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venerdì 25 settembre 2015

Croissant sfogliato con confettura di rosa canina.

Non sarà un avventura...! Cantava Battisti.
E invece lo è stata, una splendida avventura! 
Parlo del tema dell'Mtchallenge di questo mese, il 50esimo, il giubileo festeggiato in modo superlativo con il croissant sfogliato di Luisa Jane Rusconi, dal blog Rise of the Sourdough Preacher


Parto subito dicendo che per me è stata la prima volta e che ero veramente curiosa di vedere cosa fossi in grado di produrre. Ho voluto seguire alla lettera, passo per passo, tutte le indicazioni di Luisa Jane, guardando e riguardando i video che ci ha consigliato, facendomi pure uno schema di battaglia e comprando la farina giusta, una 00 che in casa mia è bannata da tempo. Non ho ceduto sull'aceto che ho sostituito con quello di mele, ma che non credo sia influente.
Il percorso è stato arduo e tortuoso. Più volte ho pensato di soccombere (la sfoglia si stracciava e non riuscivo a stenderla sottile). Ho piagnuccolato on line con le ragazze dell'Mtc (che mi hanno sostenuta con grande affetto) ma alla fine il risultato c'è stato. 
I miei croissant non sono perfetti, ma hanno una bellissima sfogliatura e vederli crescere, lievitare, godere del profumo inebriante che sprigionano mentre sono nel forno, è stato fantastico!   
Che dire, un'altra esperienza esaltante e formativa che questa sfida mi regala ogni mese. 

Consiglio a chi non li ha mai provati di buttarsi a capofitto. 
Consiglio di consumarli con moderazione facendo leva sul proprio autocontrollo, poichè sono droga allo stato puro e se proprio non riuscite a resistere, vi ordino cento addominali fatti bene per ogni croissant mangiato!
La ricetta che vi riporterò è quella di Luisa Jane che riposto pari pari perchè è perfetta.


La farcia che ho abbinato ai miei croissant è una morbidissima e profumatissima 
Confettura di rosa canina
Ho vissuto per tanti anni in mezzo alla natura, circondata da cespugli di rosa canina che ho sempre adorato. E' uno dei primi fiori che sboccia in primavera, un fiore romantico, pieno di storia e le sue bacche rosse vermiglione (detti cinorrodi, botanicamente sono un falso frutto), restano sul ramo fino a tardo autunno. 
Proprio i cinorrodi sono toccasana per la salute. Il modo migliore è quello di consumarli freschi, appena raccolti, facendo attenzione a togliere i semini pelosi che hanno all'interno che possono irritare l'intestino. Sono ricchi di vitamina C, una vera bomba che però essendo termolabile svanisce con la cottura. La confettura quindi perde i poteri del frutto, ma resta comunque invariato l'apporto delle fibre e aiuta a sviluppare endorfine, indispensabili per il nostro benessere mentale, perchè è talmente buona che il sorriso arriva istantaneo al primo cucchiaino.


Ho utilizzato le bacche disidratate che potete trovare tranquillamente in qualsiasi erboristeria, seguendo sempre il metodo di Christine Ferber come mio solito.

gr. 70 di bacche disidratate di rosa canina
gr 700 di acqua
il succo di un limone
2 mele verdi
gr. 250 di zucchero di canna

