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mercoledì 25 novembre 2015

Orecchioni di patate con ragù di salsiccia di mora romagnola.

Contro il food, verso il Cibo.
Questo è stato il tema itinerante del secondo raduno nazionale dell'Aifb, Associazione italiana foodblogger  di cui faccio parte, che si è tenuto a Rimini dieci giorni fa.
Non è un semplice slogan per contraddistinguere un evento, ma la riaffermazione della filosofia dell'associazione.
Lo si vuole fare attraverso le tre T, Tradizione, Territorio  e Testimonianza. E con me si sfonda una porta aperta. 
Penso alla Tradizione come il passaggio di consegne di un sapere che ha creato la cucina italiana, facendola conoscere a tutto il mondo. 
Penso al Territorio come a una parte di me stessa, uno specchio di quello che sono io ma anche delle mie radici. Lo trovo attraverso il lavoro di chi segue un'etica che a  volte sembra scomparsa, faticando nei campi e nelle stalle, portando la Testimonianza del proprio lavoro nei Mercati della Terra, raccontandosi con gusto e semplicità. 
Trovo tutto questo nelle poche vecchie botteghe bolognesi, dove mi piace fermarmi a fare la spesa e a farmi raccontare come tengono duro, nonostante la concorrenza spietata. La risposta è sempre e solo una: la passione, la benzina senza la quale nulla avrebbe più senso.

Ci sarà molto da raccontare nei prossimi mesi. Ci sarà il Calendario del cibo italiano, di cui vi parlerò a breve.

Questa sera c'è invece l'ultima sfida dell'anno dell'MtchallengeI raieu co-o tocco  (pronuncia "cu u tuccu) di Monica e Luca del blog Fotocibiamo

Il tema dunque è quello della pasta ripiena condita con un sugo a cottura lenta. 
Quanta tradizione e quanto territorio ci sono in questa ricetta? E la testimonianza è data dalle decine di ricette che parlano di Cibo vero, quello delle nostre case, quello che ci fa fare la scarpetta per non lasciare neppure una briciola, che sono arrivate per questa bellissima sfida.

Ho voluto dare il mio contributo con una ricetta che le ha tutte e tre le T, ma ne aggiunge una in più la T di Tecnica, quella della sfoglia tirata a mano e del ragu fatto piano piano.

I ravioli da noi in Romagna li chiamiamo urciò, orecchioni e li facciamo a triangolo. 
Il ragù deve essere bello saporito e la salsiccia di mora romagnola ha tutto il sapore della mia terra.

Orecchioni di patate con ragù di salsiccia di mora romagnola. 



per 4 persone

per la soglia:
gr. 200 di farina 0
2 uova

per il ripieno:
due patate media grossezza
gr. 100 di parmigiano reggiano
1 uovo
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
noce moscata

per il ragù:
1 gambo di sedano
1 carota 
1 cipolla piccola
cm 40 di salsiccia di mora romagnola
gr 400 di polpa di pomodoro
qualche foglia di basilico
aceto di mele, olio extravergine

brodo vegetale
parmigiano reggiano grattugiato al momento e pepe di mulinello per guarnire

Preparare il ragù:
Il ragù va fatto nel tegame di coccio. Deve essere sempre quello e non si deve utilizzare per nessun'altra preparazione. Tritare le verdure per il soffritto. Mettere sul fornello il coccio a scaldarsi con lo spargi fiamma sotto, per non rischiare di romperlo con il troppo calore.
Aggiungere due cucchiai di olio extravergine e le verdure.  Salare leggermente e soffriggere per almeno 10 minuti, fino a quando le verdure non sono appassite.
In una padella antiaderente mettere a soffriggere a fuoco vivace la salsiccia ridotta a tocchetti. Non deve cuocere, ma solo sgrassarsi un po'. Sfumare con qualche cucchiaio di aceto di mele.

