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29 maggio 2017

Orto ricco mi ci ficco


L'altro giorno, il 27 maggio, si è celebrata la Giornata Nazionale delle Erbe Spontanee nel Calendario del Cibo Italiano.
A completare il quadro di questa odorosa giornata era stato indetto un Master per una ventina di partecipanti, capitanati dall'irrefrenabile Alessandra, coadiuvata nei giochi da Annarita (dispensatrice di illuminanti dispense), con la supervisione e gli emeriti consigli di Sergio Rossi, dello chef Alessandro Dentone e del prof. Andrea Pieroni.
10 le erbe spontanee da cercare e raccogliere (ove e se possibile), imparando a (ri)conoscerle, annusarle, palparle, prenderci confidenza; combinarsi in coppia, poi, per sfagiolare una ricetta che ne utilizzasse una o più.
Non ho volutamente ricercato una compagna di giochi perchè sapevo che molto probabilmente, come infatti è avvenuto, avrei avuto qualche difficoltà a rispettare i tempi permessi e non volevo assolutamente mettere in difficoltà nessuno. Ma mi spiaceva darmi per sconfitta anzitempo, anche perchè qualche idea (e qualche ripensamento) mi frullavano in testa.
Elicriso, Finocchio selvatico, Grattalingua, Luppolo, Nepitella, Ortica, Portulaca, Romice, Serpillo, Dente di leone (Tarassaco) le dieci erbe prescelte.
Nonostante la difficoltà di andar per campi (sono contornata da campi di viti e oliveti, ma è stagione di diserbanti e trattamenti, purtroppo) e la reale capacità di riconoscerne alcune (metti mai che poi avessi avvelenato qualcuno!), mi son decisa per le più facilmente abbordabili: Tarassaco, del mio giardino, Finocchietto selvatico, in vaso, regalo di due amiche blogger romagnole, Serpillo, avendo una coltivazione variopinta di Timo ho deciso che doveva esserci anche quello tra quelli in vaso. Avrei voluto aggiungere qualche germoglio di Luppolo (sostituito con asparagi verdi fini), ma la stagione è purtroppo troppo avanti e son già finiti.



macedonia dell'orto


Una macedonia con verdure di stagione, cubettate e appena sbollentate separatamente se necessario e ripassate velocemente in padella con un filo di olio (devono rimanere croccanti): zucchine novelle, carote, piselli freschi, fave fresche, patate, taccole, sedano, fagiolini, bruscandoli (germogli di luppolo) o asparagi.Servita su un'emulsione di finocchietto selvatico e anacardi con olio extravergine del Garda e Parmigiano; accompagnata da grissini al Timo serpillo.
A decorazione un fiore di Borragine, un cappero di Tarassaco (acquistati recentemente in Garfagnana di produzione Maestà della Formica)  e petali di Tarassaco (uno dei pochi sopravissuti :-))

Un paio di vasetti avanzati, oggi ripassati un nanosecondo in padella per condire la pasta: proprio il caso di dire l'orto in tavola!


macedonia dell'orto


Dente di leone o Tarassaco: erbacea spontanea perenne di cui si raccolgono le rosette basali consumate poi in insalata o lessate e cucinate in vari modi, abbinandole soprattutto a uova e/o pancetta. Spesso presenti anche in zuppe.
Sapore amaro molto deciso. Proprietà digestive, diuretiche, anti-diabetiche ed anti-lipidemiche.

Finocchio selvatico: erbacea spontanea biennale, molto aromatica. Odore e sapore ricordano il finocchio, ma il sapore è più pronunciato e pungente. Pare che fosse proprio questo spontaneo ad essere usato nella cucina degli antichi Romani.

Luppolo: pianta dioica perenne spontanea, di cui si raccolgono i giovani getti in primavera (bruscandoli, in dialetto locale). Questi vengono scottati e consumati lessi; immancabili nelle frittate primaverili. Note debolmente amare e soprattutto balsamico-resinose. Nell'Est della Romania, le infiorescenze femminili venivano impastate con farina di mais e tartrato (rimanente sul fondo delle botti di vino) formando delle piccole palline che venivano seccate ed utilizzate poi come starter fermentativi negli impasti panosi.