Ho messo in infusione le bacche con l'acqua per due ore in una ciotola di vetro, fino a quando non si sono ammorbidite.
Ho tagliato a pezzetti le mele e le ho aggiunte alle bacche con lo zucchero e il succo di limone spremuto. Ho coperto con la pellicola e ho riposto in frigorifero a riposare per 12 ore.
Per due volte a distanza di 24 ore l'una dall'altra, ho separato, con l'aiuto di una ramina, la frutta dal liquido prodotto. Ho messo il succo a bollire per circa 10 minuti e l'ho versato bollente sulla frutta. Ho coperto con la pellicola la ciotola contenente frutta e succo ed ho riposto in frigorifero per altre 24 ore. 
Round finale: ho separato di nuovo la frutta dal succo e li ho messi a cuocere separatamente per 10 minuti. Trascorso questo tempo, ho riunito succo e polpa, ho rimesso sul fuoco per altri 15 minuti. Con il minipimer ho frullato fino a rendere la polpa una vellutata, ho messo la confettura bollente nei vasetti. Ho chiuso con i coperchi e girato immediatamente a testa in giù, sopra un tagliere di legno, lasciandoli così fino a completo raffreddamento ( di solito io li lascio una notte intera).
E voilà la confettura è pronta. 
Fidatevi che il metodo Ferber è sempre il migliore. E' più lungo raccontarlo che farlo, perchè in realtà i tempi di lavorazione sono veramente corti. 



Il croissant sfogliato
Come ho già detto, riporto di seguito pari pari il post di Luisa Jane.

Non gettatevi a capofitto sulla ricetta ma seguite tutti i consigli, video, spunti che vi darò qui e che dispenseremo man mano nei vari tips and tricks. Abbiate pazienza, sarà la vostra più grande alleata.
1. La farina. Deve essere di forza, pena lo strappo dell’impasto e la mancanza di alveolatura. Vivendo in Svizzera non ho molta dimestichezza con le farine italiane ma fortunatamente Maria Grazia è venuta in mio soccorso suggerendo che vi indirizzassi verso una W350 della Garofalo, che si trova facilmente sul mercato anche se la farina più ideale sarebbe una W300-330, reperibile online e un poco più costosa (io ho usato la 00 W300-330 Mulino Marino che potete trovare da Eataly)
2. Il burro. Deve essere di ottima qualità, so che in Italia va sotto il nome di burro bavarese, in quanto deve tenere il più possibile il calore e la lavorazione meccanica della sfogliatura. Inoltre il burro bavarese si presenta più grasso del burro italiano, che è ricco di acqua, in quanto in genere è ottenuto per centrifugazione dalla panna o dal latte intero.
3. La lavorazione dell’impasto. L’impasto va lavorato pochissimo, al punto che gli ingredienti sono ben amalgamati. Vietatissimo sviluppare la maglia glutinica in quanto con la sfogliatura l’impasto prenderà forza. Se partite con un impasto già molto teso finirà che alle prime pieghe si strapperà. Guardate fino alla nausea i video che vi propongo, soprattutto l’ultimo dove viene illustrato per bene il procedimento di stesura dell’impasto. Poco importa che voi non parliate inglese né francese, guardateli e carpite ogni informazione utile, ogni gesto. Me ne sarete grati!
– Vincent Talleu, un panettiere bravissimo e molto simpatico, spiega come fa i croissant
– Video francese di un portale femminile, femmeactuelle.fr, spiate per bene come stende l’impasto
– Altro video in francese, del portale enviedebienmanger.fr, osservate bene come fa le pieghe
4. La pazienza. È la vostra migliore alleata. Se avete l’impressione che l’impasto è difficile da stendere o che il burro inizia a scaldarsi troppo meglio fare qualche riposo in più in frigo, in modo da permettere all’impasto di rilassarsi e al contempo tenere il burro più compatto. Per questa operazione 20′-30′ sono più che sufficienti.
5. La formatura. Seguite passo passo le indicazioni dell’infografica, del video di envie de bien manger e seguite i nostri tips and tricks per la formatura perfetta. Non richiederò che ci siano i tre “scalini” laterali perché mi sono resa conto io stessa che è molto difficile ottenere un tale risultato in una cucina non professionale, ma mi aspetto una formatura armonica ed esteticamente gradevole.
6. L’alveolatura e la sfogliatura. I croissant devono presentarsi ben sviluppati, con gli strati della sfogliatura ben visibili e una discreta alveolatura. Insomma non saranno accettati impasti densi, che non presentano strati e che somigliano più ad un impasto brioche. Idem per gli impasti malcotti che trasudano burro. Il croissant perfetto deve avere un gusto bilanciato di burro e ungere solo leggermente la punta delle dita. Insomma la colazione deve essere un piacere e non deve fare partire la giornata con un sovraccarico di lavoro da parte del nostro stomaco, no?
La ricetta è stata pensata per chi lavora, ergo la pausa in frigo dei croissants già formati, e mi è tornata particolarmente utile durante il periodo di test visto che la sera era l’unico momento in cui le temperature calavano un minimo permettendomi una lavorazione dell’impasto un po’ meno difficoltosa. Sentitevi liberi di saltare lo step del riposo in frigo e di passare direttamente alla lievitazione finale.
Croissants
x circa 12 croissants
400 g farina 00, W300-330 meglio, se non possibile W350
220 ml latte
40 g burro ammorbidito a temperatura ambiente
30 g zucchero (io di canna)
4 g lievito di birra istantaneo
9 g sale
4 g aceto di vino bianco (io di mele)
200 g burro per sfogliatura

