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10 dicembre 2017

La Colatura di Alici di Cetara, questa non più sconosciuta


Ho accettato con entusiasmo il blog tour organizzato dal Calendario del Cibo Italiano a Cetara (Sa) ai primi del mese per due imprescindibili motivi. Il primo è il legame affettivo e indissolubile che mi sposa a queste terre campane, che frequento da quando ero piccola, ed ogni scusa è buona per ritornarci e una gioia poter assaporare di fatto la gioviale spontaneità dei suoi abitanti; il secondo, forse più importante, è non aver mai assaggiato prima la famosa Colatura di Alici.
Quindi, come prendere due piccioni con una fava: avrei fatto il pieno di napoletanità verace ed energia positiva per concludere più in forma l'anno in corso e avrei esaudito sul campo la curiosità e golosità di food blogger (se tale volete chiamarmi :-)).
Sono stati giorni intensi, in tutti i sensi: partendo dal meteo, che ci ha sfortunatamente regalato tanta pioggia in ogni momento, a parte uno sprazzo di sole e arcobaleno giusto durante la maratona cuciniera negli abissi dell'hotel Cetus (ma di questo ne parlerò a parte); passando attraverso le visite aromaticamente robuste di produttori di alici e colatura (terminando la giornata, fortunatamente, con i profumi agrumati di liquori e delizie della Costiera di AgroCetus); concludendo la domenica con gli scorci bagnati, ma non per questo meno suggestivi, di questo borgo marinaro ai confini della Costiera Amalfitana.



Si potrebbe leggere la storia della Colatura, le sue origini e come si fa per ottenerla dal sito di Amici delle alici, l'Associazione cetarese nata per valorizzare, difendere e promuovere questo prezioso liquido ambrato (a cui si deve, inoltre, la perseveranza nell'intraprendere la strada per la DOP), oppure sul sito di qualche produttore sempre Amico delle alici, come Iasa, Delfino o Nettuno, che abbiamo avuto il piacere di visitare.







Ma è dalle parole di Giulio Giordano, Giulio Nettuno da noi soprannominato, che vorrei la ascoltaste.
Mi sono sentita subito attratta da quest'uomo, dalla sua accoglienza familiare, dalla sua parlata, dall'intonazione della sua voce: pura poesia lessicale, lo si poteva ascoltare anche ad occhi chiusi e vedere comunque impresse le sue mani che toccavano le alici, i terzigni, le pietre marinare, come da anni ripete senza stancarsi mai. E vivere con lui in quei pochi minuti le stesse emozioni che prova nel sistemare le acciughe, spargere il sale, coprire, aspettare con infinita pazienza (e tante coccole e attenzioni) la trasformazione in elisir pregiato, culminando nel momento più atteso dell'anno da tutta la borgata, la spillatura finale, che regalerà il nettare ambrato così tanto atteso e che vedrà la sua miglior interpretazione nei tradizionali Spaghetti alla Colatura della Vigilia.

Assaporate questo racconto, non perdete neanche una parola di Giulio Nettuno, che ci regala anche una doppia sorpresa finale: il piacere mio nel registrarlo raddoppierà quando anche altri ne potranno godere. E non ascoltate chi dice di conservare in frigorifero la bottiglia di Colatura aperta: si mantiene in dispensa, avendo l'accortezza di tapparla con uno spicchio di aglio o un ciuffo di origano secco, parola di Giulio!

Questa è la gente di Cetara, tanto semplice quanto altrettanto fascinosa, dalle mani esperte e rapide sempre immerse in quintalate di alici, pregne del loro odore pungente, e mai stanche, pronte a ricominciare ad ogni nuova primavera, per una nuova Colatura.






Scapezzatura: operazione manuale effettuata alle alici appena pescate, che vengono deapitate ed eviscerate per essere poi sistemate nel terzigno.
Terzigno: il contenitore in legno per le alici, chiamato così perchè grande quanto la terza parte di una botte.
Tompagno: coperchio di legno che chiude il terzigno, sul quale viene appoggiata una pietra marinara.
Vriale: attrezzo appuntito usato per praticare il foro sotto al terzigno dal quale uscirà la colatura.



Senza titolo


E nel presepe settecentesco della Chiesa di San Pietro Apostolo di Cetara 
non poteva mancare la statuina di Giulio Nettuno mentre spilla la colatura dal suo terzigno.


I miei compagni di Colatura:


25 febbraio 2017

Fried Chicken, ovvero il (buon) pollo fritto per l'MTC#63


Si fa presto a dire Pollo Fritto... ma come farlo bene, come solo nel paese a stelle e strisce sanno fare il vero Fried Chicken?
Ci pensa l'Mtchallenge, nella persona di Silvia, vincitrice della scorsa sfida sui Macaron, a svelarci trucchi e segreti con questa nuova sfida di Febbraio, dedicata appunto a questo povero volatile da cortile (beh, forse una volta :-)), fritto e rifritto a puntino da tutta la Community che si è poi sbizzarrita ad abbinarlo alle salse più classiche e/o più fantasiose.
E così ci illustrano segreti ed accostamenti per una perfetta marinatura, quale miglior grasso poter usare, e aggiungono nientepopodimeno che un mini trattato sulla frittura assoluta, quella nel glucosio monoidrato.
Tutto bello e facile, a parole.
Parole che mi stampo, mi appunto, mi tengo vicino con le pagine salvate sull'iPad, sull'iPhone, sull'iMac... ma niente, è un pollo sbadato il mio, campagnolo e ribelle, anticonformista e forse anche un pochino menefreghista, convinto di saper predicare bene e razzolare ancora meglio...e probabilmente ha razzolato bene, tenace come si è presentato alla cottura!

Ho seguito alla lettera le indicazioni date da Silvia per la versione classica con la panatura di sola farina, mentre ho preferito usare la mia panatura speziata preferita (con cui faccio il pollo fritto non fritto, ma quella è un'altra storia, a breve sul blog, stay tuned :-)) per la versione a fantasia personale, aromatizzando ulteriormente anche la marinatura.

