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martedì 28 maggio 2013

Taieddhra riso, cozze, patate e spugnole con trito aromatico.



Cristian ha vinto l'MTC di Aprile lasciando tutti di stucco, primo perché non sapevamo manco chi fosse dato che è stato il suo primo mtc, secondo perché il suo blog è ancora all'inizio (nome fantastico: resi.stenza.po.e.ti.ca) e di cucina ha ben poco. L'unica cosa che si sapeva era che fosse il marito di una mtc addicted, senza però sapere quale!
Bene caro Cristian...il totomoglie l'hai svelato tu, ora vediamo se la tua è stata la classica botta di cu...fortuna del principiante o se ci sai davvero fare! :)) 
Beh a partire dalla sfida lanciata sembra proprio che Cristian sia tanto arrosto e poco fumo! Il piatto proposto  è la Taieddhra riso, cozze, patate, una ricetta pugliese, uno di quei piatti di tradizione che ti mettono in pace con il mondo, un vero comfort food da provare e per poi tenere tra quelle ricette da prendere quando si ha bisogno di una coccola culinaria.
Non avendola mai cucinata prima, non ho voluto sostituire o aggiungere tanti ingredienti ai tradizionali, però mi ha ispirato dare un'idea di mare e monti. Ho approfittato di un prodotto regalato da questa primavera invernale, così tanto piovosa quanto interminabile: le spugnole, un fungo che adoro e che nelle mie colline romagnole nasce copioso. Un tocco di romagnolità a questo piatto che potrebbe benissimo essere anche nostro, visto che abbiamo la buonissima patata di Budrio, le risaie del ferrarese e gli allevamenti di cozza delle valli di Comacchio.

Il tempo per preparalo è stato pochissimo, ma alla fine proprio sul filo del rasoio ce l'ho fatta!
Il tegame doveva essere di coccio. Ahimè quello che ho è troppo grande per la quantità di Taieddhra che ho fatto, quindi ho ripiegato su di un pirex.
Le cozze lo confesso, una parte le ho volute aprire da crude, per onorare la ricetta. Poi dopo una serie di pizzicotti alle dita, il telefono che squillava in continuazione e il tempo che volava, sono stata costretta a mettere le restanti per un minuto solo sul fuoco in modo da aprirle con più facilità, ma sono riuscita a conservare tutto il loro prezioso sughetto.
La ricetta e il procedimento è lo stesso di Cristian, ho solo aggiunto le spugnole al posto delle zucchine e un trito di pane e erbe aromatiche del mio giardino.
Eccola qua.
Grazie a tutte le ragazze partecipanti all'Mtc, siete grandiose! mi scuso se non vi commento spesso, ma giuro che vi leggo tanto.




Taieddhra riso, cozze, patate e spugnole con trito aromatico.


Ingredienti per 2-4 persone (a seconda della fame) 

150 g di riso Roma (io vialone nano)
200 g di patate (circa due patate di media grandezza)
gr.750 circa di cozze
1 piccola cipolla
gr. 150 di spugnole
6/7 pomodorini datterini
un cucchiaio di parmigiano reggiano grattugiato
un cucchiaio di pangrattato
olio extravergine d’oliva
un trito di erbe aromatiche (rosmarino, salvia, erba cipollina, mentuccia, santoreggia, origano, artemisia, maggiorana, timo, lemon grass)
un bicchiere abbondante di brodo di verdura

Per prima cosa bisogna pulire e aprire le cozze.

A questo proposito, una premessa. Le cozze dovrebbero essere aperte una ad una a mano a crudo. Perché solo così non si perde il sapore del mare. Però so benissimo che non tutti lo sanno fare o hanno la pazienza per farlo. Quindi, chi vuole può anche, dopo averle pulite per bene, aprirle nel modo tradizionale sul fuoco senza aggiungere nient’altro e senza farle cuocere troppo.
Per chi invece vuole provare, vi spiego come fare.
Raschiate le cozze per pulirle, togliete le alghe e quelle incrostazioni bianche che a volte si trovano attaccate alle valve (che sono delle conchigliette) e sciacquatele bene. Togliete a ciascuna cozza il bisso, che è quella specie di barbetta che fuoriesce dalle valve sul lato dritto della cozza, tirandolo lungo la fessura verso la parte a punta della cozza, altrimenti il mollusco rischierebbe di rompersi, ma se fosse troppo duro tiratelo verso la parte rotonda.
Quindi aprite le cozze una ad una posizionandovi sopra una ciotola in modo da raccogliere l’acqua che uscirà. Premete leggermente le due valve facendo pressione con il pollice e l’indice in maniera tale che le due valve si stacchino leggermente e infilate un coltellino dalla punta arrotondata a metà del lato dritto per aprirle raccogliendo la loro acqua nella ciotola, quindi togliete il mollusco dalle valve e conservatelo nella ciotola insieme alla sua acqua. Procedete in questo modo con tutte le altre cozze e riponetele in frigo.