In una ciotola sciogliete lo zucchero ed il sale con il latte e l’aceto.
A parte setacciate la farina con il lievito di birra istantaneo.
Unite il burro, gli ingredienti liquidi a quelli secchi fino ad ottenere un impasto grezzo.
È importante che l’impasto non venga lavorato eccessivamente, in modo da evitare di sviluppare la maglia glutinica. Se ciò dovesse accadere vi ritrovereste con un impasto troppo forte che si strappa durante la fase della sfogliatura.Formate un quadrato e avvolgetelo in pellicola alimentare. Fate riposare il panetto in frigo per 6 ore e se notate che l’impasto lievita dopo un paio d’ore sgonfiate l’impasto.

Poco prima di tirare fuori l’impasto preparate il panetto di burro schiacciandolo tra due fogli di carta da forno come mostrato nei video. Rimettete il panetto di burro nel frigo mentre stendete l’impasto.
Stendete l’impasto a circa 6 mm di spessore facendo in modo che sia largo poco più del panetto di butto e alto due volte l’altezza dello stesso.
Mettete il burro su una metà e richiudetevi l’altro lembo sopra come nel video di envie de bien manger  e procedete con la piega a tre (a differenza di quanto mostrato nel video, dove viene fatta una piega a quattro).
Mi raccomando, siate pazienti e per la stesura dell’impasto fate esattamente come lui, soprattutto la cosa di schiacciare con il mattarello, perché così non rischierete di strapparlo.
Avvolgete l’impasto in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora.

Stendete il rettangolo, avendo cura che la piega sia alla vostra destra, tirandolo ad una lunghezza corrispondente a tre volte il lato corto e fate una piega a tre come mostrato nel video.
Avvolgete in pellicola alimentare e fate riposare in frigorifero circa mezz’ora. Ripetete la piega a tre e il riposo in frigo. Se fa eccessivamente caldo fate riposare 15′ in frigo e 15′ in freezer.

Fuori dal frigo dividete l’impasto in due e stendete le due porzioni ad una dimensione di 26 x 34 cm e uno spessore di circa 3-4 mm ciascuna. Il piano di lavoro deve essere infarinato a sufficienza, ma non esagerate!
Sbattete l’impasto sul piano di lavoro due volte, per favorire sfogliatura, dopodiché tagliate dei triangoli dalla base di 11 cm circa (io uso un coltello molto grande e affilato tipo da macellaio).
Fate riposare i triangoli per 20′ in frigo prima della formatura.

Fuori dal frigo stirate leggermente la punta dei triangoli, praticate una piccola incisione in mezzo alla loro base e arrotolate con delicatezza i lembi senza premere né stringere troppo l’impasto.
Se fate i croissant la sera per il mattino lasciateli lievitare sulla teglia per un’ora, coperti con pellicola alimentare, dopodiché metteteli in frigo per tutta la notte.
La mattina tirate i croissants fuori dal frigorifero almeno due ore prima della cottura, spennellateli con dell’uovo sbattuto e passato attraverso un colino a maglia fitta muovendo il pennello dal centro del croissant verso l’esterno per evitare che l’uovo faccia attaccare gli strati della sfoglia e copriteli con pellicola alimentare.
I croissant vanno lasciati lievitare a temperatura ambiente almeno due ore (con il caldo agostano, probabilmente in settembre saranno necessaire tre ore) e sono pronti quando tremano un po’ come un budino quando la teglia viene leggermente scossa (non esagerate, dopotutto non vorrete mica compromettere la lievitazione!).