Se usate la mora romagnola o comunque un suino allevato allo stato semi brado, la carne sarà particolarmente magra. Parlo diffusamente della mora in questo post 
http://lesmadeleinesdiproust.blogspot.it/2014/10/zuppa-di-lonza-di-mora-romagnola-con.html

Unire la carne al soffritto, aggiungere il pomodoro e le foglie di basilico, portare a bollore, coprire con il coperchio di coccio e cuocere a fuoco lento per almeno tre ore.
Non fare asciugare tutto il pomodoro, ma lasciare la salsa un poco lenta.

Preparare il ripieno:
Lavare e cuocere in acqua due patate di media grossezza. Una vota cotte, sbucciarle e lasciarle intiepidire. Grattugiare il parmigiano e unirlo alle patate schiacciate con una forchetta. Aggiungere il prezzemolo, l'uovo e una abbondante grattugiata di noce moscata.
Amalgamare per bene e fare riposare.

Preparare la sfoglia:
Setacciare sul tagliere la farina a fontana. Rompere al centro le due uova e cominciare ad amalgamare la farina con una forchetta. Impastare poi con le mani fino a quando non si avrà una palla di pasta bella liscia.
Mettere a riposare una mezz'ora, coperta con una tazza di ceramica.

Tirare la pasta con il matterello, fino ad ottenere una sfoglia sottile un paio di millimetri. Tagliare a grossi quadrati e riempirli con un cucchiaio di ripieno. Chiuderli a triangolo e fermare bene i bordi, schiacciandoli con una forchetta.

Mettere a bollire un litro e mezzo di brodo vegetale preparato in precedenza con una carota, un gambo di sedano e uno di cipolla, erbe aromatiche, sale e pepe.

Quando bolle buttare gli orecchioni e cuocerli per un minuto dal bollore.
Scolarli con l'aiuto di una ramina e condirli con abbondante ragù, parmigiano reggiano  e pepe macinato al momento.






lunedì 12 marzo 2012

Il brasato di Irene.

Cara Irene grazie.
Ho apprezzato tanto la sua voglia di partecipare al mio contest anche se il tema non è proprio uno sei suoi preferiti. Ho apprezzato tanto anche perché so quanto sia intenso questo momento della sua vita e quanto poco sia il tempo libero che ha a disposizione. Per questo la ringrazio di cuore e la abbraccio con tanto affetto.

Brasato a modo mio.
di Irene




Ingredienti per 10 persone:

1,5 kg di manzo (Capello del prete)
4 carote
3 coste di sedano
2 cipolle bianche medie
2 rametti di rosmarino, 5 foglie di salvia, 3 foglie di alloro
chiodi di garofano, , 2 spicchi di
vino rosso (barbera)
1 cucchiaino di dado vegetale
5 cucchiai di passata di pomodoro
Sale pepe olio di oliva e.v.



Tagliare piccoli a tocchetti le verdure. In una ciotola di acciaio, mettere la carne con le verdure, unire tutti gli aromi e ricoprire la carne con il vino (3/4 di una bottiglia). La carne deve essere immersa nel vino. 
Coprire con pellicola e riporre al fresco a circa 12/14 gradi  (NON in frigo).

Dopo 24 ore, togliere la carne e scolare le verdure, tenendo a parte  il vino.

Scaldare in una capiente pentola, un po’ di olio extra, lasciar scaldare e rosolare molto bene la carne salata su tutti i lati senza pungerla. 
parte rosolare per  una decina di minuti le verdure e gli odori utilizzati per la marinatura e la passata di pomodoro.
Rimettere la carne in pentola, coprire per due terzi con il vino della marinata e cuocere dolcemente per 2 ore e ½ . Dopo 10/15 minuti ho aggiunto il cucchiaino di dado e un pochino di pepe.
Una volta cotta, l’ho tolta dalla marinata e l’ho lasciata raffreddare a temperatura ambiente. Ho tolto il rametto di salvia e rosmarino.
Ho affettato la carne disposta in un piatto da portata e ricoperta con il suo sughino (mi piaceva l’idea che si vedessero i pezzetti delle verdure cotte).
Ho accompagnato la carne con polenta bianca e gialla. 

martedì 21 febbraio 2012

Polenta taragna e Stracotto al cucchiaio, bis e tris di Dida.

