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lunedì 2 marzo 2015

Il Vietnam per l'Abecedario mondiale

L'immagine che rappresenta il Vietnam è in assoluto la guerra, quella guerra che a noi occidentali è stata raccontata, oltre che dalla cronaca, anche da scrittori e registi, attraverso veri capolavori che resteranno nel tempo. 
Uscitone devastato, oggi il Vietnam è un paese in pieno sviluppo, pervaso da un forte senso di ottimismo e da una grande voglia di riscattarsi e dimenticare il passato.

immagini prese da internet

Steso sulla costa dell'Indocina per mille chilometri da nord a sud, quasi a tracciare un'asse stretta e tortuosa, il Vietnam vanta circa 2.500 chilometri di costa, innumerevoli dighe, canali e corsi d'acqua navigabili, come il Fiume Rosso e il Mekong. Non c'è quindi da meravigliarsi se il pesce e i prodotti ittici sono una parte così fondamentale dell'alimentazione nazionale.
Il sessanta per cento del suolo coltivabile è impiegato nella produzione del riso, che ne fa l'altro elemento base della cucina tradizionale. Lo utilizzano quotidianamente cotto al vapore, ma viene anche impiegato per la preparazione di piatti elaborati e per la produzione di vino, aceto, farina, noodles e fogli commestibili sui quali avvolgere il goi cuon, una sorta di involtino di verdure e pesce, piatto base di tutto il Vietnam.
Il riso glutinato, fatto cuocere tutta la notte e poi avvolto in foglie di banano, unito a semi di arachide e sesamo, cocco e zucchero di canna, da vita allo xoi, alimento principale della prima colazione, ma viene anche utilizzato per la preparazione dei tradizionali dolcetti banh tay e banh chung durante il capodanno vietnamita.

Le fredde regioni settentrionali sono state colonizzate per tanto tempo dalla Cina e per questo motivo la cucina ne condivide molte usanze. La soia è usata quanto la salsa di pesce, l'aceto è preferito al succo di lime e al tamarindo. Il pepe prende il posto del peperoncino. La cottura in umido è un metodo ampiamente usato e alcuni piatti, considerati di origini cinesi, come la carne alla griglia e le zampe di gallina sono in realtà nati in queste zone.

Il centro del Vietnam è meno ricco dal punto di vista ortofrutticolo rispetto al del resto del paese. La città principale Hue è stata la capitale politica dal 1802 al 1945. In questi anni i sovrani regnanti furono molto esigenti anche dal punto di vista alimentare, soprattutto l'imperatore Tu Duc,  e gli allora cuochi, data la scarsità di materie prime, dovettero esprimersi con tutta la loro creatività, ostacolati anche dalla minore varietà di materie prime. La cucina quindi crebbe in raffinatezza e distinzione, differenziandosi con il nome di cucina imperiale. Porzioni piccole e portate numerose, ognuna più invitante dell'altra, resero il pasto comune molto prelibato, come nella tavola di un re. Alcuni di questi piatti come i banh khoai (tortini di farina di riso glutinato, fritte in abbondante olio e ripiene di gamberetti, maiale e germogli di fagioli,  arrotolate con erbe e inzuppate in salsa di fagioli gialli) sono oggi uno dei cibi di strada più diffusi e gustosi del Vietnam centrale.

La cucina del sud del Vietnam aiutata dal clima mite, assomiglia molto a quella dei paesi vicini, come la Cambogia e la Thailandia. Il cibo in queste zone è più vario e più ricco, avvantaggiato dalla crescita delle materie prime che dura praticamente tutto l'anno. C'è un grande utilizzo di erbe e spezie, peperoncino e latte di cocco. Sull'altopiano di Dalat si coltivano ogni tipo di frutta e verdura: fragole, carciofi, arance, funghi, melanzane, carote, lattughe. Il caffè e il tè vengono coltivate in vaste produzioni. La pianura, verso la costa, è coperta da coltivazioni di uva rossa da tavola. Compagnie locali ed estere capendo il potenziale di queste terre stanno investendo in aziende vinicole di grande qualità.

Non sono mai stata in questo paese, anche se è un mio sogno segreto un viaggio in queste meravigliose terre, ma vorrei comunque provare a raccontare qualcosa della sua cucina, una cucina molto raffinata, composta da più di 500 ricette, leggere, saporite ed estremamente naturali.

In queste tre settimane dove ospito l'Abecedario mondiale, vorrei un poco alla volta raccontare tutto quello che ho raccolto di questa affascinate cucina, partendo dal piatto base, quello più comune sulle tavole dei vietnamiti.

Si tratta semplicemente di un piatto di 
Verdure con riso integrale, accompagnate da una salsa agrodolce e goi cuon, involtini di gamberetti in sfoglia di riso.


Ingredienti per due persone:

gr. 75 di riso venere
1 carota lavata, pelata e tagliata a bastoncini
2 peperoni verdi dolci 
+ 2 peperoni verdi piccanti privati dei semi e tagliati in due
2 piccoli porri
gr. 100 di cimette di broccoli 
+ gr. 100 di fagiolini
+ gr. 100 di taccole lavati e cotti al vapore
1 manciata di spinacini e insalatina
1 manciata di germogli di soia

Sciacqua il riso, coprilo con acqua tiepida e fallo riposare per 10 minuti.
Cuoci al vapore le verdure. 
Aggiungi un poco di acqua all'acqua del vapore delle verdure, salala e portala a bollore.
Cuoci il riso venere per circa 35 minuti, scolalo bene e disponilo nei piatti con le verdure.