Preriscaldate il forno a 160°.
Pulite tutte le verdure, sbucciate le patate e le cipolle, lavate i pomodori e pulire bene le spugnole. Tagliate le patate e le cipolle a rondelle molto sottili, dello spessore di circa uno o due millimetri, aiutandovi con una mandolina o un robot da cucina. Mescolatele insieme alle spugnole, condendole con un po’ d’olio.
Preparare il trito aromatico con tutte le erbe e unirlo al parmigiano e al pangrattato.
Ungete il fondo della teglia con un po’ d’olio e fate uno strato con metà delle verdure.



Sciacquate velocemente il riso in una scodella piena d’acqua, scolatelo e mettetelo nella teglia sopra lo strato di verdure livellandolo bene, dovrà formare uno strato molto sottile giusto a ricoprire leggermente le verdure, perché durante la cottura gonfierà abbastanza.
Mettete sopra al riso i pomodorini tagliati a pezzettini e quindi le cozze e poi tutta la loro acqua.

Spolverate con metà del trito aromatico e fate un altro strato sopra le cozze con le verdure rimaste. Bagnare con il brodo delle cozze e il brodo di verdura.  Mi raccomando non mettete sale perché l’acqua delle cozze è salatissima..
A questo punto spolverate con il trito rimasto e versate ancora un po' d'olio.

Infornate la teglia e fate cuocere a 160° per un’ora, dipende dal forno, fino a che si sarà formata una bella crosticina dorata in superficie. Negli ultimi dieci minuti di cottura alzate la temperatura del forno a 200°.


Buona calda, buona tiepida, buona sempre.
Sabrina



Con questa ricetta partecipo all'MTChallenge di Maggio.



Considerazioni dopo averla mangiata:

  • le dosi che ho indicato per 2 o 4 persone, sono state giuste per una cena a due dove è stata l'unica portata insieme ad una macedonia di frutta finale.
  • nella preparazione ho utilizzato poco olio, precisamente un olio di Brisighella; ho preferito aggiungerlo a crudo quando ho impiattato. il risultato è stato un'esaltazione di sapori che ha veramente appagato il palato.
  • il mio compagno ne è stato entusiasta e mi ha chiesto di rifarla al più presto. ho risposto che sarò molto felice di rifarla, ma le cozze le pulisce lui...(gli ho fatto leggere qualche post in qua e in la...)

lunedì 25 marzo 2013

Fideuà mediterranea a basso impatto, con un tocco francese.



La paella me la insegnò tanti anni fa un ragazzo spagnolo, amico di amici. 
Mi innamorai subito di questo piatto, per la sua bontà ma anche per il divertimento trovo nel preparalo, tanto che negli anni è un diventato un must della mia cucina.
Quando vivevo in campagna, durante l'estate mi piaceva cuocerla sulle braci del barbecue, in giardino. Era divertente perché mi raggiungevano gli amici e la preparazione diventava un lavoro di squadra. C'era chi preparava la sangria, chi puliva il pesce, chi spezzettava il pollo e lo arrostiva sulla brace, chi si dedicava alla musica perché cucinare con un bel sottofondo è tutta un'altra cosa, chi si occupava di mantenere costante il livello di braci sotto la paelliera e chi semplicemente se ne stava sdraiato al sole a godersi questa preparazione così godereccia.
E alla fine, tutti insieme a tavola a gustare questo piatto spettacolare a suon di bis e tris!  
Che ricordi! Sono queste le cose che ancora mi mancano della mia vita precedente..quelle serate erano un vero e proprio toccasana che permetteva di caricarmi di energia per affrontare le fatiche quotidiane.