"Carissima Sabrina, 
ti mando altre due ricette di famiglia che spero ti piaceranno.

Dida"

Ero certa che il contest avrebbe preso questa piega, la raccolta di ricette di famiglia provenienti da ogni parte d'Italia. 
La cara Dida ci delizia con questo nuovo regalo, un classico del nord, la polenta taragna che ricorda i rifugi di montagna, dopo una giornata di sci, a scaldarci allegramente vicino alla stufa in maiolica con l'immancabile polenta. 
Lo stracotto al cucchiaio, una bella sorpresa, il profumo della cannella lo rende molto particolare, me ne sono innamorata subito. Dida ne spiega il procedimento in maniera dettagliata. Difficile sbagliare.

La polenta taragna.


Ingredienti (x 6 persone):

farina mista (gialla e nera) valtellinese  gr. 500
burro freschissimo  gr. 150
formaggio "Casera" o “Bitto” gr. 300
circa 2,5 litri di acqua - sale

Fare bollire l'acqua in un paiolo capiente e salarla. Versarvi la farina a pioggia avendo cura di farne cadere poca per volta e mescolando di continuo con una frusta prima e un robusto cucchiaio di legno poi.  Cuocere a fiamma media per circa 50 minuti, sempre mescolando, poi aggiungere il burro a pezzetti e infine il formaggio scelto, o un misto dei due, tagliato a pezzettini, incorporandolo bene. 
Cuocere per altri 5 minuti quindi servire in piatti fondi o scodelle di coccio.
L’ideale sarebbe irrorare la polenta, quando è nei piatti, con burro nero e salvia.

In Valsassina si usa il taleggio grasso al posto dei formaggi valtellinesi.






Stracotto al cucchiaio.



Ingredienti:

polpa di manzo, parte del collo  kg. 1,200
lardo  gr. 100
una carota -  una cipolla - due coste di sedano - una cipolla bionda steccata con 4 chiodi di garofano - quattro bacche di ginepro - due foglie di alloro - uno spicchio di aglio - vino rosso robusto (Barbera o Nebbiolo) - burro - farina bianca - concentrato di pomodoro – un pizzico di cannella, timo e maggiorana  - sale - pepe.

La carne è importantissima: deve essere ben venata, con la sua parte di grasso. 
Legarla per mantenerla in forma, metterla in una ciotola di vetro, unirvi la cipolla e le altre verdure (pulite, lavate e tagliate a pezzetti), le bacche di ginepro e le foglie di alloro. Versarvi sopra una bottiglia di vino rosso, coprire con pellicola e mettere in frigo per almeno 2 giorni. 
Trascorso questo tempo levare la carne dalla marinata e asciugarla. 
Tagliare il lardo a listerelle e l’aglio a pezzettini  e lardellare la carne (un pezzetto di lardo e un pezzetto d’aglio). Infarinarla leggermente. 
In una carreruola dal fondo pesante far sciogliere una grossa noce di burro, farvi rosolare la carne e quando ha preso colore irrorarla con la marinata e le verdure che contiene. 
Sciogliere due cucchiaiate di concentrato di pomodoro in poca acqua calda e unirlo alla carne. Aggiungere anche la cannella, timo e maggiorana. Far riprendere il bollore, salare, pepare, incoperchiare con un coperchio pesante e mettervi sopra un peso. Abbassare la fiamma al minimo e cuocere per tre o quattro ore girando la carne ogni mezz’ora. Se necessario unire poca acqua calda o meglio ancora brodo di manzo. 
La carne dovrà essere tenerissima, quasi   “sfatta”. Toglierla dal sugo, tagliarla a fette, metterla in un piatto da portata caldo e versarvi sopra il sugo passato al setaccio. Accompagnare con polenta o purea di patate.
Si chiama “al cucchiaio” perché la  carne deve essere così tenera da poterla mangiare con il cucchiaio.