Ingredienti per i goi cuon e la salsa agrodolce per due persone:

per gli involtini:
6 dischi piccoli per involtini
1/2 avocado sbucciato, privato del nocciolo e tagliato a fettine
1 carota tagliata a nastri con la mandolina
qualche fogliolina di lattuga
gr. 100 di code di gamberi cotte
peperoncino

per il pesto:
1 ciuffo di coriandolo fresco
un rametto di menta
1 cipollotto
1 peperoncino rosso thai privato dei semi
1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
1 cucchiaio di olio di sesamo
1 cucchiaio di succo di lime
un pizzico di zucchero di canna 
un pizzico di sale

per la salsa agrodolce al peperoncino:
2 cucchiai di salsa di pesce
1 cucchiaio di zucchero grezzo di canna
1 cucchiaio di aceto di riso
1 cucchiaio di succo di lime
1 cucchiaio di succo di limone
1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
1/2 peperoncino rosso thai tritato finemente
1 cucchiaino di salsa di sesamo

Prepara il pesto:
molto fresco, aggiunge un tocco in più ad insalate e involtini. Si conserva in frigo per una settimana.
Trita finemente con la mezzaluna tutti gli ingredienti, unisci lo zenzero e condisci con l'olio e il limone.

Prepara la salsa agrodolce al peperoncino:
fresca e saporita si sposa benissimo con gli involtini, i calamari piccanti e i mini hamburger di maiale che vedremo nei prossimi giorni. Si conserva in frigo per due settimane. 
Metti la salsa di pesce in una terrina, aggiungi lo zucchero e mescola fino a quando non si sarà sciolto. Unisci gli altri ingredienti e mescola ancora.

Prepara gli involtini:
Prepara tutti gli ingredienti sul piano di lavoro.
Riempi una ciotola di acqua calda e inumidisci i dischi per gli springs roll uno ad uno, adagiandoli poi bene sul piano di lavoro.
Farcisci i dischi con gli ingredienti preparati, condiscili con il pesto e richiudili ad involtino.

Unisci i goi cuon al piatto di verdure e riso e servi accompagnato con la salsa.

ăn ngon miệng nhé!
buon appetito!


venerdì 13 settembre 2013

La mousse settembrina.

Lei è Roberta Basilico, pasticcera con la predilezione per le torte, vegetariana quasi vegana, sosia incontrastata di Doris Day!
Quando ha saputo della mia partecipazione a Salutiamoci, subito si è offerta di inviarmi qualche ricetta.
Questa è la prima, una mousse fresca, preludio di fine estate, con tutto il sapore settembrino.
Un antipasto delizioso.
Grazie Robbie! Aspetto con ansia le prossime. 






Mousse settembrina




Ingredienti per 4 persone:

gr. 100 di ricotta di pecora
gr. 100 di caprino fresco
1 piccolo scalogno
qualche foglia di salvia e di basilico
un pugno di nocciole
4 fichi maturi
sale marino integrale e pepe


Tritare finemente le erbe con lo scalogno.
Lavorare insieme la ricotta e il caprino. Aggiungere le nocciole tritate, tenendone alcune per la guarnizione, e le erbe. Salare e pepare.
Tagliare i fichi in quattro parti e comporre il piatto.



               Questa ricetta è perfetta per Salutiamoci.



martedì 21 maggio 2013

La mia torta di carote, senza lievito.

Chi mi segue sa come sono fatta, sa che non ho nulla di programmato ma che vado a sentimento e pubblico quello che cucino il giorno stesso. Questo significa che se non cucino non pubblico!  
Giovedì scorso mio padre è stato operato di protesi all'anca e devo destreggiarmi tra il negozio e l'ospedale  il tempo di cucinare non c'è, quindi mi nutro a barrette e ad insalate. Beh almeno in questo modo forse, dico forse, riuscirò a smaltire quei chilacci di troppo che mi perseguitano da un paio d'anni. 
Mi piace stare vicino a babbo in questo momento. Vivendo a Bologna non vedo i miei genitori spesso come vorrei, quindi ne approfitto di questo momento per godermeli un po'. 
Babbo Dante è sempre stato un gran fifone, persino un semplice raffreddore lo spaventa, figurarsi un intervento! Fortunatamente non ha mai avuto grossi problemi di salute ed è arrivato alla veneranda età di quasi 83 anni con esami del sangue perfetti e una pressione di 75/120 che neanche un quarantenne se la sogna oramai! Non ha un chilo di sovrappeso e ha ancora la muscolatura di uomo molto più giovane. E a quanto pare neppure questo intervento lo ha scalfito, duro come una roccia, ma sempre fifone. 
Non nego che avevo un po' di timore per gli effetti dell'anestesia, soprattutto sulla memoria. Invece nulla, giovedì quando si è risvegliato dall'operazione, abbiamo parlato tanto, sempre del suo argomento preferito, lo sport, della sua adorata Juventus, dei play off di pallanuoto, del giro d'Italia, di Coppi e Gimondi! 
Grande babbone, non perdi un colpo!
Sono certa che si riprenderà alla grande e anche in fretta, perché non ce la può fare a stare in casa tutto il giorno, pur con il bene che vuole a mia mamma, non resisterebbe! :))  Lui ha bisogno della sua partita di biliardo quotidiana, ha bisogno di andare a fare la spesa e di curare il suo orto, di fare e su zirtin in bizicletta: è un leone, ha bisogno della sua libertà .

Ho fatto la torta di carote, leggera come piace a lui.
Domani gliene porto un po'.
Uhh è vero! Oggi è il compleanno di mia sorella! Tanti auguri piccoletta! 




Torta di carote



gr. 300 di carote 
gr. 150 di frutta secca (noci, mandorle e nocciole)
gr. 100 di zucchero di canna + 1 cucchiaio
3 uova
2 cucchiai di olio extravergine
zeste di 1 limone
gr. 80 di farina di farro integrale

Grattugiare le carote. Tritare finemente la frutta secca e unirla alle carote con le zeste di un limone.
Montare bene con lo zucchero i tuorli. Aggiungere le carote, la frutta secca e amalgamare bene. Unire l'olio e  la farina. Montare a neve solida gli albumi con un pizzico di sale e incorporali delicatamente all'impasto.
Ricoprire uno stampo con carta da forno. Versare l'impasto e spolverarlo con lo zucchero di canna.
Cuocere a 170° per 45 minuti circa.
Buona serata a tutti.
Sabrina


mercoledì 15 maggio 2013

Crema di piselli con l'alga kombu e il suo biscotto.


