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5 dicembre 2022

Fudge di cioccolato bianco e frutta secca

E come tradizione vuole, sarà un Natale super biscottoso al Club del 27 quest'anno!
Una vetrina golosa, fragrante, dolcemente invitante ad accendere subito il bollitore e prepararsi una bella tazza di tè fumante per godere appieno di questa carrellata festosa e decidere da quali cominciare.
Saranno perfetti per i nostri regali homemade, da dedicare alle persone più care, magari riuscendo anche a sgranocchiarli gioiosamente insieme!
Questa volta, confesso, sono stata forse un pochino pigra scegliendo una preparazione che non ha bisogno di accendere il forno, ma che mi ha subito conquistato per la sua presentazione colorata, per il cioccolato che la fa da padrone e perchè io amo i Fudge da tempi non sospetti (e per darmi ulteriormente la zappa sui piedi, a onor del vero ne ho un paio da anni nelle bozze e mai pubblicati, che disastro che sono! :-)))
Anyway, ecco qua ora un bel Fudge di base bianca, ma ravvivato dal verde pistacchio, il bruciato mandorla e l'arancio albiccoccoso, un trio godurioso di tutto rispetto!

La raccolta completa delle nostre piccole meraviglie qui, sulla pagina dedicata di MTChallenge.

Le ricette eseguite sono tratte da Bake from Scratch 2018-19 e Canadian Living Special Edition 2022.


E che siano feste biscottose per tutti!


white chocolate fruit&nut fudge


Ingredienti:
340 g di cioccolato bianco, tritato a coltello
210 g di latte condensato zuccherato
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
100 g di pistacchi interi non salati, tritati a coltello *
100 g di albicocche secche, tritate a coltello *
90 g di mandorle con buccia, tritate a coltello *
teglia 22x22 cm

* questa la dose della ricetta originale, 
ma ne sono bastati un quarto meno di ciascuno


Imburrare la teglia e foderarla con carta forno in modo da lasciare due lati lunghi per poi estrarre facilmente il Fudge.
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, unire il latte condensato ed amalgamare.
Fuori dal fuoco aggiungere la vaniglia e la frutta secca, tenendo da parte un cucchiaio abbondante di ogni frutto per la decorazione.
Versare il mix nella teglia e livellare bene.
Spargere sopra la frutta secca tenuta da parte spingendola leggermente nel mix per farla aderire bene.
Coprire e porre in frigorifero per almeno 4 ore.
Estrarre il Fudge aiutandosi con i lembi in esubero della carta forno e tagliare a riquadri della misura desiderata (si taglia con facilità anche senza bagnare il coltello con acqua calda).
Si può conservare per 15/20 giorni in frigorifero in un contenitore ermetico, separando eventuali strati con carta forno.

Ottimo come regalo natalizio, confezionato avvolto in carta trasparente per alimenti e un bel fiocco colorato; oppure tagliato a quadretti sistemando ogni quadretto in un mini pirottino di carta e poi tutti in una scatola bassa. Anche per servirli dopocena sono carini in un pirottino di carta appoggiati su un'alzatina.


white chocolate fruit&nut fudge

18 febbraio 2022

Tartellette al cioccolato e lamponi

Facili, veloci, zero sbatti, ma goduriose e lussuruose come un buon cioccolato sa esserlo! 
I lamponi piccoli cuori rossi per augurare il bene più grande a chi amiamo di più, perchè ogni giorno ci può essere un piccolo San Valentino vicino a noi.
Ricetta di Donna Hay.


tartellette cioccolato lamponi


Per 4 tartellette:
200 g di cioccolato fondente 70%
90 g di zucchero di canna
60 g di burro
60 ml di panna fresca
3 uova
35 g di farina
lamponi freschi


tartellette cioccolato lamponi


Accendere il forno a 150°.
In una casseruola a fuoco basso sciogliere insieme il cioccolato a pezzetti, lo zucchero, il burro e la panna fino ad avere una crema ben amalgamata.
A parte sbattere le uova con la farina setacciata finché il composto risulta liscio. Unire poi il mix di cioccolato mescolando bene.
Disporre in 4 stampini rotondi (diametro 10 cm) foderati con carta forno e guarnire coi lamponi. Abbondate pure coi frutti, io ne avevo trovati pochi.
Cuocere per 35/40 minuti, prova stecchino.
Servire con del gelato alla vaniglia.

Per i più cioccolatosi si può servire con una ganache al cioccolato sciogliendo in una casseruola a fuoco basso 300 g di cioccolato fondente 70% tritato con 250 ml di panna fresca, mescolando bene. Ma a me pare troppo troppo :-))

Le tartellette si possono conservare in frigorifero un paio di giorni avvolte nell'alluminio o in un contenitore ermetico; basterà poi farle rinvenire al microonde per pochi secondi. Si possono altresì congelare.


tartellette cioccolato lamponi


26 febbraio 2021

Aprigoji Mochanut Breakfast Loaves


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Era troppo lungo mettere il nome in italiano, mi sono sforzata di cercare qualcosa di accattivante e foneticamente valido abbreviando e mescolando i nomi come riescono a fare questi americani ma le mie papille cerebrali hanno ceduto a quelle gustative all'assaggio di questa bontà, lasciandomi in balia di insignificanti vocaboli... per cui meglio una spiegazione più chiara ma che certo non poteva ambire a titolo accattivante: Filoncini, o meglio, Plum-cake da colazione profumati al caffè (e Rum, se lo sono dimenticati :-)) con albicocche, nocciole e bacche di Goji.
Ricetta strepitosa, che mi ha golosamente strasoddisfatto, tratta dal libro Fruit Cake di Jason Schreiber, scelto per questo appuntamento mensile del Club del 27. Un libro dedicato dall'autore a tutti i curiosi che ricercano un dolce fruttato ma non banale, più o meno complesso nella sua esecuzione, che appaghi vista, palato e momento conviviale a lui dedicato.
Il titolo quasi ingannevole ce lo presenta come un dolce da colazione, da tagliare a fette le quali andranno poi tostate e spalmate generosamente di burro. Certo, si può seguire alla lettera il consiglio, saranno sicuramente più goduriose. Ma credetemi, anche al naturale regala emozioni goderecce, e non solo per colazione: sarà oltremodo un compagno ideale al momento del tè o per quella inevitabile voglia di qualcosa di dolce dopo la cena, divanati davanti alla tv :-)) 
La raccolta finale dei dolci con frutta qui.


Plumcake albicocche, nocciole, bacche di goji
 
Ingredienti:
250 g di farina 0
160 g di zucchero semolato
210 g di zucchero di canna chiaro
180 g di albicocche secche, tritate grossolanamente
50 g di bacche di goji
85 ml di rum scuro *
130 g di nocciole 
85 g di burro, fuso e raffreddato, più altro per ungere gli stampi
2 cucchiai di cacao, più altro per spolverare gli stampi 
un cucchiaino di lievito per dolci
la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio
2 cucchiaini rasi di polvere di caffè 
1 cucchiaino raso di sale
60 g di panna acida 
3 uova grandi 
85 ml di latte intero

Per la bagna:
65 ml di rum scuro *

* ho usato il Gingerbread Gin che avevo preparato in un'altra occasione del Club del 27, ottenendo così un profumo leggermente speziato che ricorda il classico Pain d'Epices: ve lo consiglio!
 