Se volete cuocerli il giorno stesso disponete i croissant su una teglia da forno coperta con carta oleata, spennellateli l’uovo sbattuto, coprite con pellicola alimentare e lasciate lievitare a temperatura ambiente per circa 2-3 ore.
Prima di cuocere i croissant spennellateli nuovamente con l’uovo sbattuto.
Preriscaldate il forno a 220° C per 5′, cuocete per circa 10′ dopodiché abbassate la temperatura a 200°C e cuocete ulteriori 10′ o finché ben dorati.
Fuori dal forno fate raffreddare su una gratella.



giovedì 19 aprile 2012

Torta Frangipane con rabarbaro e fichi caramellati, al profumo di anice stellato.

Dal francese al romagnolo il passo è breve.
In prima liceo durante la prima lezione di francese la prof, Madame Fournier parigina doc, entra in classe salutando nella sua madre lingua e prosegue così per tutto l'anno senza mai proferire una parola d'italiano, metodo assolutamente vincente per insegnare la lingua di cui mi sono perdutamente innamorata.
Fortunatamente ho molta facilità a studiare le lingue straniere e del francese in particolare ho sempre avuto una bella pronuncia. 
Ma per alcuni miei compagni non era così. Ad esempio il mio retrobanco per 5 anni, Davide, per lui era un poco più difficile, ricordo che il suo francese era terribile. Per i momenti di defaillance aveva adottato un sistema che ci faceva sbellicare dalle risate: approfittando dell'assonaza che il francese ha con il nostro dialetto (ci sono parole che veramente somigliano molto), maccheronava il discorso infilandoci qualche parola di romagnolo. 
Se l'avessi fatto io o qualche altro compagno, ci saremo presi un tre secco sul registro, ma lui era così affascinante e carismatico che conquistava chiunque e al massimo ci rimediava una lavata di capo.
Davide ce l'ha portato via troppo presto un aneurisma fulminante, aveva solo 38 anni e ci manca tantissimo. Sono certa che anche lui si divertirebbe da morire a dire stupidaggini e a cantare canzoni virtuli la sera su facebook, insieme alle sue storiche amicizie, l'amata Betty, la Monica, l'Isa bella, il suo amicone Robi e la sua amicona Sabri cioè me me.
Nei nostri cuori forever.

