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mercoledì 15 febbraio 2017

Coniglio in carciofaia

Il web, questo immenso insieme di documenti, testi, fotografie e video che è diventato la nostra irrinunciabile fonte di informazione quotidiana. Qualsiasi cosa che ci serve la troviamo. Google è così intelligente che non c'è neppure più bisogno di virgolettare la richiesta per trovare quello che cerchiamo.
L'altra sera, muovendomi distrattamente per casa, urto senza volere il televisore che, nonostante i miei sforzi per afferrarlo, cade a terra. Convinta di dover andare alla Comet a comprarne uno nuovo, lo rimetto al suo posto e provo ad accenderlo. Incredibilmente funziona ma lo schermo è percorso da una fastidiosa riga verticale di colore rosso fuoco.
Ricerca Google: riga rossa sul televisore dopo caduta.
Risposta: Premere con il dito pollice sulla parte alta del monitor, in corrispondenza della riga rossa per stabilizzare i pixel danneggiati dalla caduta.
Provo immediatamente e...voilà, problema risolto.
Non è meraviglioso? Non c'è stato bisogno di chiamare il tecnico, di perdere tempo a portargli il televisore o aspettare che venisse a casa, con conseguente esborso di denaro. E' bastato un click.
Cosa mangiamo stasera? Amore hai voglia di un bel pollo croccante? O preferisci un primo gustoso, magari..che ne so, la pasta con le sarde! 
Nonostante la libreria sia carica di libri di cucina che amiamo e consultiamo abitualmente, un giro su google non possiamo non farlo. Cercare una ricetta è semplice e veloce. La scelta è sempre molto ampia ma trovare la ricetta giusta, quella corretta che non sbaglia un ingrediente o un passaggio importante, non è così scontato. Ci sono blog bellissimi, con grafica e layout di ultima generazione, foto che sembrano realizzate da fotografi professionisti con set e props da togliere il fiato ma che raccontano ricette improponibili. Altri invece hanno il layout più semplice di blogger, una grafica a volte dozzinale, foto realizzate con lo smartphon e come set la tavola apparecchiata due minuti prima di cena, ma che propongono ricette perfette, da realizzare a occhi chiusi.
Poi ci sono blog che non sbagliano un colpo. Raccontano una storia, che si dipana post dopo post, svelata attraverso foto perfette e ricette giuste, vere, senza fronzoli, che trasudano esperienza, tradizione, conoscenza e passione, eseguite con estrema maestria. Beh...uno di questi blog, uno dei miei preferiti, che consulto spesso è il blog della Patty, l'Andante con gusto. Con lei non sbaglio mai.

Era un po' di tempo che avevo voglia di coniglio. Ho colto così due occasioni, la prima è il dono da parte del mio babbo di uno dei sui conigli allevati con tanto amore e la seconda l'ultimo giorno del Recipe-tionist di Mrs. Baker che questo mese ospita la Patty.
Questa è una sua ricetta e l'originale a questo link: http://www.andantecongusto.it/2016/03/coniglio-in-carciofaia-per-la-settimana.html

Coniglio in carciofaia



Ingredienti per 4 persone

1 kg di coniglio tagliato a pezzetti
250 ml di brodo vegetale
1 bicchiere di vino bianco secco (io mezzo bicchiere di aceto di mele)
2 rametti di rosmarino
2 foglie di salvia
2 rametti di timo
1 ciuffo di prezzemolo
6 carciofi
2 spicchi di aglio
1 limone
olio extra vergine d’oliva
sale, pepe qb


· Tagliate a pezzi il coniglio lavandolo ed asciugandolo bene
· In una larga casseruola che possa contenere facilmente il coniglio e successivamente i carciofi, fate scaldare 3 cucchiai d’olio con i rametti di rosmarino. Rosolate il coniglio bene su tutti i lati a fiamma media.
· Una volta ben rosolato, aggiungete il trito delle erbe aromatiche ed aglio (senza però il rosmarino), mescolate bene ed alzate la fiamma.
· Sfumate immediatamente con il vino bianco, mescolate e abbassate la fiamma. Coprite e continuate la cottura per 20 minuti, mescolando di tanto in tanto.
· Mentre il coniglio cuoce, pulite i carciofi, tagliateli in quarti se sono piccoli o in 6 parti se sono grandi, e metteteli a bagno in una ciotola d’acqua acidulata con il succo del limone.
· Continuate la cottura del coniglio aggiungendo 200 ml di brodo caldo e proseguite per altri 10 minuti.
· Dopo questo tempo, scolate bene i carciofi, tamponateli ed aggiungeteli al coniglio.
· Aggiustate di sale e pepe e proseguite la cottura coperta per altri 10/15 minuti, fino a che la carne del coniglio sarà tenera ed i carciofi cotti ma non sfatti
Prima di servire, tritate il prezzemolo ed aggiungetelo al coniglio, mescolando bene.
Servite con il suo liquido di cottura.