Mettere le albicocche, le bacche di goji e il rum in una piccola ciotola, mescolare e lasciare riposare un paio di ore.
Preriscaldare il forno a 180° mettendo la griglia in posizione centrale. 
Tostare le nocciole in forno per circa 10/12 minuti,  fino a quando le bucce iniziano a rompersi. Raccoglierle in un canovaccio pulito e lasciarle riposare per raffreddarle leggermente, poi strofinarle nel telo per rimuovere la buccia. Mettere da parte. Si possono usare anche le nocciole già pelate e tostate, mettendole in un padellino antiaderente e facendole rinvenire (si vedrà che si olieranno in superficie) a fiamma media per alcuni minuti, sprigionando il loro caratteristico profumo.
Spennellare 2 stampi (9x21,5 cm misura interna, io uso questi in alluminio comperati per fare la Battenberg Cake) col burro e spolverare con cacao setacciato, battendo poi sul piano di lavoro per eliminare l'eccesso. 
In una ciotola setacciare insieme la farina, il cacao, il sale, il lievito, il bicarbonato di sodio e il caffè. 
In un'altra ciotola più grande o nella planetaria, sbattere con una frusta il burro con la panna acida e gli zuccheri fino ad ottenere un composto denso e cremoso, quindi incorporare le uova una alla volta. Unire quindi metà degli ingredienti secchi, poi il latte ed infine i restanti ingredienti secchi, la frutta macerata col suo rum e le nocciole. 


Plumcake allaPlumcake albicocche, nocciole, bacche di gojifrutta



Dividere l'impasto negli stampi precedentemente disposti su una teglia: saranno molto pieni. Infornare a 180° finché le torte diventano sode al tatto e uno stecchino inserito nel centro esce pulito, circa 50/55 minuti  (per gli stampi piccoli sono bastati 25/30 minuti). 
Trasferire gli stampi su una gratella a raffreddare per 15 minuti prima di sformare le torte sulla griglia. Spennellare con il rum, quindi lasciare raffreddare completamente. 
Servire le fette di dolce leggermente tostate a colazione con burro, ma sono buone anche così al naturale.
Avvolte in pellicola o in un sacchetto per alimenti si conservano per una settimana a temperatura ambiente; possono anche essere congelate fino a 3 mesi.

Considerazioni: 
- ho voluto provare gli stampi piccoli ma non vale la pena, meglio 2 della misura che indico in ricetta;
- meglio anche tagliare le nocciole a metà perché tagliando il dolce con un coltello normale si fa fatica e la nocciola scappa; infatti ho dovuto usare il coltello elettrico :-))
- meglio coprire il dolce con un foglio di alluminio una volta cresciuto perché potrebbe bruciacchiarsi, come ben si vede in foto; nel caso, aspettare che si freddi quasi completamente e con un coltellino a seghetto si riuscirà a rifilarlo ad eliminare ogni parte rovinata;
- la frutta tende a cadere verso il basso, si potrebbe ovviare mettendola in freezer (suggerimento di Ilaria, ma mai provato con le nocciole) o infarinandola leggermente prima di inserirla nell'impasto; oppure, pensato da me, alternandola a strati con l'impasto.


Plumcake albicocche, nocciole, bacche di goji


For the loaves:
1 cup-180 g dried apricots, roughly chopped
½ cup-50 g goji berries
⅓cup-83 ml dark rum *
1 cup-128 g raw hazelnuts
6 tablespoons (¾ stick)-85 g unsalted butter, melted and cooled,
plus additional for greasing the pans
2 tbsp-10 g unsweetened cocoa powder, preferably Dutch-processed,
plus additional for dusting the pans
1¾ cups-249 g all-purpose flour
1 tsp- 3 g coarse salt
1 tsp-3 g baking powder
¼ teaspoon-1,5 g baking soda
2 tsp-2 g finely ground coffee
¼ cup-61 g sour cream
¾ cup- 159 g granulated sugar
1 cup-212 g firmly packed light brown sugar
3 large eggs
⅓cup-83 ml whole milk
3 mini loaf pans, 3¼ × 5¾ × 2¼-inch 
 
For the soaker:
¼ cup-62 ml dark rum *

* for me, homemade Gingerbread Gin


Place the apricots, goji berries, and rum in a small bowl. Give them a quick toss to coat, then let the fruit sit for about an hour to absorb some of the booze.
Preheat the oven to 350°F (180°C) with a rack in the center position.
Place the hazelnuts on a rimmed baking sheet and toast until the skins begin to crack, 10 to 12 minutes. Gather the nuts in a clean kitchen towel and let them sit for a minute or so to cool slightly, then rub the nuts in the towel to dislodge the skins. Set aside.
Brush three 3¼ × 5¾ × 2¼-inch mini loaf pans with butter and dust with cocoa powder, tapping out the excess.
In a medium bowl, whisk together the flour, cocoa powder, salt, baking powder, baking soda, and coffee. Set aside.
In a large bowl, whisk together the melted butter, sour cream, and both sugars. Have at it until the mixture is thick and creamy, then whisk in the eggs one at a time. Whisk in half the dry ingredients, followed by the milk. Stir in the remaining dry ingredients, the soaked fruit and any remaining rum, and the hazelnuts.
Divide the batter into the pans and place the pans on a baking sheet. They will be very full. Bake the loaves until they are firm to the touch and a cake tester inserted into the centers comes out clean, about 52 minutes.
Transfer the pans to a wire rack. Allow the loaves to cool in the pans for 15 minutes before unmolding onto the rack. Brush the loaves with the rum soaker, then let cool completely. Serve gently toasted slices with butter for a breakfast treat.

Storagewrapped well, these loaves will keep for a week at room temperature or can be frozen for up to 3 months (or until you’ve forgotten where you put them).

5 gennaio 2021

Finanzieri alle olive

Eccoci qua, un nuovo anno è iniziato e ci auguriamo tutti che possa portare serenità e un ritorno ad una vita più tranquilla, anche se le cose pare vadano a protrarsi ancora a lungo. Non angustiamoci più del dovuto, non facciamo progetti a lungo termine (anche se l'inizio di un nuovo anno spingerebbe come consuetudine a farne) e viviamo la nostra cucina con ancora più dedizione e impegno, sfornando golosità per i nostri ospiti.
Questi finanzieri sono di Luca Montersino e me li ha fatti conoscere la mia amica Elisa, sua grande fan. Sono un validissimo aiuto per un aperitivo sfizioso, sono facilissimi da fare e si possono tranquillamente congelare ed avere così sempre pronti al momento richiesto, giusto con una scaldata in forno. Fatti e rifatti all'inverosimile, non deludono mai. Dimenticavo, sono un buon motivo per riciclare albumi avanzati da altre preparazioni e che non vorremmo sempre trasformare in meringhe super zuccherose :-))
Unica mia divagazione: non mi piace usare prodotti strani e inusuali (e che poi non utilizzerei più) come inulina e maltitolo da ricetta originale, per cui sono stati sostituiti (sempre su consiglio di Elisa) con ulteriore Parmigiano e zucchero, il risultato resta comunque eccellente.



finanzieri alle olive


Ingredienti:
60 g di farina di mandorle
60 g di farina debole
1,5 g di baking
130 g di Parmigiano grattugiato
30 g di zucchero
20 g di latte magro in polvere
10 g di miele chiaro
160 g di albumi
90 g di burro fuso freddo
4 g di sale
origano secco
olive verdi denocciolate


In una ciotola unire le farine, il lievito, il Parmigiano, lo zucchero, il latte, il sale e l'origano (quantità a piacere) e dare una mescolata con la forchetta. 
Aggiungere poi, sempre mescolando, gli albumi, il miele e il burro. Quando ben amalgamato trasferire in una tasca da pasticceria. 
Tagliare la punta in fondo e dosare negli stampini, sistemando poi su ognuno un'oliva nel mezzo. Con lo stampo di silicone per mini muffin (diametro 4 cm e altezza 2 cm) ne vengono fuori 30.
Cuocere a 180° per circa 20 minuti. 