Presumo, (con innata (falsa) modestia o scellerata spavalderia? :-)), di aver fatto confusione con le foto richieste e quindi di giocarmi la sfida fuori concorso. Ma tant'è, il pollo fritto e mangiato fu, il lavoro tanto e (abbastanza) meticoloso, la stesura del post lunga e laboriosa (un abbraccio virtuale consolatorio e la fascia di #super-lettrice-consolidata-che-non-si-ferma-alle-immagini per chi riesce ad arrivare alla fine!) che mi sono autoimposta di pubblicare comunque, quali che siano poi le conseguenze.

I consigli di Silvia per fare il latticello in casa
Per conferire al pollo fritto morbidezza durante la cottura è necessario che la carne venga sottoposta a marinatura preferibilmente con il latticello per un minimo di 4 ore fino a una notte intera.
Il latticello, in inglese buttermilk, è il residuo della trasformazione della panna in burro, dal sapore acidulo; si usa in pasticceria per rendere le preparazioni morbide e soffici, inoltre è utilizzato per marinare carni e selvaggina per ammorbidirne la consistenza e mantenerne l’umidità al cuore durante la cottura.
Si può tranquillamente fare in casa, scegliendo il metodo più a noi consono. 

Ingredienti per 500 g circa di latticello:

1) 1 l di panna fresca

Versate la panna nella planetaria e montatela a velocità media per 20 minuti circa, fino a quando la parte grassa diventerà burro e si separerà dalla parte liquida, il latticello. Filtratelo con un colino a maglie strette e strizzate bene il burro.
Sciacquate il burro sotto l’acqua fredda e riponetelo in un contenitore in frigo; versate invece il latticello sulla carne ricoprendola interamente, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno 4 ore, meglio se tutta la notte.

2) 250 g di latte parzialmente scremato
    250 g di yogurt magro
      10  ml succo di limone filtrato

In una ciotola versate lo yogurt e il latte e stemperateli, infine aggiungete il limone. Lasciate a temperatura ambiente per 15 minuti circa e poi versatelo sulla carne, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno 4 ore, meglio se tutta la notte.


Scansafatiche io, che nei supermercati di zona lo trovo facilmente, dato l'elevato numero di turisti tedeschi onnipresenti. Quindi di getto, senza neanche guardare perchè so dov'è, com'è, l'ho già preso mille altre volte, mi sono fiondata a occhi bendati sul banco frigo ed ho afferrato il consueto barattolo targato Mila. La sorpresa a casa: hanno cambiato leggermente il prodotto, ora si chiama Perla di latte, ed è anche molto più denso. Ma ormai la carne era già avvolta da questa morbida nuvola bianca e così la lasciai; in fin dei conti, avrebbe comunque reso egregiamente il suo servizio. Ho dovuto solamente tamponare i pezzi di pollo con carta da cucina per eliminare la crema dopo averli lasciati scolare sulla gratella.

Il pollo fritto nella sua versione più semplice, viene infarinato perfettamente e immerso in olio bollente, ottenendo una crosticina sfogliata, asciutta, sottile e croccante. E’ consigliato friggere massimo 3/4 pezzi di pollo alla volta in una padella dai bordi alti, dove la carne è completamente immersa nell’olio, ad una temperatura compresa tra i 180° e i 190°. Non avendo a disposizione un termometro per verificare che l’olio sia abbastanza caldo per immergere il pollo, basterà mettere un piccolo pezzo di pane vecchio nell’olio e quando dorerà sapremo che l’olio è a temperatura.


POLLO FRITTO
(infarinato, come da ricetta di Silvia)


pollo fritto-fried chicken


 Ingredienti:

1000/1300 g di pollo con ossa e pelle
(cosce, sovracosce ed ali)
1,5 l di olio per friggere *
200 g farina
sale/pepe


Il pollo va messo a marinare a pezzi:  personalmente divido le sovracosce e le ali a metà (la punta finale di queste ultime va scartata).
Preparate un piatto fondo per appoggiare il pollo infarinato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo.
Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno (per me anche tamponato, vista la notevole cremosità del latticello usato). Preparate una ciotola abbastanza capiente per contenere 3/4 pezzi di pollo alla volta e metteteci la farina con il sale e il pepe; in alternativa mettete farina, sale e pepe dentro un sacchetto alimentare capiente.
Prendete 3 pezzi di pollo, metteteli nella farina ed infarinateli pressando leggermente le carni oppure inseriteli nel sacchetto, chiudetelo ed agitate finché tutti i pezzi non saranno ben infarinati.
Scuoteteli per eliminare la farina in eccesso ed appoggiateli sul piatto preparato in precedenza.
Procedete panando il resto del pollo.


pollo fritto-fried chicken


In una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 180° circa. Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo.
Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più. Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 6/8 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo, scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente.
Una volta asciutto, se desiderate potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120° circa, infornandolo sulla placca da forno.


pollo fritto-fried chicken



* ho voluto sperimentare la frittura in grasso profondo con il graisse de canard che avevo preso in Francia mescolato a quello che avevo recuperato dalla cottura del nostro ultimo tacchino.
In questo breve video si vede il pollo che frigge allegramente; però l'odore di questo grasso è molto forte e non so ancora se mi sia piaciuto o meno; anche perchè, purtroppo, avendo poco grasso a disposizione, ho fatto solo 4 pezzi e la coscia è rimasta indietro di cottura, nonostante i 10 minuti buoni che ha fritto. Ma cuocerla di più l'avrebbe carbonizzata esteriormente; probabilmente bisognava mantenere la temperatura sui 170° e non oltre.
Oltretutto, il pollo comperato al supermercato (scelto dietro consiglio del macellaio, nato, cresciuto semilibero, macellato in Italia e nutrito non so con cosa) doveva essere di tipo semiruspante, perchè faticava a cuocere (anche il rimanente che ho messo in forno); da qui la conclusione che, probabilmente, per una cottura più veloce servano i polletti meno pregiati, quelli che non danno soddisfazione alle mascelle, ma si sciolgono come neve al sole (e non è un pregio, sia ben chiaro :-)).



POLLO FRITTO SPEZIATO
(my way)


pollo speziato fritto-mtc63



Ingredienti:

1000/1300 g di pollo con ossa e pelle
 (cosce, sovracosce ed ali)
3/4 uova medie
pepe di Timut, per la marinatura
coriandolo in semi, per la marinatura

per il pane speziato:
pane grattato
spezie a sentimento *

2 l di olio per friggere


Marinatura: 6 ore in latticello (per me Perla di latte Mila) aromatizzata con semi di coriandolo pestati e pepe di Timut macinato (pepe provieniente dal Nepal, con bacche più piccole e scure del cugino di Szechuan. Aroma più intenso e forte, con un'incredibile nota agrumata che ricorda il pompelmo e il  profumo del frutto della passione. Scoperto in Francia, me ne sono innamorata: lo consiglio vivamente!).