Grazie Dida.
Sabrina



martedì 14 febbraio 2012

San Valentino e La Buseca con i bùrloti di Dida.

Sono una romantica constatata, nonostante l'età che avanza, non ho pudore a dimostrarlo apertamente. Amo i film sentimentali, Frank Sinatra, lo stile shabby chic, i cuori in ogni dove, insomma amo l'amore in tutte le sue sfaccettature e per questo lo festeggio oggi che è San Valentino, più di ogni altro giorno.

Ho cercato su intenet quali sono i film più romatici di tutti i tempi e, secondo una classifica stilata da cine/blog.it, questi sono i primi dieci:

1. Casablanca - 1942
2. Via col vento - 1939
3. West Side Story - 1961
4. Vacanze romane - 1953
5. Un amore splendido - 1957
6. Come eravamo - 1973
7. Dottor Zivago - 1965
8. La vita è meravigliosa - 1946
9. Love Story - 1970
10. Luci della città - 1931

Beh a quanto risulta dalla classifica, i films romantici si giravano solo una volta!
Questi li adoro tutti, visti e rivisti mille volte, soprattutto Vacanze romane. 
Ma in questo preciso momento, se penso al film romantico per eccelleza, quello che mi sovviene è I ponti di Madison Country, la storia di una passione sconfinata, dall'incredibile dolcezza, che il destino dei protagonisti racchiuderà nei diari che Francesca scrisse e che i figli trovarono alla sua morte. Quelle parole dapprima scioccanti, contribuiranno a modificare per sempre le loro vite.
Non son brava a raccontare, lascio fare alle immagini...perchi non se le ricorda.
"L'amour, c'est tellement simple"...



Mi è arrivata una mail da parte di Dida,che ringrazio di cuore, una nuova amica che ha letto del mio contest sul blog Menu Turistico e mi invia questa sua interessante e gustosa ricetta.


"Ricetta tipica milanese, in uso nella mia famiglia da generazioni. 
E’ più buona il giorno dopo la cottura perché i sapori hanno avuto il tempo di amalgamarsi. Consiglio di servirla con del buon pane casereccio, a fette spesse, per raccogliere meglio il sugo. Una volta si serviva accompagnata da polenta fumante. Se piace si può aggiungere una spolverata di grana padano grattugiato. La mia nonna aggiungeva anche, nell’ultima ora di cottura, delle croste di grana conservate per l’occasione."

Buseca con i bùrloti (Trippa con i borlotti)


Ingredienti:

Kg. 2 di trippa foiolo a listerelle sottili
gr. 300 di fagioli borlotti secchi
gr. 50 burro freschissimo
gr. 50 di lardo
gr. 30 di pancetta stesa
2 cipolle dorate di Milano – 4 carote medie – mezzo cespo di sedano – due foglie di alloro – triplo concentrato di pomodoro – sale – pepe – brodo vegetale.

La sera prima mettere a bagno i fagioli in acqua tiepida. Il giorno della preparazione sciacquarli e metterli in una pentola con abbondante acqua, unirvi la foglia di alloro e lessarli. Scolarli quando sono cotti ma sodi, levare la foglia di alloro e tenere in caldo. Lavare la trippa e scolarla bene. In una capace padella far sciogliere il burro, unirvi la pancetta e il lardo tritati finemente, lasciar amalgamare i grassi indi mettervi le cipolle a fettine sottilissime e farle colorire. Aggiungere la trippa, due/tre cucchiaiate di concentrato di pomodoro sciolto in un bicchiere di brodo caldissimo, una foglia di alloro, due o tre mestoli di brodo bollente, sale e pepe. Coprire la pentola e far cuocere, a fiamma bassa, per circa un’ora mescolando di tanto in tanto e unendo brodo all’occorrenza. Trascorso questo tempo unire le carote e il sedano, mondati, lavati e tagliati a tocchetti. Continuare la cottura per altre due/tre ore aggiungendo altro brodo se necessario e mescolando di tanto in tanto. Alla fine delle ultime due ore unire i fagioli, assaggiare, aggiustare di sale e di pepe. Continuare la cottura, a pentola scoperta, per altri 15 minuti in modo da far amalgamare i sapori. La trippa dovrà essere ben cotta e tenera, asciutta ma non troppo.