Altro consiglio di Elisa: omettere l'oliva e aggiungere all'impasto un pochino di speck tritato ;-)

 

27 novembre 2020

Choco Biscotti - Cantuccini al cioccolato

Ritorna oggi il Club del 27, la rubrica mensile dell'MTChallenge che ripropone vecchie sfide o rubriche come il Tema del Mese per riprovare ricette perse e rinfrescare la memoria di quanto fatto e cucinato dalla sua operosa e inarrestabile Community.
Si avvicina il Natale e come rappresentarlo al meglio in cucina in questi giorni che lo precedono? Ma assolutamente sì, con forni accesi in ogni casa e montagne di biscotti di ogni forma, genere, gusto e colore, e decorati con ogni specie di glassa, confettino o zuccherino!

Poteva questa Community venirne meno? Certo che no, e per l'occasione ha indetto uno Swap natalizio biscottoso, reale per chi aveva voglia di mettere subito le mani in pasta e tenersi incrociati che poste e corrieri non perdessero il prezioso pacchetto, virtuale per chi (come la sottoscritta) non voleva correre rischi e ha optato per questa scelta, biscottando e impacchettando comunque.

A me sono stati assegnati questi biscotti, praticamente un cantuccino al cioccolato, arricchito con pistacchi e cranberries.

E' un bis-cotto, nel senso più puro del termine perchè viene cotto due volte per farlo risultare bello asciutto. Con assenza totale di grassi, era una volta prodotto come alimento a lunga conservazione, spuntino ideale per i viaggiatori in cerca di una coccola dolce. Notoriamente ricco di frutta secca a piacere, per questa versione natalizia si sono scelti i pistacchi per il loro bel colore verde e il cioccolato, che regala un morso ancora pù goloso.
Saranno perfetti con il caffè o un liquore dolce, tradizionalmente il Vin Santo in Toscana, patria dei cantuccini, a fine pranzo, ma anche inzuppati in un espresso o accompagnati da una buona tazza di tè.
La ricetta è di Jamie O., pubblicata sulla rivista MAG di Mtchallenge.


choco biscotti


Queste piccole golosità vanno a Rita, sperando siano di suo gradimento, con i miei più cari auguri di feste gioiose e serene, anche se magari un pochino diverse quest'anno. Una vecchia scatola di latta presa tantissimi anni fa a Londra da Fortnum& Mason, il nastro originale di un regalo di compleanno (è stampato a rilievo, come potrei buttarlo?), qualche ramo di pino normandiano del giardino, un piccolo addobbo rosso per chiudere il pacco, un mini biglietto e voilà... missione compiuta! 

E a me cosa arriverà? Di corsa ad ammirare la raccolta completa di questo Swap biscottoso e scoprire cosa potrò gustarmi questo pomeriggio all'ora del tè.
 
 
Ingredienti:
200 g di farina 0
60 g di cacao amaro 
175 g di zucchero semolato
50 g di cioccolato fondente 70%
100 g di pistacchi sgusciati
40 g di mirtilli rossi secchi
un cucchiaino scarso di lievito in polvere
3 uova medie, sbattute
1 cucchiaino di estratto di vaniglia


facendo choco biscotti


Tritare grossolanamente e separatamente cioccolato, pistacchi e mirtilli rossi.
Mettere la farina, il cacao, lo zucchero, metà del cioccolato, il lievito e mezzo cucchiaino di sale in un robot da cucina. Frullare finchè ben amalgamato.
Aggiungere le uova e la vaniglia e frullare fino a quando l'impasto non si unisce.
Trasferire il composto su una superficie infarinata, unire anche i pistacchi e i mirtilli rossi e lavorare l'impasto fino a formare una palla.
Dividere l'impasto in 2 pezzi e formare 2 rotoli di circa 3x30 cm. Trasferirli su una teglia ricoperta di carta forno e cuocere in forno già caldo a 180° per 25 minuti. Estrarre la teglia dal forno e lasciare raffreddare i rotoli.
Con un coltello seghettato, tagliare i biscotti in diagonale a fette spesse 1,5 cm. Disporre le fette sulla teglia e cuocere per altri 15/20 minuti. Anche se i biscotti sembreranno ancora un po' morbidi poi si rassoderanno man mano che si raffreddano.


choco biscotti


Se volete renderli più festosi e vi piace decorare, potete sciogliere a bagnomaria 50/60 g di cioccolato fondente (o bianco, se amate i contrasti), travasarlo in una piccola sacca da pasticcere (basterà anche un piccolo cono di carta forno) e decorarli con un motivo a zig zag, lasciando poi rapprendere per almeno 20 minuti. 
Si conservano in un contenitore ermetico per alcuni giorni.

3 maggio 2020

Pop Coronation Chicken


L'avevo promesso e l'ho fatto.
Eccomi alla seconda interpretazione libera del Coronation Chicken per l'MTC Smart di questo mese.
Tutto quanto c'è da sapere su questa celeberrima preparazione e la sua storia non sto a ripeterlo, si può tranquillamente leggere qui.
Di seguito, invece, la mia interpretazione pop, vale a dire la stessa idea di base con gli stessi ingredienti ma cambiando le loro tecniche di cottura e presentazione: ne è nato un assaggio monoporzione, che ci siamo spazzolati oggi a pranzo: tortino di riso al salto con pollo fritto, maionese al curr, dadolata di frutta caramellata e spicchio di cipolla di Tripea candita. A onor del vero volevo presentarlo come una torta, con un bel disco di riso come base, ricoperto di maionese, il pollo fritto a corona che racchiudesse all'interno  la dadolata di frutta caramellata, guarnendo con gli spicchi di cipolla candita. Ma non tutte le cose vanno per il verso giusto, soprattutto se mentre cucini c'è un andirivieni di scocciatori che guardano, chiedono, criticano, vogliono assaggiare, e fanno più confusione di quella che hai già tu sulla postazione di lavoro. Onde per cui il disco di riso al salto mi si è rotto durante l'operazione di capovolgimento (e o si può vedere dalla foto) e anche se potevo mascherare il fattaccio con il resto delle cose sopra, ho voluto provare a fare le monoporzioni, idea con la quale ero partita inizialmente.
Essendo un'interpretazione molto libera e forse quasi astratta ho deciso di chiamare questo piatto POP Coronation Chicken.


