non era sufficiente ascoltarla ovunque ma si doveva vivere dal vivo, si doveva guardare in faccia chi ci faceva vibrare.
Il suo destino è stato quello di tanti grandi geni. Morì giovanissimo a soli 36 anni, stroncato da un tumore, ma la sua musica, le sue parole sono ancora vive come non mai.

Io sono una pazza scatenata, senza vergogna e per questo ho registrato il ritornello di Redemption song e la dedico a chi mi legge e alla memoria di Bob Marley, sperando che non si rivolti nella tomba :))

Won't you help to sing
These songs of freedom? -
'Cause all I ever had:
Redemption songs -
All I ever had:
Redemption songs:
These songs of freedom,
Songs of freedom.



Il mio muffin non parte dal ricordo da questo memorabile pezzo, ma dall'ingrediente che è il suo cuore e lo riporta diretto alla musica di quel grande musicista che è stato Bob Marley.
La scorsa settimana passeggiando per il Choccoshow di Bologna, vengo attirata da una cioccolateria torinese che non espone i soliti martelli e attrezzi da falegname in cioccolata, ma una serie di tavolette fondenti bene impacchettate aromatizzate con le spezie più particolari. Mi colpiscono principalmente tre di queste, una al sale di Cervia, un'altra al cardamomo e per finire l'ultima ai semi di canapa con la foto della foglia di marijuana bella in mostra. Compro tutte e tre e comincio a pensare che voglio fare i muffin per l'Mtchallange proprio con quest'ultima e subito la associo a Bob Marley. Nella maggior parte delle immagini che lo ritraggono lui fuma marjuana. 

Dopo aver setacciato invano il salone del gusto di Torino in cerca della farina di grano arso, una nuova cara e dolce amica, Valentina Venuti di Non di solo pane - Impastando si impara durante una piacevolissima cena nel ristorante di fronte casa mia, mi parla del grano del miracolo. Lo coltiva Claudio Grossi nella sua azienda agricola a Lesignano dè Bagni in provincia di Parma. Il fatto che Claudio si definisca un agricoltore custode della biodiversità è per me una storia molto interessante, come quella del grano del miracolo.
Valentina mi ha promesso che mi porterà a conoscere questo signore e così poi racconterò tutto quello che imparerò da questo incontro. 
Per il momento posso solo dire che il giorno dopo ho chiamato Claudio e gli ho chiesto come potevo fare per avere la farina di grano arso. Lui, fantastico, mi ha detto che avrebbe macinato il grano la sera stessa e il mattino seguente mi avrebbe spedito la farina a Bologna. E così è stato.
Nel biglietto che accompagna la farina c'è scritto: 

Grano del Miracolo Arso
tostato ad aria calda. 
Nei tempi antichi le stoppie venivano bruciate 
per estirpare le malerbe e i residui delle ceneri 
era concime per la prossima cultura. 
Le spighe rimaste nel campo bruciate dal fuoco 
venivano raccolte dalla povera gente 
e i chicchi di grano arso venivano macinati e miscelati 
ed era un Pane Nero. 
Oggi noi lo utilizziamo raffinato per prodotti da forno.
Pane del grano miracolo, 
antica fragranza della natura.

Come posso spiegare il profumo che ha sprigionato questa fantastica farina quando ho aperto il sacchetto? 
La tostatura è evidente sia per il colore scuro della farina ma anche per il sentore che emana. Sembra orzo misto caffè ma lavorandola è farina. E' umida e anche questo si percepisce dall'odore. Va tagliata, non utilizzata pura perchè non ha glutine. 
L'ho utilizzata con una 1 della Petra e l'ho aromatizzata con una copiosa grattugiata di noce moscata, spezia tipica della Giamaica, per questo muffin stupefacente dedicato a Bob Marley che ho preparato per la sfida Mtchallange di questo mese, proposta dalla Francy, vincitrice della lasagna, di Burro e Zucchero.
Consiglio di andare a leggere con attenzione il post della Francy su i suoi muffin che ritengo una grande lezione di cucina.