Questo è un periodo così. Ho voglia di mangiare leggero e vegetariano.
Entro nei negozi bio e perdo la testa. Onde evitare di riempire il carrello e svuotare il portafogli, ci vado con il mio compagno che tiene sotto controllo la situazione. Il film è sempre quello: io in trans agonistica prendo di ogni, lui quatto quatto seleziona quello che ritiene superfluo del superfluo e lo rimette al suo posto. 
Non lo fa per una questione economica (l'altro giorno ha pagato due quadretti di focaccia di Recco 11 euro, senza fare una piega e senza rendersi conto dell'esagerazione!), lo fa solo perché casa è piccola e non vuole che faccia la fine di "sepolta in casa".
L'altro giorno però sono riuscita a portarmi a casa una confezione di alghe kombu, perché da tempo volevo provare una ricetta de "Il giardiniere goloso" di Cristina Bay, la Crema di piselli, dove serviva questo elemento.
C'è un blog che amo molto Asino chi legge ancora. Mi piace perché lei è bravissima, ha fatto la scuola a Parigi e fa delle cose fantastiche, spiegate proprio bene. Tempo fa ha pubblicato una vellutata di lenticchie che mi ha fatto impazzire, sia per il biscotto che l'accompagnava che per la tazza in cui l'ha servita. 

Il piatto di cui parlo oggi è nato dall'idea di queste due ricette, la crema di piselli e il biscotto di lenticchie.
Devo dire che ho sempre la fortuna del principiante, inventato il biscotto di piselli, mi è venuto bene al primo colpo.

Solo due parole sull'alga kombu che non conosco molto, ma che sto cominciando a studiare.
Prima di tutto la trovate nei negozi bio, tipo NaturaSi.
L'aga kombu è particolarmente indicata nella cottura dei legumi, rendendoli più leggeri, digeribili e elimina il problema del gonfiore che possono creare. E questo mi sembra essere molto interessante.
Altra cosa pare che aiuti a stimolare il metabolismo, se assunta regolarmente. E anche questo non è male.



Crema di piselli con l'alga kombu e il suo biscotto.



Crema per 4 persone:

gr. 300 di piselli secchi
lt. 1,2 di acqua
cm. 5 di alga kombu
1 piccolo porro
prezzemolo e santoreggia
sale, olio extravergine

Per il biscotto:

gr. 50 di piselli secchi
1 cucchiaio di farina 0
1 cucchiaio di parmigiano
8 mandorle
1 cucchiaio io olio
latte q.b



Lasciare a bagno per il tempo necessario i piselli secchi, dipende dalla varietà che acquistate. Quelli che ho usato non necessitano di ammollo. Scolarli e metterli in una pentola con l'alga, il porro tagliato a rondelle e cuocete fino a quando i piselli non risultino ben cotti.
Unire il prezzemolo e la santoreggia, frullare fino a rendere le verdure in crema e aggiustare di sale.

Nel frattempo che cuoce la crema, preparare il biscotto.
Tritare i piselli secchi con le mandorle nel tritatutto fino a renderli farina. Aggiungere il parmigiano, la farina, una presa di sale e impastare con un cucchiaio di olio extravergine e un goccio di latte.
Stendere l'impasto alto un mezzo centimetro e tagliarlo a strisce.
Scaldare una padella dal fondo grosso e cuocere i biscotti pochi minuti per parte.
Servire la crema di piselli condita con un filo di olio e il suo biscotto.

A presto.
Sabrina


lunedì 13 maggio 2013

Pomodorini ripieni di quinoa e asparagi, con pesto di aglio orsino.


Da quando ho scoperto l'aglio orsino me ne sono innamorata perdutamente e ho cominciato a cercarlo nei boschi nel mio appennino in lungo e in largo, senza successo.
Quindi ho provato con i vivai, setacciando tutti quelli specifichi, in tutta Italia, ma nulla, non si trova.
Chi mi conosce sa che quando mi fisso su una cosa non mollo mai, fino a quando non ho raggiunto l'obbiettivo e stresso chiunque penso possa farmi arrivare alla meta.
Qualche settimana fa durante un tour nei blog di cucina francesi, mi imbatto su una ricetta fantastica, semplice, saporita ma di grande effetto, consona al mio stile, e che prevede l'utilizzo dell'aglio orsino. 
Non ci ho più visto! L'ho condivisa su facebook, lamentando il desiderio di trovare questa tanto desiderata erba. Come per magia, due anime buone, quali sono le foodblogger, mi hanno messa in contatto con Stella di Stella di sale che, come il genio della lampada, ha esaudito il mio desiderio. 
Dopo qualche giorno mi è stata recapitata una busta contenente foglie di aglio orsino e qualche bulbo da trapiantare. E' stato un regalo meraviglioso, davvero apprezzato, che mi ha sinceramente commossa.
L'ho subito provato aggiungendo qualche foglia all'insalata della sera. 
Ho trapiantato i bulbetti e con le foglie rimanenti ho pensato che l'unico modo per tenerle fosse trasformarle in pesto per una conservazione sottolio, che in frigorifero resiste almeno un mesetto.




Il pollice verde ce l'ho, soprattutto con le piante aromatiche che coltivo con passione da tanti anni, quindi spero proprio di vederlo spuntare il prossimo anno, perché il desiderio che avevo di possederlo non era un capriccio. Lo volevo perché ero certa che fosse fantastico, come difatti si è rivelato.