pop coronation chicken



Nel piatto disporre un disco di riso al salto, coprire con la maionese al curry, disporre 3 pezzettini di pollo fritto sul bordo e nel centro 1 o 2 cucchiai di dadolata di frutta caramellata. Guarnire con una falda di cipolla candita.
Oppurre comporre una torta come avevo inizialmente previsto: sistemare un bel disco di riso al salto come base, ricoprire con la maionese al curry, disporre il pollo fritto a corona quasi sul bordo, all'interno versare la dadolata di frutta caramellata, guarnendo infine con gli spicchi di cipolla candita.
Si possono preparare il riso al salto, la maionese al curry, la dadolata di frutta caramellata e la cipolla candita il giorno prima e conservare tutto in contenitori ermetici differenti in frigorifero. All'occorrenza friggere il pollo e comporre la presentazione scelta, ricordandosi di tirare fuori dal frigo le varie preparazioni almeno un'ora prima per riportarle a temperatura ambiente.


ingredienti per pop coronation chicken


Pollo Fritto
250 g di petto di pollo
40 g di farina 0
40 g di amido di mais
75/100 ml di acqua
  mezzo cucchiaino scarso di sale
mezzo cucchiaino colmo di bicarbonato di sodio
olio di arachide per friggere

Riunire gli ingredienti secchi in una ciotola ed aggiungere l'acqua a filo, mescolando con una frusta, in modo da ottenere una pastella liscia, senza grumi, non troppo liquida, tipo una besciamella. Può darsi che non si usi tutta l'acqua, dipende dal grado di assorbimento della farina.
Tagliare il pollo a bocconcini e sistemarli nella pastella, lasciandoli riposare almeno una mezz'ora.
Scaldare l'olio  nel wok (deve essere uno strato di almeno 4/5 cm) e quando raggiunge la giusta temperatura (180°) versare i bocconcini di pollo, pochi alla volta e friggerli fino a doratura, girandoli di quando in quando. Scolarli su carta assorbente.


Riso al salto
 avanzo di risotto ai piselli
burro

riso al salto


 Imburrare leggermente una padella, meglio se antiaderente, distribuirvi il riso schiacciandolo con un cucchiaio di legno e farlo dorare a fuoco vivace 4-5 minuti per parte. Per girare in modo agevole il riso si può usare un ampio coperchio liscio (o un piatto piano) unto con un filo d’olio.
Quando una leggera crosticina dorata si sarà formata su entrambi i lati del riso, rovesciare la preparazione sul piatto da portata e servire.
Per i dischetti piccoli, utilizzare una padella per blinis, imburrando leggermente ogni stampino, e schiacciando tra le mani una piccola manciata di riso prima di metterla dentro, livellando poi e pareggiando il bordo con una spatola. 



Maionese al curry
maionese
curry in polvere o in pasta *

 * ho usato una miscela comperata da Whole Foods Market a Londra, composta da:
coriandolo-fenugreek-aglio-curcuma-sale-chilli-cumino-finocchio-senape-pepe ner


Si può usare una buonissima maionese commerciale oppure farla in casa.
Maionese homemade: 1 uovo e 1 tuorlo - 250/300 ml di olio di semi di girasole bio spremuto a freddo - succo di limone- aceto di mele - senape - sale/pepe.
Si può usare un mixer ad immersione (o il Bimby, con la farfalla): scaldare metà olio in un pentolino fino a 121°. Nel frattempo iniziare a montare le uova con un cucchiaio di succo di limone, sale e pepe; unire l'olio caldo a filo molto lentamente. Proseguire unendo anche l'olio freddo finchè la salsa sarà ben emulsionata. Assaggiare e regolare di limone (o lime, se piace) e/o aceto di mele e/o senape a proprio gusto. Lasciar raffreddare e conservare in un vaso ben chiuso in frigorifero.


Frutta caramellata
un mango, sbucciato e a dadini
10/12 albicocche secche
2/3 zucchero di canna
sale
olio extravergine di oliva
qualche seme di cardamomo verde

 Mettere in ammollo le albicocche in acqua appena tiepida per farle rinvenire; tagliarle poi a dadini ed unirle al mango. In una padella scaldare un giro di olio, unire i semi di cardamomo e lo zucchero e farlo sciogliere e leggermente caramellare. Unire la frutta e un pizzico di sale. Saltare velocemente la frutta finchè bella lucida.


Cipolla candita
una grossa cipolla di Tropea
2 cucchiai di sale marino integrale di Cervia
100 ml di aceto di vino bianco
olio extravergine di oliva

L'idea di farle candite invece che caramellate mi è venuta guardando un post della mia amica Giorgia, a cui ho chiesto il procedimento che gentilmente mi ha elargito.
Sciogliere il sale nell'aceto ed allungare con due dita di acqua. Tagliare la cipolla a spicchi, separare le falde e sistemarle in un contenitore a bagno nel liquido preparato per almeno 15 minuti. Scolarle poi bene e cucinarle in padella con un filo di olio, a fiamma bassa perchè non devono assolutamente rosolare (sarà sufficiente 5/7 minuti). Sfumare poi con un goccio di aceto e scolare subito. Dopo 3/4 minuti di riposo acquisteranno un bel colore rosato acceso.


pop coronation chicken

29 aprile 2020

Coronation Chicken Indian Style


MTChallenge Smart Edition = piccole sfide (in attesa, forse, di una ripresa del vero MTC?), ogni volta con ingredienti diversi, partendo da ricette classiche, recenti, nuove, arrangiate... insomma, un nuovo rodaggio culinario dopo così tanto tempo di fornelli spenti per la più grande e golosa Community del web.
Ho perso il primo round dedicato ad una pasta mantecata utilizzando scarti (veri scarti, non avanzi) di cucina (e non solo verdure :-)) Per questa seconda puntata il tema scelto, è la rivisitazione in chiave sempre goduriosa, di una ricetta di pollo straniera, utilizzando gli stessi ingredienti ma cambiando la presentazione e le tecniche utilizzate, oppure mantenendo la base della ricetta ma portandola verso gusti più decisi e inclini ad altre cucine - sempre con un occhio di riguardo alla nostra dispensa, vale a dire niente ingredienti troppo strani dei quali non possiamo rifornirci ora.
Dal momento che sono ancora in un mood britannico dopo aver dolcemente festeggiato il compleanno della mia amata Regina, la mia scelta non poteva che cadere sul Coronation Chicken, un paitto che amiamo molto e che spesso cucino, specialmente nelle occasioni di grandi riunioni familiari e/o tra amici. Sicuramente ogni famiglia custodisce la sua versione personale, io seguo quella imparata vent'anni fa dalla mia amica Susan, British doc.
Il Coronation Chicken è un piatto di pollo cotto, aromatizzato con erbe e spezie in una salsa cremosa a base di maionese. Può essere consumato come piatto unico accompagnato da riso o utilizzato come farcia nei tradizionali sandwich. Il suo aroma principale è il curry, sia in polvere che in pasta. In origine si usavano solo albicocche secche e non uvetta, e la scelta ricadeva sul curry in polvere (invece che in pasta ottenuta pestando le spezie) poiché le spezie fresche occorrenti per la miscela erano quasi introvabili nel dopoguerra. Questa ricetta fu creata da Constance Spry (famosa scrittrice di food e decoratrice di fiori, incaricata all'epoca di organizzare anche la scelta e disposizione dei fiori nell'Abbazia di Westminster e lungo il tragitto reale fino a Buckingham Palace), Preside della Cordon Bleu Cookery School di Londra insieme a Rosemary Hume, per celebrare l'incoronazione della Regina Elisabetta nel 1953 (questa pare essere la ricetta originale, dovrò chiedere ad Ale che è riuscita a trovare l'edizione originale del libro di cucina di Constance durante una nostra impavida incursione a Brick Lane); ora un classico molto popolare della cucina britannica nonchè uno dei favoriti nei pranzi di festa. Potrebbe essere stato ispirato dal Jubilee Chicken (di cui ne esistono molte versioni, per ogni Giubileo festeggiato dei vari monarchi), un piatto preparato per il Silver Jubilee di Giorgio V nel 1935, che mescolava pollo con maionese e curry. In seguito, sono state relizzate altre due versioni per la Regina Elisabetta, nel 2002 per il Golden Jubilee e nel 2012 per il Diamond Jubilee (quest'ultimo creato da Heston Blumenthal, proprietario e fondatore del celeberrimo The Fat Duck). Versioni più sofisticate della ricetta iniziale sono ora realizzate con erbe e spezie fresche e ulteriori aggiunte come mandorle a scaglie, uvetta e crème fraîche.
Questa è la storia che riporta Le Cordon Bleu di Londra:

La ricetta Poulet Reine Elizabeth, ora ampiamente conosciuta come Coronation Chicken, è stata creata dalla London Cordon Bleu Cookery School per essere servita al Coronation Luncheon nel 1953. Questa è la straordinaria storia della ricetta e di uno dei momenti più significativi della scuola. Le Cordon Bleu, famoso nel mondo per la migliore educazione culinaria impartita e come punto di riferimento per l'eccellenza gastronomica, vede gli albori già nel XVI secolo. La prestigiosa scuola di cucina è sempre stata orgogliosa della sua innumerevole e variegata rete di studenti (Julia Child, Yotam Ottolenghi, Mary Berry, Peggy Porschen, solo per citare alcuni dei più recenti in UK) ed è stata Rosemary Hume, una ex studentessa di Parigi che ha aperto L'Ecole du Petit Cordon Bleu a Marylebone nel 1933, rendendo Le Cordon Bleu London una delle più antiche scuole di cucina del Regno Unito. Vent'anni dopo l'apertura, il suo successo fu confermato quando accettarono l'incarico della preparazione del pranzo per l'Incoronazione della Regina Elisabetta II nel gennaio 1953, per il quale fu creata appositamente la ricetta del Coronation Chicken. Il Ministro Sir David Eccles chiese personalmente a Rosemary Hume e ai suoi studenti di organizzare il pranzo per gli ospiti di Sua Maestà, principalmente i più alti rappresentanti di altri paesi. La scuola fu onorata di essere coinvolta in un'occasione così speciale e servì il banchetto a 350 persone nella Great Hall of Westminster School, la più grande festa tenutasi in quella sede. Sir David Eccles aveva una grande fiducia nelle capacità degli studenti e il pranzo fu servito senza intoppi e come previsto alle 14 in punto. La Preside Ms Grey così commenta questo momento speciale: “È stata un'occasione unica per un'istituzione culinaria essere scelta per onorare una celebrazione così prestigiosa e riflette il grande rispetto di cui gode Le Cordon Bleu London da più di sessant'anni. Dal successo di questo evento sono poi arrivati ulteriori inviti a cucinare per la Casa Reale. "
Il piatto originale servito si trova nel menu come Poulet Reine Elizabeth, oggi noto come Coronation Chicken. Viene descritto come pollo disossato e ricoperto di salsa cremosa al curry, servito insieme a un'insalata di riso con piselli e pimento (pepe garofanato).
Le Cordon Bleu è famoso in tutto il mondo per essere all'avanguardia nel settore della gastronomia e all'epoca il fatto di servire un pollo al curry all'Incoronazione a un numero così elevato di persone con preferenze diverse poteva sembrare bizzarro e quasi una sfida. Tuttavia, grazie ad un pollo sapientemente condito e ai delicati sapori della salsa, fu declamato come un enorme successo. Gli ingredienti utilizzati erano straordinari per quel tempo, molti dei quali appena disponibili, essendo la maggior parte del paese ancora soggetta alle restrizioni del razionamento postbellico. La ricetta originale consisteva in polli giovani arrosto, acqua e un po' di vino per coprire carote, un bouquet di aromi, sale, grani di pepe e una crema di salsa al curry.
Una versione leggermente più sviluppata del classico Coronation Chicken è ancora oggi tra le preferite dal popolo britannico e servita a pranzo al Café Le Cordon Bleu di Londra (da www.cordonbleu.edu/london).

Ma veniamo alla ricetta da me traslata verso sapori più indiani, una cucina che mi piace molto e che ho avuto modo di assaggiare dal vivo nell'emozionante viaggio in India di un anno fa e nella recente lunga e incredibile visita a Singapore (grazie ancora, Ale!) dove ho fatto incetta di preziose spezie da aggiungere alla mia raccolta.
La domanda che sicuramente salta all'occhio è: quante spezie usare? visto che (quasi) di proposito non ne indico un tot preciso. La quantità è a propria discrezione, a seconda dell'intensità che vogliamo dare alla nostra preparazione. Fosse per me, abbonderei esageratamente, ma già rimanendo parchi si ottiene un ottimo piatto e il profumo del brodo del pollo e del riso in cottura vi faranno sognare ad occhi aperti un lazy dinner on a terrace sulle rive del Gange, indossando il più prezioso saree in seta nel vostro colore preferito e decorando la fronte con il bindi più luminoso e luccicante (vi dice niente questa foto?)
Potete preparare la maionese, il pollo e il chutney il giorno prima, così sarà più semplice e veloce cuocere il riso e mettere in tavola una cena da Re, anzi da Maharaja, in neanche 20 minuti :-)

 Buon Appetito e... God Save The Queen!

P.S.: e a fine pasto, d'obbligo sorseggiare un Masala Chai, il bicchiere è già sul vassoio :-)) - ricetta originale qui: Dishoom ;-) 


Coronation Chicken Indian style


coronation chicken indian style


Pollo
2 quarti posteriori di pollo
qualche foglia di sedano
(omesso perchè non ne avevo)
una carota piccola
un cipollotto, compresa la parte verde
la parte verde di un porro
 un pezzetto di pepe lungo del Bengala 
  un pezzetto di cassia
foglie di curry
un paio di foglie di kaffir lime
gambi di prezzemolo
semi di coriandolo, schiacciati col coltello
semi di senape, schiacciati col coltello
3 chiodi di garofano
i semi di due bacche di cardamomo verde
un pezzettino di zenzero


In una casseruola riunire tutte le spezie e le verdure, adagiarvi il pollo e ricoprire di acqua fredda un paio di centimetri sopra la carne. Portare a bollore, trasferire sul fuoco più piccolo e lasciare sobbollire semicoperto fino a cottura.
Scolare il pollo, attendere che intiepidisca, eliminare pelle e ossa e tagliare la polpa a pezzetti.
Filtrare il brodo rimasto, far raffreddare ed utilizzarlo per la cottura del riso.
Mescolare il pollo con la maionese e conservare coperto in frigorifero. Se fatto il giorno prima, i sapori si amalgameranno meglio.


preparazioni


Maionese vegan
100 g di anacardi
latte di cocco
succo di lime
senape
curry in polvere *
olio di semi di girasole spremuto a freddo
(oppure del brodo di cottura del pollo)
sale e pepe
3/4 cucchiai di chutney al mango

* ho usato una miscela comperata da Whole Foods Market a Londra, composta da:
coriandolo-fenugreek-aglio-curcuma-sale-chilli-cumino-finocchio-senape-pepe nero


Trasferire gli anacardi nel boccale del minipimer ed iniziare a frullare unendo il latte di cocco a filo (non ne servirà molto e sempre meglio sbattere bene la lattina o frullare il composto prima di utilizzarlo per amalgamare bene la polpa con l'acqua di cocco). Unire un pochino di curry e continuare a frullare aggiungendo anche 2/3 cucchiai di olio (solo per avere più morbidezza ma volendo si può omettere). 
Aggiungere il chutney di mango, frullato e passato al setaccio. Assaggiare e regolare di sale e pepe, un pochino di senape e succo di lime a piacere.