Pane speziato: ne preparo sempre in quantità e lo conservo in frigorifero, in un vasetto ermetico, sempre pronto all'uso. Fantastico anche per dare uno zic diverso ed accattivante alle solite cotolette. Regalo sempre apprezzato dagli amici che siedono alla nostra tavola :-))
Confesso che non è mai lo stesso della volta precedente, anche se comunque resta sempre molto simile, perchè le spezie vanno e vengono (soprattutto in quantità) conforme l'estro del momento... o l'occhio poco vigile che vede e non vede i vasetti sulla mensola.
Unità di misura è il cucchiaino da tè (intero, metà, la punta), prova d'assaggio... il mio naso :-))

Curcuma, curry di Goa, paprika dolce, paprika forte, paprika rosa, mix chili dolce (chili, paprika, pepe, pepe della Giamaica, coriandolo, chiodi di garofano, cunmino, sale, aglio), mix 4 épices (pepe nero, chiodi di garofano, cannella, noce moscata), galanga, fenugreek, coriandolo, zenzero, coriandolo, mango... mi sembra di averli nominati tutti.



marinatura mtc63



Il pollo va messo a marinare a pezzi:  personalmente divido le sovracosce e le ali a metà (la punta finale di queste ultime va scartata).
Rimuovete il pollo dalla marinatura, lasciatelo scolare sopra una gratella posta su un foglio di carta da forno per mezz’ora almeno (per me anche tamponato, vista la notevole cremosità del latticello usato). Preparate un piatto per appoggiare il pollo impanato, un piatto piano coperto da carta assorbente per appoggiare il pollo appena fritto e una placca da forno coperta anch’essa da carta assorbente per riporre il pollo fritto in forno e tenerlo al caldo.
Mettete le uova in una ciotola che possa contenere almeno 3/4 pezzi di carne alla volta e sbattetele bene con una forchetta. Ponete il pan grattato in una ciotola capiente.
Prendete un pezzo di pollo alla volta, immergetelo nell’uovo e passatelo nel pan grattato speziato, pressando bene le carni. Appoggiate il pollo sul piatto e procedete con la panatura dei pezzi rimanenti.
In una casseruola dai bordi alti versate l’olio e scaldatelo a fuoco medio fino alla temperatura di 180° circa. Se non avete il termometro mettete un pezzo di pane nell’olio, quando dorerà sarà il momento di immergere il pollo.
Immergete nell’olio 3 pezzi di pollo alla volta. Osservate l’olio: il pollo appena immerso friggerà formando molte bolle grandi e man mano che si cucinerà le bolle diminuiranno sempre più. Quando il pollo avrà una colorazione dorata ed omogenea, ci vorranno circa 6/8 minuti di cottura a seconda della grandezza del pezzo (per me quasi 15!), scolatelo dall’olio ed appoggiatelo sul piatto con la carta assorbente.
Una volta asciutto, se desiderate potete tenerlo al caldo nel forno preriscaldato a 120° circa, infornandolo sulla placca da forno.


pollo fritto-fried chicken


Queste cosce sono risultate cotte meglio delle precedenti (alette e sovracosce a metà non hanno avuto mai problemi, essendo più piccole): ho mantenuto volutamente la temperatura leggermente più bassa, sui 170°, ed ho allungato leggermente i tempi, non di molto per non avere poi dei pezzi carbonizzati esteriormente.
Come dicevo prima, il pollo comperato al supermercato (scelto dietro consiglio del macellaio, nato, cresciuto semilibero, macellato in Italia e nutrito non so con cosa) doveva essere di tipo semiruspante, perchè faticava a cuocere (anche il rimanente che ho messo in forno); da qui la conclusione che, probabilmente, per una cottura più veloce servano i polletti meno pregiati, quelli che non danno soddisfazione alle mascelle, ma si sciolgono come neve al sole (e non è un pregio, sia ben chiaro :-)).
O molto probabilmente, nei locali specializzati in queste pietanze, può essere che diano una precottura al pollo (il problema sono le cosce), forse anche a vapore, chissà... bisognerebbe fare un'incursione spionistica da KFC :-))



MY COLESLAW


Da quando ho assaggiato l'originale in gioventù non l'ho più perso di vista. Ideale con il fritto perchè fresco e molto appetibile e pulisce la bocca dall'untuosità rilasciata dal pollo. Questa insalata è buona anche il giorno dopo, ma le verdure perdono un pò in croccantezza.


my coleslaw



Ingredienti per circa 600 g di verdure:

cavolo cappuccio verde
cavolo cappuccio rosso
carote
mela granny smith
sedano
4 cucchiai colmi di maionese (homemade) *
4 cucchiai colmi di panna acida o yogurt magro
3 cucchiai di aceto di mele
2/3 cucchiaini di zucchero
1/2 cucchiaini di senape
sale/pepe (di Timut)


coleslaw


Tagliare tutte le verdure a julienne (a coltello o col robot), carota e mela anche con una grattugia a fori larghi.
Preparare la salsa unendo la maionese con la panna acida (sempre in uguale quantità) e condirla con l'aceto, lo zucchero, la senape. Salare e pepare: assaggiare e correggere a proprio gusto.
Condire l'insalata con questa salsa e porre in frigo per un paio di ore.

* Maionese homemade: 1 uovo e 1 tuorlo - 250/300 ml di olio di semi di girasole bio spremuto a freddo - succo di limone- aceto di mele - senape - sale/pepe.
Si può usare un mixer ad immersione o il Bimby: scaldare metà olio in un pentolino fino a 121°. Nel frattempo iniziare a montare le uova con un cucchiaio di succo di limone, sale e pepe; unire l'olio caldo a filo molto lentamente. Proseguire unendo anche l'olio freddo finchè la salsa sarà ben emulsionata. Assaggiare ed aggiustare di limone e/o aceto di mele e/o senape a proprio gusto. Lasciar raffreddare e conservare in un vaso ben chiuso in frigorifero.