Ora, la ricetta fantastica del blog francese la farò un'altra volta. Oggi propongo dei pomodorini ripieni che ho condito con questo pesto di aglio orsino. 
Grazie ancora Stella, hai fatto di me una donna felice.




Pomodorini ripieni di quinoa e asparagi, con pesto di aglio orsino.



Ingredienti:

pomodorini di Pachino varietà Piccadilly
quinoa
asparagi
olio extravergine, aceto di mele e sale marino
foglie di aglio orsino

Tagliare a metà i pomodorini per il lato della lunghezza. Svuotarli dai semi e voltarli a pancia in giù per far perdere l'eventuale acqua che contengono.
Mettere a bollire una parte di quinoa e due di acqua, con un pizzico di sale. Per avere i chicchi più sgranati, li tosto leggermente prima di cuocerli. Cuocere per circa 10 minuti e metterla a raffreddare in un colino a maglia fitta, in modo da asciugarla dai residui di acqua di cottura.
Tagliare gli asparagi a tocchetti e cuocerli a vapore per 10 minuti. Devono restare al dente. Fare raffreddare.
Preparare il pesto di aglio orsino, pestandole nel mortaio le foglie o tritandole con la mezzaluna.
Mettere il pesto in un vasetto di vetro e coprirlo con un olio extravergine delicato. Conservarlo in frigorifero, nel ripiano basso della verdura, o ancora meglio sarebbe in una cantina fresca.



Condire i pomodorini con un poco di olio, sale e aceto di mele. 
Mettere insieme in una ciotola la quinoa e gli asparagi e utilizzare  per riempire i pomodorini.
Guarnire con una punta di cucchiaio di olio orsino.
Un finger da aperitivo fantastico. Accompagnare con bollicine a go-go.

Sabrina

venerdì 10 maggio 2013

Semifreddo di rabarbaro e coulis di fragole e Bologna nel we.

Questo è un fine settimana di eventi a Bologna, tra sacro e profano, arte e natura.

L'icona bolognese, la nostra adorata Madonna di San Luca è scesa dal colle ed è venuta in città per la Pentecoste. Il duomo di San Pietro apre le sue porte ai fedeli che possono così entrare a portare omaggio alla Madonnina che li aspetta sull'altare, in un'atmosfera spirituale ma anche di festa. Domenica tornerà al santuario, percorrendo la città in una suggestiva processione. E' d'obbligo fare la torta di riso, in omaggio al passaggio della Madonna. 

Quest'anno ricorre il compleanno della Lamborghini, 50 anni portati alla grande. Nata anche lei nella terra dei motori di lusso, come Ferrari e Ducati, è stata e lo è ancora orgoglio italiano, sinonimo di classe e eccellenza come lo sono tutti i nostri prodotti. Qualche anno fa è stata acquistata dalla tedesca Audi che ha mantenuto intatte le caratteristiche di questo gioiello della meccanica, continuando anche la produzione nella sede storica  di Sant'Agata Bolognese. In questi giorni circa 350 bolidi gireranno l'Italia (ne stanno passando diverse davanti a negozio mentre sto scrivendo) e stasera riempiranno Piazza Maggiore, dove poi fino a domani sabato, si susseguiranno una serie di eventi celebrativi.

Sotto ai portici dell'elegante Via Farini, da qualche anno si svolge nel secondo we di maggio, con grande successo la manifestazione "Arte sotto i portici". Lo scopo è quello di permettere a tanti pittori, famosi e non di esporre le proprie opere davanti ad un vasto pubblico, nella splendida e prestigiosa cornice di questa parte dei portici bolognesi.


L'altro evento che io adoro è "Giardini e Terrazzi" che ha come location il parco più conosciuto di Bologna che sono i Giardini Margherita. Piante, composizioni floreali, essenze aromatiche, soluzioni d'arredo per l'esterno e per la casa. Tutto quanto serve per rendere più accogliente lo spazio verde e la casa. Per me è un vero e proprio delirio. mi impongo un budget e cerco in tutti i modi di non superarlo, perché la tentazione di acquistare profumatissime rose inglesi, piuttosto che aromatiche che non ho ancora nella mia piccola collezione, o gerani o oggetti di ferro battuto o tele grezze, insomma tutte quelle cose che amo da morire, è fortissima. Cammino per le bancarelle con un'acquolina in bocca che non mi abbandona neppure una volta tornata a casa...il dramma è che ci abito vicinissimo!

Beh se per caso siete da queste parti.....vi auguro un buon divertimento!

 
Semifreddo di rabarbaro e coulis di fragole.




Ingredienti:

400 gr di rabarbaro
200 gr di zucchero
500 ml di acqua
3 lime
300 gr di panna montata
50 gr di albumi 
75 gr di zucchero
15 gr di tequila

250 gr di fragole
50 gr di zucchero a velo

In un tegame far bollire il rabarbaro tagliato a pezzetti con l’acqua e lo zucchero fino a quando diventa traslucido ed il fondo di cottura uno sciroppo denso, ma non caramellato.
Frullare il tutto,aggiungere il succo dei lime e la tequila. Passare al setaccio e far raffreddare.
Aggiungere al composto il cedro e la scorza grattugiata dei lime.
Montare gli albumi,aggiungere lo zucchero e continuare a montare a neve.
Unire al composto la panna montata e successivamente la meringa, lavorare bene.
Versare nei bicchierini fino a tre quarti e congelare per almeno 4 ore (con l'abbattitore 1 ora a -18°)

Preparare la coulis di fragole frullando le fragole con lo zucchero a velo. Riposare in frigorifero.

Al momento di servire, versare un poco di coulis in ogni bicchierino e guarnire con una fogliolina di menta.

Buon fine settimana.
Sabrina



venerdì 3 maggio 2013

Il tarassaco e la sua insalata.