frangipane-fetta

Il delirio della torta frangipane.
Ambra ha vinto l'MTC di marzo con le crépes più buone e in piena stagione di remise en forme cosa propone mai? la torta frangipane, trionfo di burro e zucchero, un vero attentato per la linea già compromessa di una golosissima come me.
Beh, ho pensato, molto bene stavolta faccio passo, primo perchè non ho mai mangiato la frangipane e quindi non ho idea di come elaborarla, poi sono impegnata con il lavoro e i dolci non sono il mio forte, passo di sicuro.
Poi succede l'irreparabile. Due pazze scatenate dal nome Eli/Fla e Stefania, decidono di sconvolgere la vita a tutte noi partecipanti di questo bellissimo contest, aprendo un gruppo dedicato su facebook che è una vera e propria associazione a delinquere. Queste due screanzate non fanno altro che instigare dall'alba a notte fonda, utilizzando provocazioni subdole che ti attirano nella rete impigliandoti talmente tanto da non riuscire a liberarti.
Quindi ho cominciato a studiare questa frangipane e a cercare un abbinamento particolare per tentare di concorrere con le centinaia di ricette stratosferiche che già sono arrivate e ancora arriveranno.
Questo è periodo di rabarbaro, proprio stamattina andrò a ritirarne 5 chili per cominciare la mia produzione annuale di confetture e per questo motivo ho deciso di utilizzare per la mia frangipane uno degli ultimi vasi di rabarbaro sciroppato dello scorso anno.
Una delle marmellate più buone che ho fatto con questo particolare ortaggio è quella con i fichi, ma avendola già finita, ho pensato ai fichi caramellati, anche di questi ultimo vasetto.
Poi ho aromatizzato il tutto con l'anice stellato, a partire dalla frolla, quella di Montersino, fino allo sciroppo del rabarbaro, creando un insieme franco romagnolo!
Ho aprofittato della cena che la mia amica Roberta aveva con le sue amiche, per offrirla loro come dessert, ne ho tenuto solo una fetta per capire cosa stavo regalando.
Cosa dire...l'insieme è delizioso, gli aromi e i sapori si sposano molto bene, l'unica cosa è un po' troppo dolce, nonostante il rabarbaro, i fichi caramellati uniti alla dolcezza della crema frangipane rendono l'insieme un po' stucchevole. La prossima volta metterò la metà dello zucchero nella frangi.
In ogni caso, anche questa volta ringrazio le ragazze di Menù Turistico e Ambra per avermi fatto misurare con una ricetta che non avevo mai preparato e mai assaggiato prima.

Torta frangipane con rabarbaro e fichi caramellati al profumo di anice stellato.

frangipane 

Ingredienti per la frolla di Montersino:
330 g di farina bianca di farro
200 g di burro
130 g di zucchero a velo
2 tuorli
1/2 baccello di vaniglia
i semi polverizzati di 1 mezzo anice stellato
1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata
un pizzico di sale

Mettere in una ciotola la farina con il burro a pezzetti a temperatura ambiente, il sale, la scorza di limone, i semi della vaniglia e di anice stellato; lavorare fino a ottenere un composto granuloso. Aggiungere quindi lo zucchero a velo e subito dopo i tuorli e impastare velocemente. Formare un panetto regolare e riponete in frigorifero a riposare per almeno 30 minuti prima dell'utilizzo. Di questa dose ne è rimasta una pallina dalla quale ho sfornato una decina di piccoli biscotti.

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Per la crema frangipane di Ambra:
- 100g di farina di mandorle (o mandorle pelate)
- 100g di burro appena ammorbidito
- 100g di zucchero semolato (gr. 50)
- 1 uovo
- 30g di fecola di patate/maizena
- 1 cucchiaio di sciroppo di rabarbaro aromatizzato all'anice stellato

Montare il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, aggiungervi l'uovo leggermente sbattuto e lo sciroppo sempre lavorando con lo sbattitore, incorporare la farina di mandorle (o le mandorle precedentemente tritate finemente nel mixer con un paio di cucchiai di zucchero) poco per volta e la fecola (o maizena), continuando a montare.

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Per la farcitura e decoro:
1 vasetto da gr. 500 di rabarbaro sciroppato
gr. 100 di fichi caramellati
1 anice stellato
1 cucchiaio di rosolio
mezzo cucchiaino di agar agar
fiori di lillà

Raccogliere lo sciroppo del rabarbaro in un tegamino, aggiungere l'anice stellato e bollire per qualche minuto per aromatizzare bene il sugo. Toglierne una metà e metterla da parte. Nella metà rimasta aggiungere i fichi caramellati e scioglierli bene.
Accendere il forno statico a 180°.
Imburrare una teglia rotonda di cm. 22 e stendere la frolla. Mettere nel fondo una base di fichi caramellati e coprirli con  la crema frangipane. Infornare per 25/30 minuti.
Togliere la torta dal forno e fare raffreddare completamente.
Procedere poi con la farcitura: 
preparare la gelatina sciogliendo nello sciroppo messo da parte un mezzo cucchiaino di agar agar attendere 2 minuti che si impregni bene, mescolare, porre sul fuoco e portare a bollore, proseguire per 2 minuti, sempre mescolando. Togliere dal fuoco e aggiungere il cucchiaio di rosolio. Lasciare intiepidire.
Nel mentre farcire la torta con il rabarbaro sciroppato, mettendo l'anice stellato al centro. Stendere la gelatina e decorare con i fiori di lillà.
Sabrina
Collage3

mercoledì 7 marzo 2012

Madames et Monsieurs, leçon de cuisine francaise: Le Boeuf Bourguignon de Sandrà.