Muffin di farina di grano arso profumata alla noce moscata, con cuore di fondente alla canapa




Ingredienti per 6 muffin:

gr. 75 di farina 1
gr. 75 di farina di grano arso miracolo
gr. 50 di  zucchero di canna demerara
1 uovo
mt. 50 di latte
gr. 50 di burro
gr. 5 di lievito
un pizzico di bicarbonato
un pizzico di sale alla vaniglia
un cucchiaio di rum
un copioso cucchiaino di noce moscata grattugiata al momento
12 quadretti di cioccolata fondente alla canapa

In una ciotola, lavorare lo zucchero con il burro a pomata, aggiungere l'uovo, il latte  ed il rum  amalgamando bene il tutto. In un'altra ciotola, setacciare le farine, insieme al lievito, al bicarbonato, al sale e alla noce moscata. Versare i liquidi nella ciotola contenente gli altri ingredienti, mescolare poco. L'impasto deve essere non troppo acsiutto ma neppure troppo morbido.. Mettere i pirottini nello stampo per muffins ed infornare a 180 gradi per circa 20 minuti.
Un profumo inebriante!





giovedì 26 settembre 2013

Oats banana bread, perchè l'avena fa bene.



Un altro porridge per Salutiamoci, si perché l'avena fa bene, soprattutto a noi donne. 
La presenza dell'avena nella mia colazione è da tempo diventata una consuetudine. La utilizzo un po' per tutto: nei biscotti, nei cake, nel pane, ma in questo periodo la preferenza va al porridge.
Mi piace perché è veloce da preparare e basta poco per renderlo molto gustoso. 
La base liquida può essere latte vaccino, di soia, di mandorle, di riso o succo di mela, il mio preferito. 
Si può arricchire con frutta secca o fresca, con pezzetti di cioccolato oppure con un cucchiaio di marmellata. 
Oggi un classico ho rivisitato un classico, il porridge alla banana: energia con pochi carb.


Oats banana bread



Ingredienti per due persone:

5 cucchiai di fiocchi d'avena
1 banana
2dl di succo di mela bio
4 noci
un cucchiaio di uva passa


Mettere l'avena con il succo di mela a cuocere. Dopo un minuto dal bollore aggiungere metà banana schiacciata e i gherigli schiacciati di tre noci. 
Cuocere fino a quando non ha assorbito tutto il succo, circa cinque minuti.
Decorare con fettine di banana, mezzo gheriglio di noce e l'uva passa.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Salutiamoci.


martedì 10 settembre 2013

Porridge alla carota: buongiorno!

Abito in centro storico, all'interno di una corte di un vecchio convento. Casa mia in realtà è stata ricavata dalle antiche rimesse. È incredibile il senso di tranquillità che si respira, nonostante fuori dal portone ci sia la vita frenetica di Bologna. È un posto che amo e che mi fa sentire bene.
Ha un'unica pecca: come tutti gli appartamenti a piano terra in centro, si gode del sole solo quando è alto nel cielo, da metà marzo a ottobre inoltrato.
Solo poche settimane e per fortuna la temperatura è ancora tipicamente estiva, così posso svegliarmi presto, aspettare che il sole faccia capolino tra i tetti, aprire la porta e fare entrare i caldi raggi a scaldare la casa, il cuore, la mente. Una sferzata di energia che mi accompagna per tutta la giornata.
Ascolto il tg, poi metto un po' di musica mentre sbrigo qualche faccenda mattutina,  mi preparo e vado al lavoro. Vorrei tanto che questo senso di benessere mi accompagnasse fino a sera....


Mi regalo anche  il tempo per preparare una colazione sana e nutriente. 
Ieri sera al mercato della terra ho comprato delle carote freschissime e profumate, così mi è venuta l'idea di aggiungerle al porridge, per ricreare i sapori della torta di carote che adoro.