Il tarassaco quando fiorisce è primavera. Colora i fossi e le campagne di giallo e quest'anno che ha piovuto tanto è ancora più luminoso e brillante, in contrasto con il verde acceso delle sue foglie.
E' una pianta contradittoria: infestante ma preziosissima.
Provo a spiegarvi perché.

Origini:
Taraxacum officinale, pianta erbacea della famiglia delle Composite, come la lattuga e la cicoria, originaria dell'Asia ma diffusissima ovunque, cresce fino a 2000 metri di altitudine.
Curarsi con il TarassacoNome comune: Dente di Leone, Soffione, Piscialetto, Cicoria selvatica.
Nelle leggende popolari a questa pianta venivano attribuite proprietà magiche con cui le streghe si cospargevano per non farsi riconoscere dalla popolazioni e quindi farsi accettare da esse.

Come si presenta:
Del tarassaco si utilizza tutto, radici foglie e fiori.
La  radice è molto robusta, a fittone di colore bruno nerastra all'esterno e bianca all'interno che al taglio produce lattice.
Le foglie dentellate  partono direttamente dalla radice e sono molto grandi, lunghe e di un bel verde tenue.
I fiori sono giallo vivo raccolti in capolini apicali portati da un lungo stelo alto anche 40 cm, liscio e cavo al suo interno. Fiorisce da marzo a novembre, ma solo di giorno e con il sole. La sera e quando fa brutto tempo si richiude.
Finita la fioritura si trasforma in una sfera piumosa che si dissolve al primo soffio di vento permettendo ai semi di volare sul terreno per riprodursi con estrema facilità.

Proprietà terapeutiche:
Il tarassaco contiene principalmente inulina, oltre a vitamina C e sali minerali. 
L'inulina è un polisaccaride le cui proprietà sono indispensabili contro il logorio della vita moderna.  Aiuta infatti la digestione e riduce la formazione di gas intestinali, in quanto aumenta in modo esponenziale la formazione di fermenti lattici, formando un substrato importante alla flora batterica intestinale.
Per sfruttare al massimo le virtù infinite di questa meravigliosa erba spontanea, possiamo utilizzare tutta la pianta per infusi e decotti.
L'azione diuretica e digestiva del tarassaco la otteniamo anche consumando le foglie fresche in insalata ma anche cotte a vapore mantengono inalterate le proprietà.



Utilizzo in cucina:
Lo ripeto, del tarassaco si consuma tutto: radici, foglie, gemme. Non per niente è considerata la più completa delle cicoria selvatiche. Le foglioline giovani e tenere tagliate di fresco danno un'insalata squisita alla quale si possono unire anche i fiori, pure commestibili e ricchi di vitamina A. Inoltre il dente di leone può essere bollito e servito come zuppa, da solo oppure arricchire i minestroni e i passati di verdura.
Le giovani gemme messe sottaceto, possono sostituire i capperi.
Questa pianticella può essere gustata solamente in primavera perché dopo le foglioline diventano dure e amarognole e non sono più mangiabili.

Mercoledì era il primo maggio. L'abbiamo trascorso in giro per il nostro appennino, fermandoci a pranzo in un bellissimo agriturismo e passeggiando per i boschi a caccia di erbe selvatiche.
Il bottino è stato soddisfacente. Oltre al tarassaco abbiamo raccolto la borragine, l'ortica, gli strigoli e le violette. Siamo tornati a casa contenti, rilassati e rigenerati.
La magia della natura.

Insalata di tarassaco con palline di caprino ai semi.




Ingredienti, quantità a piacere:

tarassaco
insalatina
pomodori marinda di Pachino
fagiolini
Formaggio caprino fresco
semi di papavero e di sesamo
erba cipollina
olio evo, sale e aceto di mele



Lavare e pulire tutte le verdure.
Cuocere i fagiolini al vapore, lasciando li al dente.
Asciugare bene il tarassaco e l'insalatina.
Tagliare i pomodorini.
Formare delle palline con il formaggio caprino e passarle nei semi.
Preparare una vinagrette montando con una piccola frusta in un bicchiere alto l'olio con il sale e l'aceto.
Comporre il piatto con le verdure, unire le palline di caprino, condire e guarnire con qualche filo di erba cipollina.
A presto.
Sabrina


Con questa ricetta partecipo al bellissimo contest di Ambra de Il gatto ghiotto in collaborazione con  Rifugio Meira Garneri in Valle Varaita .




martedì 2 aprile 2013

Quenelle di carciofi della mamma.



29 agosto io, 28 agosto lei 20 anni prima.
Due vergini d'agosto siamo la mia mamma ed io. Siamo sempre state come il cane il gatto. Quante litigate abbiamo fatto nel corso degli anni. Quanto l'ho fatta tribolare, figlia difficile che non sono stata altro! Se lei diceva bianco, io facevo nero, molte volte solo per non darle soddisfazione, pur sapendo perfettamente che non seguire i suoi consigli facevo più danno a me che a lei. Quanti sacrifici ha fatto per darmi quello che avevano le altre e io, ingrata, non ero mai contenta. Quante cose mi ha dato e io, stronza che non ero altro, non ho apprezzato e ho gettato al vento.
Fatto, fatto, dato, lo sto ripetendo tante volte ed è sempre riferito a lei. Non, non, non ed è sempre riferito a me.
Mi si diceva "siete come il cane e il gatto perché siete uguali". Ma la verità è che non siamo uguali, lei è sempre stata migliore di me.
La fortuna è che nell'invecchiare tutto diventa più chiaro. La fortuna è che lei è ancora giovane e io posso recuperare, perché una madre questa possibilità alla fine ad un figlio la da sempre. Questo non mi toglie il senso di colpa, ma poco alla volta, quando sono con lei mi sento più serena, meno inadeguata.
La fortuna è che lei è qui e posso dirle:
mamma perdonami, ti voglio bene.