Quando Mae ha vinto l'MTC di febbraio, subito ho pensato che avrebbe proposto la paella, date le sue origini spagnole, ma lei mi ha stupito con effetti speciali, proponendo La Fideuà che non conoscevo e che mi ha intrigato immediatamente. E' una sorta di paella con i fideus, una pasta sottile e corta, come dei piccoli spaghetti spezzettati, al posto del riso. E' solo di pesce o vegetariana, al contrario della paella non prevede la carne. E' sempre accompagnata dalla salsa alioli.



Ieri, complice una domenica uggiosa e in possesso di tutti gli ingredienti, decido di dedicarmi alla preparazione della mia fideuà.  Erano diverse le varianti a cui avevo pensato. Alla fine ho deciso per quella ad impatto quasi zero, perché ho utilizzato la carne dei pesci con cui ho preparato il brodo, per fare delle polpettine di condimento. Per la salsa sono stata indecisa fino all'ultimo, poi ha vinto il burro salato affumicato, che ne ha dato un tocco francese.



Fideuà mediterranea a basso impatto, con un tocco francese.



Ingredienti per 2 persone:

Per il brodo di pesce:
1 gallinella
1 merluzzo, qualche moletto
1 costola di sedano
1 piccola carota
1 gambo di cipollotto
1 gambo di aneto
qualche grano di pepe, un po di sale
1  e 1/2 di acqua

Per le polpette:
la polpa dei pesci dl brodo
una fetta di pane raffermo
due acciughe dissalate
un cucchiaio di aneto fresco 
un uovo
pangrattato

Per la salsa:
gr. 100 di ottimo burro di centrifuga
1 cucchiaino colmo di sale affumicato

Per la fideuà:
gr. 200 di spaghetti medi
1 piccola melanzana
1 cucchiaio di farina di semola
polpettine di pesce
4 gamberoni
aceto di mele
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
paprika e pistilli di zafferano
1 pomodoro fresco 
brodo di pesce
olio extravergine

Preparare il brodo:
Pulire il pesce dalle interiore e lavarlo bene. Lavare le verdure. Mettere tutti gli ingredienti in una pentola con l'acqua fredda, sale e pepe, portare ad ebollizione, avendo cura di schiumare. Cuocere per circa 40 minuti. Togliere i pesci e le verdure, filtrare e tenera da parte al caldo.


Preparare le polpette:
Una volta che il pesce è raffreddato, prelevarne la polpa e spezzettarla. Bagnare una fetta di pane raffermo con un poco di brodo di pesce, strizzarlo bene e aggiungerlo alla polpa del pesce. Unire l'aneto tritato, le acciughe dissalate e spezzettate, unire l'uovo e amalgamare bene.
Formare delle piccole polpette, passarle nel pangrattato e adagiarle su una teglia coperta di carta da forno. Condirle con un filo d'olio extravergine e passarle in forno caldo a 200° per un quarto d'ora.


Preparare il burro:
Lavorare il burro ammorbidito con il sale affumicato.



Preparare la fideuà:
Mentre si cuoce il brodo di pesce, tagliare a cubetti la piccola melanzana, salarla e metterla in un colino con un peso per buttare l'amaro, per una mezz'ora. Lavarla, asciugarla e infarinarla. Mettere i cubetti in una teglia coperta da carta da forno, facendo attenzione che non si sovrappongano, condirli con un filo d'olio extravergine e passarli in forno a 200° fino a cottura. Se preferite, potete friggerli, ma in questo modo rimangono più leggeri.



Spezzettare gli spaghetti in pezzetti di circa 3 cm di lunghezza. In un tegame basso e largo, scaldare due cucchiai di olio extravergine e tostarli il più omogeneamente possibile, devono diventare sul marroncino ma attenzione a non bruciarli troppo. Mettere da parte.
Nello stesso tegame mettere un goccio di olio e aggiungere i gamberoni. Bagnare con poco aceto di mele, cuocere un paio di minuti, togliere dal tegame e mettere da parte.
Sempre in quel tegame un altro cucchiaio di olio, lo spicchio d'aglio, le spezie. Soffriggere solo un minuto e bagnare con un mestolo di brodo di pesce. Aggiungere un cucchiaio di concentrato di pomodoro e sciogliere bene.
Ora è arrivato il momento di cuocere la fideuà. Quindi unire i piccoli pezzetti di spaghetti tostati e aggiungere il brodo a poco a poco, come per fare il risotto. Alla fine la fideuà non deve risultare brodosa. Verso la fine della cottura (che nel mio caso ha richiesto circa 12/13 minuti per avere una pasta molto al dente, come piace a me, ma questo dipende dalla grossezza dello spaghetto utilizzato) unire i gamberoni.
Portare a cottura, unire a crudo il pomodoro a tocchetti, le melanzane caldissime e le polpette.
Servire con il burro affumicato a parte.