CONSERVA DOLCE DI CIPOLLE DI TROPEA


La nostra preferita, che abbiniamo indistintamente a carne e formaggi.



salad & dipping


Ingredienti:

500 g di cipolle di Tropea
250/300 g di zucchero
1 mela sbucciata e grattugiata
il succo di un limone
una foglia di alloro
qualche grano di pepe selvaggio del Madagascar (Voatsiperifery)


Affettare le cipolle finemente. Metterle in una casseruola con lo zucchero, la mela e il succo di limone. Unire anche alloro e pepe precedentemente avvolti in una garza legata. Far prendere bollore e cuocere semicoperto a fiamma medio/bassa per circa un’ora: la conserva è pronta quando le cipolle sono diventate traslucide. Eliminare gli aromi.
Invasare a caldo (nei vasetti sterilizzati 10 minuti in forno a 100°), chiudere bene, capovolgere, coprire con un panno fino a completo raffreddamento.
Sottovuoto si conserva per lungo tempo, ma una volta aperto il vasetto meglio conservarlo in frigo e consumare la conserva entro 15/20 giorni.



SALSA PICCANTE AL POMODORO


La tradizionale pommarola, il sugo al pomodoro casalingo onnipresente su tutti i fornelli, aggiustata a piacere con una nota speziata semipungente. Una specie di BBQ sauce de noantri, da fare quando avanza del sugo preparato in precedenza.


Ingredienti:

aglio
cipollotto
olio extravergine di oliva


* miscela di erbe e spezie argentina, ora diffusa in tutto il Sud America: mix composto da sale fino, cipolla, origano, aglio, prezzemolo, pepe nero e paprika dolce.

Soffriggere leggermente l'aglio spremuto e il cipollotto tagliato fine in un paio di cucchiai di olio, ammorbidendo poi il soffritto con un goccio di acqua al bisogno. Unire poi i pelati tagliati fini e salare col dado (per gli irriducibili a cui è altamente antipatica l'acidità del pomodoro si può aggiungere anche un pizzico di zucchero). Cuocere brevemente a fiamma media finchè la salsa si sia ritirata alla giusta consistenza. Lasciare intiepidire la salsa e poi unire il mix di spezie a piacere, assaggiando fino ad ottenere l'intensità desiderata.



ROSE DI PATATE


Doveva essere una quadriglia di patate per avere un arcobaleno di colori, ma quelle viola sono risultate introvabili. Un'alternativa molto decorativa per far colpo sui vostri ospiti (se sono pochi, perchè necessitano di perderci un pochino i tempo).


potato roses


Ingredienti:

patate a buccia rossa
patate a buccia gialla
(non) patata americana (batata)
patate viola (non trovate)
sale aromatico
olio extravergine di oliva
timo fresco
pepe, facoltativo


Lavare bene le patate, strofinando la buccia con una paglietta fina. Affettarle sottili con una mandolina. Tuffarle in acqua bollente leggermente salata per un paio di minuti e scolarle su un telo.
Preparare un paio di strisce di carta forno lunghe circa 50 cm e larghe circa 8. Sistemare le fette di patate in fila sopra alla carta sovrapponendole, salare e pepare e aggiungere qualche fogliolina di timo. Avvolgere la striscia a spirale ben stretta, aiutandosi con la carta. Sistemare ogni rosa ottenuta in uno stampo antiaderente da muffin precedentemente oliato o imburrato (senza la carta). Condire con un filo di olio ed infornare a 180° finchè ben dorate e cotte, circa 25/30 minuti. Estrarre con delicatezza e servire.







... però, perchè tanta fatica quando ci si può riuscire con meno stress? :-)))


25 maggio 2016

Un cheesecake che parla sudista per l'MTC#57


Una vecchia pubblicità tormentone diceva che two is megl che one.
E all'Mtchallenge ci sono affezionati, tanto che la vittoria biscottosa dello scorso mese è toccata alla simpatica coppia partenopea di Assaggi di viaggio, aka Annalù & Fabio, che se la sono degnamente accapparrata (quasi all'unanimità) con un biscotto Acqua e menta dedicato ai propositori della sfida, una delizia per gli occhi e per il palato, da provare assolutamente!

La nuova ricetta scelta per la sfida #57 è stata il Cheesecake, offerta, ça va sans dire, in doppia versione dalla coppia vincente: dolce per lei, salata per lui.
A ornamento della presentazione della ricetta della sfida, come sempre l'immancabile infografica della Dani che ormai viaggia in coppia col psico-test di Giulia: risate a crepapelle assicurate!

A completamento, poi, ogni possibile approfondimento con i consigli di Eleonora per saper ritrovare in una preparazione il giusto equilibrio fra i 5 sapori fondamentali che il nostro palato percepisce (dolce/amaro/salato/acido/umami); quelli di Giulietta per preparare homemade la pasta buiscuit; le caratteristiche organolettiche dei vari tipi di formaggi cremosi utilizzabili nei cheescake di Alice; la ricetta degli americanissimi Graham crackers di Cristiana (base preferita di questo dolce nel paese a stelle e strisce, da me provati anzitempo con una ricetta simile); le notizie storiche (e semiesilaranti) di Federica sullo sviluppo dell'arte casearia per la produzione di formaggi morbidi; i pazzi consigli lasagnosi e le resistenze poetiche di Mari e Cristian sul perfetto abbinamento alcolico con il cheesecake; le dritte più dritte per gli appassionati di formaggio homemade (il famolo in casa de 'noantri) di Francesca.