Mamma è una gran cuoca, prepara tante cose buonissime, ma la sua specialità sono le verdure. Come le lavora lei, non sarò mai capace, anche se cerco di imitarla. In una cosa siamo uguali però, cuciniamo a sentimento, molte volte ad occhio, senza seguire una ricetta precisa.
L'altro giorno ad esempio, arrivo a casa dei miei all'ora di pranzo. Mamma mi guarda con quell'aria un po' colpevole, per non essersi "impegnata" a preparare qualcosa di particolare, ma, dice che era andata a casa di mia sorella e aveva fatto razzia di tutta la verdura che aveva per fare pulizia frigorifero. Così si era inventata al volo "due quenelle, due finocchi gratinati, due fusilli con i broccoli, due forchettate di insalata tagliata alla perfezione, un tortino di porri, due fette di torta di carota..........".

Le quenelle le ho adorate. Una sorta di gnudi ma di carote (quelle aveva), non di spinaci, non bolliti ma passati direttamente in padella, in un battuto di porri (altrimenti diventavano troppo vecchi, bisognava pur metterli da qualche parte!) che si sono sciolti formando una sorta di vellutata deliziosa. Ha messo poca farina, quindi si possono consumare sia come antipasto che come primo piatto.
Le ho rifatte sia con le carote per il brunch domenicale, che con i carciofi per la vigilia di Pasqua.



Quenelle di carciofi 



Ingredienti per 2 persone:

4 carciofini
1 etto di ricotta di mucca
due cucchiai di pangrattato
due cucchiai di parmigiano + 1
1 uovo
1 cucchiaio di farina di semola di grano duro
sale e noce moscata
limone
1 piccolo porro
olio evo e un cucchiaino di burro

In una ciotola mettere la ricotta, il pangrattato, i due cucchiai di parmigiano, la farina, una grattugiata abbondate di noce moscata, salare e amalgamare bene con l'uovo. Pulire i carciofi e strofinarli con il limone per far si che a contatto con l'aria non anneriscano. Tritarli finemente e aggiungerli a crudo al composto appena fatto. Coprirlo con la pellicola e farlo riposare in frigorifero per una mezzora.
Tagliare molto finemente il porro e farlo appassire con due cucchiai di olio e una presa di sale per circa cinque minuti.
Prendere dal frigorifero l'impasto e formare le quenelle. Aggiungerle al porro con il burro, coprire con il coperchio e fare cuocere per dieci minuti. Se occorre aggiungere un paio di cucchiai di acqua bollente. A metà cottura girarle e cospargerle di parmigiano.
Servire con il suo sughetto di porro e qualche fogliolina di salvia.

I carciofi si possono sostituire con altre verdure come asparagi, spinaci, carote, broccoli. Si aggiungono al composto sempre a crudo, senza cuocerle prima.
Sabrina





mercoledì 6 marzo 2013

Una Ricetta per l'Endometriosi: Riso e crema di sedano rapa allo zafferano.

Ammetto la mia ignoranza, ma non ero assolutamente a conoscenza di questa malattia, che oltretutto è tipicamente femminile. Suppongo che come me, tante altre donne non la conoscono e lo scopo di questo post è quello di aiutarne la divulgazione, proprio in questa settimana, dal 4 al 10 marzo, denominata Settimana della Consapevolezza dell'Endometriosi.



Che cos'è l'endometriosi.
E' una patologia cronica e subdola, di quelle quasi invisibili e difficili da diagnosticare.

originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, cioè l'endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino... Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamenti interni, comportando così un'irritazione dei tessuti circostanti, infiammazioni croniche che danno luogo alla formazione di tessuto cicatriziale e di aderenze, ma anche noduli e cisti, oltre che arrecare forti dolori, spesso invalidanti. Se non curata o non diagnosticata in tempo può portare ad interventi molto demolitivi ed a infertilità.

Non è necessariamente sintomatica, per questo è subdola, ma dove invece i sintomi si presentano, sono i seguenti:
• Dolore pelivo cronico, soprattutto durante il mestruo e l'ovulazione
• Dolore ovarico a metà del ciclo
• Dolore durante e dopo l'evacuazione
• Dolore durante i rapporti o post-coitale
• Febbre, soprattutto durante il mestruo
• Affaticamento cronico
• Coliti e Sindrome del colon irritabile
• Infiammazione a carico delle mucose
• Cistite
• Incontinenza
• Metroraggia, Dismenorrea e/o metrorragia
• Aborti spontanei
• Infertilità

Chi soffre di endometriosi deve seguire una dieta che contiene ingredienti specifici, rigorosamente biologici. 
A questo proposito è stato creato un gruppo su facebook intitolato Una ricetta per l'endometriosi, dove si può chiedere l'iscrizione e poi successivamente pubblicare ricette create con gli ingredienti che indicherò di seguito. Non è necessario avere un blog, ma solo spirito di condivisione e cuore...si, perché non si accettano link copiati sul web, ma solo ricette suggerite con il cuore.