Chutney di mango
1 cipolla dorata, a fettine
1 mango a fettine
2 cucchiai scarsi di zucchero di canna
2/3 cucchiai di aceto di mele
un cucchiaino raso di curry in polvere
zenzero grattugiato
30 g di burro
olio extavergine di oliva
timo fresco

chutney mango



Dorare leggermente le cipolle in padella con un cucchiao di olio. Unire il burro, il mango, il curry, lo zucchero e l'aceto, un paio di rametti di timo e far insaporire e cuocere coperto a fuoco basso per 20/30 minuti. Verso fine cottura, spremere tra le mani lo zenzero grattugiato lasciando cadere solo il succo nel chutney.
Guarnire con altro timo fresco e servire con arrosti o carne alla brace oppure con formaggi stagionati.



Riso Biryani

Ricetta di Punita, amica nata in Malesia ma di babbo indiano. Studiato a Londra e Parigi, trasferitasi definitivamente poi a Roma per amore (ha sposato un cineoperatore della troupe televisiva di Sandokan, serie degli anni '70 girata in India, Malesia e Thailandia). Ogni inverno, quando ci ritrovavamo in montagna per le vacanze natalizie, non mancava mai la sua tradizionale cena a base di Riso Biryani e Pollo Tandoori (piccantissimo!). In verità col nome Biryani si intende il piatto completo, quindi il riso con verdure o carne, ma essendo comunque questo un riso molto speziato e con frutta secca, possiamo tranquillamente fare uno sgarro alla regola e chiamarlo semplicemente Biryani, non credete? (e comunque così me lo nominò 20 anni fa Punita).

Ingredienti:
300 g di riso basmati
un cipollotto grande, tagliato finemente
 un pezzetto di cannella
qualche chiodo di garofano
i semi di 3 bacche di cardamomo verde
semi di senape
mezzo cucchiaino scarso di fenugreek
foglie di curry
mezzo/un cucchiaino di curcuma 
un filo di olio
acqua fredda
una noce di ghee *
una manciata di uvetta, ammollata e scolata 
una manciata di anacardi, divisi a metà

* in caso si fosse sprovvisti di ghee (burro chiarificato) si può usare il nostro burro comune


riso biryani



Si usa lo stesso volume di acqua e riso. Ho usato il brodo del pollo filtrato da caldo e lasciato freddare (se necessario, si può anche sgrassare).
Soffriggere leggermente il cipollotto nell'olio, unendo un goccio di acqua in modo che non bruci. Unire tutte le spezie, tranne la curcuma, e farle rosolare. Versare il riso, precedentemente sciacquato bene e scolato, la curcuma e l'acqua/brodo. Portare a bollore, trasferire sul fuoco più piccolo e abbassare al minimo, coprire col coperchio (meglio se trasparente) e quando tutta l'acqua sarà assorbita il riso è pronto. Condire con il ghee sgranando il riso con la forchetta ed unire l'uvetta e gli anacardi.
Il riso così preparato è molto aromatico e profumato e solitamente non lo salo perchè accompagna intingoli molto saporiti, quindi meglio lasciarlo abbastanza neutro; nulla vieta, però di unire un pizzico di sale per averlo più saporito.

3 dicembre 2019

Pudding di cipolle, mele, bacon e Panpepato con crema al Grana


E' stato un blogtour in terra di Siena affascinante quello organizzato il 20 e 21 novembre da Sabrina e CNA Siena (sezione CNA Siena Food&Tourism) che ho potuto godere, ahimè, solo virtualmente, seguendo i racconti IG e FB dei fortunati (e parecchio invidiati) amici blogger partecipanti.
Tra le varie attività proposte molto interessante (e golosa) la visita al Forno di Ravacciano, un'istituzione nella produzione del pane senese e non solo, perchè la loro grande passione per i prodotti da forno li porta a deliziare i propri clienti anche con i tipici dolci senesi: Cavallucci, Ricciarelli, Panforte e Panpepato. Prodotti che generosamente ci hanno omaggiato per poter partecipare alle singole Giornate in programma in questo mese nel Calendario del Cibo Italiano (le prossime saranno l'11 dicembre dedicata ai Ricciarelli e il 20 dedicata al Panforte) con entusiasmanti e invitanti Flash Mob da far impazzire le nostre papille gustative :-))
Oggi si festeggia la Giornata Nazionale del Panpepato, da sempre considerato un dolce tipico delle festività natalizie ma che ora, vista la grande richiesta da parte di turisti e visitatori della città di Siena, si può trovare in vendita tutto l'anno.
Ma cosa è il Panpepato? Riporto fedelmente la descrizione e storia di Sabrina, ambasciatrice d'eccellenza di questo prodotto tipico della sua terra (e leggete con il tipico accento toscano, mi raccomando :-)):

Il Panpepato è un'arte antica che solo abili artigiani portano avanti. Era considerato un dolce pregiato per la presenza del pepe, spezia rara e costosa, e la sua importanza era tale che veniva accettato come merce di scambio anche al posto delle monete. Questi pani venivano considerati come ricostituenti tanto che la leggenda narra che nella famosa battaglia di Montaperti, i Guelfi Fiorentini si sarebbero nutriti in modo normale, mentre i Ghibellini senesi si sarebbero portati molti Panpepati, fortemente energetici, annientando così i nemici, se pur numericamente superiori.
Il Panpepato ha una storia antica molto interessante. All'inizio era il melatello, cioè farina impastata con l'acqua dolciastra proveniente dal lavaggio dei contenitori del miele; poi pian piano si aggiunse il miele vero e proprio e nacque il pane melato. A questo impasto si cominciò ad aggiungere frutta di stagione (uva, fichi, susine) spezzettata e cotta leggermente per lasciare morbido l'impasto. La frutta restava umida, il pane era piacevolmente morbido, ma si  formavano dopo alcuni giorni delle muffe che rendevano acidulo il pane dandogli un sapore fortis. Così il melatello si trasforma in panes fortis.
Nel XIII secolo si iniziano ad importare dall'oriente spezie, bacche, frutti e radici con sapori e profumi particolari a cui venivano attribuiti poteri particolari e si vendevano nelle Spezierie oppure si reperivano nei conventi dove venivano portate dai pellegrini.
Pian piano le spezie entrarono anche nelle cucine per allungare la conservabilità dei cibi e per mascherare alcuni sapori non proprio gradevoli, in particolare pepe, cannella e chiodi di garofano. All'Archivio di Stato è conservata una pergamena datata 7 febbraio 1205, che cita panes melatos et pepatos, dolci portati come tributo al Monastero di Montecellesi nei pressi di Fontebecci (appena fuori Siena). La leggenda attribuisce proprio a questo monastero la paternità del Panpepato. Si narra che Niccolò de' Salimbeni (citato da Dante nella Divina Commedia), animatore della Brigata Spendereccia, molto sensibile ai piaceri della tavola, in atto di pentimento per la sua vita dissoluta avrebbe donato tutte le sue preziosissime spezie al Convento di Montecellesi. Un giorno una novizia, riordinando il cellario, scoprì che alcuni sacchetti di spezie, mandorle, canditi e farina si erano lacerati ed il loro contenuto sparso sul ripiano. Così, per non gettare quel ben di Dio, pensò di gettare tutto in una pentola con il miele, sperando di poterne tirare fuori qualcosa di buono da donare ai poveri. E così fu. Velocemente il dolce fu richiesto anche fuori Siena e ci sono molti documenti che testimoniano come intorno alla metà del 1300 fosse tra i dolci più apprezzati, spesso presente nei menu delle corti. Se la produzione iniziò nei conventi, quasi di sicuro fu proseguita dagli speziali; infatti nel 1599, i 12 speziali allora presenti a Siena proposero al Granduca Ferdinando de' Medici, Governatore di Siena, di insegnare la loro arte a chi lo desiderasse per evitare preparazioni scadenti. Esiste poi un documento risalente ai primi del '700 che indica i 17 ingredienti (17 come il numero delle contrade dal 1675) del panis fortis: miele, farina di grano, noci, nocciole di monte, mandorle, popone (cioè melone) candito, cedro candito, arance candite, scorza di limone candita, corteccia di cannella, coriandolo, pepe aromatico, chiodi di garofano, noce moscata, acqua e fuoco.