Mettetevi seduti Signore e Signori, prendete il quaderno degli appunti  perché oggi vi presento lei: 
Sandra o per i francesi Sandrà (!!!!!!), bolognese doc trapiantata in Francia da tanti anni, si presenta da sola, basta seguirla sul forum Pan per Focaccia, dove è una delle colonne portanti e si capirà immediatamente il livello, alto altissimo! Lo si percepisce anche dalla dettagliata spiegazione della sua versione del Beuf. 
E' una donna che amo molto e per me è sempre un privilegio prendere un caffè insieme quando torna a Bologna. 
Merci beaucoup, mon amie..
PS: dimenticavo, Sandra è anche una fotografa favolosa!

"Va bhe ce ne sono gia' tre ma non potevo esimermi dal raccontarvi la mia ricetta rielaborazione della moderna di Robuchon, con qualche vecchio accorgimento di Bocuse e con un po' di mia esperienza di cucina francese ed un tocco finale di  modernita' anche se le radici sono lontane nel tempo. 
E soprattutto non potevo non dare il mio piccolo contributo al contest della cara Sabrina che nonostante sia romagnola amo e stimo molto!!:-)"

Bœuf bourguignon 
Jöel Robuchon e modifiche di Sandra






Si chiama normalmente bourguignon ma il nome di origine era « pezzo di bue alla bourguignonne ».
Si faceva infatti con una parte della coscia  del bue o della spalla e si faceva cuocere intero. L'abitudine  di tagliarlo é nata dalla necessita' di accorciare i tempi di cottura.
Pezzi di carne da usare:paleron (dalla spalla) o gîte (dalla coscia).


Ingredienti per 8 persone:

1,800 Kg di carne tagliata a cubetti
un piede di vitello e se non lo trovate una rotula di vitello tagliata in due con possibilmente un po' di cartilagini ancora attaccate
1 bottiglia di Bourgogne rosso (pinot rosso va bene)

2 carote medie,2 cipolle medie.
4 spicchi di aglio senza germe e pelati (io non posso metterli)
1 mazzetto odoroso: timo fresco, tre pezzetti di sedano, una foglia di alloro, qualche rametto di prezzemolo, il tutto avvolto in una foglia verde di porro e legato.
100 gr di burro
4  cucchiai di farina
1 litro di brodo buono
pepe da mulinello
pepe schiacciato
½ bacello di vaniglia(ci vorrebbe quella dell'Uganda ma una vaniglia normale puo' andare (questo é un accorgimento per le cotture al vino rosso che sostituisce egregiamente il quadretto di cioccolata che a volte consigliano per dare « morbidezza » alla salsa ).

Per la salsa:
32 cipolline bianche e zucchero
250 gr di pancetta tagliata a cubetti
300 gr di champignons possibilmente piccoli (potrete lasciarli interi e non doverli tagliare a meta' o in 4)
2 cucchiai di prezzemolo  tritato
olio di arachidi, sale, sale grosso, pepe

Preparazione:

Tagliate voi i cubetti di carne o chiedetelo al macellaio, dimensioni circa 5 cm di lato.
Pelate le carote e le cipolle.Tagliate in rondelle di meno di ½ cm. Passate sotto l'acqua il bouquet.
Mettete il vino in un tegame. Fatelo sobbollire per 20 minuti facendolo anche flambé .
Mettete a marinare la carne con gli odori ed il vino raffreddato, aggiungete pepe schiacciato (senza mazzetto odoroso).
Lasciate marinare per 3-4 ore sono sufficienti, non servono 24 ore, la carne sara' ugualmente tenera e non abbiamo bisogno di camuffare l'odore di selvatico.