Le mie considerazioni:
Il quatitativo di polpette ottenute è stato superiore a quelle che realmente mi sono servite per la fideuà. Ho preparato un sughetto con un battuto di porro e la polpa di due pomodori,  ho unito le polpette rimaste e ho fatto insaporire sul fornello per dieci minuti. Le ho abbattute a +3° e le ho conservate in frigorifero fino all'occorrenza.
Il quantitativo di burro è troppo per accompagnare la fideuà per due persone. Conservato in frigorifero, è ottimo per accompagnare pesce al vapore, per cuocere un filetto, per le uova alla francese o spalmato su una fetta di pane tostato.
Ho voluto utilizzare anche i gamberoni, perchè i crostacei hanno un sapore tutto loro e non volevo allontanarmi poi tanto dalla preparazione tradizionale.
Il pomodoro ho preferito metterlo a crudo, per dare freschezza al piatto.

E' un piatto gustosissimo e divertente. Le polpettine e i gamberoni tocciate nel burro affumicato sono una delizia. Noi la abbiamo accompagnata con un vino bianco, fermo e profumato che ne ha esaltato i sapori.
E' stata una ottima cena domenicale. Grazie Mae e grazie banda dell'MTC!



lunedì 19 marzo 2012

Tagliatelle con sugo di canocchie per Donne sul Web.

Qualche settimana fa ricevo una mail da parte di Giorgio di Gente del Fud ( il social food network firmato Garofalo) che mi chiede se ho voglia di partecipare a uno speciale sulle paste regionali che Simonetta Nepi, responsabile della sezione cucina sul portale Donne sul Web , sta organizzando.
Eccome se mi va di partecipare, ne sono entusiasta e onorata di essere stata scelta. Partecipare con tanti nomi eccellenti della blog sfera un poco mi intimorisce, spero di esserne all'altezza.
Grazie di cuore!

Dedico questa ricetta al mio babbo nel giorno della sua festa, che quando era più giovane spesso il sabato mattina alle 5 andava a Porto Garibaldi a comprare le canocchie al porto dai pescatori appena rientrati dalla pesca. Lui ne è assolutamente ghiotto e questo è uno dei suoi piatti.


La Cucina dell’Emilia Romagna non è solo tortellini, ragù e lasagne, ma vanta anche una tradizione marinara molto rinomata, che appartiene alla Riviera Romagnola.
Uno dei piatti tipici che si possono trovare nei menù dei ristoranti di mare è la pasta con le canocchie o cicale come vengono chiamate in altre parti d’Italia.
La canocchia è un crostaceo dalla carne tenera e molto pregiata che si apprezza maggiormente in autunno-inverno. Può essere utilizzata sia per i primi che per i secondi, ottima è la zuppa, ma si può consumare anche cruda perchè di solito sui banchi del pescivendolo si trova ancora viva.
Per i primi piatti può essere impiegata in un sugo sia bianco che rosso, dipende dal formato di pasta che si vuole cucinare: rosso per strozzapreti e garganelli, bianco per tagliatelle, tagliolini o tortelli ripieni di erbe.
E’ chiaro che la tradizione impone una pasta fresca, ma esiste anche una versione più moderna che accompagna il sugo di canocchie a spaghetti, linguine, penne o paccheri.
Per il mio gusto personale, la “morte sua” sono le tagliatelle ed è queste che vi racconto.

Tagliatelle con sugo di canocchie.


