la terra ha tremato. Ora, si parla di ricostruzione.. E, come sempre, vengono fuori i "teatrini" soliti, in Italia..
... Per quanto mi riguarda, spero che vengano dati agli Abruzzesi, i soldi per ricostruire l'Abruzzo... soprattutto perchè la sola ricostruzione avvenuta in tempi record è stata quella del Friuli, quando non esisteva la Protezione Civile, .. ed ai cittadini fu lasciata autonomia di gestione dei fondi...
Per l'Abruzzo, invece... c'è il "decreto Abracadabra"... :-(
Estratti di una lettera pubblica scritta dalla Dott.sa Rossella Graziani, cittadina de L'Aquila, senzatUtto, in cui spiega cosa accade col decreto 39:
"Mai in tutta la storia della nostra Repubblica è stato negato ai cittadini il risarcimento integrale dei guasti dei terremoti, per la prima casa.
[...]Orbene, la cifra che sarà poi effettivamente riconosciuta a ciascuno degli aventi diritto, per un terzo dovrà essere coperta con un mutuo a tasso agevolato a carico del cittadino, e per un altro terzo dovrà essere anticipata, sempre dal cittadino, che potrà recuperarlo nell’arco di 22 anni non pagando le imposte, mentre lo stato interviene con denaro liquido solo per l’ultimo terzo.
[...]Sennonché la caratteristica dell’Aquila e degli altri comuni colpiti è quella di centri storici di particolare valore, costituiti da un grandissimo numero di edifici antichi e pregevoli, 320 dei quali, di proprietà privata, sono sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza. Ci sono poi altri 800 edifici pubblici, qualificati di interesse storico, archeologico e artistico. Ora, come è possibile che un privato possa farsi carico della ricostruzione o del restauro di un edificio vincolato o semplicemente di pregio, accollandosi il 66% della spesa?
[...]Nel decreto n. 39 c’è anche di peggio: all’art. 3, comma 1 , lettera c, si dispone che se un immobile, gravato da un mutuo, è andato distrutto, la Società Fintecna, a richiesta del privato cittadino. si accollerà il mutuo nei limiti del contributo che al predetto è stato riconosciuto, ma diverrà proprietaria di quel che resta dell’immobile. Se però il mutuo supera il contributo riconosciuto, la conseguenza parrebbe essere, dall’esame della norma, che il cittadino dovrà continuare a pagare la parte residua del mutuo: insomma non avrà più la casa ma continuerà a pagare il mutuo.
Ma se, come è facile prevedere, il cittadino non riesce, col contributo e con il mutuo a tasso agevolato, a coprire l’intera spesa per il restauro o la ricostruzione (rispettando, si spera, le norme antisismiche), dovrà contrarre un ulteriore mutuo, a tasso di mercato, con la banche. Insomma quello delineato dal decreto n. 39 è un meccanismo infernale che consegnerà una città nelle mani di banche, finanziarie e usurai."
Nel frattempo, vi ricordo che Daniele il 9 maggio, alle ore 18.15, terrà un reading a Milano, presso il Mondadori Multicenter di Via Berchet 2.
Elena...
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Il tempo si ferma, il tuo corpo riparte, la tua vita sembra iniziare in
quel momento. Tutti i ricordi passati sembrano vuoti senza di lei e tutto
il tuo mo...
6 anni fa