Amo molto il cheesecake (dolce) e la mia ricetta preferita è fortemente americana: una base classica trasformabile dalle varianti di frutta e salse di stagione abbinabili.
Mi piacciono le versioni salate per gli aperitivi, quasi sempre in versione monoporzione, pratiche e più facilmente gestibili.
Per la sfida mi sono impegnata a fare la torta unica, anche se la tentazione di fare le piccole porzioni è stata forte fino all'ultimo.
Molte le idee abbozzate... anche con appunti e veri disegni su carta... la voglia di provare quel cardamomo affumicato (magari abbinato a un pesce?) che una dama di mondi lontani mi regalò... ma poi... galeotto fu il recente soggiorno tra profumi del nostro bel Sud, in quella parte di tacco così meravigliosamente riassunta (ed assaggiata) in questa splendida Masseria, immersi in un'oasi fuori dal tempo, come testimoniano questo delicate immagini.


cheesecake sudista



Un cheesecake solare, che parla sudista, perchè tutti i suoi semplici ingredienti raccontano del sole e della terra ricca di cui hanno potuto godere a lungo... e che non finirò mai di apprezzare e gustare ogniqualvolta mi capita l'occasione di rotolarci giù.
Solo un piccolo guizzo esotico nella salsa di accompagnamento, per avere una nota fresca e quel misurato pizzicorino, non troppo invadente.
Potrebbe sembrare piccolo lo stampo, ma è una preparazione che sazia: abbinata ad un'insalata mista di stagione può diventare un pranzo leggero e fresco.
Purtroppo nel mio (dis)ordinato regno di Caccavelland, non ho trovato il foglio di acetato indispensabile per un perfetto bordo; mi sono quindi arrangiata con una striscia di carta forno (e si vede, purtroppo).
Però... e qui me la tiro al massimo... sono fresca di acquisto di un ingegnoso ed utile marchingegno Fresco, rivelatosi molto comodo in questa preparazione... è stato quasi più lungo il tempo impiegato per il post che per il cheesecake :-)))
Non l'ho fatto ma credo sia meglio bagnare il coltello in acqua fredda prima di tagliare la fetta, in modo che nessuna briciola della base possa infastidire la purezza della crema di ricotta.
Non è perfetta, lo riconosco da sola: lo strato del chutney in alcuni punti non è perfettamento allineato con lo strato di crema, e penso sia dovuto alla non perfetta aderenza della carta forno.
Inoltre, penso che avrei dovuto aggiungere un po' più di burro alla base, o probabilmente col Bimby i taralli si sono polverizzati troppo, assorbendo così più materia grassa del dovuto.



cheesecake sudista


Per uno stampo a cerniera di 17 cm di diametro:

per la base:
200 g di tarallini pugliesi
25 g di pomodori secchi
60 g di burro
40 g di olio extravergine di oliva
un cucchiaino scarso di origano secco

per la crema:
250 g di ricotta di bufala
250 g di ricotta misto pecora
40 g di latte fresco
6 g di colla di pesce

per il chutney:
1 cipollotto
100 g di peperone giallo
3 cucchiai di passata di pomodoro
1 cm di zenzero fresco, grattugiato
40/50 g di aceto di mele
2 cucchiai di zucchero di canna
olio extravergine di oliva
sale q.b.
2 g di colla di pesce

per i pomodorini confit:
300 g di pomodori datterini
1 cucchiaio di zucchero di canna
olio extravergine di oliva
origano
sale q.b.

per il basilico fritto:
foglie di basilico della stessa grandezza
olio di semi di arachide o di oliva per friggere


cheesecake sudista



Pomodorini confit: si possono usare anche i ciliegini. Meglio abbondare perchè in cottura si riducono molto.
Tagliare i pomodorini a metà e sistemarli in una teglia da forno rivestita di carta forno. Cospargere sopra lo zucchero, il sale e l'origano. Versare un giro di olio e infornare a 150/160°, modalità statico, per un'ora e mezza circa. Lasciarli raffreddare e sistemarli in una ciotola, condendo alla fine con un altro giro di olio.
Si possono conservare in frigorifero per 15 giorni in un vaso a chiusura ermetica, ricoperti di olio.  
Base: frullare i taralli con i pomodori secchi, aggiungere il burro sciolto (ma non caldo), l'olio e l'origano ed amalgamare. Rovesciare il composto nella tortiera, rivestita di carta forno sul fondo e di acetato sul bordo, e pressare bene con il batticarne. Trasferire in frigo a rassodare o in abbattitore.
Crema: mettere la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per 5/10 minuti. Nel frattempo setacciare le ricotte con un colino a maglie strette. Scaldare il latte e scioglierci la colla di pesce ammorbidita e strizzata. Intiepidire il composto, quindi aggiungere un paio di cucchiai di ricotta e stemperare bene, in modo che si raffreddi ulteriormente. Poi unire al resto della ricotta ed amalgamare bene con una spatola.
Per essere tranquilli che non si siano formati grumi, ripassare la crema di ricotta ancora al setaccio. Versare poi sulla base di taralli e livellare bene col dorso di un cucchiaio, bagnandolo in acqua fredda al bisogno. Battere anche con delicatezza la tortiera sul piano di lavoro per eliminare eventuali bolle d'aria.Trasferire in frigo a rassodare o in abbattitore.
Chutney: affettare il cipollotto e soffriggerlo brevemente in un goccio d'olio. Aggiungere il peperone (pulito dai semi e tagliato a pezzettini) e lo zenzero, far insaporire, poi unire anche la passata di pomodoro. Dopo pochi minuti aggiungere l'aceto e lo zucchero. Cuocere per 15/20 minuti a fiamma bassa: se il composto dovesse asciugare troppo, diluire con un pochino di acqua o brodo vegetale. Al termine frullare finemente e passare al setaccio. Tenere da parte.
Quando la crema del cheesecake sarà rassodata, mettere la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per 5/10 minuti. Prendere 4 cucchiai colmi di chutney, diluirli con 30/40 g di acqua e riscaldare; unire poi la colla di pesce ammorbidita e strizzata ed amalgamare, continuando a mescolare con una spatola finchè si raffredda da poterla stendere sulla torta. Si livellerà da sola, al limite ruotare la tortiera per facilitare la stesura (non deve essere uno strato molto alto, piuttosto molto basso).Trasferire in frigo a rassodare o in abbattitore.
Basilico fritto: le foglie devono essere perfettamente pulite ed asciutte, anche se comunque schizzeranno ugualmente al momento del tuffo, per cui meglio premunirsi con un grande coperchio per ripararsi (a mo' di scudo, non per coprire la padella).
Scaldare l'olio e tuffare 2 o 3 foglie per volta. Friggeranno in pochi secondi, giusto il tempo di rigirarle delicatamente con una pinza, perchè non devono scurire, se possibile, ma mantenere il loro bel verde brillante. Scolare su carta assorbente.