Serpillo: perenne spontanea, se ne raccolgono le parti aeree fiorite in estate. Utilizzato come aromatizzante. Aroma forte inconfondibile, assomigliante al timo coltivato, alla santoreggia e all'origano. Proprietà anti-ossidanti, anti-ipertensive e anti-microbiche. Spesso usata come aromatizzante nella produzione casearia ovina e, di conseguenza, come scelta di pascolo per favorire una produzione di latte dal sapore più pronunciato.


grissini al miglio con macedonia dell'orto


Ingredienti:

80 g di farina di miglio
80 g di farina 0
5 g di lievito in polvere

30 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
15 g di sesamo bianco
10 g di semi di nigella damascena
35 ml di olio extra vergine d’oliva
60 ml circa di vino bianco
sale/pepe



Setacciare le farine con il lievito ed il sale. Aggiungere il Parmigiano ed i semi e mescolare. Al centro versare gli ingredienti liquidi. Amalgamare ed impastare sino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo. Fare riposare per mezz’ora avvolto in pellicola alimentare.

Stendere l’impasto su carta da forno e ricavare un rettangolo di mezzo centimetro di spessore, rifilare i bordi. Tagliare i grissini con una rotella dentellata e distanziandoli leggermente fra loro.
Infornare a 180° per circa 15/20 minuti.


31 ottobre 2016

IriDea d'oro incaponata per il Master MTC Alta Cucina & Salute - il lato B12 della nutrizione


Un invito particolare, quasi al limite dell'esclusivo.
L'aver accettato senza neanche domandarsi chi - cosa - come - dove - quando, solo perchè il Garante è la Community più autorevole (e forse pure invidiata) del web.
L'aver dovuto poi fare i conti coi tempi stretti (anzi strettissimi), altri impegni presi precedentemente, un compito non troppo nelle mie corde, le idee mancanti iniziali, i te possino quotidiani recitati dirompenti dalle mie labbra come un fiume in piena, persino un incubo notturno pervaso da oscure presenze communit-arie.

Antefatto: l'MTChallenge non si accontenta più delle sfide mensili in cui confrontarsi, imparare, giocare d'impegno con ingredienti e tecniche. Come se il turbinio di ogni palio goloso fosse giusto una spolverata innocua di pepe sulle nostre maldestre (mica tanto) esecuzioni, la mente contorta ed inesauribile VanPeltiana ha pensato bene di tuffarsi a capofitto dal trampolino sing-malese nella realizzazione di Master ad hoc. 
Ecco che allora, appena conclusasi il primo Bake Out MTC ed avendoci preso gusto (proprie sue parole!), capita giusto a fagiuolo l'occasione per proporre il Master MTC Alta Cucina & Salute - il lato B12 della nutrizione, ovvero la vitamina B12 nella dieta quotidiana, declinata in un piatto di Alta Cucina. 
 



Ad affiancare i partecipanti due tutors d'eccezione, riconosciuti esperti in alimentazione: il dr. Michael Meyer, oncologo, e la dott.ssa Arianna Mazzetta, nutrizionista, con informazioni e consigli nella realizzazione di un piatto nutrizionalmente valido ed altresì appagante per vista, olfatto e gusto.
Suggerimenti inediti ed esplicativi anche da Sandro Sità, chef del Tarabella Hotel di Forte dei Marmi,  generosamente a disposizione per la parte finale della presentazione del piatto.
E dulcis in fundo, nientepopodimenoche il giudizio finale per ogni piatto presentato di Marco Visciola, chef de Il Marin.

Accetto Obbedisco, ça va sans dire.