Ingredienti per 4 persone:

per gr. 400 di tagliatelle all’uovo fresche:

gr. 300 di farina 0
3 uova

per il sugo: 

12 canocchie
2 spicchi d’aglio
1 scalogno
2 filetti di alici sottolio
due cucchiai colmi di prezzemolo tritato al momento
mezzo bicchiere di vino bianco
mazzetto un gambo di sedano, una carota, un rametto di timo, qualche gambo di prezzemolo, il tutto avvolto in una foglia verde di porro.
qualche pomodorino datterino
olio evo, sale di Cervia e pepe

Preparare le tagliatelle:

Sul piano di lavoro mettere la farina a fontana, rompere al centro le uova e impastare energicamente fino ad ottenere un panetto omogeneo e liscio. Consiglio di partire tenendo da parte un poco di farina e di aggiungerla man mano che si impasta, poiché la quantità dipende dal tipo di farina utilizzata e dal suo grado di assorbimento e anche dalla grandezza delle uova.
Una volta pronto l'impasto, formare una palla e stendere sul tagliere con un matterello di faggio forgiato al tornio una sfoglia sottile, infarinando all'occorrenza. 
Lasciar riposare una decina di minuti , il tempo che la pasta si asciughi per non appiccicarsi, ma senza seccarsi, perchè rischierebbe di rompersi.
Arrotolare la sfoglia su se stessa e affettarla con il coltello apposito per le tagliatelle di poco meno di un centimetro di larghezza.
Distribuire la pasta su un canovaccio infarinato e lasciare asciugare ancora 10 minuti.

Preparare il ragù:

In un tegame alto e stretto fare bollire un litro d’acqua con il mazzetto di erbe, una macinata di pepe un cucchiaino di sale grosso integrale di Cervia.
Dopo dieci minuti togliere il mazzetto di erbe e tuffare le canocchie ben lavate. Bollire il crostacei per un minuto, con una ramaiola toglierli dal brodo e farli intiepidire.
Aggiungere un litro d’acqua al brodo, aggiustarlo di sale e rimetterlo a bollire per poi cuocere le tagliatelle.
Una volta raffreddate le canocchie, tenerne intere 4 mentre il resto verrà pulito.
Procedere in questo modo: tagliare la testa con un paio di forbici da cucina. Tagliare la coda, le zampette e le appendici che si trovano sul ventre e sul dorso. Tagliare le estremità laterali lungo tutto il corpo. Ora togliere il guscio che verrà via molto facilmente, in questo modo rimarrà solo la polpa.
In un tegame scaldare 4 cucchiai di olio con i filetti di acciuga, lo scalogno tritato e l’aglio schiacciato in camicia. Far soffriggere qualche minuto, togliere l’aglio e aggiungere la polpa delle canocchie sminuzzata a mano e un cucchiaio di prezzemolo fresco pestato. Bagnare con il vino e fare evaporare. Se il sugo si asciuga troppo, aggiungere qualche cucchiaio di brodo di cottura. Alla fine aggiungere i pomodorini tagliati grossolanamente.
Buttare le tagliatelle nel brodo bollente e quando riprenderanno il bollore, cuocerle un minuto appena e scolarle immediatamente. Tirarle in padella con il sugo di canocchie e impiattare con una spolverata di prezzemolo e guarnire ogni piatto con la canocchia intera.

La nuova tendenza è quella di accompagnare questo primo con un bicchiere di Malvasia ghiacciata.

Grazie a tutti e Benvenuti in Romagna!

Sabrina

sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale e Mezze maniche con rombo e gamberetti in salsa di porro.




Silent night, holy night! 
All is calm, All is bright 
Round yon Virgin, Mother and Child 
Holy Infant so Tender and mild, 
Sleep in heavenly peace, 
Sleep in heavenly peace. 

Silent night, holy night! 
Shepherds quake at the sight! 
Glories stream from heaven afar; 
Heavenly hosts sing Al-le-lu-ia! 
Christ the Saviour is born! 
Christ the Saviour is born! 

Silent night, holy night! 
Wondrous star, lend thy light! 
With the angels let us sing 
Alleluia to our King! 
Christ the Saviour is here, 
Jesus the Saviour is here! 

Silent night, Holy night! 
Son of God, love's pure light 
Radiant beams from Thy holy face, 
With the dawn of redeeming grace, 
Jesus Lord at thy birth; 
Jesus Lord at thy birth.