Carrot Porridge

E' completamente vegan perchè ho usato il succo di mele e non ho aggiunto l'acqua. Ho utilizzato carote piccole, mi piacciono cosi, tenere e succose. La cannella profuma in modo incredibile questo porridge.
Buona giornata a tutti.




Ingredienti per due persone:

4 cucchiai di fiocchi d'avena bio
2 piccole carote
2 dl di succo di mela senza zucchero
4 noci
cannella in polvere a piacere

Grattugiare le carote dopo averle ben lavate. Unirle all'avena e al succo di mela.
Mettere sul fuoco e cuocere per qualche minuto, avendo cura di mescolare di tanto in tanto.
Servire aggiungendo le noci e una copiosa spolverata di cannella.





sabato 7 settembre 2013

Biscotti al muesli, noci e cioccolato e Il Sana a Bologna.

Oggi a Bologna comincia il Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale, un appuntamento che seguo da tanti anni, che in questa edizione festeggia il 25esimo.
Per questo importante traguardo il Sana ha l'onore di avere per l'inaugurazione la presenza di una donna straordinaria come Vandana Shiva. La “terra madre”, la difesa della biodiversità, del valore e della proprietà dei semi per impedire l’utilizzo di quelli geneticamente modificati nelle coltivazioni, sono le linee guida dell’impegno mondiale di Vandana Shiva. Oggi pianterà alcuni semi indiani di piante autoctone e di piante italiane, a simboleggiare uno scambio fra le due culture.
La tendenza delle fiere negli ultimi anni è quella di integrarsi con la città, proponendo una serie di eventi che si articolano in una lunga passeggiata tra incontri, convegni, orti e degustazioni.
Questa è una cosa che amo, che mi diverte perché mi da la possibilità di godere ancora di più della mia città che adoro, ma anche di informarmi su un tema che mi sta molto a cuore come il bio e il naturale.
Poi c'è la fiera...e qui la nota dolente, ma solo per il mio portafoglio, poiché faccio incetta di ogni cosa, in preda ad una sorta di raptus in puro stile I love shopping!
A chi interessa questo il link del programma del Sana Off.

Una cosa che mi ha colpito molto è il progetto "Bologna Città degli Orti - Da Sana 2013 all'Expo Milano 2015" , messo in piedi dal comune e dal Caab di Bologna.
Di seguito riporto uno stralcio dell'articolo di  Marta Albè scritto su Green me:
Bologna è tra le grandi città italiane che si sono dotate di una mappa interattiva per il censimento e la localizzazione degli orti urbani. Si tratta di Gramigna Map, uno strumento utile per individuare i punti della città in cui gli abitanti si dedicano all'orticoltura urbana. I cittadini stessi possono contribuire ad arricchire la mappa segnalando il proprio orto.

Ora Bologna si pone un obiettivo ambizioso: trasformarsi in una vera e propria Città degli Orti, in vista di Expo 2015. Bologna si sta impegnando nel sostegno, nell'ampliamento e nell'innovazione degli orti urbani in città, valorizzando una tradizione centenaria che ha portato a rendere gli orti un vero e proprio patrimonio della collettività.

Vi lascio con una ricetta in perfetto tema Sana e mi preparo per una bella gita in bici in visita agli orti urbani.
Buon fine settimana.




Biscotti al muesli, noci e cioccolato

La ricetta si ispira a quella di Stella di Sale. Ho aggiunto le noci, il cacao in polvere per attenuare il sapore del grano saraceno che trovo troppo forte e non ho messo il cremor tartaro



Ingredienti:

200 gr di muesli alla frutta bio senza zucchero
150 gr di farina di grano saraceno
2 cucchiai di cacao amaro
100 gr di gherigli di noci
un cucchiaio di uvetta passa frullata
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
150 gr di succo concentrato di mela
mezzo stecca di vaniglia

Mischiare tutti gli ingredienti secchi da una parte, dall’altra tutti quelli liquidi, impastarli insieme e metterli in frigo mezz’ora. Fare delle palline di impasto e schiacciarle a forma di biscotto.
Cuocerli a 180 gradi per 10/15 minuti. 