Volendo si possono aggiungere alla trippa uno o due piedini di maiale tagliati in due e qualche cotenna ben rachiata e tagliata a listerelle: daranno più sapore e renderanno la trippa più collosa.


lunedì 13 febbraio 2012

Brasato di manzo di Diana per "Ti cucino a...fuoco lento"

diana

Diana è stata l'organizzatrice del Raduno di Bordighera di cui tante volte ho già parlato nel mio diario.
Quello che mi piace di lei, per quel poco che l'ho conosciuta, è la schiettezza. E' una di quelle donne che non te lo manda a dire, che quando parla ti guarda dritto negli occhi e questo la rende una persona limpida e chiara.
E' anche una donna generosa, di classe e ha sempre il sorriso sulle labbra. Sono onorata di essere sua amica, lo dico sinceramente, senza ipocrisia.
Per il mio contest "Ti cucino a....fuoco lento" Diana propone un classico della lenta cottura, che prevede i tre passaggi tipici che sono la marinatura, la rosolatura e la cottura di diverse ore a fiamma bassissima: ladies and gentlemen Il brasato di manzo.

"Ciao Sabrina t'invio questa ricetta che trovo ottima, non è la prima volta che la preparo e riesce sempre bene.
Ciao!! Diana"

Brasato di manzo.
ricetta di Simone Bianchi

Brasato-di-manzo-Diana
Ingredienti per 4 persone: 
 
Marinata
1 kg di noce di manzo
2 gambi di sedano
1 carota
2 cipolle
2 spicchi d’aglio
*1 rametto di rosmarino*
*2 foglie d’alloro
*2 rametti di maggiorana
*2 rametti di timo
*6 chiodi di garofano
*10 grani di pepe nero
(se lo desiderate potete preparare il mazzetto degli odori e chiuderlo in una garza)
1 l di vino rosso

Cottura carne e verdure
80 g di fegatini di pollo
1x50 g fetta di prosciutto crudo
80 g di concentrato di pomodoro
70 g di burro
8 filetti di acciuga
1 limone
0,5 dl d’olio extravergine di oliva
sale e pepe

Per la preparazione della marinata: 
mondare e tagliare a pezzi 1 carota, 2 cipolle e 2 gambi di sedano. Deporre in una terrina 1 kg di noce di manzo con i pezzi di verdura e 2 spicchi d’aglio,1 rametto di rosmarino, 2 foglie d’alloro, 2 rametti di maggiorana, 2 rametti di timo, 6 chiodi di garofano e 10 grani di pepe nero. Irrorare il tutto con 1 l di vino rosso, coprire e lasciar marinare in frigorifero 24 ore, girando la carne e mescolando la marinata almeno 1 volta. Al termine scolare la carne conservando separatamente il liquido della marinata.