Il momento più bello del Natale è la preparazione durante le settimane che lo precedono. Le luci che brillano nelle strade, le vetrine addobbate, la ricerca delle ricette più speciali. 
Poi arriva il grande giorno e tutto finisce...e lascia un poco di tristezza.
Ma quest anno me lo sto godendo veramente.
Il mio lavoro è stato molto impegnativo, ma appagante e soddisfacente. Il tempo da dedicare ai preparativi è stato veramente poco, ma in negozio l'atmosfera è  molto natalizia, con i camini accesi e addobbati a festa e la musica di Natale in sottofondo che cominciato a suonare il primo di dicembre e ancora non ha finito e sinceramente non mi stanca mai...
L'unica cosa è la corsa ai regali: il termine sembra proprio inventato per me. Non è solo colpa del poco tempo, è colpa mia che mi riduco all'ultimo. Vorrei essere come alcune mie amiche che a metà novembre hanno già comprato tutto! Me lo ripropongo ogni anno di seguire il buon esempio..ma nulla non ce la posso fare. Sono le 17.30 della viglia e devo scappare a prendere le ultime cose..per fortuna che Eataly non chiude!

Quest anno è speciale. Solitamente si fa la cena della Vigilia, ma la mia nuorina Alessandra canta in un coro gospel e stasera suonano in varie chiese, quindi si è fatto il pranzo della Vigilia e devo dire che mi è piaciuto molto.
Ero preoccupata per il menù, perché veramente questa settimana il negozio mi ha sequestrata, ma tutto è andato benissimo.
Ho preparato cose semplici ma appetitose, anche perché il mio figliolo è un poco difficile a tavola quindi meglio andare sul sicuro con i suoi piatti preferiti:

Cappesante gratinate al forno al profumo di aneto.
Piccola catalana di gamberi.
Mezze maniche con rombo e gamberetti in salsa di porro.
Salmone al vapore con salsa verde.
Tenerina di Santin con salsa alle fragoline di bosco.
Tutto annaffiato da prosecco di Valdobbiadone.

Siamo stati bene, l'atmosfera è stata molto particolare, condita da una nevicata improvvisa. 

Auguro a tutti una Felice Vigilia e un Buon Natale. 

Mezze maniche con rombo e gamberetti in salsa di porro.

mezze-maniche-rombo-e-gamberetti-in-salsa-di-porro

Ingredienti per 4 persone:

gr. 240 di mezze maniche
1 rombo di circa 6 etti sfilettato con la lisca e la testa
gr. 200 di code di gambero
1 porro
1 dl di panna
carota sedano
prezzemolo dragoncello
gr. 20 di parmigiano grattugiato
gr. 10 di burro
vino bianco
cognac 
noce moscata pepe sale


Riunite in una casseruola la lisca e la testa del pesce con la parte verde dei porri, la carota e il sedano a pezzetti, un mezzo bicchiere di vino bianco, una presa di sale e due bicchieri di acqua. Bollire per circa tre quarti d'ora. Filtrate il fumetto.
Tagliare la parte bianca dei porri a fettine sottili, riunitela in una casseruola con la panna, un pizzico di sale e un decilitro di fumetto. Cuocere la salsa per circa 15 minuti. Frullare con il frullatore ad immersione, aggiungendo il parmigiano e una grattugiata di noce moscata.
Sgusciare i gamberetti, tagliare il rombo a listarelle, sciogliere il burro in una casseruola, unire il pesce e sfumare con il cognac, regolare di sale e cuocere per un paio di minuti.
Aggiungere il prezzemolo e il dragoncello.
Cuocere in abbondante acqua salata le mezze maniche. 
Ho deciso di utilizzare questa pasta per omaggiare e ringraziare tutti i Garofalo del bellissimo regalo che han fatto recapitare a tutti noi di Gente del Fud. Grazie di cuore, veramente molto apprezzato e Buon Natale Ragazzi!
Scolare la pasta e saltarla in padella con il pesce e la salsa di porro.

BUON NATALE A TUTTI!!!!!
Sabrina

lunedì 24 maggio 2010

Aiutoooo...ma ce la devo fare da sola e Stricchetti con prugnoli e "gamberini".