Personalmente ho pensato a un tortino salato, che ho volutamente chiamato Pudding, perchè come il famoso pudding natalizio inglese contiene frutta e spezie, date dal Panpepato, anche se in versione non dolce. Il matrimonio con bacon e cipolle è pienamente riuscito; la crema al Grana lo ingentilisce e la decorazione con il ribes rosso, fatta per la foto, si è poi rivelata ancora una volta un contrasto decisamemente favorevole alla preparazione, quindi abbondatene pure se volete provarlo, non ve ne pentirete :-))



pudding con panpepato



Ingredienti:
1 cipolla rossa di Cannara, circa 200 g
1 mela Golden, circa 200 g
150 g di bacon a fette fini
la scorza di mezza arancia non trattata grattugiata
90/100 g di Panpepato
3/4 fette senza crosta di pane ai 3 farri Equilibrio Esselunga
(o altro simile)
1 uovo sbattuto
olio extravergine di oliva
burro
pan grattato
semi di sesamo bianco e nero

Per la crema al Grana:
150 g di Grana grattugiato
230 ml di panna fresca
pepe macinato fresco


facendo pudding con panpepato


Mettere una noce di burro e un paio di cucchiai di olio in una padella larga e soffriggere la cipolla tritata finemente e la mela (sbucciata e grattugiata) finchè risultano tenere, circa 10/15 minuti.
Tritare finemente il bacon a coltello ed unirlo al composto in padella; cuocere mescolando spesso per circa 5 minuti.
Aggiungere la scorza dell'arancia, togliere dal fuoco e lasciare raffreddare; il composto deve risultare molto morbido e umido, non secco.
Nel frattempo tritare in un robot il Panpepato con il pane ed unirlo poi al composto in padella raffreddato; infine aggiungere anche l'uovo sbattuto.
In una ciotolina mescolare un paio di cucchiai pepadi pane grattugiato con i semi di sesamo bianco e nero (oppure di nigella damascena, che profumano di cipolla); imburrare gli stampi e cospargere internamente questo mix.
Dividere l'impasto del pudding negli stampi e cuocere in forno caldo a 190/200° per circa 20/25 minuti, coprendo con un foglio di alluminio a metà cottura se si scuriscono troppo.
Lasciare riposare i pudding 5 minuti fuori dal forno prima di rigirarli sui piatti da portata, accompagnandoli con la crema al Grana.

Crema al Grana: riunire in una casseruola il Grana e la panna e sciogliere a fuoco bassissimo finchè ben amalgamato (meglio se a bagnomaria per evitare che la crema stracci), mantenendola al caldo fino al momento dell'utilizzo.
Per un sapore più deciso, si può sostituire il Grana con Pecorino, Taleggio, Gorgonzola o altro formaggio saporito a piacere.

Con questa dose vengono fuori 5 pudding con stampi monouso in alluminio da 9 cm di diametro, oppure 7 da 7 cm di diametro.


Tutte le ricette del Panpepato Team:



14 novembre 2018

Tajine di frutti passiti con glassa al miele


Siamo alla frutta!
Ma non in senso sconsolato, tutt'altro :-))

Siamo arrivati al 14esimo appuntamento della raccolta del Menu Lib(e)ro, nata da un'idea di Marta, con la progettazione di Aiu' e un'entusiasmante partecipazione delle nostre amiche + 1: ancora insieme per un altro progetto, un altro gioco, un'altra scusa per provare e condividere nuove ricette, tutte prese dai libri delle nostre libreria culinarie.
E questa nuova portata è dedicata appunto a Fantasia di frutta e ci accoglie alla sua tavola Resy, offrendoci le sue deliziose e dolcissime Mele meringate al forno.
Per me una ricetta semplice ma di grande impatto scenografico, presa dal libro che Bruno Barbieri dedica ai Tajine, questi bellissimi contenitori in terracotta usati dalle popolazioni nordafricane per le loro pietanze.
Tajine è un termine di origine berbera e farebbe riferimento a una pietanza di carne in umido, tipica della cucina nordafricana (in particolare marocchina) che prende il nome dal caratteristico piatto in cui viene cotto.
Il piatto tradizionalmente è fatto interamente di terracotta, spesso smaltata o decorata, ed è composto da due parti: una parte inferiore piatta e circolare con i bordi bassi, ed una parte conica superiore che viene appoggiata sul piatto durante la cottura (una derivazione della lekanis greca).
La forma del coperchio è pensata per facilitare il ritorno della condensa verso il basso e presenta sulla sommità un pomello che ne facilita la presa. La parte inferiore viene usata per servire il piatto in tavola.
Il tajine viene tradizionalmente cotto sulle braci ardenti lasciando uno spazio adeguato tra i carboni e il tajine stesso per evitare che la temperatura aumenti troppo rapidamente. Vengono utilizzati grandi mattoni di carbone, soprattutto per la loro capacità di rimanere caldi per ore. Altri metodi prevedono l'uso di un tajine in forno o su un fornello a gas o elettrico, con il calore molto basso necessario a mantenere lo stufato a fuoco lento. Un diffusore do calore, un utensile circolare posto tra il tajine e la fiamma, viene solitamente utilizzato per distribuire uniformemente il calore. Di recente sono stati costruiti piatti con il fondo di metallo, in grado di sopportare le alte temperature e la fiamma dei moderni fornelli a gas. La cottura avviene comunque sempre a fuoco basso, lentamente, affinché la carne risulti tenera e aromatizzata.  Molti tajine in ceramica sono sia oggetti decorativi che recipienti di cottura funzionali; tuttavia alcuni sono destinati esclusivamente all'uso come piatti da portata decorativi (da wikipedia).