Brasato-di-manzo-Diana-marinatura

Per la cottura della carne e delle verdure: 
utilizzando un coltello lungo e stretto, effettuare delle incisioni sulla carne nelle quali verranno poi inseriti i filetti di acciuga. Tagliare a striscioline 1 fetta da 50 g di prosciutto crudo e a pezzetti 80 g di fegatini di pollo. In un tegame scaldare 0,5 dl d’olio extravergine di oliva con 40 g di burro, rosolarvi la carne da ogni lato, insaporirla con sale e pepe ed unire le verdure ben sgocciolate dalla marinata. Far rosolare il tutto, aggiungere il prosciutto crudo, i fegatini di pollo, il succo di 1 limone (serve per dare freschezza alla caarne) ed incorporare 80 g di concentrato di pomodoro (io ho usato del concentrato che arriva da Mazara del Vallo, veramente ottimo) e il liquido filtrato della marinata. Coprire parzialmente il tegame lasciando aperto un piccolo spiraglio e cuocere per 2,30/ 3 ore a fuoco basso, girando la carne di tanto in tanto.

Brasato-di-manzo---prima-rosolatura---diana

Trascorso il tempo togliere la carne dal tegame, frullare il fondo di cottura e riscaldarlo unitamente a 30 g di burro (se il sugo fosse troppo liquido aggiungere un cucchiaio di maizena e mescolare con la frusta, far addensare bene) aggiungere alla carne tagliata a fette non troppo sottili. Potete tenere la carne al caldo insieme al suo sugo per tutto il tempo che vi occorre.

Vi consiglio di accompagnare questo brasato con polenta oppure pure' di patate mescolato a fagioli di Pigna un po' schiacciati, risotto pilaf, verze stufate o cio' che piu' vi aggrada.

Data la lunga cottura la carne rilascera' tutti i suoi sapori e profumi nel sugo, anche se avrete fatto sigillare la carne, quindi il sugo fa la parte del leone in questa ricetta.

domenica 12 febbraio 2012

Stufato alla Guinness di MariaT. per "Ti cucino a...fuoco lento".

Maria

Maria l'ho conosciuta a Bordighera, al primo raduno del forum della Cucina Italiana a cui ho partecipato ( per inciso, il secondo raduno è stato organizzato proprio da lei a Siena).
La prima sensazione che ho avuto parlando con lei è stata quella di conoscerla da sempre. Ha uno sguardo caldo e rassicurante, che traspare in maniera chiara anche dietro a quei suoi originali occhiali. E quando parla, con quell'accento tipico toscano, beh..ti vien veramente voglia di abbracciarla forte.
E' anche una cuoca fantastica con la C maiuscola. Ricordo il cinghialino alla birra che fece al raduno, my god, un sogno! Maria ha la fortuna di vivere in una delle zone a mio avviso più belle d'Italia, la campagna senese, zone ricche di tradizione che continuano a coltivare e tramandare. 
Maria è stata così carina da voler partecipare al mio contest e per l'occasione mi ha inviato questa succulenta ricetta con tanto di bella foto. Grazie Mary cara, buona fortuna per tutto e a prestissimo.

Stufato alla Guinness


cinghiale-da-guinness

Ingredienti :

1,5 Kg di manzo da stufato

un po' di farina
una presa di zucchero di canna
un cucchiaio di miele

6 cipolle medio grandi
6 carote
una lattina e mezza di Guinness
1 hg e 1/2  di pancetta tesa in una sola fetta
burro, strutto, sale, pepe

prezzemolo fresco sminuzzato
Tagliare la carne a pezzi non molto piccoli, le cipolle a fettine, la pancetta e le carote a cubettini.

Fare rosolare la pancetta e le cipolle, unitamente alle carote nel burro e strutto (all'occorrenza io metto anche l'olio extravergine).

Una volta dorate... mettere da parte.
In un'altra casseruola far dorare i pezzetti di carne precedentemente infarinati e, una volta dorati, aggiungere il soffritto di cipolle, pancetta e carote.
Sfumare con la Guinness, aggiungere lo zucchero o il miele, sale e pepe, abbassare il fuoco al minimo e lasciare cuocere coperto per 2 ore e mezzo aggiungendo ogni tanto un po' d'acqua o brodo se dovesse asciugare troppo.
Concludere cospargendo abbondantemente con il prezzemolo tritato.
L''aspetto finale dovrà essere bruno scuro e lucido, la salsa abbastanza densa.

venerdì 10 febbraio 2012

Peposo all'imprunetana su polenta del Casentino.