Aprire la cerniera dello stampo, eliminare l'acetato, estrarre con delicatezza la torta e sistemarla su un'alzatina o sul piatto da portata. Decorare la superficie con i pomodorini confit e il basilico fritto e servire.

Per un aperitivo o un buffet in piedi, ideali sono le monoporzioni: in questo caso non servirà livellare troppo la base, e sia per la crema di ricotta che per il chutney, non occorrerà aggiungere la colla di pesce (con cui, personalmente, non vado molto d'accordo). La crema di ricotta si distribuirà con l'aiuto di una tasca da pasticceria con bocca larga a stella e si decorerà con il chutney (ristretto)  attraverso un biberon dosatore. In questo caso basterà una fogliolina di origano fresco in alternativa al basilico fritto.



cheesecake salata






31 dicembre 2013

Ultimi cavoli a merenda per Salutiamoci


Ultime ricette cavolose per la raccolta dicembrina di Salutiamoci, che termina proprio stasera.



Quiche di verze - Kapsa Pirukas


Una torta salata russa, estone per la precisione, con una pasta brisée molto leggera, preferendo ricotta e olio extravergine: rimane anche più croccantella al morso, il che non guasta.
Si può fare una torta unica, o dividere l'impasto in stampi monoporzione, con un'insalata ed un formaggio fresco morbido può diventare un pranzo completo.



kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart


Per una torta grande o 8 piccole:


Pasta Brisée:

200 g di farina 0
70 g di ricotta fresca vaccina
30 g di olio extravergine di oliva
50 g di acqua fredda

Impastare velocemente tutti gli ingredienti insieme, formare una palla, avvolgere nella pellicola e mettere in frigo a riposare per un'ora (si può eventualmente fare anche il giorno prima).


Ripieno:

una verza
scalogno/cipolla/porro
olio extravergine di oliva
sale marino integrale/pepe
3 uova sode a fettine


 kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart


Tritare finemente lo scalogno o la cipolla o il porro o un misto dei tre e fare un leggero soffritto, allungandolo con un goccio di acqua per stufare le verdure.
Nel frattempo pulire la verza e tagliarla a striscioline. Aggiungerla al soffritto, dare una bella mescolata, salare leggermente ed unire un mestolo di brodo vegetale o fatto col dado homemade.
Coprire e portare a cottura a fiamma bassa, togliendo il coperchio alla fine e facendo ritirare ogni residuo di liquidi a fiamma vivace. Far raffreddare.
Rivestire una teglia da forno con carta forno (se si usano stampi antiaderenti basterà ungerli con una goccia di olio). D
Dividere la pasta a metà, tenendo una parte leggermente più grande.
Col matterello stendere le due sfoglie, la più grande che ricopra la teglia e i bordi della teglia.
Versare le verze e disporre le fettine di uova. Ricoprire con la seconda sfoglia, sigillare bene i bordi aiutandosi anche con i rebbi di una forchetta. Praticare dei piccoli fori in superficie e decorare con gli avanzi della sfoglia a piacere. Pennellare con olio o uovo sbattuto, eventualmente ricoprire di semini.
Infornare a 180° per circa 25 minuti (qualcosa meno per le tortine singole), finchè ben dorata.


 Giardiniera di verdure sott'olio


Da fare a fine estate, quando ancora si trovano tante belle verdure estive da conservare e poi gustare nelle bigie giornate invernali, portando così in tavola ancora sapori e profumi della bella stagione andata.



giardiniera sott'olio



Verdure miste
(quando in stagione)

peperone rosso o giallo
cavolfiore
sedano
fagiolini
carote
zucchine
qualche foglia di alloro
qualche rametto di timo fresco
semi di coriandolo
grani di pepe
700 g di aceto di mele
olio extravergine di oliva


- Mettere l'aceto in una casseruola con mezzo bicchiere di acqua, un cucchiaino di sale e gli aromi e portare a bollore per qualche minuto.
- Nel frattempo pulire le verdure e tagliarle a pezzi.
- Tuffare le verdure una varietà alla volta nell'aceto aromatizzato, prima le verdure più chiare e meno saporite. Far bollire le verdure pochissimo, un paio di minuti o poco più (dipende anche dalla grandezza dei pezzi), a me piacciono che restino belle sode.
- Scolare le verdure con un mestolo forato e disporle su un canovaccio pulito ad asciugare. 
 - Sbucciare e tagliare a fette spesse le pesche (ma se piace si può lasciare la buccia). 
- Trasferire verdure e pesche in vasi ben puliti ed asciutti, cercando di sistemarle ben strette ma senza schiacciarle, aggiungere ancora qualche foglia aromatica, qualche seme di coriandolo e qualche grano di pepe, coprire con l'olio e battere i vasi delicatamente sul piano di lavoro per eliminare eventuali bolle di aria.
- Aspettare un paio di ore che l'olio penetri bene nelle fessure tra le verdure, rabboccare se necessario con dell'altro olio, chiudere con i tappi.
- Sterilizzare i vasi per circa 15 minuti da inizio bollore, scolarli e lasciarli raffreddare.
- Conservare poi al buio in luogo fresco ed asciutto.



Insalata di cavolo cappuccio


Un contorno semplicissimo, che mi piace molto e che nelle nostre regioni Altoatesine non manca mai nei ristoranti e nei buffet degli alberghi, è un classico evergreen!
Ingrediente essenziale è il cumino, che gli da quel particolare sapore inconfondibile.
 


Ingredienti:

cavolo cappuccio, bianco o rosso
olio extravergine di oliva
aceto di mele
semi di cumino tedesco
sale marino integrale/pepe



Togliere le foglie esterne del cavolo e il torsolo interno. Affettarlo molto finemente, meglio con affettatrice.
Fare un'emulsione con olio, sale, pepe e aceto, aggiungere i semi di cumino e condire il cavolo.
Lasciare riposare almeno un paio di ore prima di servire in modo che si amalgamino bene i sapori e il cavolo rilasci un po' del suo umore formando un bel sughino morbido.
Si può usare sia cavolo bianco che rosso.