domenica 1 settembre 2013

Nocciole e Noci: "Salutiamoci" Settembre

Les Madeleines di Proust riapre i battenti. 
Le vacanze sono finite e come ogni anno volano ma sono indispensabili per rigenerarmi e tornare piena di nuova linfa per affrontare al meglio nuovi progetti e continuare quelli che avevo lasciato in sospeso.
A proposito di nuovi progetti, le ragazze di Salutiamoci, mi hanno invitata ad ospitare la tappa di settembre della loro affascinante e salutare iniziativa, che coinvolge anche voi che mi leggete e ho accettato con grande entusiasmo.
Voglio precisare che non è un contest, non si vince nulla, non ci sono sponsor. 

E' qualcosa di meglio. 

E' un modo divertente e creativo per fare informazione su un argomento che deve stare a cuore a tutti: il rapporto imprescindibile che c'è tra il cibo e la salute: noi siamo quello che mangiamo e per stare bene dobbiamo mangiare bene.
Questo non significa nutrirsi presso un ristorante stellato, ma utilizzare ingredienti sani, di prima qualità, privilegiando i cibi privi di grassi saturi e di zuccheri raffinati, scegliendo la natura come fonte da cui attingere la materia prima. 

La sfida è di cucinare qualcosa di buono, bello e soprattutto sano, alla scoperta di nuovi ingredienti nel rispetto della loro stagionalità con un occhio attento al rapporto cibo-salute.
Potete cucinare qualsiasi pietanza: un antipasto, un primo, un secondo, un dolce piuttosto che una bevanda.
L'unico diktat è l'obbligo a seguire le indicazioni di questa tabella a tre colonne, rispettivamente con gli ingredienti non permessi, gli ingredienti permessi ma non consigliati, e gli ingredienti consigliati.
Date sfogo alla vostra fantasia. 
Se avete un blog non dovete fare altro che pubblicare un post con la ricetta e la foto della pietanza preparata, menzionando sia questo post che il blog Salutiamoci, inserendo il logo. Dovete dare comunicazione lasciando un commento con il link a questo post.
Se non avete un blog, non dovete fare altro che inviare ricetta e foto tramite mail al mio indirizzo di posta maddadiproust@gmail.com

Vi aspetto numerosi!!!!





Nel prezioso laboratorio della natura di settembre possiamo rifornirci di
noci e nocciole
e i loro derivati come pasta di nocciole, olio di noci o di nocciole, noci pecan, brasiliane.
Questi sono gli ingredienti che non devono mancare nelle ricette che mi invierete.


Noci e Nocciole fanno parte della cosiddetta frutta secca. In realtà sono frutti oleosi, molto utili per la nostra dieta quotidiana, in quanto hanno particolari proprietà che aiutano a nutrire e rinvigorire corpo e mente, proteggono il sistema cardiocircolatorio, il cervello, la pelle, i capelli e i muscoli.
I frutti oleosi apportano sostanze per lo più presenti nei prodotti di origine animale e necessarie all’organismo: dalle vitamine B alle proteine.
Vanno consumati con moderazione perché sono molto calorici, ma i grassi che contengono, a differenza dei prodotti animali, sono grassi insaturi e omega 3 che contribuiscono ad abbassare il livello di colesterolo e aiutano a prevenire le malattie cardiache.

Noci (anticolesterolo):
Contengono acido folico, vitamina E, acidi grassi essenziali, magnesio, fitoestrogeni e fitosteroli. Sono utili contro gli effetti di un pasto ricco di grassi, hanno proprietà anticolesterolo e proteggono cuore, arterie, cervello e sistema nervoso.
• Dose: 3 noci al giorno
Nocciole (proteggono il cuore)
Contenuti: sono la miglior fonte di vitamina E e sono ricche di fitosteroli che proteggono le arterie e il cuore.
• Perché fanno bene: mantengono giovane la pelle e la idratano, contrastano la formazione di rughe e del colesterolo cattivo.
• Dose: 5 nocciole al giorno