Le foreste casentinesi coprono la zona dell'alta Toscana fino al confine con la Romagna, sul versante del forlivese. E' una zona splendida, parco nazionale, che viene considerato dal punto di vista naturalstico come una delle zone boschive più pregiate d'Europa. 
E' anche un territorio con centri abitativi ricchi di storia e di testimonianze artistiche e architettoniche, quali Bibbiena, Stia, Campigna, Santa Sofia, Bagno di Romagna...
Nel Casentino ci sono anche due tra i luoghi spirituali più affascinanti d'Italia, il Santuario della Verna e l'Eremo di Camaldoli, che io amo e frequento da anni, dove si respira un'aria assolutamente mistica e il senso di pace e di serenità che raggiungo quando li visito è unico.

E' naturale che in queste terre si cerchi di mantenere le tradizioni intatte il più possibile. Ad esempio nel Casentino vengono ancora coltivate alcune vecchie e rustiche varietà di mais da coltivatori che conservano da molto tempo il seme e che lo utilizzano ogni anno nella parte più fertile della terra a loro disposizione. 
Le pannocchie, una volta raccolte, vengono legate a mazzetti ed appese per la conservazione. Oltre che per l'alimentazione degli animali, il prodotto viene utilizzato per la produzione di farina da polenta, eseguendo la molitura nei mulini a pietra ancora presenti nella valle. Le pannocchie vengono leggermente tostate come da tradizione, in modo da rendere la farina più gustosa e con poco contenuto di umidità. La macinatura produce poi una farina molto fine e la polenta che si ricava ha un gusto molto particolare, dolce, che la rende un prodotto molto versatile, adatto a preparazioni sia dolci che salate.

L'ho accompagnata ad uno stracotto, ricetta che ho assaggiato per la prima volta al raduno di Siena del forum della Cucina Italiana. Era stato cucinato da Maria, che proprio mentre sto preparando questo post, mi ha inviato una mail con la ricetta per partecipare al mio contest "Ti cucino a... fuoco lento" che pubblicherò domenica e quindi rimando ad allora la presentazione della mia carissima amica.

Si tratta di una ricetta toscana, il peposo all'imprunetana, tipica della zona di Impruneta, molto antica, tanto che si narra che, durante la costruzione della cappella della Cattedrale di Santa Maria in Fiore a Firenze, il Brunelleschi e i "fornacini" (addetti alla cottura dei mattoni) facessero largo uso di questa pietanza. Per questo viene chiamato anche Peposo alla fornacina.
Il peposo lo possiamo considerare, nonostante l'età, un piatto al passo con i tempi, perché essendo privo di grassi e soffritti è in tutto un gustosissimo piatto dietetico.

Peposo all'imprunetana su polenta del Casentino.

Peposo all'imprunetana

Ingredienti per 4 persone:

1, 2 kg di muscolo di chianina o guancia
1 lt. di Chianti
20 chicchi di pepe nero
5 spicchi d'aglio vestito
un mazzetto composto da salvia e rosmarino
sale

1 litro di acqua abbondante
1/2 kg di farina per polenta del Casentino
sale

Peposo

Tagliare la carne a pezzetti non troppo piccoli.  
Disporla in una capace pentola di coccio con tutti gli aromi e ricoprirla con il Chianti. 
Cuocere a fuoco lentissimo per circa 4 ore, fino a quando la carne non risulti tenerissima.
A fine cottura, se è necessario, fare restringere il liquido di cottura.

Preparare la polenta nel modo tradizionale, cuocendo la farina in abbondante acqua salata per circa 40 minuti,  mescolando spesso.

Servire il peposo con la sua polenta e un bicchiere di ottimo Chianti.

Buon appetito.
Sabrina