Fumo da una vita...saran trent'anni. Credevo di fumare perché mi piaceva, ma ora mi rendo conto che fumo perché sono schiava della nicotina.
Ultimamente, beh veramente saran qualche anno, come un disco rotto mi ripeto e ripeto agli altri che voglio smettere, che mi fa schifo, che con quello che spendo in sigarette in un anno, potrei andare nel Mar Rosso due volte in hotel super lusso...che non sopporto più sentire l'odore di fumo nei capelli e nei vestiti...e mi sa che lo sento anche nella pelle; ho comprato un libro che tutti dicono sia miracoloso e leggendo quello si smette assolutamente di fumare, ma non ne ho mai aperta una pagina...forse dal timore che funzioni davvero...? E puntualmente mi ritrovo tutte le mattine dal tabaccaio.........
Poi ieri pomeriggio, mentre passeggiavo per il centro, prendo il portafoglio dalla borsa a caccia di spiccioli per il distributore e il mio compagno, non fumatore, mi guarda male e dice: "Che fai..? Vuoi comprare le sigarette? Rimetti dentro quel portafoglio, oggi non fumi." E' stato talmente perentorio e autoritario che ho obbedito come una brava bambina.
Alla sera siamo usciti a cena e dopo il caffè comincio a guardarmi intorno a caccia di una sigaretta, ma incrocio il suo sguardo con il sopracciglio inarcato che mi dice " Oh amore devi tirare fuori le palle per smettere di fumare..!". Cosaaaaaaaaaaa? Una provocazione così...? Una sfida mi lancia...?
Eh no!! Mica posso far la figura di quella che neppure ci prova?
Eh eccomi qua....in piena crisi di astinenza, al lavoro con un sacco di cose da fare ma con un martellino pneumatico nel cervello che mi fa vedere solo la scatoletta bianca e oro delle Marboro.
E allora scrivo in cerca di sostegno e solidarietà.
Ho cercato anche Vera, una cara amica virtuale (ma molto più amica di tante reali...:((..) che chiamo affettuosamente gemellina per le incredibili similitudini che hanno avuto le nostre vite. Vera ha ufficialmente smesso di fumare dopo ben 35 anni il 2 marzo! Vera tesoro, te l'ho detto, sarai la mia forza perché è ufficiale:

Ieri, 23 maggio 2010 ho smesso di fumare!

Bene, ho scritto questo post per condividere con voi questo momento campale della mia vita e tenerlo come meme per tutti i miliardi di volte che mi verrà voglia di fumare.
Grazie in anticipo a tutti per la solidarietà.

Allego una ricetta veloce veloce, buonina buonina, che ho preparato con gli ultimi prugnoli rimasti e qualche mini gamberetto che non so come si chiama... (faccina rossa di vergogna)...anzi a chi li riconosce, son piccolissimi di circa tre cm al massimo e grigi, mi farebbe felice che mi comunicasse il loro nome...io li chiamerò "gamberini"..per il momento.


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Ingredienti per due persone :


gr. 160 di stricchetti
gr. 100 di funghi prugnoli
gr. 50 di "gamberini"
2 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di erbe aromatiche miste
poco vino bianco
1 spicchio d'aglio
sale, olio evo

In una ciotolina unire un cucchiaio di erbe miste ai due cucchiai di pangrattato e un giro di olio. Amalgamare bene, scaldare la padella antiaderente e rosolare il pane per qualche minuto, fino a che non diventi croccante, mescolando continuamente. Conservare al caldo fino a servire.
In una padella mettere due cucchiai di olio con l'aglio in camicia e il resto del trito di erbe, rosolare un minuto e aggiungere i funghi puliti e lavati, cuocere per 5 minuti e se necessario aggiungere un po' di acqua di cottura della pasta. Alla fine unire i gamberetti, cuocere per un paio di minuti e "tirare" la pasta cotta a parte.
Condire con un filo d'olio crudo e le bricioline aromatiche di pane.

Sabrina

lunedì 13 luglio 2009

La Pignatta e Gli spaghetti al profumo di aringa e pinoli.

Chi l'ha detto che a Bologna non c'è un ristorante decente? Per me è l'esatto contrario, da quando vivo in questa città la maggior parte delle volte ho trovato posti di livello, anche con un buon rapporto qualità prezzo.

Oggi voglio parlare di un ristorante al quale sono particolarmente legata, La Pignatta.
Questo locale aperto fin dal secolo scorso era una vera e propria istituzione per i viandanti e i commercianti che arrivavano a Bologna e percorrevano le strade adiacenti alle mura.
Era consuetudine per i frequentatori della locanda chiedere all'oste :"Cus al boi in tla pgnata?" (Cosa bolle in pentola/pignatta). Da qui trae spunto la denominazione La Pignatta che la nuova gestione ha scelto di apporre al ristorante.

Ci sono tornata recentemente in occasione del consueto incontro mensile con le mie amiche bolognesi del forum di Cucina Italiana, Irene, Giulia e Sara e i rispettivi mariti.