Ingredienti da evitare:
• Soia
• Tutti quelli contenenti glutine (cereali quali frumento, farro, segale, kamut e orzo, ma soprattutto il frumento è da bandire)
• Latticini vaccini
• Carne rossa
• Caffeina
• Cioccolato
• Alcool
• Grassi saturi, burro e margarina con grassi idrogenati
• Oli vegetali
• Bevande zuccherate
• Carboidrati e zuccheri raffinati
• Ingredienti in scatola e confezionati
• Fritti
• Miele ed aspartame
• Insaccati
• Crostacei e molluschi

Ingredienti da utilizzare:
• Riso
• Cereali e pasta permessi (miglio, quinoa, mais, amaranto, manioca...L'avena è da limitare!)
• Legumi (fagioli, piselli e lenticchie in primis)
• Verdura e frutta, preferibilmente cruda
• Frutta secca e semi
• Tonno, sgombro, sardine, salmone, aringhe
• Pesce magro
• Carne bianca magra - da limitare
• Latticini non vaccini (bufala, capra, ecc...)- da limitare
• Oli vegetali spremuti a freddo non raffinati (extra vergine di oliva, semi di girasole, semi di lino di enotera...)
• Uova - da limitare
• Spezie ed aromi al posto del sale (che va limitato)
• Zucchero di canna integrale



Care amiche, 
prendiamoci sempre cura di noi stesse, facciamo in modo che diventi una bella abitudine
So per certo che tante di noi, io in testa, tendiamo a trascuraci, ma poi paghiamo sempre le conseguenze. 
Magari, cominciando a condividere e a partecipare anche a ciò che non ci riguarda direttamente, è importante per pensare di più a noi, perché dobbiamo essere consapevoli che dietro l'angolo possono esserci delle sorprese poco piacevoli.
Forza, forza, forza!!!! 
Vi lascio la mia prima ricetta.
A prestissimo.
Sabrina



Riso e crema di sedano rapa allo zafferano.



Per due persone:

gr. 160 di riso carnaroli
un sedano rapa
una piccola patata
una piccola cipolla
fili di zafferano
olio evo e sale integrale di Cervia (o gommasio)
scaglie di formaggio di capra stagionato 



In una pentola mettere a soffriggere la cipolla tagliata a fette con un cucchiaio di olio extravergine.
Pulire e lavare una palla di sedano rapa e una piccola patata. Tagliare tutto a pezzetti e aggiungere alla cipolla. Fare insaporire e coprire con acqua bollente. Cuocere per circa 20 minuti, fino a quando le verdure sono completamente cotte. Aggiustare con un poco di sale o gommasio. Frullare fino a ridurre le verdure in crema.
Il quantitativo di crema ottenuto è assolutamente superiore a quello che poi ci servirà per condire il riso, quindi ne prendiamo solo una parte, circa 6/7 cucchiaiate, nelle quali andiamo a stemperare quale filo di zafferano. Il resto della crema è buonissima servita semplicemente con qualche crostino di pane e un filo d'olio.
Tostare il riso in una pentola di acciaio antiaderente, fino a quando i chicchi non risultino traslucidi. Aggiungere a poco a poco acqua bollente leggermente salata, fino a completa cottura.
Mantecare il riso con la crema di sedano e due cucchiai di olio evo. Guarnire con qualche scaglia di formaggio di capra stagionato.


mercoledì 6 febbraio 2013

Lenticchie corallo e verza, la zuppa.

Arrivo da un perfetto week end alle terme di Sirmione.
Perché perfetto? Perché ero con le amiche, vecchie e nuove, deliziose, perché la località, l'albergo e le terme sono indimenticabili, perché staccare dallo stress quotidiano è un toccasana, perché questo momento ha rinnovato la voglia di prendermi cura di me, dentro e fuori.
Sarebbe bellissimo poter mettere a sistema un fine settimana così al mese. La qualità della vita aumenterebbe in modo esponenziale. Ci proveremo, intanto continuo a godere dei frutti raccolti...

Le lenticchie rosse, denominate "corallo" me le ha regalate la mia sorellina a Natale, insieme ad altri prodotti equosolidali. Sono essiccate a terra, in Libano e successivamente decorticate. Velocissime da preparare perché non necessitano di ammollo e cuociono in dieci minuti.
La verza è una delle ultime dell'orto di babbo, che quest'anno ha fatto poco poco, a causa di quell'anca ballerina che gli fa tanto male. Siamo in attesa della chiamata per la protesi che gli ridarà quella qualità di vita che gli permette di fare tutte le cose che lo fanno sentire ancora in gamba e indipendente. Alla bella età di 82 anni, babbo guida ancora senza intralciare il traffico, va in bicicletta, va a prendere i nipotini da scuola, fa l'orto, la spesa e tante altre cose che vuole (lo vogliamo tutti in famiglia)  continuare a fare ancora per tanto tempo.  Povero lui che muore dalla paura, ma ha talmente tanto dolore che non vede l'ora di andare!
 
Zuppa di lenticchie corallo e verza.

 
 Per due persone:

gr. 150 di lenticchie rosse
4 foglie grandi di verza
1 piccola cipolla gialla
2 cucchiai di olio evo
brodo vegetale q.b.
sale marino integrale 

In una pentola di coccio scaldare l'olio con la cipolla e un pizzico di sale.
Lavare e tritare grossolanamente la verza e aggiungerla al soffritto.
Lavare le lenticchie e aggiungerle al resto delle verdure, mescolare per insaporire.
Coprire con del brodo vegetale bollente fatto in precedenza con una carota, un gambo di sedano e una piccola cipollina steccata con un chiodo di garofano.
Fare cuocere coperta per circa 150 minuti.
Servire con un filo d'olio crudo..
Detox time.
Sabrina


mercoledì 23 gennaio 2013

Vegan, detox, energy, light, superbuono: Cake datteri e noci.

Una nuova puntata della "retrospettiva" Digestive & co.
Il dattero è un alimento molto indicato nei casi in cui vi è una necessità di energia immediata, come quando si fa sport o agli studenti nel periodo di intenso sforzo mentale, e ancora alle donne in dolce attesa.
Sono però assolutamente proibiti a chi soffre di iperglicemia: 100 gr. di datteri ci regalano ben 260 calorie e il 70% di zuccheri, ma sono ricchissimi di potassio, calcio, fosforo, magnesio, vitamina A e B.
Oltre ad essere energetici, rimineralizzanti e lassativi, combattono anche la decalcificazione ossea e le infiammazioni a carico dell'apparato respiratorio.
Preferiamo sempre i datteri freschi a quelli secchi, per il maggior contenuto di vitamine ma anche per l'assenza della glassa di glucosio che serve per la conservazione.
Il dattero contrasta anche i radicali liberi e l'invecchiamento naturale delle cellule e viene consigliato per la prevenzione dei tumori.
Lo sciroppo si ottiene bollendo i frutti in acqua e è un buon rimedio per tosse e raffreddore.