Sgocciolare la carne ed asciugarla molto bene con carta da cucina. Scolare gli odori il piu' possibile e recuperare il liquido.

In una marmitta di  ghisa od altro, fate scaldare 2 cucchiai di olio, poi 70 gr di burro.Quando fara' la schiumetta aggiungere i cubetti di carne. 
Su fuoco medio fate dorare da tutti i lati girando con un cucchiaio di legno.
Con una ramina, togliete la carne e mettetela in una ciotola. Mettete nella marmitta le rondelle di carote e cipolle. Fate rinvenire 5 minuti girandole una o due volte a fiamma bassa, non devono diventare scure. Mettete i cucchiai di farina e fate rinvenire il tutto mescolando, la farina si colorera' e si attacchera' un po' ma niente paura!!:-)
Rimettete la carne nella marmitta. Aggiungete due cucchiaini  di pepe appena macinato. Fate cuocere a fuoco medio girando la carne in continuazione per circa 5 minuti ed assicuratevi che tutta la farina sia cotta. Aggiungete il pezzo di piede di vitello o la rotula.
Versate la meta' del brodo, mescolate, aggiungete il vino, mescolate ed alla fine l'altro brodo fino a ricoprire la carne. Mette poi il mazzetto odoroso. Posate il coperchio e fate cuocere per 2 ore e mezza  dolcemente.
Ogni mezz'ora togliere la schiuma che si sara' formata rischiacquando la ramina con acqua fredda ogni volta. Poi mescolate la carne.

Preparazione della salsa:
Durante questo tempo pelate le cipolline.Mettele in un tegame. Aggiungete acqua  e del sale grosso. Portate ad ebolizione e fate bollire due minuti.Versate in un colapasta.
In un tegame basso od in una piccola marmitta fate fondere 30 gr di burro.Aggiungere le cipolline, due cucchiani da caffe' di zucchero ed acqua appena a coprire. Pepate. Coprire e lasciare cuocere per circa 20 minuti girandole delicatamente ogni 5 minuti. Scopritele e fatele leggermente caramellare. Mettetele poi in un colino sopra ad un piatto.
Tagliate il piede terroso degli champignons, lavateli ed asciugateli.
Fate scaldare 2 cucchiaini di olio in una padella, aggiungete la pancetta e fatela dorare. Mettetela nel colino delle cipolline lasciando il grasso di cottura nella padella. Ora aggiungete i funghetti  e fate rinvenire a fuoco medio per una decina di minuti mescolando. Salate e pepate ed aggiungeteli alla pancetta ed alle cipolline.

Torniamo al Boef:
Dopo due ore di cottura aggiungete la vaniglia e fate cuocere ancora mezz'oretta.
Togliete la carne dal tegame con una ramina. Versate in un cinese il sugo di cottura e buttate ossa, legumi e mazzetto odoroso.
Assaggiate il sugo, aggiungete sale se necessario ma soprattutto molto pepe, é un piatto che deve essere ben pepato.
Rimettete la carne nella marmitta ed aggiungete fughetti, cipolline e pancetta. 

A questo punto io preferisco aspettare il giorno dopo. Ovvero sono piatti chepreparo sempre con uno o due giorni di anticipo. Molto meglio !!!
Presentare o in una ciotolona di coccio o in una scodella se fate i piatti prima di servire,cospargete con foglioline di prezzemolo tritate.
Come contorno ho fatto, perché visto in giro sul web, una patata alla Hasselbach, ma in realta' normalmente lo accompagno con una purea di patate o di sedano rapa o con un gratin Dauphinois.

Con questa ricetta Sandra partecipa al mio contest: Ti cucino a ...fuoco lento che scade fra una settimana. Quindi affrettatevi con le ricette!!!!:)))
Sabrina