Il latte di nocciola e il suo cappuccino

La mia ricetta è molto semplice, ma estremamente utile e necessaria per chi ha voglia di prepararsi un cappuccino vegetale davvero buono e nutriente, una vera sferzata di energia per cominciare bene la giornata.
Ho preparato un cappuccino d'orzo con il latte di nocciola homemade.
Si tratta di un latte crudo quindi tutte le proprietà delle nocciole non vengono disperse.
Con questo latte di possono fare cioccolate in tazza, budini e creme squisite.
Per addolcirle no si deve fare altro che aggiungere dell'uva passa o dei datteri.
Vi spiego come.



Per un litro di latte:

lt.1,1 di acqua
gr 100 di nocciole 
due cucchiai di uva  passa (ometterli se non si vuole dolcificarlo)

Per il cappuccino:

1 tazza di caffè d'orzo



Mettere in ammollo le nocciole e l'uva nell'acqua a temperatura ambiente. Lasciare riposare per un paio d'ore.
Trascorso questo tempo, raccogliere la frutta in un tritatutto e cominciare a tritare aggiungendo l'acqua un poco alla volta, fino ad ottenere una crema vellutata. Aggiungere il resto dell'acqua e mescolare bene. Passare il composto attraverso un colino a maglia fitta. Imbottigliare e conservare in frigorifero.
Questo latte può tenere per tre o quattro giorni.

Prepariamo il cappuccino, frullando il caffè d'orzo freddo con l'ausilio del frullatore ad immersione, servendoci di un contenitore alto e stretto. In pochi secondi il caffè monterà a crema.
Scaldare il latte di nocciola (ma anche freddo in questi giorni è ancora buonissimo) e aggiungerlo al latte.

Buon Salutiamoci a tutti!




Ringrazio per l'ospitalità e la fiducia:

Brigida Clazzer Doss di BRIGGIS HOME
Lorenza Minonzio di GALLINE 2nd LIFE 
Roberta Cadorin Cobrizo di COBRIZO 
Barbara di RAVANELLO CURIOSO 

La pagina facebook di Salutiamoci è:


Il Menù di Noci e Nocciole

Antipasti

Broccolo e carota - Antipasto di ruote di cetriolo 
Ravanello curioso - Polpette crude di carote e nocciole
Roberta Basilico - Mousse settembrina
Parole vegetali - Pumpkin muffins
Ravanello curioso - Frittatina di ceci, portulaca e nocciole

Primi Piatti

In cucina con l'omeopata - Spaghetti integrali al pesto di noci, zucchine e basilico
Parole vegetali - Cereali alla rapa rossa
Galline2ndlife - Gnocchi di segale in salsa di noci  
Galline2ndlife - Farfalle al cavolfiore, al curry, con nori e noci
Galline2ndlife - Ravioli di tofu e spinaci
Cobrizo - Fregola
Cobrizo - Ravioli mimetici
Parole vegetali - Spaghetti di quinoa in crema di peperoni
Ricette al verde - Spaghetti integrali con pere e noci
Peanut in Cookingland - Risotto alla mela e porro mantecato alla nocciola
Cindystar - Cous cous festivo
Cindystar - Vucculotti sapa e noci
Le delizie di Feli - Riso nero con crema di porri e noci
La pichina in cucina - Insalata di Orzo Perlato con Zucchine, Piselli, Pomodori Secchi e Nocciole Tostate
Gocce d'aria - Risotto integrale con nocciole e pomodorini secchi
A pen in the kitchen - Pasta con ricotta e noci
Broccolo e carote - Polenta alle nocciole
La Melagranata - Crema di finocchio al curry con nocciole
La Melagranata - Tagliolini con pioppini, nocciole e sedano rapa croccante
La Melagranata - Scialatielli al limone, con pesce spada, nocciole, chips di patate viola e germogli di finocchio
La Melagranata - Pizzoccheri con zucca, trevigiano e noci brasiliane
La Melagranata - Tagliatelline allo zafferano, pollo, zenzero e noci di Macadamia