In cucina.
Qualcosa di sublime nell'uso salato?
Datteri freschi avvolti nel bacon e saltati in padella. Non fatene tanti però, perché uno tira l'altro, ma come appetizer sono fantastici.

Qualcosa di dolce?
Questo cake ricco di fibre preziose, di vitamina B e privo di grassi, dove i datteri hanno la funzione di burro. Una versione simile è anche uno dei dolci preferiti da Alla Bay.

Cake datteri e noci


Ingredienti:

gr. 175 di datteri freschi
gr. 250 di succo di mele senza zucchero
gr. 60 di malto di orzo (io gr. 30 di miele)
gr. 175 di farina di farro integrale
1 cucchiaino di lievito per dolci
gr. 75 di noci spezzettate
1 cucchiaino di vaniglia in polvere ( io mezzo baccello)

Mettere i datteri in una pentola con il succo di mela e cuocere adagio per 10 minuti. I datteri devono risultare un purè. Togliere dalla fiamma, lasciare raffreddare e aggiungere il malto. 
nota: avevo finito il malto e ho usato il miele dimezzandone la dose e aggiungendo un altro poco di succo di mele per riequilibrare i liquidi. La prossima volta utilizzerò solo il succo di mele, perché lo preferisco meno dolce.
In una terrina mescolare la farina, il lievito, le noci e la vaniglia, unire il composto di datteri e amalgamare bene.
Versare in una teglia da plumcake  di cm 27x12, oliata e infarinata e cuocere in forno circa 45 minuti a 180°.
Lasciare raffreddare prima di togliere il dolce dalla teglia.

Ottimo per la colazione.
Buon detox time.
Sabrina

sabato 12 gennaio 2013

Retrospettiva: Digestive & co.


Questa parola mi piace da impazzire, retrospettiva
dal latino retrospectus, participio passato di retrospicere, composto di retro (dietro) e spicere (guardare). Che riguarda indietro, che descrive avvenimenti passati.
Questa è l'etimologia del termine che con i biscotti digestive & co molto probabilmente con ha nulla a che vedere. 
Ma cercando sfumature diverse dello stesso (dio quanto mi piace farlo!), si può intendere anche come: rassegna, mostra che illustra l'evoluzione di un artista, di un movimento artistico, culturale ecc. 

Ora, cosa mi vieta di associarla ai biscotti? Non sono anche loro un'opera d'arte? Non hanno pure loro una storia, un'origine? La loro divulgazione non ha fatto si che la ricetta fosse sottoposta a differenti interpretazioni?
Bene, sempre per restare in tema di detox, mi sono appassionata a questo biscotto e ho cercato un po' in giro, sia nei miei libri di cucina che nel web, trovando tante versioni sia del famigerato digestive che biscotti preparati con i cereali. Ho pensato quindi di provare tutte le ricette che mi hanno colpita maggiormente e di pubblicarle un poco la volta (con la mia ben nota incostanza, non finirò mai :D).

I Digestive sono forse i biscotti made in England più conosciuti. 
Furono inventati dal panettiere di Edimburgo, in Scozia,  Robert McVitie nel 1830 circa. Il figlio che lavorava nel suo panificio, sviluppò ulteriomente la ricetta e cominciò a produrre questi biscotti su larga scala.
Li chiamò Digestive perché contengono bicarbonato di sodio, noto per essere un antiacido che aiuta la digestione. In realtà il biscotto confezionato contiene circa 70 calorie a pezzo e una serie di ingredienti quali lo zucchero, le farine, olio idrogenato e lievito che non lo rendono proprio un prodotto light.
Ma questo è anche tipico dei biscotti confezionati.

Preparandoli in casa, oltre alla soddisfazione di mangiare un prodotto genuino, non dico che le calorie diminuiscano, ma la qualità delle materie prime ci farà comunque ottenere un biscotto migliore e assolutamente più gustoso. Poi contengono avena, che amo molto, perché è un toccasana per la salute essendo ricca di proteine e fibre, con un basso indice glicemico.

Comincio con una ricetta che mi sono trovata nel mio quaderno, ma di cui non ricordo dove l'ho pescata non avendolo scritto da nessuna parte.
Li chiamerò:

Biscotti di aveva e farina di mais bianco.
  


Ingredienti:

100g di fiocchi di avena
50g di farina di mais biancoperla
50g di farina integrale 
35g di zucchero di canna Muscovado
35g di zucchero di canna 
90g di burro di capra
2 1/2 cucchiai di latte
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1/2 cucchiaino di fleur de sel 

Nel mixer frullate i fiocchi d'avena per pochi secondi fino a tritarli ma non finemente.  Aggiungere il resto degli ingredienti secchi e mescolare. A questo punto aggiungere il burro freddo di frigo e il latte (magari 1/2 cucchiaio tenetelo da parte e metterlo solo se l'impasto lo richiede). Impastare molto velocemente, come per fare una frolla, per far si che il burro non si scaldi tanto. Coprire con la pellicola e mettere in frigo a riposare per una mezzora.
Stendere poi l'impasto con spessore di 3 o 4 mm tra due fogli di carta forno infarinando un po' il panetto prima di cominciare. Tagliare i biscotti con la forma che preferite e appoggiarli su una teglia coperta di carta forno. Mettete la teglia in frigo per una 20ina di minuti: questo aiuterà a far si che i biscotti mantengano di più la forma. Infornare in forno preriscaldato a 170° per circa 12/15 minuti. 
Sfornare e far raffreddare su una gratella.
Alla prossima e buon fine settimana.
Sabrina