3 novembre 2013

Mostarda di prugne all'anice stellato - Star Anise Plum Mostard


Un'idea di Paola, regina incontrastata di mostarde di casa Tamerici.
Ed anche la prima volta per me nell'utilizzare la senape liquida, che si recupera in farmacia, ora venduta in boccette da 100 ml (quando mai la finirò?) perchè per la vendita sfusa occorre la ricetta, essendo un ingrediente abbastanza tossico e perciò considerato pericoloso. Bisogna infatti utilizzarla con molta cautela ed attenzione: meglio se all'aperto, coprendosi il volto con una mascherina o un fazzoletto (tipo cowboy :-) ed indossando almeno i guantini monouso.
Le prugne ben si sposano con l'anice stellato, ne era risultata anche una confettura meravigliosa quando ci avevo provato un paio di anni fa.
Ora non resta che aspettare ancora qualche giorno di riposo e poi via all'assaggio, solo per verificare se sono stata troppo parca o esagerata con le gocce di senape!
Aromi e senape vanno sempre aggiunti a freddo, una volta fatta raffreddare la frutta sciroppata, e se lo dice Paola c'è da fidarsi!


mostarda prugne



Ingredienti:

1 kg di prugne
600 g di zucchero
anice stellato
8/10 gocce di essenza di senape


Lavare le prugne, asciugarle, dividerle a metà ed eliminare il nocciolo.
Metterle in una bacinella e coprirle con lo zucchero, dare una mescolata e lasciare riposare a temperatura ambiente coperte da un canovaccio per 12 ore.
Ogni giorno, mattina e sera, e per 3 giorni ripetere questa operazione:
scolare la frutta, recuperare lo sciroppo e farlo bollire a fuoco medio per qualche minuto. Versare subito sopra la frutta, mescolare e coprire col canovaccio.
E' normale che lo sciroppo si ispessisca giorno dopo giorno.
Il quarto giorno mettere la frutta e lo sciroppo in padella e cuocere qualche minuto. Poi togliere la frutta e ritirare lo sciroppo per 5/10 minuti, fino alla consistenza desiderata.
Far raffreddare la frutta sciroppata e quindi aggiungere la senape e qualche seme di anice stellato.
Invasare e conservare al buio e in un luogo fresco.


mostarda prugne




Star Anise Plum Mostard


My very first time using the mustard essence in preserving.
But this recipe belongs to Paola, the queen of jams and mostarde, cheerful leader of Le Tamerici, a brand you can trust on.
In Italy it's quite easy to find the mustard essence, sold in almost every chemist store, nowdays only in little bottles (but anyway, I will hardly think to get over my 100 ml bottle using only few drops at a time :-). But it's quite a toxic ingredient, considered dangerous, so to be used with caution: better outdoors, wearing a surgical mask (or covering your face with an handkerchief like a cowboy :-) and disposable gloves.
Plums go very well with star anise, I made a wonderful jam years ago. 
And remember Paola's suggestion: any flavor and mustard essence must be always added to cooled syruped fruit.


mostarda prugne


 You need:

1 kg plums
600 g sugar
star anise
8/10 drops of mustard essence

Wash the plums, halve them and remove the stones.
Pour the fruit in a bowl and cover with sugar, give a stir and let stand at room temperature and covered with a kitchen towel for 12 hours.
Every day, morning and evening, for 3 days repeat this operation:
drain the fruit and put the syrup to boil over medium heat for a few minutes. Pour immediately over the fruit, stir and cover with a kitchen towel.
It 's normal that the syrup thickens every day.
On the fourth day pour both the fruit and syrup in a pan and cook a few minutes. Then remove the fruit and thicken the syrup for 5/10 minutes, until the desired consistency.
Let the syruped fruit cool and then add the mustard essence and some star anise seeds.
Give a mix and pour into a jar, store in a dark and cool place.


mostarda prugne








This recipe is my personal entry to WHB #408
turning 8 this week,
hosted by Haalo from Cook Almost Anything for English edition
and Brigida of Briggis'Home for Italian edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!

20 ottobre 2013

Verdure in agro, ma anche sott'olio - Pickled Vegetables


Sono appena tornata da una breve visita a Roma, Napoli e Salerno: è sempre un piacere scendere verso luoghi cari e amati, soprattutto se si ha la fortuna di godere di bellissime giornate, illuminate da un sole caldo ed ancora estivo, quando da noi, invece, l'autunno si è prepotentemente e bruscamente insediato già da un pezzo (e per non smentirsi stasera già piove di nuovo).
Ho fatto scorta di mozzarelle troppo buone e inimitabili, di pane rustico a lieviazione naturale e cotto nel forno a legna (a 1,70 eu al kilo, un miraggio per noi nordisti! :-), di piatti colorati e allegri nell'emporio più vivace e caratteristico della zona. Ho conosciuto e pranzato in locali accoglienti e con ottimo cibo, riservando un tavolo per la prossima volta che scenderò dove la visita è stata troppo breve, ma non per questo meno intensa.
Ho ancora addosso il sole, la luce, i colori, i profumi e i sapori del nostro bel Sud, ma so che ben ben presto svaniranno ... ed allora mi sembrerà di riappropiarmene quest'inverno quando aprirò questi vasi, pieni di estive delizie croccanti e saporite.
Da un'idea di Paola, ancora fattibile trovando mature verdure sudiste al mercato.
Due opzioni per due vasi diversi: stesso procedimento e stesse verdure (si possono sostituire e/o aggiungere le preferite), ma in uno ho sostituito il liquido di cottura per la conservazione con olio extravergine di oliva, resteranno più morbide e  dolci all'assaggio.


verdure in agro



Ingredienti:

1 cavolfiore
500 g di pomodori verdi
4 carote
3 cipolle rosse
qualche peperoncino
(rosso piccante o verde dolce)
500 g di aceto bianco
500 g di vino bianco
300 g di zucchero (anche di canna)
1 spicchio di aglio
pepe in grani
bacche di ginepro
chiodi di garofano
un paio di foglie di alloro
sale fino


 verdure in agro


In una casseruola unire l'aceto, il vino, lo zucchero, l'aglio, qualche bacca di pepe e di ginepro, due o tre chiodi di garofano e un paio di cucchiaini colmi di sale. Far prendere il bollore e sobbollire a fiamma bassa 5 minuti, il composto si deve insaporire.
Nel frattempo preparare la verdura: il cavolfiore a cimette, le carote pelate a bastoncini, le cipolle a spicchi (tagliate in quattro), i pomodori a fette.
Sbollentare le verdure, un tipo alla volta e partendo da quelle più chiare (cavolfiore - pomodori - peperoncini - carote - cipolle), solo per un minuto: scolarle e disporle su un canovaccio pulito in modo che asciughino velocemente.
Passare il liquido di cottura attraverso un colino e lasciare raffreddare, o almeno intiepidire.
Invaso: disporre sul fondo del vaso due dita di liquido di cottura (o di olio extravergine di oliva), disporre le verdure a strati, schiacciandole delicatamente con le mani, unendo sempre un po' di liquido di cottura. A piacere aggiungere un paio di foglie fresche di alloro.
Quando il vaso sarà pieno, batterlo con delicatezza sul piano di lavoro in modo che il liquido riempia ogni spazio. Se si vedono bolle d'aria, spostare le verdure aiutandosi con uno stecchino lungo.
Prima di chiudere bene col coperchio si può mettere il tradizionale anello di plastica appuntito per tenere le verdure compatte.
Avvolgere in canovacci, sistemare i vasi in un pentolone, ricoprirli di acqua fredda (almeno 5 cm sopra i tappi) e sterilizzarli per 20/30/40 minuti dal bollore a seconda della grandezza dei vasi.



verdure in agro



Pickled vegetables

Just back from a quick trip to Rome, Naples and Salerno: so lovely there, still Summer weather, sunny and hot, while we are in the middle of real grey Autumn here (by the way, it's raining again).
I came home with fab buffalo mozzarellas, fantastic sourdough wooden oven baked bread (incredibly cheap! :-), tons of amazing colored decorated dishes from the more characteristic shop in the area.
Had lunch and good food in very nice and lovely places, and bookmarked some for next time I will be there.
These colored and tasteful jars will comfort me in the coming winterly months, they look like to bring Summer again on your table!
Yo can either use cooking liquid to preserve or extravirgin olive oil, for a softer and sweeter taste.



verdure in agro


You need:

1 cauliflower
500 g green tomatoes
4 carrots
3 red onions
some chili
(spicy red or sweet green)
500 g white vinegar
500 g white wine
300 g sugar or sugar cane
1 clove of garlic
peppercorns
juniper berries
cloves
a couple of bay leaves
salt


 verdure in agro


In a saucepan combine vinegar, wine, sugar, garlic, some pepper and juniper berries, two or three cloves and a couple of teaspoons of salt. Bring to the boil and simmer over low heat 5 minutes, to flavour the mixture.
Meanwhile prepare the vegetables : cut cauliflower into florets , peel carrots and cut into sticks, onions into four wedges, slice ​​tomatoes.
Blanch the vegetables, one type at a time and starting with the lighter ones (cauliflower - tomatoes - peppers - carrots - onions), just for a minute: drain and place them on a clean cloth to dry quickly.
Pass the cooking liquid through a sieve and leave to cool.
In the jar: place a little of the cooking liquid (or extravirgin olive oil) on the bottom of the pot, arrange the vegetables in layers, gently pressing them with your hands, adding always a little cooking liquid. If you like, add a few fresh bay leaves.
When the jar is full, beat gently on the work surface so that the liquid fills every space. If you see air bubbles, move the vegetables along using a long wodden stick.
Before you close tha jar with the lid, you can place the traditional plastic ring clip to keep the vegetables compact.
Wrap the jars in kitchen cloths, place in a big pot, cover with cold water (at least 5 cm over the lids) and sterilize by boiling for 20/30/40 minutes, depending on the size of the jars.






This recipe is my personal entry to WHB #406
hosted by Simona from Briciole
both Italian and English edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!

28 aprile 2013

Paté di mandorle - Almond Pâté


Ancora qualche giorno in compagnia di Francesca e delle mandorle, raccolta tutte le ricette con questo meraviglioso e salutare frutto, con la rubrica Salutiamoci si passerà alle golosissime e rossissime e allegrissime fragole!
Sto facendo la raccolta dei libri A Tavola con Marco Bianchi, per avere sempre nuove idee stuzzicanti e salutari.
Questo patè, peraltro molto gustoso, viene dal libro degli Antipasti.
E Marco sottolinea che: 
le mandorle sono molto ricche di fibre ed aiutano a combattere la stitichezza.
Sono un toccasana in caso di ansia, stanchezza ed insonnia.
Contengono moltissimo potassio, oltre a magnesio, ferro, calcio e soprattutto fosforo: tra tutti i frutti freschi sono quelli che ne contengono di più.



  paté mandorle


Ingredienti:

100 g di mandorle pelate
2 cucchiai di prezzemolo tritato
2 cucchiai di capperi sotto sale
1 spicchio di aglio
olio extravergine di oliva
1 cucchiaino di olio di sesamo bio
mezzo cucchiaino di curcuma
un pizzico di peperoncino


Togliere il sale dai capperi lasciandoli a bagno in acqua leggermente tiepida per almeno un paio di ore.
Sciacquarli bene e tamponare con carta da cucina.
Mettere tutti gli ingredienti nel frullatore e frullare ad alta velocità, aggiungendo l'olio di oliva a filo, regolarsi per la consistenza (Marco consigliava 10 cucchiai, ne ho messo qualcuno in più).

Ottimo spalmato su pane tostato integrale, ed in stagione si possono guarnire pomodorini ciliegini o datterini tagliati a metà.








paté mandorle



 Almond Pâté


A different  but healthy pâté, quick and easy to do.
Almonds are very rich in fiber and help to fight constipation.
They are a cure-all in cases of anxiety, fatigue and insomnia.
They contain lots of potassium, along with magnesium, iron, calcium and phosphorus: among all the fresh fruits they are the richest.
Great spread on toast, or to garnish halved cherry tomatoes: they will be perfect as appetizer!



paté mandorle



You need:

100 g blanched almonds 
2 tbs chopped parsley 
2 tbs salted capers 
1 clove garlic
extra-virgin olive oil 
1 tspn sesame oil 
half tsp turmeric
a pinch of dried chili


Remove salt from capers: let soak in lukewarm water for at least a couple of hours, then rinse well and dry with kitchen paper.
Pour all ingredients in a blender and mix at high speed, adding olive oil to have a nice texture (about 10/12 tbs).






This recipe is my personal entry to WHB # 381
hosted by Terry from Crumpets & Co
both for English and Italian edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!

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