Secondi Piatti

Cincia nel bosco - Torta salata con bietoline, noci e uvetta
Galline2ndlife - Tofu saporito allo zenzero e noci
Cincia nel bosco - Filetti di nasello e pomodori gratinati alle noci
Arbanella di basilico - Rotolini di palamita alle zucchine con granella di nocciole 
Passato tra le mani - Sformatini con piantaggine e noci
Dolce senza zucchero - Torta salata bietole, quinoa e nocciole
Ricette al verde - Peperoni ripieni di funghi e noci
Parole vegetali - Quiche alla lattuga
Cincia del bosco - Tacchino arrotolato con nocciole e borragine
Les Madeleines di Proust - Vellutata di foglie di sedano rapa e stecco di sgombro croccante alle nocciole

Contorni

Roberta Basilico - Invidia con dolcezza
Ravanello curioso - Portulaca in insalata e nocciole
La tana del riccio - Insalata di carote, mele e noci
Parole vegetali - Carpaccio di pomodori con salsina piccante di cipollotti
Peanut in Cookingland - Waldorf salad
Insalata mista - Insalata di lenticchie e sedano rapa, con nocciole e menta
Una V nel piatto - Insalata di sedano, fichi neri, noci e....
Armonia Paleo - Crumble di cavolfiore con noci e nocciole
Acquaviva scorre - Coleslaw autunnale alle noci e fichi, con salsa di carote al melograno

Dolci e Biscotti

Briggishome - Crema di Noci, carrube, orzo e uvetta
Les Madeleines di Proust - Cake datteri e noci
Les Madeleines di Proust - Biscotti muesli, noci e cacao
Les Madeleines di Proust - Porridge con carote
Broccolo e carote - Kakaokara di nocciole ovvero tortini al cacao con okara di nocciole
Cuoca mattarella - Crostata integrale con nocciole, fichi e pasta soffice
Peanut in Cookingland - Gelato al bacio
Peanut in Cookingland - Bon bons di fichi e noci al cioccolato
La tana del riccio - Biscottini alla nocciola
La tana del riccio - Muffin di carote e nocciole
La tana del riccio - Torta di noci carote e datteri
Peanut in Cookingland - Mini cheese-cake crudiste all'avocado e cocco
Cuoca mattarella - Baci di dama ai lamponi
Le delizie di Feli - Morbidi dolcetti alle nocciole
La tana del riccio - Biscotti al muesli
Ravanello curioso - Frollotti di nocciole mirtilli e cioccolato
Gocce d'aria - Sbrisolona al miglio
Les Madeleines di Proust - Oats banana bread
Le delizie di Feli - Muffin alle noci e cioccolato
Armonia Paleo - Muffin speziati di zucca
Galline2ndlife - Ciambella di mele con latte di nocciola
Broccolo e carote - Dolce di amaranto e nocciole
Cindystar - Barrette energetiche
Gocce d'aria - Ciambella nocciole e prugne
Gocce d'aria - Torta ai sapori di montagna
Il mondo di Cì - Pancake nocciole e mele
Sogni golosi - Scones alle noci e mirtilli rossi
Il mondo di Cì - Baci di dama
Mogliedaunavita - Pesche composte in ricotta e nocciole sfrantecate

Bevande

Les Madeleines di Proust - Latte di nocciole
Gocce d'aria - Latte di miglio e nocciole
Gocce d'aria - Bevanda alle noci d'Amazzonia
Sogni golosi - Cappuccino di zucca e nocciole

Salse e dip

Galline 2ndlife - Salsa di noci
Cobrizo - Nutella o Nocella?
Galline 2ndlife - Pesto di carote e rosmarino alle noci
La tana del riccio - Il pesto trentino
Broccolo e carota - Crema spalmabile di cioccolato e nocciola
Il mondo di Ci -  Pesto di rucola
Gocce d'aria - Crema nera