Leggo la dispensa, per capire di cosa parliamo, perchè B12 mi fa venire in mente i flaconcini che periodicamente bevevo da bambina, a cicli stagionali. Fonti alimentari di B12 sono la carne e i suoi derivati, il pesce, i crostacei, il pollame, le uova e latte e latticini, ma in misura minore. Tra gli alimenti più ricchi prevalgono fegato e rognone (ahimè), vongole (evviva!), cozze e ostriche (ahimè). Nessun vegetale, di qualsiasi sostanza o forma (doppio ahimè).
Il fabbisogno giornaliero di questa vitamina è molto modesto, ma inequivocabilmente essenziale, specialmente durante la gravidanza e l'allattamento in cui aumenta; la sua funzione principale è volta a promuovere la crescita dei globuli rossi in formazione. Un suo deficit può portare a gravi conseguenze nello stato di salute fisica generale, ma soprattutto dal punto di vista neurologico e psichico. Nn sottovalutare mai, quindi, lo stato di questa vitamina; particolare attenzione, poi,  devono avere le persone che seguono una dieta vegetariana o vegana, provvedendo con un'adeguata integrazione necessaria. Per saperne di più: vitaminab12.it
 
Un Nota Bene in dispensa richiama all'ordine tutti quanti: la B12 è molto solubile in acqua, resiste a ph 4-5 e al calore fino a 120°C. Quindi massima attenzione andrà prestata alle tecniche di cottura scelte, in modo da non compromettere irremediabilmente la vitamina contenuta nella preparazione.
Il gruppo di lavoro è molto animato: c'è chi ha già le idee chiare, chi parte subito in quarta e realizza, chi già propone la bozza del futuro impiattamento... mi sento un pesce fuor d'acqua, non annaspo ma vago (inconcludente) qui e là, come Semola e Merlino nel fossato del castello.
Poi, improvvisamente, la luce: un'idea (a onor del vero due, ma solo un'opzione da proporre) mi balena in testa, durante una seduta di massaggio energizzante al cuoio capelluto dalla mia shampista preferita.
Non potevo che farmi prendere dal maroso e rimanere in tema marino lacustre comunque sconfinatamente limpido e navigabile :-) 
E la trepidante attesa conseguente, che sfocia presto in inquietante fibrillazione allorchè il pescatore di casa (cannista in questa stagione) non mostra la minima intenzione di schiodare la sua arma dal fodero e dedicarsi alla ricerca della preda ambita.
Quando ormai la speranza è persa e la via per la odiata pescheria intrapresa, ecco trillare un whatsapp, mai così sorprendentemente gioioso! Celo (nel senso di ce l'ho) accompagna la foto del pinnato intrappolato!
E Trota iridea fu. Autoctona. Pescata in Adige. A spinning. Un caldo e soleggiato pomeriggio di ottobre.


pesca trota


La trota appartiene alla famiglia Salmonidae. Varie specie sono presenti nei nostri laghi, fiumi e torrenti; la loro livrea cambia a seconda dell'ambiente in cui vive. E' un predatore molto vorace, si nutre principalmente di altri pesci e piccoli crostacei, insetti, vermi e rane (n.d.r.: avrei preferito una Fario, dalla carne chiara, ma la sua pesca è stata chiusa il 27 settembre scorso).


IriDea d'oro incaponata 
Trota agrumata al timo con caponata nordica croccante

iridea d'oro incaponata


Ingredienti per 4 persone:  
 
Una trota iridea di circa 1,2 kg
Pepe selvaggio del Madagascar (Voatsiperifery)
Timo al limone
Scorza di arancia non trattata
Farina bianca
Olio di arachide per friggere
Sale di Cervia  
 
Per la caponata nordica:
Finocchio
Sedano rapa 
Cimette di cavolfiore
Cimette di broccolo verde
Zucca mantovana
Cipolla di Tropea
Sale di Cervia
Miele al timo
Aceto di lamponi
Scaglie di mandorle tostate    