tajine frutti passiti con glassa al miele


Ingredienti per 4 persone:
8 albicocche secche
4 datteri Medjoul
4 fichi freschi
4 fette di ananas disidratata
1 pera William, non sbucciata e tagliata in quarti
1 pesca a pasta gialla, non sbucciata e tagliata a pezzi (omessa)
4 prugne rosse fresche
1 manciata di uva sultanina (jumbo)
3 cucchiai di miele millefiori
200 g di frutta secca mista
(noci, nocciole, pistacchi, pinoli e mandorle)
100 g di zucchero semolato
200 g di acqua
un pizzico di acido citrico
(acquistabile in farmacia)
fiori commestibili
(petali di rosa, gelsomino, sambuco)


tajine frutti passiti con glassa al miele


In una casseruola a fondo pesante unire l'acqua e lo zucchero e portare a ebollizione; spegnere la fiamma, far raffreddare lo sciroppo e versare i petali dei fiori, a piacere, conservandone alcuni per la guarnizione finale.
Lasciare macerare per 48 ore, filtrare e aggiungere un pizzico di acido citrico (evita il proliferare di muffe che potrebbero crearsi dopo un periodo di infusione con materiale vegetale).
Nella base del tajine, unire tutta la frutta, versare lo sciroppo preparato e il miele. Coprire con il coperchio e cuocere a fuoco dolcissimo per crca 6/7 minuti: la frutta dovrà risultare morbida e glassata.
Appena prima di servire guarnire la frutta con i petali dei fiori rimasti. Accompagnare, a piacere, con gelato alla vaniglia Bourbon.

Secondo me si potrebbe aromatizzare lo sciroppo con un liquore preferito, unendolo quando lo sciroppo è ancora caldo e dealcolizzandolo dandogli fuoco (con attenzione :-)).


Senza titolo


Questa ricetta partecipa alla nuova raccolta Menu Lib(e)ro organizzata da Aiù.
Info su come partecipare qui, pagina FB con tutte le ricette pubblicate qui.

9 febbraio 2018

Fritole veneziane per il Calendario del Cibo Italiano


E cosa non c'è di più simpatico e accattivante da degustare delle tradizionali fritoe venessiane? E' impossibile resistere, son peggio delle ciliegie, una tira l'altra :-))
Siamo ufficialmente nella settimana carnevalesca; domani sarà la volta di Verona con la grande sfilata del venerdì gnocolar, al termine della quale tutti in piazza San Zeno per la tradizionale gnoccolata comune. Io preparerò una vagonata di gnocchi tricolore (bianchi, rosa con la barbabietola e verdi col cavolo nero) con le mie allieve per poi gustarceli come da tradizione.
I dolci che faranno poi capolino saranno i caratteristici galani e le fritole, le caratteristiche frittelle.
L'altro giorno ho galanato alla grande con amiche e allieve, la giornata di frittura dolce è diventata quasi un appuntamento tradizionale fra noi :-); ma non abbiamo avuto tempo di riprovare la ricetta di frittelle trovata su un numero della Cucina Italiana di qualche anno fa.
Il risultato allora fu molto soddisfacente, sia dal punto di vista esecutivo, per niente difficili, che gustativo: approvate alla grande, quindi urge rimediare in fretta nei prossimi giorni prima che il Carnevale finisca!


fritole veneziane


Ingredienti:

500 g di farina 00
300 g di latte tiepido
100 g di uvetta *
80 g di pinoli *
80 g di zucchero semolato
20 g di lievito di birra
3 uova
la buccia di mezza arancia
la buccia di mezzo limone
un bicchierino di grappa
vino bianco
zucchero a velo o semolato per guarnire
olio di arachide per friggere

* non ho messo uvetta e pinoli ma 2 mele grattugiate

 fritole veneziane




Mettere l'uvetta in ammollo in mezzo bicchiere di vino bianco.
Sciogliere il lievito nel latte tiepido.
In una ciotola mettere la farina setacciata con lo zucchero e un pizzico di sale, fare la fontana e al centro romperci le uova, sbatteerle bene e incorporare un pochino di farina.
Con una frusta iniziare ad impastare aggiungendo il latte col lievito e la buccia degli agrumi.
Scolare l'uvetta ed unirla all'impasto insieme al vino e alla grappa.
Lasciare lievitare per un'ora/un'ora e mezza coperto ed in luogo caldo.
Incorporare i pinoli mescolando con un cucchiaio (io la mela).
Riscaldare l'olio e quando ben bollente friggere le frittelle versando un po' di impasto alla volta col cucchiaio finchè ben dorate (cuocerle bene altrimenti l'interno resta crudo).
Scolare prima su un colino poi su carta assorbente, cospargere di zucchero a velo o passarle in quello semolato e servire.

Quando friggo, ricopro bene i fuochi con alluminio: restano così quasi puliti :-)

La chicca in più: finestre aperte, incensi accesi, cappe al massimo, lampe berger al profumo preferito, tutto aiuta per evitare che l'odore di fritto ristagni dentro casa ... ma una o due gocce di olio 31 nell'olio di frittura (messo da freddo) sarà indispensabile! (ed il fritto non ne risente, provare per credere!)

 
Venetian Fritters


Tomorrow Verona will have the biggest Carnival show of the year, the grand parade named venerdì gnocolar, meting then in Piazza San Zeno for the traditional gnocchi for everyone and traditional galani and fritole (fritters) will be served for dessert.
The other day I made a lot of galani with ​​friends, sweet fry day has become almost a tradition among us :-); but had no time for this fritters recipe I found on the best Italian cooking magazine,
Cucina Italiana some years ago. The result was very satisfactory, easy to do and delicious to taste, which means totally approved. So will have to make them in the next days before Carnival is over :-))


fritole veneziane



You need:

500 g all-purpose flour
300 lukewarm milk
100 g raisins *
80 g pine nuts *
80 g ogranulated sugar
20 g fresh yeast
3 eggs
zest of half an orange
zest of half a lemon
a very small glass of grappa (or vodka)
half a glass of white wine
granulated or powdered sugar for garnish
peanut oil for frying

* I just used 2 grated apples instead of raisins and pine nuts


 fritole veneziane

Put the raisins to soak into white wine.
Dissolve yeast in milk.
Pour sifted flour, sugar and a pinch of salt ina large bowl, make a well in the center and break eggs into, beat eggs well with a fork then incorporate a little flour.
 Pour milk with dissolved yeast little by little and use whisk to mix and amalgamate the compound.
Add citrus zest, drained raisins (or grated apples), wine used for soaking and grappa.
Let rise for an hour/an hout and a half covered and in a warm place.
Add then pine nuts, stirring carefully with a spoon.
Heat oil and when very hot fry the fritters slipping a little compund with a spoon.
When golden (and make sure they are otherwise they won't cook well inside) drain first in a sieve and then on paper towels.
Sprinkle with powdered or granulated sugar still warm and serve.

When I fry, I cover my stove with aluminum: it won't get dirty that much :-)

One more tip: open windows, lit incense, hoods up, lampe berger with favorite fragrance, all helps to prevent the awful smell of fried food in the house ... but one or two drops of oil 31 into frying oil (when cold) will be essential! (and food not affected, try it!)



365 giorni di festa per celebrare le glorie della nostra cucina: 
la più famosa, la più bella (e buona) del mondo!
La festa del cibo che si rinnova ogni giorno,
attraverso la celebrazione dei piatti e dei prodotti che hanno reso unica la cucina italiana,
in Italia e nel mondo.

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