Ecco cosa abbiamo gustato :
per tutti un antipasto di crudo di storione, pesce spada, tonno rosso, salmone, con al centro una insalatina di mare. Veramente ottimo, soprattutto per me che non mangio crudo!
La scelta dei primi è veramente ampia e sfiziosa. Non esiste la carta, ma è l'oste che ce li illustra uno ad uno. Dopo averci pensato molto, optiamo per : Foglie di olivo (una sorta di maccheroncini al torchio) con fiori di zucca e cuori di carciofo, Gnocchetti bianchi e verdi al profumo di basilico e ragout di cernia, Spaghetti al torchio con aringa e pinoli, Orecchiette con broccoli gamberi rosa e pancetta arrotolata leggermente piccanti il tutto annaffiato da un vino bianco siciliano il Grillo Salgalaluna.
Per secondo Catalana di astice, Moscardini in umido con fagioli e Fetta di tonno in salsa di capperi e acciughe. Come vino abbiamo proseguito con un Sauvignon Collio e una Ribolla Collio.
Per finire i dolci : Sorbetto di mela verde con Calvados, Sorbetto al caffè, Crema catalana, Gelato di crema con frutti di bosco freschi, Piccoli cannoli siciliani offerti dalla casa con biscottini assortiti e limoncello.

La serata è volata via in un baleno, opinione di tutti che le proposte assaggiate sono state tutte meritevoli di lode. Un ristorante a Bologna dove offrono pesce di prima qualità, preparato in modo veramente sfizioso e originale. Da provare assolutamente.

Gli spaghetti al profumo di aringa e pinoli.

spaghetti-al-profumo-di-arringa

Gli spaghetti al torchio con il profumo di aringa e pinoli, mi sono piaciuti da morire e visto che mi avanzava un pezzetto di aringa nel frigo, ho provato a farli e devo dire che il risultato è stato eccellente.

Ingredienti per 2 persone :

gr. 160 di spaghetti cottura 12 minuti (in dispensa non avevo quelli al torchio...)
1 pomodoro San Marzano
1 piccola cipollina
1 spicchio d'aglio
gr. 30 di aringa affumicata
1 cucchiaio di pinoli
vino bianco
olio evo

Scaldare un cucchiaio di olio in una padella con uno spicchio d'aglio, una cipollina piccola tagliata a rondelline e i pinoli. Dorare e aggiungere l'aringa spezzettata a pezzetti piccoli, sfumare con il vino bianco. Tagliare a dadini il pomodoro privato dei semi, unirlo al sugo e cuocere per un paio di minuti.
Cuocere la pasta in acqua salata e scolare al dente e condirla con il sughetto.
Sabrina

venerdì 29 maggio 2009

Tagliolini con julienne di asparagi e gamberetti norvegesi in salamoia.



Asparagi, asparagi toujours asparagi : un primo.

Con la scorta che ho fatto alla Sagra, chissà se soddisferò mai la mia voglia...
Oggi a pranzo, sola soletta, ho preparato in due e due quattro questi tagliolini che ho inventato al momento con le dosi naturalmente ad occhio, nulla di innovativo, ma veramente gustosi.
E anche le foto questa volta mi hanno dato un po' più di soddisfazione, tanto da firmarle...chissà se imparerò mai...



Ingredienti per 2 persone :

tagliolini all'uovo per due persone (due etti di farina, due uova medie)
10 asparagi grossi
2 cucchiai abbondanti di gamberetti norvegesi in salamoia
qualche rondella di porro
maggiorana, olio evo, sale e pepe, uno spicchio d'aglio

Mettere a bollire l'acqua per la pasta con i gambi di scarto degli asparagi.
In una padella soffriggere il porro a rondelle con tre cucchiai di olio evo e uno spicchio d'aglio.
Tagliare le punte degli asparagi e rare a julienne il gambo per tutta la sua lunghezza e aggiungerli al soffritto. Bagnare con l'acqua di cottura della pasta precedentemente salata e continuare la cottura per 5 minuti.
Cuocere i tagliolini, dopo aver tolto i gambi di scarto, per un paio di minuti e tirali in padella con qualche cucchiaio di acqua di cottura, i gamberetti e la maggiorana fresca.
Deliziosi....che sia stata la fame...? Neeeeeeeeeeee....!

Sabrina