Con questa ricetta partecipo più che volentieri a The Recipe-tionist di gennaio-febbraio


domenica 17 gennaio 2016

La ginestrata


Secondo i più puri teorici della tradizione gastronomica italiana, la zuppa propriamente detta è un piatto tipico della cucina toscana.
Ne troviamo tantissime nelle cucine private e in quelle dei ristoranti e nessuna è uguale all'altra anche se si chiamano con lo stesso nome. Però ognuna è quella giusta, quella esatta, quella che bisogna fare.
Questo è il motivo per cui adoro la cucina di tradizione, il fascino delle sfumature che non sono di grigio, ma di tanti colori, fatta di ricordi, di sensazioni, di passione, di odori, di sapori e profumi, di madeleines di Proust.

E' da queste considerazioni che voglio partire per la mia prima zuppa per l'MTC di questo mese - si perché è il 17 e verrà a nevicare che pubblico così presto e per di più avrò tutto il tempo per pubblicare il 25 alle 23:59 -.
La sfida di questo mese è stata proposta dalla Vitto adorata, la cuoca che vorrei essere, vincitrice della sfida di novembre. Ho conosciuto Vittoria a Bordighera, tanti anni fa, durante un raduno della Cucina Italiana e subito mi conquistò con la sua insalata con l'aringa che faccio anch'io, ma la sua aveva quel tocco in più, quel certo non so che. Poi mi ha definitivamente conquistata con i frisceu, al raduno di Siena. La cosa sorprendente è la naturalezza con la quale la Vitto cucina. Ti incanti a guardarla. Poi se hai la fortuna di assaggiare i suoi piatti, capisci subito che è una che ci sa fare, in tutto. Per questo è la cuoca che vorrei essere.  E non è una sviolinata. Ho già parlato di lei in qualche post fa e sto solo ricordando qualcosa che avevo già detto. 



Vista la piega che ha preso questo post, voglio raccontarvi perché ho deciso di proporre questa zuppa dal nome particolare, la Ginestrata. Ho cucinato questa minestra ispirandomi ad una ricetta di un'altra cara amica conosciuta sempre in quel fortunato raduno di Bordighera, un'amica che purtroppo è mancata troppo presto ma che ha lasciato un ricordo indelebile in tutti quelli che l'hanno conosciuta, la cara Maria Toti. Maria, senese purosangue, mi conquistò con il suo cinghialino alla guinness e i maltagliati che aveva portato anche alla Prova del cuoco. Piatti sublimi, pieni di sapore che mostravano la sua indiscussa maestria ai fornelli e il suo grande amore per la cucina toscana. L'eredità gastronomica che ci ha lasciato è un dono prezioso che personalmente custodirò finché campo.

La Ginestrata è una zuppa che veniva offerta, in segno propiziatorio, dai genitori della sposa al futuro genero, la prima volta che questo si presentava per incontrare la promessa sposa. Veniva anche offerta a colazione il giorno dopo la loro notte di nozze. Viene tutt'ora usata come ricostituente durante la convalescenza, dopo la malattia debilitante.

Una minestra simile la facciamo anche noi in Romagna: La chiamiamo stracciatella e al posto del vin santo e delle spezie, mettiamo il parmigiano e la noce moscata. 

Le foto della zuppa sono particolarmente brutte a questo giro, del resto amo cucinare e pur amando le belle fotografie, non riesco ad appassionarmi a questa sofisticata arte. Mi auguro di trasmettervi la bontà di questo piatto, cercando di raccontarvelo al meglio.

E' un piatto semplice, fatto di pochi ingredienti e la loro qualità deve essere indiscussa.
Il brodo di gallina, che ne è la base, deve essere molto profumato e ristretto. Per questo motivo non ho aggiunto carne, ma spezie ed erbe. Il vin santo e il mix di spezie che si usano per preparare il panpepato, contribuiscono a infondere alla zuppa un'esplosione di sapori e profumi unica. 
E' incredibile il potere corroborante, lo senti cucchiaio dopo cucchiaio. Le fresche sposine avranno passato sicuramente una notte indimenticabile! 

Ingredienti per 4 persone:

Per il brodo:
una mezza gallina
1 costa di sedano
1 piccola carota 1 piccola cipolla dorata
2 chiodi di garofano
1 pezzetto di zenzero fresco
qualche grano di pepe bianco
2 bacche di ginepro
1 pezzetto di foglia di lemon grass
un rametto di maggiorana 
sale integrale di Cervia
acqua q.b.

4 uova
8 cucchiai di vin santo secco
1 cucchiaino di spezie per panpepato (in parti uguali: polvere di cannella, di chiodi di garofano, di coriandolo e di noce moscata)



Preparare il brodo utilizzando una piccola pentola dove la gallina con gli odori e le spezie deve starci quasi di misura. Steccare la cipolla con i chiodi di garofano, senza privarla della buccia che servirà per dare un colore ambrato al brodo. Coprire con acqua fredda fino a 5 cm sopra. Portare ad ebollizione, schiumare, abbassare la fiamma, coperchiare e sobollire a fuoco lento per 4 ore.

Preparare le spezie macinando in parti uguali polvere di cannella, di chiodi di garofano, di coriandolo e di noce moscata, prenderne un cucchiaino e mettere da parte il resto che potete utilizzare per aromatizzare dolci e tisane.



Sbattere le uova con il vin santo, un pizzico di sale e le spezie.
Filtrare il brodo e metterlo a bollire in una casseruola.
Versare a filo il composto e spegnere la fiamma mescolando bene. 
Distribuire la zuppa in quattro tazze e servirla subito. 

Buona domenica.