 
preparazione trota




Trota: eviscerare la trota, lavarla e ricavare i due filetti. Controllare che non ci siano lische rimaste, eventualmente toglierle con l'apposita pinzetta. Tagliare ogni filetto in 4 losanghe e sistemare i tranci in due sacchetti per la cottura in forno insieme a un cucchiaio di olio, un paio di rametti di timo, un pezzetto di scorza di arancia e qualche grano di pepe per ciascun sacchetto. Chiudere con l'apposito laccio, sistemare sulla teglia e cuocere a bassa temperatura nel Fresco a 70° per 40/50 minuti.
Nel frattempo preparare la caponata e le scorzette di arancia candita.
Arancia candita: recuperare la scorza dell'arancia eliminando ogni traccia di parte bianca, tagliarla a julienne. Bollire le scorzette per tre volte, partendo sempre da acqua fredda, per mezzo minuto a volta. Cuocerle poi in uno sciroppo di acqua e zucchero 1:1 finchè traslucide. Scolare e tenere da parte.
Caponata: cotture brevi per ogni verdura (devono comunque rimanere croccanti), che dipendernno dalla grandezza dei tagli.
Tagliare a julienne dello stesso spessore zucca e sedano rapa; separare le cime dei broccoli in cimette della stessa grandezza; affettare il finocchio e la cipolla, tagliandoli dal lato della fibra.
In una padella sistemare la cipolla con un filo di olio, brasare velocemente, aggiungendo un goccio di acqua se necessario, salare e tenere da parte;  ripetere la stessa cottura per il finocchio e tenere da parte; sbollentare zucca e sedano rapa separatamente in acqua acidulata con aceto e un pizzico di sale, raffreddare immediatamente in acqua ghiacciata e tenere da parte. Ripetere con le cimette di cavolfiore e broccolo, pochi secondi basteranno altrimenti si sfaldano (essendo così piccole, però, si potrebbero usare anche a crudo). Riunire le verdure, tranne le cimette, in padella con un filo di olio.
A parte sciogliere 2 o 3 cucchiai di miele, sfumare con 6 o 9 cucchiai di aceto e lasciare evaporare la nota alcolica. Unire poi le verdure (tranne le cimette dei broccoli) e i capperi, precedentemente lavati ed asciugati, ed eventualmente aggiustare di sale. Insaporire un minuto. Condire anche le cimette con il sugo della caponata. Infine decorare la caponata con le mandorle e i broccoli.
Delicatamente levare la pelle dai tranci del pesce, asciugarla bene, infarinarla con un mix di farina bianca e gialla in parti uguali (eventualmente solo farina di mais per ospiti celiaci) e friggerla.    

 
iridea d'oro incaponata



Composizione del piatto: sistemare due tranci di trota leggermente sovrapposti, insaporire con un pizzico di sale, decorare con le scorzette di arancia e la pelle fritta. A lato sistemare la caponata di verdure.
A piacere ogni commensale gradirà un filo di olio a crudo sulla trota.   

 
iridea d'oro incaponata


Considerazioni finali:

- il piatto è risultato leggero ma altresì gustoso e saporito. La caponata ben armonizzata, senza sovrastare la delicatezza della trota. Era la prima volta che cuocevo a bassa temperatura col Fresco (e di questo devo ringraziare Sabrina che mi ha categoricamente spronato a farlo e amorevolmente seguito con i suoi consigli): sono rimasta veramente meravigliata da questa funzione particolare di questa macchina. Probabilmente le foto non rendono abbastanza giustizia alla perfetta consistenza del pesce, morbido e sodo al contempo. Penso diventerà un mio nuovo alleato di cottura!

- sono rotolata nella trappola sudista della cipolla di Tropea, nonostante avessi cercato di rimanere fedele alla composizione nordica della mia caponata. Ho scoperto poi in rete la presenza di un Presidio Slow Food molto interessante, la Cipolla rossa di Cavasso e della Val Cosa, che quindi apporterà la meritata effige nordica a questa caponata.

- negli ingredienti parlo di capperi e mandorle: con un mea culpa genuflessa sui ceci faccio pubblica ammenda. Presa dall'impiattamento quasi in diretta coi suggeritori di gruppo, dagli improvvisi capricci della reflex, dalla troppa luce del troppo sole di questo troppo caldo fine ottobre, insomma da una giusta dose di fibrillazione per un avvenimento out of my style... ebbene, dimenticati sul bancone di lavoro furono.

- un grazie di cuore ad Arianna e Mai per i suggerimenti riguardo al titolo appropriato al piatto.

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